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Autore: Valerie Clark    13/03/2014    2 recensioni
''In quel piccolo lasso di tempo abbiamo rivissuto la storia dell’Amore. Quello con la A maiuscola.
Mi vedevo nelle vesti di tutti i grandi amanti, di tutti gli innamorati del passato.
Ma noi eravamo diversi. Avevamo sfidato le convenzioni.''
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’altra notte-
 
Non ci posso credere.
È successo veramente?
Abbiamo davvero ballato l’altra notte? Ci siamo strusciati l’uno contro l’altro?
Mi è piaciuto? Gli è piaciuto? Non lo so.
C’era un sacco di confusione, la musica era alta, avevo bevuto parecchio. A un certo punto, mi sembra, ci siamo allontanati. Forse gli altri ci avevano notati?
Comunque adesso stavamo uno di fronte all’altro. Ci studiavamo. Com’era bello. Sicuramente gli altri non sarebbero d’accordo. No. Quanto eravamo lontani? Un metro? Forse meno. No, sicuramente meno. Mi ricordo che potevo vedere l’espressione dei suoi occhi. C’era un misto di desiderio e di paura in quegli occhi. Un misto che avevo visto anche io nei miei stessi occhi guardandomi allo specchio.
Lo voleva anche lui. Lo sentivo. Lo capivo.
Improvvisamente gli misi un braccio intorno al collo, vicino all’orecchio. Poggiai il palmo aperto sulla nuca. Lui non fece niente. L’altra mano seguì la prima. Le sue braccia rimasero ferme lungo i fianchi, come immobilizzate. Passammo così alcuni istanti che a me parvero ore interminabili. O forse erano state davvero ore interminabili?
A un certo punto senza che io mandassi alcuno stimolo. O forse l’avevo mandato? Quasi sicuramente successe tutto da solo. Comunque se l’ho fatto, è stata la scelta migliore della mia vita. Credo. A un certo punto in ogni caso le mie braccia hanno improvvisamente spinto la sua testa contro la mia. Velocemente. Senza pensarci. A fine corsa c’erano le mie labbra pronte a ricevere le sue. Che bella sensazione.
Non avevo mai baciato nessuno. O almeno non veramente. Non in quel modo. Il suo bacio aveva un sapore che non avevo mai sentito sulle labbra di nessuno. Lo sentivo nella bocca. Scendere giù per la gola. Infilarsi nello stomaco e nei polmoni. Tracce di lui cominciarono a circolarmi nelle vene. Lo sentivo ovunque. Ero immerso in lui. O forse era il contrario. Gli piaceva. Non riusciva a staccarsi. Non voleva. Mi mise le mani sui fianchi. Per quanto tempo ci baciammo? Pochi istanti o diversi minuti?
Di quello che accadde dopo? Zero. Fino ad ora. Fino in questo letto.
Dove sono? Non mi sono nemmeno dato la briga di guardarmi intorno. Potrei essere nel mio letto. Come nel suo. Come in quello della mia migliore amica. Ma chi se ne importa. Ora in testa ho solo lui. Mi riempie. Cosa dovrei fare? Anche lui ha i miei stessi ricordi?
Gli sono piaciuto come mi è sembrato? Forse no.
Col senno di poi. Forse dovrei chiamarlo?
Dovrei vederlo? Forse è meglio che gli mandi un messaggio. Il buongiorno magari. Sì, ho deciso. Gli manderò il buongiorno. Dove sarà il mio telefono? Lo cerco intorno. Eccolo. C’è un messaggio. È suo. Non voglio leggerlo. Ho paura quando lui mi scrive. Mi faccio coraggio. Lo apro. ‘Buongiorno’.
In quel piccolo lasso di tempo abbiamo rivissuto la storia dell’Amore. Quello con la A maiuscola.
Mi vedevo nelle vesti di tutti i grandi amanti, di tutti gli innamorati del passato.
Ma noi eravamo diversi. Avevamo sfidato le convenzioni.
 
 
Il fatidico momento del ‘probabilmente dovrei’ della stavolta quasi autrice:
Il pezzo non l’ho scritto io, come chi mi ‘conosce’ avrà capito dallo stile; è di un mio amico, troppo insicuro per pubblicare lui stesso (prima o poi ce la farò a farlo passare al lato oscuro!). Se il pezzo vi piace, per favore, tanto non ve lo chiedo mai e mai più lo farò, giuro, lasciate una recensione che lo fate solo che contento. Grazie, davvero.
Comunque, il pezzo … Me l’ha fatto leggere e, conoscendolo e sapendo che persona veramente speciale che è, già sapevo che non sarebbe stato deludente. Non lo è stato. Probabilmente dovrei dirgli di smettere di avere paura, di paragonarsi agli altri, di stare male; ma, e chi mi ‘conosce’ lo sa, con quale coraggio io potrei mai dire una cosa del genere, quando sono la prima ad avere paura, a farsi mille complessi, a stare male dietro quella maschera tanto bella che mi sono creata? Probabilmente dovrei anche dirgli di non essere spaventato da quello che è, perché lui non ha veramente niente di sbagliato, perché il suo amore, che è come il mio amore, è la cosa più bella del mondo.
E poi, probabilmente, dovrei dirgli che mi ha reso veramente felice leggere un suo pezzo, in particolare questo pezzo, così intimo; dovrei dirgli che, per me, far leggere a qualcuno ciò che scrivi significa dargli un pezzo di te.
Quindi niente, penso che gli dirò solo che sono orgogliosa di avere un pezzo di lui dentro.
   
 
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