Capitolo
9
Si
scrutavano dall'alto al basso i due gemelli, mentre nell'arena ancora
era in corso la loro guerra alla conquista della Cloth. Erano stanchi e
feriti, ma motivati a concludere al meglio quella sfida.
Continuavano a sferrare attacchi diretti e mentre Kanon cercava di
colpire Saga, quest'ultimo si parava per ripartire all'attacco, dopo
che l'altro si era parato a sua volta. Era un vortice continuo di
cazzotti e calci, alla quale nessuno dei due osava rinunciare. Nessuno
dei due gemelli voleva venire meno alla promessa mantenuta a
sé stesso ed al suo maestro; entrambi volevano quella Cloth
a tutti i costi, ma...
«Ancora combatti fratello? Ancora resisti sotto i miei
colpi?» Sbottò acido il più piccolo,
nonostante si reggesse a malapena in piedi. Aveva il viso martoriato
dai lividi e rivoli di sangue praticamente dappertutto. Si teneva
dolorante una spalla, mentre cercava di issarsi in piedi sulle sue
gambe, esattamente come stava facendo Saga, che cambiò
l'espressione dolorante in un'espressione sprezzante e quasi di pena
osservando colui che gli era speculare.
«Ti resisterò sempre Kanon! È quello
che questa gente si aspetta da me; da noi! Non voglio favoritismi da
te, come io non ne avrò per te! Voglio vincere, o perdere,
non avendo rimpianti!» Disse tutto d'un fiato, nonostante il
cieco dolore gli impedisse di scandire al meglio le parole. Aveva un
labbro spaccato, dove il sangue gocciolava sul collo della sua
maglietta, ma persisteva a rimanere fermo ed impassibile a pochi passi
di distanza da suo fratello, che continuava a guardarlo con odio,
espressione che non aveva mai visto fare a Kanon.
«Oh, è sicuramente degno di te, fratello! Questa
gente ha sempre e solo voluto te!» Gli sputò
ancora contro, contraendo la mascella. «Sono quasi propenso a
dare loro ciò che vogliono...»
Continuò, rilassando i muscoli e guardando oltre le spalle
del fratello, dove il pubblico seduto ai padiglioni dell'arena avevano
alzato brusii e chiacchiericci, nonostante non potessero sentire
ciò che i due si stavano dicendo. Kanon parlava con la poca
voce che ancora gli rimaneva, non alzandola per non sforzarsi troppo e
per non far ascoltare i loro discorsi a nessuno, tanto meno a Grande
Sacerdote che, dall'alto del suo trono, osservava l'andamento della
sfida.
«Colpiscimi fratello!» Allargò le
braccia in modo da essere un bersaglio perfetto, ma Saga ancora
desisteva. «Allora? Che aspetti?» Lo
incitò ancora, ma l'altro scosse la testa in un gesto
puramente negativo.
Intanto,
dalla postazione accanto al Sacerdote, Owl osservava la scena con le
mani di fronte alla bocca. Sapeva che questo giorni sarebbe arrivato;
aveva assistito a tutti i loro allenamenti, che facevano appositamente
per prepararsi a questo inevitabile giorno, ma per lei era solamente
una tortura. Vedere Saga in quelle condizioni non fece altro che
aggiungere angoscia al suo cuore, così come lo era vedere
Kanon, ma quel ragazzo la inquietava, e l'aveva inquietata ancora di
più quando l'aveva raggiunto davanti all'albero del loro
primo incontro.
Non sembrava quasi lui, doveva riconoscerlo, ed in quel momento, mentre
parlottavano tra loro, avrebbe pagato oro pur di sentire quello che si
stavano dicendo. Le sembrò che neanche Shion capisse i loro
discorsi; se ne stava seduto composto al suo posto, non mostrando
assolutamente cenni di ansia o quanto altro. Lui già sapeva
chi avrebbe vinto, era solamente questione di tempo. Glielo leggeva in
faccia, nonostante la maschera blu elettrico che portava in volto
celasse tutti i suoi lineamenti.
«Stai tranquilla!» Iniziò
quest’ultimo senza però voltarsi verso di lei.
Le bastò ascoltare la cristallina voce del padrino per
riacquistare il sorriso. Se era tranquillo lui, allora non c'era motivo
perché si preoccupasse lei. Eppure, quel senso di vuoto che
le attanagliava lo stomaco non voleva proprio abbandonarla.
