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Autore: viktoria    14/03/2014    1 recensioni
[Jonathan Rhys-Meyers]Jonathan e Laura sono finalmente riusciti a capirsi. Sembra che non parlino più una lingua diversa ma che siano arrivati effettivamente al loro Happy Ending. Eppure conosciamo tutti il caratteraccio di Laura, il passato di Jonathan e le cicatrici che ha lasciato in lui. Sarà Laura abbastanza “adulta” da guarirle o almeno da impedire che sanguinino? E Jonathan saprà capire che lei, infondo, è solo una ragazzina?
“L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.”
[STORIA IN RISCRITTURA E REVISIONE]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Whatever works'
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Io ed Ettore ci eravamo dimostrati una squadra incredibilmente affiatata. Lui era bravissimo a pulire il pesce ed io ero altrettanto brava con i tempi di cottura e di preparazione e ricordavo alcune ricette di mia nonna che avrebbero fatto capitolare anche il critico culinario più esigente. Lui si era dedicato agli antipasti proponendo un semplicissimo cocktail di gamberi in salsa rosa che riuscì a preparare con una maestria davvero incredibile: i gamberetti non diventarono poltiglia e non esagerò neanche con le quantità di ketchup e maionese. Era un composto omogeneo e squisito. Me lo fece assaggiare imboccandomi con la forchetta mentre io concludevo di inpiattare gli straccetti di pasta fresca ai frutti di mare e gli spruzzavo sopra la giusta quantità di basilico tritato per dare il tocco di colore che lo avrebbe reso ancora più invitante di quanto già non fosse. Le porzioni erano abbondanti e il condimento non scarseggiava in nessun piatto.

-Come lo serviamo?- mi domandò lui mentre io gli facevo segno che era ottimo. Ci pensai per un attimo mentre guardavo il pesce che si dorava nel forno. Le focacce che avevo preparato per accompagnarle invece del pane erano quasi pronte.

-Che ne dici di metterli nei bicchieri di martini con una foglia di lattuga sotto?- gli proposi mentre indossavo un guanto da forno e prendevo le tre teglie dal forno. Avevo fatto tutto in proporzioni abbondanti in modo che volendo tutti avrebbero potuto fare anche un sostanzioso bis. Non mi piaceva che si cucinasse giusto per assaggiare. Ero sempre stata abituata che in cucina non bisogna mai andare a risparmio.

-Mi sembra una bella idea.- rispose lui tornando al suo antipasto. Il dolce era già nel frigo. Avevo pensato che una cheesecake ai frutti di bosco sarebbe stata ottima ma io avevo un punto a mio favore rispetto agli altri, ero italiana, per cui avrei fatto qualcosa di italiano. Avevo optato per il classico tiramisù, sia perché il caffè smorzava bene il sapore del pesce sia perché poteva essere abbondantemente corretto con del liquore per dolci. Preparai anche un dolce per i bambini, una ciambella al cioccolato che poi avrei tagliato e riempito di nutella e mascarpone, visto che una parte abbondante mi era avanzata dalla preparazione del dolce. Presi le focacce dal forno ed Ettore le tagliò a quadratini mettendoli in dei canestri di vimini ed io tirai fuori dal forno le orate al cartoccio e i gamberi. Ettore li pulì tanto bene da non lasciare neanche una spina e quando vidi che era tutto assolutamente perfetto gli diedi il cinque soddisfatta.

-Noi abbiamo finito!- avvertimmo gli altri in coro. Diedi uno sguardo a Jonathan e Alan che sembravano alle prese con chissà quale dramma. Tutti si voltarono verso di noi e aggrottarono la fronte.

-Apparecchiate allora.- ci ordinò Marie e noi, silenziosamente, obbedimmo.

 

La cena fu davvero ottima oltre che incredibilmente abbondante. Tutti rimasero stupefatti dai nostri piatti e Jonathan, al mio fianco, non faceva che sorridere divertito e felice. Era così tranquillo, così colorito, così bello.

-Capite perché l'ho sposata?- domandò lui chiedendo un altro po' di tiramisù. Alla fine tutti avevano voluto anche la torta che era solo per i bambini ma ne avevo fatta in abbondanza per tutti.

-Laura, sposi anche me?- domandò Paul con un sorrisetto divertito mentre dava un morso alla sua fetta di torta.

-Non credo che in Inghilterra la bigamia sia legale.- gli feci notare mentre Jonathan mi passava un braccio intorno alle spalle e mi stringeva a se. -e comunque io ve lo avrei servito con le spine, se Ettore non avesse avuto la pazienza e la bravura di pulirlo così bene.-

La serata passò così, tra una risata e l'altra, con i bimbi che erano crollati addormentati sul divano. Eravamo tutti tranquilli e spensierati ed io non sarei stata più felice che in quel momento. Quando mi alzai per andare a mettere i piatti nel lavello Marie mi seguì.

-Come va?- mi chiese mentre aprivo l'acqua per sciacquare tutto prima di mettere la lavastoviglie. Non ne avevo mai avuta una a casa e onestamente preferivo ancora essere io a lavare, con spugnetta e detersivo, anche se in casi come quella cena, in cui c'era una pila di cose incredibile, poteva essere utile. Sorrisi alla sua domanda senza voltarmi verso di lei che si era appoggiata al mobiletto della cucina.

