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Autore: Jane_sfairytales    14/03/2014    2 recensioni
"La ragazza rimase lì immobile a guardare il cielo, cercando di ritrovare lassù la calma e le risposte che non aveva." (cap.18)
Chi vincerà il torneo da lei indetto? Chi avrà la sua mano ed il suo regno? Cosa ne sarà di lei e della sua gente?
Sono queste le domande che affollano la mente di Ebe, giovane principessa di Genea, regno dell'antica Grecia, poiché senza eredi maschi, il peso di tutte le responsabilità ricade sulle sue esili spalle: riusciranno a sostenerlo?
Benvenuti in questo viaggio nel mondo degli dei, degli eroi e della filosofia e non abbiate timore la nostra principessa non si lascerà scoraggiare; lei ha un'arma segreta: l'ironia.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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I
 

 
Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire. 
(Edgardo: Re Lear, atto IV, scena I, 1963)
 

 
Era così concentrata ad ascoltare che non si accorse che stavano venendo proprio dalla sua parte e se una guardia non le avesse gentilmente toccato una spalla, i consiglieri e i generali l’avrebbero trovata lì, a bocca semiaperta e con gli occhi sbarrati dalla preoccupazioni, intenta ad origliare il loro consiglio di guerra col re. Si ricompose in fretta e sorrise riconoscente al soldato prima di calarsi di nuovo il velo sul viso e far finta di passare lì per caso. Quando gli uomini la scorsero, si bloccarono e si inchinarono salutandola con gentilezza e devozione; lei ricambiò educatamente prima di entrare nella sala e andare incontro al padre.
« Padre. » Esclamò preoccupata inchinandosi. « Cosa significa tutto questo? » Lui le sorrise prendendole il volto tra le mani e baciandole la fronte dopo avergliela scoperta.
« Che tu dovresti smetterla di origliare e che le tue guardie dovrebbero impedirtelo. » Rispose bonariamente mentre queste pronunciavano delle scuse imbarazzate.
« Padre, stavo passeggiando per il palazzo visto che non c’è molto altro da fare e parlavate sufficientemente forte perché io sentissi: in fondo sono una donna, se non mi intrigo dei segreti di corte cos’altro dovrei fare? »
« Nonostante tu passi la maggior parte del tempo tra gli uomini menar le mani, sì ne sono a conoscenza principessa, a quanto pare le domestiche ti hanno insegnato a sufficienza. » Non poté fare a meno di sorridere: era impossibile arrabbiarsi con lei. « Ad ogni modo, se avrai ascoltato attentamente, saprai che questa campagna è ormai inevitabile: trattati di amicizia ci legano ad Alicante e la città chiede aiuto, non possiamo lasciarla perire sotto i colpi del nemico. »
La ragazza abbassò gli occhi sconsolata, ma quando li rialzò, questi lasciarono trasparire tutta la sua saggezza e la sua fierezza, dimostrazione della nobile stirpe cui apparteneva e della vita dura che aveva dovuto condurre.
« Sì padre, sarebbe un grande disonore e non si può lasciare che persone innocenti muoiano ancora solo… ti prego padre sii prudente, valoroso come mai ma prudente: i nostri alleati hanno bisogno di te, ma così anche il tuo popolo. Ed io papà… sei tutto ciò che ho. » Il re le strinse le mani tra le sue e la guardò intensamente con i suoi occhi verde chiaro.
« Te lo prometto: tornerò. »
« Sire, principessina. » Sussurrò l’anziano sacerdote interrompendoli ed inchinandosi al loro cospetto: era il tutore della bambina assieme al capo della scuola di filosofi. Le sorrise dolcemente mentre lei si chinava per lasciarsi accarezzare i lunghi boccoli multicolore.
« Astreo, benvenuto. Ci sono importanti novità: tra due giorni, appena l’esercito sarà radunato, partiremo alla volta di Alicante per salvare la città. » L’antico capo si chinò in cenno di assenso e il re proseguì. « Qui resteranno solo gli uomini abitualmente di guardia al palazzo e sulle mura: nessun altro rimarrà, ma non temo alcuna invasione soprattutto se sarai tu, così venerabile e rispettato a reggere la città in mia vece. » L’uomo spalancò gli occhi sbiaditi dal tempo stupito dalla richiesta.
« Sire, è un onore immenso, ma non spetterebbe al vostro primo consigliere? »