Si sedette di nuovo, continuando a pregare per la vita di entrambi. Se
uno dei due avesse vinto, che almeno l'altro fosse sopravvissuto!
Dopo
altri minuti che sembrarono ore, dove nessuno dei due sembrava
intenzionato a demordere, Kanon parlò sprezzante.
«Se continuiamo così non arriveremo a nessuna
conclusione! Ci stiamo annientando a vicenda, la nostra forza e la
nostra resistenza si eguagliano!» Iniziò
duramente, lasciando intendere al fratello le sue intenzioni.
«E quindi?» Continuò facendo finta di
nulla e sul volto del gemello comparve un sorrisetto complice prima di
riprendere fiato e parlare con la poca voce che gli era rimasta.
«Si potrebbe dire lo stesso del nostro Cosmo? Chi di noi ha
più manualità nelle tecniche? Chi di noi supera
l'altro nell'espansione del proprio potere, eh?»
«Credo che lo scoprirai presto, Kanon!»
Saga si mise in posizione, pronto a lanciare il colpo più
potente appreso nei loro lunghi anni di addestramento. Sapeva che anche
Kanon era in grado di eseguirlo alla perfezione, ma a decidere del loro
destino sarebbe stata la resistenza che avrebbero dovuto mostrare. Se i
loro colpi fossero andati a segno, con le poche forze che avevano
ancora a disposizione non sarebbero comunque stati in grado di deviarlo
o fermarlo. Non avrebbero potuto neanche scansarsi; avrebbero dovuto
rialzarsi dopo averlo subito. Chi di loro sarebbe comunque rimasto in
piedi, sarebbe stato degno di vestire quel sacro oro.
Anche l'altro, dopo aver visto lo spirito competitivo del maggiore, si
mise in posizione ed attese il momento giusto per attaccare.
Presero tutto il fiato che poterono ed infine, richiamando a
sé il loro immenso Cosmo, urlarono all'unisono:
«Galaxian Explosion!»
Due immense sfere di energia cosmica si abbatterono nel centro esatto
della loro posizione. Si eguagliavano ed erano della stessa grandezza,
così come l'onda d'urto che provarono. Tutti gli spettatori
si abbassarono per non venire polverizzati da quel colpo, gridando
spaventati fra loro.
Ci vollero alcuni minuti prima che tutto tornò alla
normalità e che del colpo sferrato poco prima non ne
restasse che il ricordo.
C'era un grande polverone, segno dei vari massi che avevano
polverizzato, e mentre quello si diradava, un secondo colpo venne
lanciato prima che tutto tornasse alla normalità, ma nessuno
dei presenti, se non il Grande Sacerdote, riuscì a vederlo.
«Genro Mao Ken!» Bisbigliò fra
sé e sé Kanon, mentre il fascio di luce partito
dal suo dito indice si andava ad incagliare in mezzo gli occhi del
gemello, che non aveva visto arrivare il colpo per via della nube di
polvere di fronte a lui. Si reggeva in piedi a fatica e grazie a quel
colpo cadde in ginocchio a testa bassa. Sembrava quasi svenuto, ma con
le oramai pochissime forze che aveva riuscì a tenersi in
equilibrio. Tuttavia non parlò. Gli occhi divennero vitrei
ed i capelli persero un tono di lucentezza; sembrava quasi morto.
Kanon aveva concluso la sua missione e, complimentandosi sopra tutto
con sé stesso, mostrando un sorriso puramente di scherno, si
lasciò cadere all'indietro privo di forze. Rovinò
a terra senza neanche sforzarsi di rimanere in piedi. A lui, vincere
quella Cloth, oramai non gli importava più.
Chiuse gli occhi e con espressione seria, tornando lo stesso ragazzo di
sempre, svenne.
Le urla che giunsero poco dopo, quando la visibilità divenne
di nuovo ottimale, erano sia di spavento per il ragazzo steso a terra,
sia di compiacimento per il vincitore, che tuttavia non si era
minimamente mosso dalla sua posizione.
Respirava a fatica e forse non era ancora del tutto cosciente, ma era
comunque rimasto in ginocchio. Non si era fatto vincere dalla
stanchezza, dal dolore, dalle ferite e dalla mancanza del sangue che
gli era colato dalle innumerevoli ferite.
