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Autore: Dazzling    30/06/2008    4 recensioni
Non pensava potesse esistere una droga dal profumo così delicato ma dall'effetto così forte.
Era quasi sconvolgente. Un effetto unico. Inimitabile. Non se ne saziava mai, non temeva di andare in overdose.
Preferiva morire di lei che morire di egoismo.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Keiichiro Akasaka/Kyle, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finally Freedom!
 
Era finalmente arrivato il giorno di andarsene da quel maledetto letto di ospedale e, preso da forza nuova dopo il mistico incontro con Ichigo, Ryou intendeva scoprire subito qualcosa di più sul suo conto.
Quando Phoebe venne a sapere che il fratello era riuscito a parlarci rimase contentissima per lui, nonostante sembrasse un'osessione senza senso lo sosteneva perchè in fondo un motivo per cui aveva visto proprio lei in moto, quando aveva avuto l'incidente, doveva pur esserci!
"E così si chiama Ichigo..." commentò Phoebe andando ad aiutare Ryou a scendere le scale, Keiichiro li stava aspettando fuori dall'ospedale in macchina.
"Sì... direi che si addice alla sua personalità".
"Strawberry".
"No, Ichigo è meglio".
"Ci credo, è giapponese! Ma non voglio parlare di queste ciance! Che cosa vi siete detti? Dai, dai, racconta fratellone dai!".
"Ma niente, mi ha detto che aveva sbagliato stanza e dopo che era diventata quasi paonazza le ho chiesto il nome...".
"Grande! Glielo hai detto il tuo, vero?".
"Sì, me lo ha chiesto lei...".
"Grande Shirogane! Vedi che ogni tanto fai la cosa giusta?".
"Invece di fare tanto la gradassa" le scompigliò i capelli "Come è andata, ieri?".
Scesero gli ultimi gradini, arrivarono davanti alla porta e uscirono, subito il ragazzo tirò un sospiro di sollievo non indifferente, non ce la faceva più a stare rinchiuso in quel maledetto osepdale.
"Bene" rispose Phoebe limitandosi a quel piccolo aggettivo.
"Non mi basta, bene!" si lamentò Ryou, Phoebe aprì la porta per farlo salire nel posto vicino al guidatore "Ciao, Keiichiro" aggiunse entrando in macchina.
"Finalmente sei uscito! Tutto bene?".
"Sì, fisicamente sì... però se la qua presente signorina Phoebe volesse raccontare...".
"Non ne ho voglia, Ryou".
"Ma guarda un po' te! Io sono costretto a raccontarti tutto e poi te te la svigni?".
"Ehm... sì?".
Keiichiro nascose una certa risata, Ryou si voltò verso Phoebe, seduta dal finsetrino destro.
"Come-è-andata?" scandì guardando Phoebe la quale guradava fuori lo scorrere delle immagini.
"Bene, appunto. Niente di che".
"Che avete fatto?".
"Niente di che...".
"Intendevo dire, dove ti ha portata?".
"Prima in centro, che ho scelto io...".
"Quanto hai speso?".
"Lo sapevo che me lo avresti chiesto! Beh, non sono affari tuoi...":
"Quanto ha speso, allora".
"Ma perchè ti interessa? E poi non ho detto che ha pagato lui...".
"Stai parlando di Ian, un soggetto molto succube...".
Phoebe ignorò il commento "Poi siamo andati al cinema".
"Chi ha scelto il film?".
"Oh ma sei peggio di una donna! Key, diglielo te!".
"In effetti non ha tutti i torti" disse Keiichiro, era sempre divertente vedere Phoebe alterata perchè lo faceva in maniera strana, di arrabbiarsi.
"Al massimo chiedo a Ian, non è che ho di problemi...".
Phoebe incrociò le braccia davanti al petto e sbuffo.
"Okay, okay, ho capito, ho capito! Però non ti arrabbiare... quando sei così lunatica c'è una spiegazione sola".
"Quale, Ryou Shirogane?".
"Lo sai quale! Poi magari ti alteri ancora di più...".
"Non sono mensilmente indisposta, se è quello che intendi!".
"E allora che c'è?".
"Lasciala stare, Ryou... evidentemente non ha voglia di parlarne...".
Lanciò uno sguardo alla sorella dallo specchietto retrovisore. Eppure fino a qualche minuto fa era una Pasqua, non doveva tirare fuori l'argomento uscita con Ian... non immaginava fosse stata un disastro completo...
"Comunque chi è questa ragazza, Ryou?" domandò Keiichiro.
"Ah, te ne ha parlato?".
"Non esattamente, non è difficile sentirla al telefono".
Pensò a Phoebe tutte le volte che telefonava o la telefonavano: camminava per tutta la casa, avanti e indietro come un'anima in pena, lo faceva anche loro madre, se lo ricordava bene.
Ryou raccontò a Keiichiro la storia velocemente, quando arrivarono a casa.
Phoebe uscì sbattendo la porta, proprio non riusciva a capire che diamine aveva. Prese il cellulare e mandò un messaggio a Ian.
Ma che è successo ieri?
Non aveva mai visto la sorella veramente infuriata, sembrava quasi strano.
La risposta non tardò ad arrivare:
Niente, è andato tutto bene, perchè?
Quindi era successo qualcosa al di fuori dell'appuntamento.
No, niente... c'è mia sorella che sembra un po'... infuriata.
Ma evidentemente non è per ieri, tranquillo.
Quando vide Keiichiro che lo aveva preceduto con la sua borsa, li raggiunse, tornare a casa fu una piacevolissima sensazione, soprattutto in quel momento che tutto stava andando abbastanza bene, per lo meno, meglio del solito!
Abitavano all'attico, un appartamento meraviglioso che aveva comprato Keiichiro dopo l'incendio di casa Shirogane causato dagli esperimenti del padre che aveva anche causato la morte dei padroni di casa.
Phoebe non si sapeva come aveva riuscito a salvarsi mentre Ryou era con Keiichiro che lo riportava a casa. La sorella era stata fortunata, c'era sicuramente qualcuno lassù che aveva vegliato su di lei.
Ovviamente l'appartamento aveva una vista spettacolare, soprattutto dalla terrazza, l'entrata era grande e c'era il salotto con alle spalle una cucina all'americana.
Trovarono Rosemary che stava preparando da mangiare, in fondo quella era anche casa sua, ormai con Keiichiro stava da cinque anni; era una bella ragazza, aveva ventisette anni (un anno meno Keiichiro)*, i capelli lunghi e lisci di colore nero e i suoi occhi erano due grandi perle azzurre veramente meravigliose.
"Bentornato, Ryou!" disse facendo un grande sorriso "Come stai?".
"Molto meglio, grazie Rose".
Aveva sempre visto in maniera positiva la presenza di Rosemary soprattutto per Phoebe, ma lei invece sembrava indifferente ad un'altra presenza femminile... non pretendeva sostituisse loro madre, ma almeno aveva qualcuno con cui parlare di quelle cose che solitamente si dicono solo fra ragazze, fra amiche.
La vide prendere la borsa e portare tutto in bagno dove stava la lavatrice, si vedeva che nessuno voleva farlo faticare ma in fondo stava bene, tranne un po' di dolore, ma era normale.
La vide uscire, sempre più alterata, si chiuse in camera. Doveva essere proprio infuriata per comportarsi in quella maniera, fino ad allora non l'aveva mai vista veramente nera.
"Che cosa ha Phoebe?" domandò Rosemary.
"Lo chiedi a me?" chiese ironico Ryou, guardava quella porta come se non ne avesse mai vista una.
"Ci devo parlare io?".
"Beh, con noi non ha voluto, magari... boh, vuole parlarne con un'altra ragazza".
Rosemary fece una risatina:"Sono contenta che mi consideri ancora una ragazza, Ryou".
"Non sei vecchia...".
"Comunque ci parlerò io..".
"Key, era così anche prima di arrivare all'osepdale?".
"No, anzi...".
"L'ho sempre detto che è lunatica".
 
