Scrivere, scrivere, scrivere.
Scrivere fino a star male, fino a sentire i crampi bloccare la mano.
Rovesciare sul foglio parole, sconnesse, legate, rimate.
Ammirare quello spazio bianco sporcarsi pian piano, osservare le frasi che lo insozzano mano a mano.
Deturpare il candore abbacinante è ripulire la mente pensante pensieri poco sinceri, non molto felici e razionali.
Liberare, far tabula rasa da ririempire e risvuotare ancora.
Scrivere, scrivere, scrivere.
Amare, odiare, torturare, consolare, sfidare, nascere, cadere, vedere, vivere, piangere, sentire, soffrire, ammattire, e morire.
Provare mille e mille emozioni, diverse, nello stesso pezzo di carta, con la stessa biro di plastica.
Esser padrone di città, nazioni, continenti, mondi, universi, e popoli vicini e genti lontane.
Uccidere, torturare, annientare più e più persone.
Creare, inventare, plasmare nuove città e popolazioni.
Scrivere, scrivere, scrivere.
Avere il potere di cambiare il mondo senza dover fare niente, se non muovere piano una penna di plastica su un pezzo di carta candida.