«Abbiamo un vincitore. Saga, della costellazione di Gemini,
futuro protettore della terza Casa!» Annunciò
solenne il Sacerdote, alzandosi dalla sua postazione. Tuttavia
tornò a parlare con voce roca. «Aiutate i feriti,
scortateli in infermeria. Non ci sarà nessuna cerimonia di
investitura quest'oggi; entrambi hanno bisogno di urgenti
cure!» Continuò impassibile, nonostante fosse
immensamente preoccupato per i due gemelli, che si erano battuti fino
all'ultima stilla di energia.
«Owl!» La richiamò infine, voltandosi
verso di lei che ancora teneva le mani davanti alla bocca, sforzandosi
di non piangere di fronte a lui. Era comunque un essere umano e sapeva
che tutto quello prima o poi sarebbe successo; era solo questione di
anni e poi avrebbe dovuto dire addio ad uno dei due. Ma, se avesse
dovuto dire addio ad entrambi? Avevano combattuto fino allo stremo
delle forze e tutti e due si erano fatti quasi ammazzare dall'altro. Ma
erano comunque forti, lo erano sempre stati. Tuttavia il richiamo
triste del Sacerdote fece bruciare i suoi occhi ancora di
più.
«Non c'è più nulla da vedere qua, vai
in infermeria. Avranno bisogno di te.» Disse atono e dando le
spalle alla ragazza, frusciando la veste sulla pietra bianca
dell'arena, si diresse verso il tredicesimo Tempio.
I due ragazzi vennero trasportati nell'ala del Tempio adibita ad
ospedale, per cure immediate ed Owl, senza pensarci due volte, corse a
per di fiato verso la sua meta.
Terza
casa, due giorni dopo.
Saga, d0po le urgenti cure da parte delle infermiere specializzate del
Tempio, era stato trasferito nella casa che avrebbe dovuto proteggere.
Non era ancora cosciente, il Grande Sacerdote gli aveva diagnosticato
un solenne riposo, quindi lo portarono in quella casa vuota e
silenziosa, abitata in quel momento solamente da lui e da Owl, che da
quando era stato ricoverato non lo aveva abbandonato un attimo.
Il suo cuore perse un sacco di battiti in quei giorni, quando le
infermiere le accennavano delle sue condizioni, ma per fortuna mai una
volta era stato in pericolo di vita, nonostante non ostentava ad aprire
gli occhi. Tuttavia era forte, lo era sempre stato e lo aveva sempre
così ricordato, e se aveva fatto fronte ad uno scontro
così duro riportando così tante ferite da non
essere trapassato, allora non c’era più motivo di
preoccuparsi.
Aveva tirato un sospiro di sollievo dopo tutto il giorno con il fiato
sospeso quando lui si era mosso dalla sua posizione, ancora
addormentato e pieno di fasciature ma comunque cosciente. Aveva aperto
la bocca come se avesse voluto dire qualcosa, ma la richiuse subito
dopo con un respiro quasi affannato.
Owl sapeva cosa stava sognando, o comunque pensò di aver
capito.
Infatti, dopo tre volte che ripeté quello strano movimento
con le labbra riuscì a parlare, seppur lievemente e con voce
roca.
«Ka…non…» Sospirò
ed il cuore di Owl perse l’ennesimo battito.
Aveva pensato anche a lui in quei due giorni passati al capezzale del
suo amato, nonostante era preoccupata delle sorti di entrambi. Non era
riuscita a parlare con Shion per quanto riguardava le sue sorti. Era
messo leggermente meglio del gemello e dopo che fu trasportato altrove
in seguito alle dovute cure, di lui nessuno aveva più saputo
nulla. Nemmeno Aiolos, che era giunto più volte per chiedere
informazioni sullo stato di salute dell’amico, aveva saputo
nulla.
Nel Tempio non si parlava altro che di quello scontro epico; tutti
avevano tifato per Saga ed erano tutti contenti della sua vittoria.
Nessuno aveva mai conosciuto intensamente Kanon come lo aveva fatto
lei, seppur non era mai riuscita a sconfare le spesse barriere che lui
aveva sempre creato attorno a sé. Si limitava a parlare di
cose effimere e non inerenti alla sua persona, ma nonostante quello non
le era mai passato per l’anticamera del cervello che lui
potesse essere malvagio. Esprimeva i suoi sentimenti a modo suo, quando
riusciva. In altri casi cercava di non mostrare mai le sue debolezze
per non essere giudicato. A lei era sembrato comunque più
sensibile degli altri; aveva un animo buono, altrimenti non sarebbe mai
stato ammesso al Tempio.
