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Autore: Halley Silver Comet    13/03/2014    3 recensioni
[Assassin’s Creed III/Liberation]
Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione.
– Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America, 4 Luglio 1776 –
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aveline de Grandpré, Connor Kenway
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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E come Euguaglianza







E come Euguaglianza

Noi consideriamo le seguenti Verità evidenti di per sé: che tutti gli uomini sono creati eguali, che essi sono stati dotati di alcuni diritti inalienabili dal loro Creatore, che tra questi diritti ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità
[Dichiarazione dIndipendenza, Preambolo]






La notte si stava rivelando piuttosto umida e Connor, di riflesso, si sistemò il bavero della giacca. Avevano rubato quelle uniformi ad alcune guardie di ronda per riuscire ad introdursi nella Bastiglia con più facilità sebbene, dopo il 14 luglio, i saccheggi fossero ormai all’ordine del giorno. 

«Dopo mesi non so cosa riusciremo a trovare... Auguriamoci che qualche fucile sia rimasto!» commentò Richard dalle retrovie, tetro.
«Robespierre sta mettendo alla ghigliottina tutti gli oppositori. Con loccasione vendicheranno anche Jacques De Molay, i cari Templari» intervenne Pierre, lapidario.
«Chi è Jacques De Molay?» chiese Connor.
«Il Gran Maestro dell’Ordine Templare che venne ucciso per ordine di Filippo IV di Francia... E loro non hanno dimenticato» rispose Mathieu.
«Faranno pagare anche questo a Luigi XVI. Finirà sulla ghigliottina pure lui» sentenziò Richard.
Ratonhnhaké:ton si fermò all’improvviso: un impercettibile rumore aveva catturato la sua attenzione. Lanciò un rapida occhiata ai suoi compagni e si rese conto che anche loro avevano sentito. Bastò solo un cenno di intesa e subito Mathieu e Richard si gettarono a capofitto nei bui vicoli di Parigi, tanto odiati da Connor. Troppo stretti per chi, come lui, era cresciuto tra i boschi della Frontiera.
«Guardate cosa abbiamo qui!» esclamò derisorio il più giovane.
Qualcuno venne buttato a terra e Connor, quando questi sì rialzò, alla luce delle fiaccole di strada vide che si trattava di una ragazza dall’aria piuttosto arrabbiata.
«Abbiamo trovato questa mocciosa: ci stava seguendo. Scommetto che è una piccola spia templare!» fece Mathieu puntandole il dito contro.
Ella si scagliò con un ringhio contro l’Assassino e gli sferrò un calcio, facendolo capitolare a terra: «Non osare darmi della templare, chien! I Templari siete voi!»
Pierre immediatamente l’afferrò per i capelli e le puntò un coltello alla gola.
«
Credo che la nostra puledra vada domata».
Per quanto il paragone fosse poco gentile, Ratonhnhaké:ton convenne che quella fanciulla aveva lo stesso temperamento dei cavalli selvaggi del Nord America.
Le si avvicinò e le chiese gentilmente: «Vi sbagliate, mademoiselle, non siamo Templari. Piuttosto... Chi siete voi?» 
«Giselle Moreau. Ma altro non mi carpirete, a costo di pagare con la vita! I Templari non vinceranno mai finché esisterà l’Ordine degli Assassini!» e gli sputò in faccia.
Richard aveva già alzato il braccio per colpirla con l’elsa della spada, ma l’Assassino americano lo fermò mentre si puliva la guancia con la stoffa della manica.
«Credete di potermi sopraffare solo perché sono una donna? Io posso tenervi testa anche se siete in quattro! Uomini e donne... Sono uguali, creati tutti nello stesso modo! Libertè, fraternitè... Egalitè
Connor fece scattare la sua lama celata e la fece passare sotto al naso di Giselle.
La ragazza spalancò gli occhi e boccheggiò: «Voi... Siete Assassini!»
«Siete molto acuta, mademoiselle Moreau» commentò Connor, sarcasticamente infastidito.
Gli altri tre ridacchiarono mentre la fanciulla deglutiva, squadrandolo, senza tuttavia arrossire.
Forse aveva notato i suoi tratti somatici da nativo americano.
«Non mi sottovalutate, Assassino».
«Non commetto mai lo stesso errore due volte» scandì Ratonhnhaké:ton socchiudendo gli occhi.