-Vuoi sapere se stiamo implodendo?- domandai io ridacchiando piano a quella prospettiva che al momento mi sembrava davvero impossibile. -non ti sembra presto dopo dieci giorni?-

-Non mi sembra mai troppo presto con voi due.- ammise lei facendo spallucce. Mi voltai verso di lei questa volta con uno sguardo un po' mesto e deluso. E lei lo capì. -Perdonami non sono una grande sostenitrice del vostro matrimonio.-

-Sì, lo so che ci credi davvero poco.-

la mia voce doveva aver ben espresso tutto il mio malumore. Avevo infilato già i bicchieri e le posate nell'elettrodomestico sotto il lavello e avevo chiuso lo sportello con forza.

-Non è questo, lo sai.- aveva cominciato lei cercando di scusarsi come poteva ma non era un discorso che volevo affrontare. Sapevo qual'era il problema che la spingeva a parlare così e lo capivo. Ci avevo riflettuto parecchio anche io. Mi aveva dato da pensare il fatto che molto spesso Jonathan si comportava con me come un padre protettivo più che come un marito, mi aveva fatto riflettere il modo in cui guardava i suoi nipoti e in cui guardava me quando giocavo con loro o li tenevo in braccio. Come se fosse geloso e preoccupato.

-Sì, lo so.- conclusi quindi io troncando il discorso. Lei sospirò e mi aiutò a pulire la cucina.

-Allora, come va la carriera?- mi domandò allora. E mi venne in mente quando, il venerdì precedente, ero andata a girare il finale di stagione. Bob e io avevamo avuto un'interessante chiacchierata nel suo studio prima delle riprese e mi aveva proposto di firmare un contratto anche per la seconda stagione. Non avevo guardato neanche il plot avevo semplicemente sorriso e avevo scosso la testa.

-Ho lasciato Dracula non mi sembrava un bene rimanere lì dopo aver avuto quel...battibecco con Gaspard.- ammisi facendo spallucce. Sarebbe stato impossibile rimanere lì. Jonathan era sempre nervoso quando mi vedeva vicino a lui ed io stessa non ero più molto a mio agio. Marie sembrava d'accordo con la mia scelta.

-Adesso studi e basta?- mi chiese lei davvero interessata alla mia vita. Ci avevo pensato a studiare e basta, ne avevo anche parlato con il signor Hennington che però, proprio quel giorno in cui ero andata nel suo studio da sola mi aveva presentato un progetto a cui non avrei mai potuto rinunciare.

-Non proprio, il nostro manager mi ha trovato un lavoro a Siracusa.- ero felice, in fondo, di tornare nella mia città. Mi era mancata. E comunque non mi sarebbe dispiaciuto rivedere i miei genitori e i miei nonni. La mia famiglia mi mancava, anche se erano stati degli stronzi.

-Torni a casa?- mi chiese lei un po' agitata.

-Per un po'.- la tranquillizzai. Non mi sentivo neanche io di lasciare Jonathan da solo troppo a lungo ma il posto che mi avevano proposto mi faceva troppa gola. Infondo avevo cominciato proprio lì. -Mi hanno preso per le rappresentazioni di quest'anno...sperando di essere una buona Clitennestra.- scherzai vantandomi un po'.

-Figo! Mi darai i biglietti?- mi domandò mia cognata con un sorriso splendente sul viso. Il sorriso di chi è davvero entusiasta all'idea. Un sorriso tanto sincero da scaldare un po' il mio cuore traumatizzato.

-Certo.-

rimanemmo per un attimo in silenzio e mi poggiai all'isola di fronte a lei. Avevo bisogno di parlarle effettivamente e sapevo che lei aveva bisogno di parlare con me. Si vedeva dal modo in cui si muoveva, dalla sua ansia e agitazione.

-Quando parti?- mi domandò mordendosi il labbro.

-Verso il venti Gennaio.-

-E Jonathan?-

-E' d'accordo con me.-

-Non ne avevo dubbi.- rispose lei dopo quello scambio veloce di battute. Stava sorridendo adesso ben più rilassata. Probabilmente immaginava che anche lui fosse felice di questo mio allontanamento da Gaspard Ulliel anche se così mi sarei allontanata per un po' anche da lui. -Hai davvero un ottimo ascendente su di lui.- mi fece notare con un sorriso che mi spinse ad arrossire.

-E' lui che lo ha su di me.- abbassai lo sguardo sulle mie scarpe con un leggero tacchetto e sorrisi appena di me stessa e del mio imbarazzo ogni volta che pensavo al mio rapporto con Jonathan.

-Non credo. Altrimenti oggi non sareste stati qui.- mi fece notare lei riportandomi alla memoria un discorso che avevo sentito neanche troppo tempo prima e che mi aveva spinto a farmi delle domande.

-Perché?- chiesi a quel punto ad alta voce.