Strinse di più la mano di Saga, che aveva preso nella sua
per fargli capire che non era solo. Il contatto caldo della sua mano
gli faceva capire che lui c’era e stava lottando contro
sé stesso per riuscire a riprendersi del tutto. Dopo, una
volta svegliato, sarebbe diventato uno dei più forti Gold
Saint. Di quello ne era certa, anche se, sicuramente, la mancanza del
fratello l’avrebbe sentita per tutta la vita. Erano sempre
stati come una persona sola; sempre insieme e non solo come fratelli ma
anche come amici. Saga aveva sempre avuto fiducia in lui,
così come Owl ed Aiolos, e l’avevano sempre
incoraggiato quando tutti gli altri abitanti dubitavano di lui e
dicevano che fosse nato sotto una cattiva stella. Ma due persone nate
lo stesso giorno, dalla stessa madre, sotto la stessa costellazione,
potevano essere uno buono ed uno cattivo?
Di quelle dicerie sicuramente insensate, la ragazza non ne capiva il
perché.
Tuttavia, in un angolino della sua mente, ripensò
all’incontro con Kanon proprio prima della sfida con suo
fratello. Era molto diverso, stranamente tranquillo e più
acido del solito. Forse era perché sentiva l’ansia
per quell’importante incontro? O forse, si disse,
c’era qualcos’altro sotto?
Purtroppo, fino a che fosse rimasta segregata nel Tempio, nessuna di
quelle domande avrebbe avuto risposta.
Scosse la testa per mandar via quegli incessanti pensieri e
concentrarsi sul ragazzo che era disteso davanti a lei. Lo
osservò in volto, tirato per far fronte inconsapevolmente al
dolore, e strinse ancora la sua mano nella sua per infondergli tutta la
volontà necessaria per riprendersi. Era un gesto inutile, lo
sapeva, ma per lei era davvero importante. Aspettava da due giorni che
lui aprisse gli occhi su di lei e le parlasse finalmente con il sorriso
che animava spesso il suo viso e che aveva sempre incessantemente
amato. Era cresciuta amandolo silenziosamente. Non aveva mai avuto il
coraggio di confessarglielo e forse non lo avrebbe mai avuto. Lui era
un Saint e lei una semplice ancella, anche se secondo lei valeva molto
di più di una semplice sottoposta di Shion.
L’amore non era cosa per i guerrieri, che avrebbero dovuto
donare la loro vita solamente ad Athena. Se avesse avuto
l’ardire di accennare solo quello che provava, sicuramente
avrebbe perduto anche la sua amicizia, come la fiducia che le aveva
mostrato Shion, perché secondo lei il suo padrino si era ben
accorto dei suoi sentimenti.
E poi c’era Kanon. In qualche modo era riuscito a mandarla in
confusione con quel gesto di fronte all’albero del loro primo
incontro. Il calore di quella carezza ancora le sfiorava le gote ed
ancora rivedeva la strana espressione che aveva mostrato.
No, sarebbe cresciuta portando dentro un grande macigno. E poi,
sicuramente, tutti nel Tempio portavano dentro almeno un segreto.
Tentò di rassicurarsi da sola come meglio poteva e
riportò i suoi occhi tristi color nocciola su Saga, alzando
una mano per sfiorargli le ferite quasi rimarginate sul suo volto, come
se il suo tocco potesse alleviargli almeno il dolore che quelle,
probabilmente insieme a tutte le altre, ancora gli procuravano.
«Quanto vorrei che tutto questo fosse solamente un
sogno…» Si lasciò scappare dalle
labbra. Parlare con lui l’aveva messa sempre di buon umore ed
anche in quel momento, nonostante lui non potesse risponderle, era
sicura che avrebbe sicuramente sentito e capito. Così
continuò.
«Sono sicura che Kanon sta bene, anche se non è
più tra noi.» Gli rispose alla presa di parole che
aveva provato ad avere con semplicemente il nome di suo fratello. Era
sicura che lui lo stava cercando anche nei sogni. Il legame che avevano
quei gemelli forse sarebbe stato indissolubile negli anni, nonostante
l’assenza dell’uno verso l’altro.
Non poteva ancora sapere quanto la loro presenza sarebbe stata
importante per la vita di loro stessi. Non poteva immaginare cosa, da
lì a qualche anno, sarebbe successo.
