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Autore: tsarita    14/03/2014    3 recensioni
Questa OS e' collegata ad una long originale di Baldr- "Questo amore e' un calcio nei c...". E' scritta per una challenge e copre il POV di uno dei protagonisti - Lyra - durante la battaglia finale narrata nel capitolo 35 dell'originale. Quindi *SPOILER WARNING!!!*
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"[...]Non c’era neanche tempo per poter solo iniziare a raccogliere i pensieri e cercare di mettere ordine tra tutte le cose che avrebbe dovuto dirgli. Proprio come le aveva detto sua madre - zac! - così veloce, fu come sentirsi tagliare la gola. Realizzò che oramai era troppo tardi per qualsiasi cosa.
Si sfilò il mantello, avvolgendo il corpo nudo del tritone. La prima lacrima minacciò di sfuggirle dal controllo, marchiando a fuoco la sua guancia, ma riuscì a trattenerla.[...]"
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Lyra, ho freddo.”

 

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“Sei come una notte d’inverno-” le aveva detto una volta, mentre le accarezzava la pelle nivea delle spalle, affondando il viso nell’incavo del suo collo “Potrei addormentarmi avvolto nel tuo gelido abbraccio.”

 

Non aveva mai capito cosa avesse voluto dire, almeno fino ad allora.
I tritoni non sentono freddo, le aveva detto fin dall’inizio, spiegandole come la loro pelle fosse effettivamente molto più spessa e resistente di quella umana e di come la loro temperatura corporea fosse molto più simile a quella delle creature a sangue freddo, che si adattano all’ambiente circostante. Non si era mai soffermata a rifletterci troppo su questi e su innumerevoli altri particolari di cui le aveva parlato e che differenziavano il suo organismo da quello di Kamar - non era mai stata una troppo ferrata sulla biologia e le scienze in generale. Troppe minuziosità per lei. Ma si ricordava che i tritoni possono sentire freddo solo una volta nella loro vita e cioè quando sono vicini alla morte.
E i tritoni non dormono, neanche, quindi...

 

La valchiria abbassò lo sguardo, evitando per un secondo di incrociare nuovamente gli occhi di Kamar, che lentamente si stavano spegnendo, segno che la debole scintilla vitale lo stava definitivamente abbandonando.
Era vero. Stava succedendo sul serio, allora.

 

Non ti azzardare a lasciarmi. Hai capito?

 

Sapeva perchè l’aveva paragonata ad una notte d’inverno. A costo di suonare ridondante con le parole, lei non era mai stata una creatura calda ed espansiva con lui, o con nessun’altro in realtà, ma lui era quello che forse ne aveva sofferto di più. Aveva fuggito il suo sguardo quando gliel’aveva detto, come infinite altre volte prima di quella, voltata com’era dall’altra parte, dandogli le spalle. Aveva perso il significato oscuro di quelle parole.

 

Io brucio. O congelo. Rado al suolo. Non sono calda e accogliente, Kamar. Ho dismesso la dolcezza perchè non mi ha mai servita a dovere.

 

Anche lei aveva freddo. Non sapeva perchè. Non era un freddo che veniva da fuori, veniva da dentro. Lo sentiva irradiare da un punto imprecisato annidiato nelle profondità delle sue viscere. Si dice che è da lì, dallo stesso posto che derivano anche i rimpianti.

 

“Oh si, ti innamorerai un giorno.” Le aveva detto una volta sua madre, tanti, tanti anni prima. “Ti innamorerai sempre e ogni volta sarà come finire con la gola squarciata. Zac! Così veloce!”

 

Non tollererei un mondo senza di te. Ci ho provato. Ci ho provato a chiuderti in un angolo buio della mia memoria. Ma poi ogni sconosciuto per strada assumeva le tue sembianze, così come ora ogni stella in cielo si chiamerà Kamar. Cercherò il tuo viso ogni giorno tra la spuma del mare.

 

Non c’era neanche tempo per poter solo iniziare a raccogliere i pensieri e cercare di mettere ordine tra tutte le cose che avrebbe dovuto dirgli. Proprio come le aveva detto sua madre - zac! - così veloce, fu come sentirsi tagliare la gola. Realizzò che oramai era troppo tardi per qualsiasi cosa.
Si sfilò il mantello, avvolgendo il corpo nudo del tritone. La prima lacrima minacciò di sfuggirle dal controllo, marchiando a fuoco la sua guancia, ma riuscì a trattenerla.

 

Lo so che ci hai amati entrambi, Kamar. Te ne ho fatto una colpa. Ma in realtà non si può condannare una persona perchè ama troppo e più del dovuto - ma solo perché non ama abbastanza.

 

Stava per dirgli quanto le dispiaceva, ma le parole morirono sul nascere nel rendersi conto che la sua voce era completamente scomparsa. Non avrebbe potuto produrre un suono neppure sforzandosi.

 

Di fronte alla prospettiva dei rimpianti, cosa scegli? Il dolore o il nulla?

 

“Se mi fosse data nuovamente la possibilità di scegliere, ora saprei cosa rispondere…”

 

Quelle parole arrivarono così all’improvviso da farle mancare un battito cardiaco. Strinse un po’ più forte la sua mano, ma non forte abbastanza per trattenerlo.
Lei, Lyra, Sacra Valchiria del Valhalla, non era capace di trattenerlo. Non ne aveva il potere. E non poteva neanche accompagnarlo.


Anche io Kamar. Anche io so cosa rispondere ora. Tu sceglieresti me e io, ora, scelgo il Nulla.
   
 
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