[498 parole]


***


Il rituale del mercato di schiavi di New Orleans, come ogni settimana, si stava svolgendo in Place dAmien. Dalla sua posizione, Aveline riusciva a vedere perfettamente tutto ciò che stava succedendo e a controllare esattamente le postazioni delle guardie e dei carcerieri di tutti quegli innocenti. Donne e bambini, esortati con strattoni, percosse e minacce, scendevano per primi dai carri, seguiti dagli uomini trattati ancor peggio.
L’Assassina si guardò intorno, inquieta, ma Gérald ancora non aveva dato alcun segnale. Una convulsa agitazione si era impadronita di lei: se fosse continuata sapeva che non sarebbe riuscita a sopportare quello scempio ancora per molto.
E pensare che anche sua madre ed il suo mentore, una volta, erano stati venduti come schiavi. Ella stessa, se non fosse stata liberata dal padre, sarebbe stata una schiava.
Quando si confondeva tra di loro, per qualche missione dell’Ordine, non faticava ad immedesimarsi nel ruolo o a sentirsi partecipe della loro condizione, provando un improvviso impeto di frustrazione nel non poter aiutarli tutti e subito a riconquistare la libertà perduta.
«Muovetevi, bestie!» stava gridando un uomo, facendo schioccare per terra una frusta. Quel suono ritmico e sinistro risvegliò nella mente della ragazza un ricordo che credeva sopito e dimenticato.
In Place d’Amien, i pianti sommessi e malinconici degli schiavi messi in vendita rendevano il cielo cupo anche se c’era un bellissimo sole. Aveline era solo una bambina e non riusciva a capire perché quelle persone fossero imprigionate con pesanti catene e fossero terribilmente infelici. Non riusciva a capire perché dovessero essere trattati con più violenza e disprezzo degli animali che venivano venduti allo stesso mercato.
Erano persone con due braccia e due gambe, un viso, due occhi e sicuramente un cuore, come ne avevano lei e tante altre persone, che però erano libere: potevano andare dove volevano, parlare con chiunque volessero, mangiare, ridere e giocare. Non erano forse tutti uguali gli uomini? In cosa erano diversi? Solo per il colore della pelle? Solo un colore poteva determinare una così grande differenza come quella tra la libertà e la schiavitù?
Anche lei aveva la pelle scura, eppure era libera. Perché non potevano essere davvero tutti uguali?
Un riflesso accecante proveniente da una terrazza sulla sinistra catturò la sua attenzione: con uno specchietto, Gérald le stava segnalando che gli altri Assassini reclutati dovevano essere arrivati e che la missione avrebbe potuto avere inizio.
Molto bene.
L’attesa per la libertà era finita.

[402 parole]





***
I personaggi qui figuranti appartengono alla Ubisoft e alle sue varie divisioni, io li ho presi in prestito senza pretesa alcuna; solamente i miei OC e la grafica del titolo appartengono a me.
Ringrazio come sempre la mia Anto per aver letto tutto questo in anteprima.
***

Salve!
Oggi si va al raddoppio, ovvero due flash-fic al posto di una. Spero che possa compensare un po’ il fatto che stia pubblicando questa raccolta in maniera molto diluita nel tempo. Questa volta non ho molto da dire, se non che ho cercato di bilanciare abbastanza i toni, riservando a Connor la flash più movimentata per poi riequilibrare con le riflessioni di Aveline.
Come sempre ringrazio chi legge, recensisce e ha messo questa raccolta in uno dei suoi elenchi; ringrazio in anticipo anche chiunque mi farà sapere la sua in seguito e mi dedicherà un pochino del suo tempo.
Per ora vi saluto e vi do appuntamento spero non troppo in là nel tempo!
Saluti,
Halley S. C.
  
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