Verso
sera, quando anche lei si era addormentata di nuovo al capezzale del
ragazzo, dei passi all’interno della stanza la svegliarono
dal suo inquieto sonno. L’ansia e la voglia di stare
cosciente a vegliarlo non la facevano dormire il giusto e nel migliore
dei modi, seduta su uno sgabello con la testa poggiata sul braccio
più sano di Saga, che dormiva adesso tranquillamente sotto
le candide coperte bianche che gli avevano fatto trovare sul letto.
Si issò in piedi dopo aver scorto l’alta figura di
fronte a lei, che la semioscurità della stanza non aveva
fatto capire chi fosse. Stropicciò gli occhi impastati dal
sonno e scrutò l’uomo dall’alto al basso
quando il cuore le salì in gola un’altra volta per
averlo riconosciuto. Quella notte non portava la maschera. Sul suo
volto, illuminato flebilmente dalla luce della luna che filtrava
attraverso l’unica finestra della stanza, si poteva
intravedere un lieve e triste sorriso, mentre i suoi occhi erano
puntati in quelli di Owl.
«Grande Sacerdote Shion!» Lo richiamò
con reverenza, scendendo dallo sgabello ed accennando un piccolo
inchino, chiedendosi cosa lo avesse portato ad uscire dal Tempio a
quell’ora tarda della notte. Precisamente non sapeva che ore
fossero, ma dalla finestra scorgeva il buio circostante ed il silenzio
che si sentiva era quasi spettrale.
«Ciao Owl…» Iniziò lui
salutandola, alzando di nuovo gli angoli della bocca. «Non
volevo svegliarti.» Precisò con tono di scusa. Era
veramente un uomo da ammirare. Lui, la massima autorità del
luogo, che si era preoccupato di aver svegliato una semplice ancella.
Ed il bello era che lo faceva con tutti.
«Non si preoccupi signore, stavo solo riposando.»
Disse stancamente e con gli occhi ancora impastati di sonno.
Prima di parlare di nuovo, Shion spostò la sua attenzione al
ragazzo ancora non del tutto cosciente.
«Come sta?» Le chiese avvicinandosi a lui e portare
una mano sulla sua fronte, dove la lunga frangia bionda gli ricadeva
appiccicata per le sudate che aveva fatto in quei due giorni,
agitandosi nel sonno.
«Dorme tranquillo adesso, ma non accenna a
svegliarsi.» Disse tristemente osservandolo per poi
rispostare l’attenzione sull’uomo.
«La febbre sembra essersi abbassata. Tra qualche ora una
delle infermiere verrà a visitarlo e fargli prendere la
medicina.» Comunicò guardandola in volto.
«Non preoccuparti, si riprenderà.» Cercò
di tirarle su il morale, tuttavia l’espressione inquieta sul
suo volto non accennò a svanire, e non era solo dovuta alle
condizioni di Saga.
«Ma non era venuto qua per lui.»
Incredibilmente l’espressione di Owl si mostrò
meravigliata e quella di Shion si fece incredibilmente autoritaria.
«C’è qualcosa che vuoi
chiedermi?» Le chiese lasciandola di stucco. Evidentemente si
era accorto dell’inquietudine che attanagliava il suo cuore.
Lui, dallo Star Hill, poteva vedere e sentire tutto. Inutile chiedere
come avesse fatto a sapere, com’era inutile mentire. E poi
aveva sotto gli occhi la ragazza da quando era nata. Era cresciuta
accanto a lui ed aveva imparato a capirla.
«Bè… in effetti una cosa ci
sarebbe.» Iniziò titubante ma il sorriso luminoso
che intravide sul volto di Shion le dette una speranza.
«Vuoi chiedermi di Kanon, non è vero?»
La precedette lui, che oramai aveva capito le intenzioni della ragazza,
che abbassò gli occhi colpita da tanta naturalezza e
precisione.
Annuì.
«Sta bene, se è questo che vuoi sapere. Ma
c’è altro, non è vero? Vuoi sapere che
fine abbia fatto?» Parlò teneramente a quella che
oramai era divenuta per lui quasi una figlia. Nonostante avesse
già raggiunto i tredici anni, età in cui i Saint
raggiungono la conquista di una Cloth, lei portava dentro lo spirito di
questi ultimi. Lo aveva sempre avuto fin da bambina, nonostante
crescendo quel desiderio si era affievolito con il rapporto di amicizia
che si era creato fra lei, Saga, Kanon ed Aiolos. Ma quella bellissima
armonia fra loro era destinata a spezzarsi, com’era successo
dal momento in cui, uno dei due gemelli, venne messo al corrente del
loro futuro.