« E’ il mio comandante in capo, mi necessita per vincere questa battaglia. Non temere, il popolo rispetta te e gli dei: ti obbedirà e poi avrai l’aiuto della tua casta e sicuramente l’appoggio dei filosofi, visto che tu e Xeo siete amici. »
« Avete ragione sire, ma noi siamo anziani e crediamo che ci sia qualcuno di più dotato di noi per questo compito e sicuramente con maggiori diritti. »
« Bene dunque, parla: sarò felice di seguire il tuo consiglio. »
« C’è una persona che il popolo ama molto più di noi e a cui obbedirà fino alla morte. Essa accudisce i malati, visita i contadini, aiuta le donne a partorire, sfama i mendicanti, da consigli e ascolta coloro che sono soli e ne hanno bisogno; la sua capacità d’amare e la sua gentilezza sono direttamente proporzionali alla sua immensa bellezza. Conosce la religione, la filosofia, la medicina, l’astronomia e anche molte altre arti pratiche che le permettono di comprendere perfettamente i bisogni dei suoi sudditi. Sono convinto che sarà una grande politica, aiutata dal suo straordinario intelletto. Quale vostro fidato, propongo vostra figlia, Ebe, principessa di Genea come reggente in vostra assenza. » Lo stupore sul volto del sovrano era spropositato, soprattutto se confrontato con il pallore della figlia che, in piedi di fronte a lui, sembrava rimpicciolirsi ad ogni parola.
« Ebe! »
« Oh, perdonate padre, ma sono stata attenta: volevo solo mettere in pratica ciò che avevo appreso dai miei tutori! Ho sempre indossato un mantello, non è mai accaduto nulla e, se necessario, mi sono anche travestita qualora in città ci fossero degli stranieri. Vi prego perdonatemi, non volevo deludervi anzi, volevo solo essere alla vostra altezza: il popolo vi ama così tanto, volevo fare qualcosa per loro, conoscerlo… io non sapevo come fosse lì fuori padre: come avrei potuto succedervi un giorno senza conoscere nulla di tutto ciò? »
« Per quanto ella possa essere saggia, nessuno esiterà ad attaccare una città retta da una tredicenne. »
« Ufficialmente la reggeremo io e Xeo, ma Ebe avrà parte ad ogni nostro consulto e sarà sua l’ultima parola in ogni decisione. »
Il sovrano sembrò afflosciarsi leggermente sotto la pesante armatura e si poté intravedere quanta stanchezza e preoccupazione serbasse il suo cuore. Puntò gli occhi stanchi in quelli castani della figlia che gli sorrise con dolcezza e, avvicinandosi, gli accarezzò una guancia irsuta.
« Saprò cavarmela papà: ti renderò orgoglioso di me, sarò degna di te e del nostro antico nome. Nessuno entrerà in questa città finché ci sarò io e al tuo ritorno potrai riprendere il posto che ti spetta. »
« Io ti ho fatto una promessa: non morirò in battaglia, starò attento e tornerò da te, promettimelo anche tu. »
« Sì padre, starò attenta, non correrò rischi inutili e non mi accadrà niente di male. Aspetterò con ansia il tuo ritorno e ti accoglierò alle porte della nostra città in quel giorno glorioso. » L’uomo sorrise e le baciò il capo.
« Bene, che questa decisione venga comunicata al popolo: il re parte con l’esercito alla volta di Alicante, il sacerdote Astreo e il saggio Xeo reggono la città in sua vece, per qualsiasi cosa rivolgersi a loro o alla principessa, completamente a disposizione della sua gente. Così è deciso. Non resta che fare i sacrifici propiziatori. » Terminò il sovrano avviandosi con l’anziano e lasciando la ragazza sola con le sue due guardie.
 
Rimase immobile, il portamento rigido, mentre sul cancello della città, in prima linea, osservava gli ultimi fanti sparire oltre la collina: per quanto il cuore fosse compresso in una morsa opprimente, nessuna emozione a parte dignità ed orgoglio trapelarono dalla sua espressione. Quando anche la polvere fu sparita, ritornò sui propri passi passando attraverso la folla che si inchinava al suo passaggio: regalò loro sorrisi, poiché sapeva che avevano paura, molti di loro non avrebbero rivisto tornare i propri cari, ma lei doveva infondere loro speranza, quindi non poteva mostrarsi debole; solo quando fu al sicuro dell’ombra del suo salice, si lasciò andare ad uno stato di tristezza e sconforto che la tenne prigioniera a lungo, finché la sua presenza non fu richiesta.
 
