That moment

La osservavo da lontano, lei, il capo delle cheerleader della scuola, era appoggiata al cancelletto in ferro, che circondava tutta la scuola, insieme alle sue amiche, rideva e scherzava, ed io non potevo fare a meno di guardarla. Era poco distante da me, ma no, non poteva notarmi, eppure era dall’inizio del liceo che praticavo questo ‘rituale’; osservarla da lontano, vederla vivere la sua vita e non poterne fare parte, sarò anche un masochista, ma credetemi non c’è niente di più bello del suo sorriso. Non era la classica ragazza, che una volta ottenuta tutta questa fama, cambiava radicalmente e lasciava soli gli amici che le erano sempre stati vicini, per paura di perdere popolarità. Era una ragazza semplice e molto intelligente, come dicevo prima non ha abbandonato la sua migliore amica, Sophie.

Ed io, Harry Styles, un normale studente, non potevo averla ed era frustrante.

Lo so che è assurdo bloccarsi per una piccola differenza come la fama, ma credetemi se vi dico che qua, nella Rigde High School, era un vero e proprio scandalo se un ‘normale’ si fidanzava con una ‘popolare’ o viceversa: insomma era peggio che stare nella società indiana. In diciassette anni, non mi aveva mai notato e poi, dopo la storia con Lawrence, non usciva più con nessun ragazzo.

Fu un attimo: non smisi di guardarla in tempo e lei… lei incrociò il mio sguardo e sorrise insieme ai suoi occhi. Un gesto semplice ma bellissimo.

Era deciso, l’avrei conquistata ad ogni costo.

***

Ero arrivato a scuola con dieci minuti di ritardo, il tutto per colpa di mia sorella Gemma, che notato il mio abbigliamento insolito, cominciò a domandarmi chi fosse la ragazza per cui avevo fatto tutto ciò. Se c’era una cosa che avevo imparato nella mia vita era che se Gemma Styles voleva sapere qualcosa, lo avrebbe scoperto. Perciò tanto meglio parlarle subito, giusto? Stirai i vestiti con una mano, mentre con l’altra mi sistemavo i capelli ricci indomabili, ci rinunciai, ed entrai in classe. Nella classe di economia era già arrivato il professore, che non appena notò la mia presenza sull’uscio della porta, mi fece cenno di andarmi a sedere. Chiese spiegazioni riguardo al mio ritardo, mentre cercavo un posto libero, e finii scusandomi e sedendomi in prima fila, dove la mia compagna di banco era completamente girata di spalle. E proprio mentre il professore scarabocchiava qualcosa sul registro di classe, la ragazza si girò e la riconobbi subito. Jennifer Murray. Rimasi bloccato per qualcosa come due o tre minuti penso, fin quando non mi lampeggiò un pensiero in mente ‘sei tu l’uomo, non ti bloccare’. Le sorrisi e restammo in silenzio, ma Jennifer chiese qualcosa di assolutamente assurdo.

"Allora… tu sei il ragazzo che ieri mi fissava?" volevo solo sprofondare, sul serio, una figura peggiore non penso di averla mai fatta. Borbottai un ‘si’ e le guance presero a colorarsi di rosa. E addio al fatto di essere uomo.

Alla fine della lezione il professore annunciò qualcosa di stupendo.

"Bene, ragazzi per la settimana prossima voglio una ricerca, da svolgere con il vostro compagno di banco, sull’economia nel mondo" trattenni un urlo di gioia e decisi di prendere l’iniziativa.

"Che ne dici di trovarci oggi, in biblioteca?" chiesi apparendo disinvolto, alla mia compagna di banco. Annuì e mi porse un fogliettino con sopra il suo numero e l’ora dell’incontro.

Si poteva considerare un inizio, no?

***

Erano le tre quando arrivò Jennifer, ed entrammo nella libreria. Ci posizionammo ad un tavolo e cominciammo a svolgere la ricerca, la finimmo in un paio d’ore e cominciammo a parlare del più e del meno come se ci conoscessimo da sempre. Scoprii che oltre al cheerleading praticava il twirling, sport che la metteva alla prova dall’età di quattro anni. Andava tutto bene fin quando non feci una domanda scomoda.

"Ragazzi?" chiesi, sparì il suo sorriso che lasciò spazio ad una smorfia, simile a quella che fai quando ti colpiscono su un nervo scoperto.

"Non ne frequento uno dai tempi di Lawrence" rispose, confermando la mia prima teoria, mi stupii per quello che dissi dopo io.

"Lo so che vuoi essere amata" lo dissi con una tale semplicità da fare paura, persino a me stesso.

"Chi sarebbe disposto a farlo?" chiese lei sarcastica.

"Io, si, adesso e per sempre" affermai, poi feci una di quelle cose che avrei sempre voluto fare. Mi avvicinai lentamente, dandole il tempo di decidere se accettare o no la mia mossa, non mi stava fermando, e tutto ciò mi invase di felicità fino a quando non toccai le sue labbra soffici. Sorrideva nel bacio, ed io avevo la possibilità di assaporare quel sorriso che per anni mi aveva fatto dannare. Mi staccai controvoglia, per farle una semplicissima domanda.

"Ti lascerai amare da me?"

"Si, certo"

ECCOMIIIIIIIII
Ciao gente! Allora è da settembre che non pubblico più niente (se vi interessa ho scritto una fan fiction che potete trovare sul mio profilo) ma è perchè ho iniziato il liceo e anche perchè sto lavorando ad una nuova storiella sempre sugli One Direction, che sinceramente mi sto divertendo molto a scrivere! Perciò è prossima la sua pubblicazione! Adesso scappo, un bacio a tutti quelli che leggeranno questa os e che magari aspetteranno la mia prossima ff *sogna lisa sogna*

LOVE YA ALL<3