-Lui non veniva da noi per le feste dal 2006.-

-Cosa?- la mia espressione era sconcertata a quella scoperta. Avevo sgranato leggermente gli occhi e sapevo che la mia espressione incredula era anche un tantino ferita all'idea che Jonathan stesse recuperando solo adesso i rapporti con la sua famiglia.

-Reena Hammer voleva andare sulle Alpi per Natale. O ai Caraibi.- mi spiegò lei velocemente con molto astio nella voce. Non sapevo che dire.

-Ah.-

-Già. La stronza.- Marie sembrava più dispiaciuta che arrabbiata e il tono della sua voce lo confermava.

-E' per questo che non ricordava...- costatai io alzando gli occhi al cielo per non dover guardare il viso di quella donna che sembrava sofferente all'idea di aver lasciato il fratello in balia di una megera per tanti anni.

-Sì.-

avevo tirato le somme almeno per quanto riguardava quella prima parte dei miei dubbi. Avevo immaginato una cosa simile effettivamente, sapevo che i rapporti con la sua famiglia erano sempre stati un po' tesi ma non immaginavo fino a quel punto. Un altro dubbio mi venne in mente a quel punto.

-E la stanza?-

-Come?- Marie questa volta non afferrò il filo dei miei pensieri. Anche lei era persa nei suoi e le ci volle un attimo prima che capisse a cosa mi stessi riferendo e solo dopo che ebbi specificato.

-Cosa rappresenta la stanza che ci hai dato?-

-Era quella di mamma e papà.- la sua voce si era abbassata di molto e il suo viso era un po' più triste adesso. Evidentemente quella stanza era importante per tutti loro. -ha un significato molto particolare per lui perché è a quella stanza che sono legati i suoi ricordi più felici.- concluse lei con la voce leggermente spezzata. A quel punto mi voltai perché la lavastoviglie mi avvertì che il ciclo di lavaggio era concluso. Mentre uscivo i piatti e li posavo al loro posto Marie si schiarì di nuovo la voce. -Laura...devo dirti una cosa.-

-Dimmi.- mi voltai verso di lei mentre asciugavo un bicchiere e la guardai in viso. Era titubante e un po' rossa sulle guance.

-Mi sposo!- era stato come un fulmine a ciel sereno per me, una notizia che tuttavia mi riempii di gioia. Non avrei mai creduto che mi avvertisse così presto di una cosa del genere e ne ero semplicemente entusiasta.

-E' fantastico!- battei le mani soddisfatta e la strinsi fortissimo al petto. Avevo alzato troppo la voce ma non riuscivo a calmare l'entusiasmo.

-Sch!-

-Scusami.- anche se mi aveva rimproverato aveva risposto al mio abbraccio e adesso stava anche ridacchiando felice della mia reazione -Quando?-

-Il prima possibile anche perché...io ed Ettore siamo in attesa.- troppe notizie tutte in una volta. Le sue mani corsero al suo ventre che non era mai stato del tutto piatto ma che adesso nascondeva una nuova vita che sarebbe venuta al mondo molto presto. Forse anche alla fine di quell'estate che stava per arrivare. Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime e appannarsi. Sentivo una morsa allo stomaco che era un misto di felicità e di invidia. -Che fai piangi?- mi domandò lei a quel punto preoccupata. Stavo per diventare zia. Avrei visto quel bimbo crescere e ne ero terribilmente entusiasta. Marie mi passò una mano sulla guancia per asciugarmi le lacrime.

-Sono commossa ed emozionata.- ammisi io stringendola forte e passandole le mani sulla pancia con moltissima dolcezza.

-Ma che cavolo di attrice emotiva sei?- mi prese in giro lei mentre io ridevo passandomi le mani sul viso e cercando di tornare calma. Ero una pessima attrice nella vita reale ma era meglio così. La mia spontaneità dopo tutto aveva fatto innamorare mio marito e mi ricordava che ero comunque la ragazzina che ero sempre stata. Lei mi prese le mani che avevo sulla sua pancia e mi guardò negli occhi.

-Laura? Vuoi essere la mia testimone di nozze?- mi domandò lei. Non mi venne neanche in mente che avevo già poco tempo per il lavoro che dovevo fare in Italia e che se avessi accettato ne avrei avuto ancora meno per potermi occupare di Jonathan e della nostra relazione ma lei era stata la mia testimone ed io non avrei potuto non accettare.

-Sì, certo che lo voglio.- risposi prontamente prendendole la mano dove avrei dovuto trovare qualcosa che non c'era. -Dov'è l'anello?- domandai aggrottando la fronte.

-L'ho nascosto perché lo diremo domani sera a cena.- mi avvisò lei dicendomi tra le righe di non parlarne con Jonathan.  


Note autrice:
Care lettrici, scusate il tempo immenso ma sono tornata fuori sede e, oltre ai vari problemi di una fuori sede senza internet, si sono aggiunti anche problemi di famiglia. il capitolo e corto. non ho risposto alle vostre recensioni perché non ho molto tempo (purtroppo) ma le ho apprezzate tantissimo. questo capitolo è la metà di quello di prima. si scoprono però alcune cose e...che dire. purtroppo devo lasciarvi e non posso sproloquiare oltre. tanto amore per voi ((:

  
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