Solo uno dei due avrebbe continuato a vivere nel Tempio. E nonostante
quel che era successo, con Saga vittorioso, Owl non riusciva ad essere
in pace con sé stessa.
Non era riuscita a parlare con Kanon prima che quest’ultimo
fosse stato allontanato; come non era riuscita a parlargli seriamente
prima dell’incontro. C’erano tante cose che voleva
chiedergli, o anche solo sapere come stava tipo: come avesse preso la
sconfitta e quello che avrebbe fatto da lì in poi. Voleva
essere in pace con sé stessa e salutarlo forse per sempre.
Non riusciva a vivere in quella maniera ed erano solamente passati due
giorni.
Di tutto questo Shion sembrava essere al corrente.
Annuì di nuovo abbassando la testa, vergognandosi di quel
comportamento. Era stata tanto istruita dall’uomo in quegli
anni e nonostante quello, da sempre aveva infranto le sue millenarie
regole ed i suoi intimi voleri. Era sicura di voler continuare a
mancargli di rispetto?
Tuttavia, aspettandosi tutt’altro che un sorriso sincero, Owl
alzò lo sguardo speranzoso sull’uomo, che
annuì prima di parlare.
«Lo trovi nella baracca nel bosco adiacente ai piedi del
Tempio.» * Disse solamente, frusciando la veste sulle
mattonelle di pietra bianca della stanza, avvicinandosi alla porta e
dando le spalle ai due. «Ti do il permesso di vederlo un
ultima volta. Questo è tutto quello che posso fare per te,
ma promettimi che non cercherai di raggiungerlo mai più.
Siamo intesi?» Parlò tranquillamente, nonostante
l’autorità che trasportava scosse Owl fino a farle
ingoiare una quantità di saliva che, durante il discorso, le
era rimasta incastonata in gola.
«Glielo…glielo prometto Grande
Sacerdote!» Assentì nonostante quelle parole
ancora rimbombassero nella sua mente.
“Ultima volta.” “Un ultima
volta…”
Scacciò il pensiero chiudendo gli occhi e salutò
Shion mentre faceva ritorno al tredicesimo Tempio.
Sospirò quando fu di nuovo sola, in compagnia del ragazzo
che ancora dormiva senza essersi mosso. Spostò
l’attenzione proprio su di lui, ributtandosi stancamente
sullo sgabello con adesso un sorriso di speranza sul volto.
«Sentito Saga? Kanon sta bene…» Disse
con uno sbadiglio, addormentandosi di nuovo sul braccio del nuovo Saint
dei Gemelli.
Fine capitolo 9
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Colei che scrive:
Eccomi qua! Chiede terribilmente perdono per il ritardo! Purtroppo il blocco apparente dello scrittore, misto alle varie cose da fare, mi ha colpita! Spero comunque, nonostante tutto, di essere riuscita a scrivere un capitolo decente :3 Come al solito spero mi facciate sapere cosa ne pensate, sia del capitolo che della storia in sé per sé! Come vi sembra fino a questo momento? E spero non mi linciate per i vari errori T.T
Inoltre ho tirato fuori un capitolo un po' fluff alla fine, però Owl è una ragazza tredicenne e non ancora una guerriera (sì, non ancora u.u piccolo spoiler muahahah) per cui alcuni attimi di debolezza, nonostante il carattere forte che cerca di mostrare, ci stanno tutti. No? La voglio comunque rendere molto umana, non è mica un robot :3
Bene bene, per quanto riguarda l'asterisco -e cioè la baracca dove hanno mandato Kanon- inutile che vi scervelliate per capire se c'è veramente o no xD me la sono inventata di sana piante (e se poi c'è davvero? mmmh) . Mi serviva un posto facilmente raggiungibile per Owl, visto che Shion le ha dato l'apparente permesso di vederlo, e che non fosse comunque sotto il dominio di Athena. Diciamo che è più ai vertici del vecchio Rodorio eheheh
Detto questo, non mi resta che ringraziare i lettori, i recensori e le persone che seguono con interesse questa storia!
Un grazie a tutti
voi :3
Un bacione!