Ormai erano oltre due mesi che l’esercito era partito: nulla di preoccupante se non fosse che da una settimana non si avevano più notizie. La principessa diventava ogni giorno più preoccupata, ma il popolo aveva fiducia in lei e, nonostante tutto, la città fioriva come mai prima: i commerci si erano intensificati, i campi erano pieni di frumento e altri cereali, i frutteti crescevano rigogliosi e ovunque si vedevano volti felici e pieni, anche quelli dei mendicanti. Passò un’altra settimana e Ebe chiese consiglio sul da farsi: mandare un messaggero avrebbe impiegato due o tre settimane e altrettante per tornare quindi era meglio aspettare; alla fine la ragazza ottenne che uno dei ragazzi allievi di Xeo e di cui lei si fidava, ogni mattina si spingesse al confine delle loro terre e lì aspettasse fino ad ora di pranzo per poi far ritorno a riferire se avesse visto qualcosa. Un giorno Astrix tornò tutto trafelato, come se fosse inseguito da un demone e irruppe nella sala del trono dove si stava tenendo consiglio.
« Mia signora! Un esercito di almeno cinquemila unità, forse più, avanza sulle nostre terre, senza alcun freno: non abbiamo soldati, non abbiamo un’armata per proteggere il nostro popolo; saranno qui tra massimo due ore, due ore e mezza. »
« Da dove giungono? »
« Dalla strada maestra maestà: sanno che non c’è nulla da temere. »
« Non possiamo difendere tutto il regno… radunate in città il popolo stanziato nel raggio di tre chilometri da qui. Che gli altri si allontanino quanto più possibile dalla strada maestra, che vadano ai confini e trovino asilo presso i loro compatrioti, nei boschi magari; non c’è un secondo da perdere. » Intimò alle guardie sulla porta, che scattarono per partire, ma l’araldo li bloccò.
« E’ già stato fatto mia signora. Tornando ho sparso la voce: i villaggi lungo la strada e nei suoi dintorni saranno già sgombrati ormai. »
« In altre circostanze saresti stato punito, ma hai agito saggiamente: è per questo che ti ho scelto. Allora va anche tu ad avvertire la popolazione dei dintorni: che nessuno venga lasciato indietro, neanche gli animali. » E lo congedò assieme alle due guardie di prima. « Che tutti coloro in grado di reggersi collaborino: i campi qui intorno devono essere mietuti a breve e in grande quantità; che il bestiame venga fatto entrare e che i beni e gli alloggi vengano condivisi: il palazzo è aperto ai più bisognosi. Andate presto! »
« Non dureremo a lungo bambina mia, devi mandare dei messaggi d’aiuto. »
« E a cosa servirebbe Xeo? Prima ancora che il messaggero arrivi saremo già tutti nell’ Oltretomba. Piuttosto cosa vogliono? Potremmo darglielo e non vi sarebbe alcuna lotta. »
« La città bambina mia, il tuo regno: siamo floridi come non mai, ricchi e prosperosi, è questo che vogliono. »
« Siamo davvero così ricchi Astreo? »
« No, ma loro non lo sanno: qui si vive bene e ognuno ha ciò di cui ha bisogno, ma nessuno è realmente ricco in denaro, probabilmente anche tu saresti più povera del comandante dell’esercito nemico. Non c’è nulla che possiamo dargli poiché loro vogliono la nostra vita: dovremmo esser morti noi, la terra, il commercio, perché ci lascino in pace. »
« Quindi non possiamo far altro che resistere o arrenderci… credo che moriremo in ogni caso… » Sussurrò Xeo. La ragazzina prese a camminare avanti e indietro per la sala mentre il petto si stringeva sempre più in una morsa d’angoscia. Se solo non fossero stati così prosperi, così vivi: nessuno avrebbe voluto una città in decadenza, una città moribonda, malata, in putrefazione…
« Ho avuto un’idea! » Esclamò aprendosi in un sorriso liberatorio mentre i suoi occhi castani mandavano scintille: non avrebbe lasciato il suo popolo morire.

Spazio d'autrice.
Salve!
Spero abbiate trovato interessante questo primo capitolo e che vi sia piaciuto.
Fatemi sapere se qualcosa non vi piace: ho appena cominciato quindi posso ancora stravolgere tutto. xD
Che ne pensate della protagonista? E dell'ambientazione?
Ditemi se avete bisogno di chiarimenti così nel prossimo capitolo li scrivo qui, in questo spazio. =)
Un bacio, Jane.

 
  
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