Phoebe sentì bussare alla porta.
"Chi è?" domandò infastidita, non era forse chiaro che voleva rimanere da sola?
"Sono... Rosemary...".
"Che c'è?".
"Posso entrare?".
"Entra".
Rosemary si chiuse la porta alle spalle, Phoebe era sdraiata sotto le coperte, la testa nascosta sotto il cuscino rigorosamente arancione (il suo colore preferito), quasi si sarebbe detto che non c'era.
Si sdraiò al bordo del letto.
"Che succede, Phoebe?" domandò poggiando una mano sulla sua spalla "Qualcosa non va?".
Phoebe uscì dal suo involucro di coperte e cuscini, guardò Rosemary.
"Non puoi capire".
"Se non me ne parli, non posso... Ma sono... problemi di cuore?".
Phoebe se ne tornò sdraiata.
"Ci siamo passate tutte, cara... che succede? Dai, dimmi...".
"Non mi va di parlarne...".
"Ma riguarda l'uscita di ieri?".
"Anche".
"Non posso obbligarti a parlare, Phoebe... quando ne avrai voglia, con me puoi parlare, lo sai...".
"Grazie".
"Comunque di là è pronto... vieni?".
"No... non ho fame".
"Okay...".
Rosemray uscì dalla stanza.
Sola, finalmente.
Se anche le avesse detto qual'era il suo problema, non avrebbe mai capito. No, non poteva nemmeno lontanamente, non era la persona adatta che avrebbe potuto comprendere.
 
"Allora?" domandò Ryou.
"Niente, non vuole parlare...".
"Io la lascerei in pace, magari è un momento un po' così... stressarla non la aiuterebbe" proprose Keiichiro.
Era strano, risolvevi un problema (scoprire il nome di lei) ne arrivava un altro.
Avrebbe aprofittato per scoprire qualcosa l'indomani stesso, quando sarebbero andati a scuola e avrebbe cercato Ichigo a scuola, da qualche parte al mattino doveva pur andare, no?
 
 
*L'età di Keiichiro è convenzionale, in quanto quando Ryou aveva dieci anni (nella storia originale) lui lavorava già dal padre, quindi convenzionalmente li ho attribuito l'età di ventanni, essendone passati otto ventotto :D
 
 
Note dell'autrice
 
Eccomi tornata dopo un periodo di silenzio!
Purtroppo il mare cattura tutti! muahahhahahaha
 
ryanforever: e sì, per una volta la sbataggine della nostra mew mew preferita è servita a qualche cosa! Vedrai che non verrai delusa, soprattutto dal prossimo cappy che sarà mooooolto movimentato ;P
 
Ka chan: il percorso sarà ancora molto lungo, ma vedrai che le tue aspettative non verranno assolutamente deluse.
 
pinkgirl: ti posso assicurare che di guai ce ne saranno di ogni genere ;P comunque Masaya non perdiamolo d'occhio... baci!
 
Caomei: Ora che si sono parlati e finalmente incontrati, puoi stare certa che ne accadranno di tutti i colori... e sì, la mia fantasia non finisce mai xD Ti consiglio anche di tenere presente di Phoebe... perchè c'è anche lei e la sua presenza sarà importantissima un poi.... ihihihihihihi ho detto troppo!
 
 
Dazzling
  
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