Fuoco
e Ghiaccio
Freddo.
Pioggia gelata, mista a candidi fiocchi di neve violenti,
batteva ripetutamente lo stesso ritmo immutato di due giorni.
Era notte fonda e tranne una debole luce fioca emanata
dalla lampada a petrolio sul tavolino trasparente accanto al letto, la stanza
era completamente immersa nel buio e nel freddo.
Ed era questo ciò
che provava Yastil da due notti; da quando aveva iniziato a cadere quell’ incessante pioggia ghiacciata; freddo…ma non un
freddo fisico, no era diverso. Un gelo che ti penetrava dentro, fin all’ interno della stessa anima, un gelo che lei non avrebbe
mai dovuto scoprire e che si attenuava solo durante la notte…quando entrava nel
meraviglioso mondo fatato dei
sogni…quando, durante quei sogni,lo vedeva e poteva riscaldarsi sotto il suo
sguardo ardente, rannicchiarsi in quella dolce sensazione di calore che emanava
il suo essere.
Ma
non doveva pensarci adesso. Il sogno era finito e poteva solo attendere e
sperare in un successivo. Non poteva permettere che lei, una delle principesse
del regno dei ghiacci, pensasse in continuazione a un
uomo del popolo suo nemico dall’inizio del mondo; quello del fuoco.
Eppure
se ripensava a quei capelli mossi e rossi come
fuoco ardente, a quegli occhi dorati del sole, a quei lineamenti
regolari e dolci come alla forma muscolosa del suo corpo illuminato dalla luce
del sole e alla sua pelle bronzea…rimpiangeva solo di non ricordare la sua
voce.
Più volte nei sogni
le aveva parlato ma al suo risveglio scompariva, come se non l’avesse mai
udita, e così rimpiangeva il fatto di non conoscere il suo nome…ma era certa
che neppure lui conoscesse il suo…se mai quell’ uomo
esistesse, ovunque fosse!
Ma
ora non doveva pensarci. Prese le coperte, che erano finite sul pavimento di
cristallo e ci si avvolse cercando di scaldarsi con il ricordo di quei pochi
momenti di calore…
Furono i raggi del
sole che filtravano dalla sua finestra a svegliarlo dal lungo sogno. Non appena
prese coscienza rimase con gli occhi chiusi nella speranza che il sogno
tornasse da lui…che lei tornasse da lui a dare un senso
alla sua vita.
Ma
esso non tornò.
Con riluttanza,
aprì lentamente gli occhi e si mise a sedere sul letto guardando il cielo
azzurro fuori dalla finestra, e sospirando fece
tornare alla mente i ricordi della giovane donna apparsa da due notti nei suoi
sogni.
Era certo che
appartenesse al popolo che abitava nei ghiacci e i capelli argentei e gli occhi
freddi e distanti come ghiaccio ne erano la prova.
Doveva avere
all’incirca la sua età, sui vent’anni, ma chi poteva esserne sicuro dato che i
due popoli avevano il dono della giovinezza eterna. Però l’innocenza del suo
sorriso, il tenue rossore alle guance per l’imbarazzo, lo sguardo abbassato per
evitare il suo erano una quasi certezza del suo essere
giovane, come lui.
Nel sogno lei
sembrava sempre attenta a ciò che diceva ma quando era lei a parlare lui non
riusciva a sentirla.
Per tante volte le
aveva ripetuto il suo nome, Madoath, e per altrettante
volte le aveva chiesto il suo, senza sentirne mai la risposta.
I suoi pensieri vennero scossi dal fremito della terra. Portò lo sguardo
sulla cima del vulcano, proprio nelle quali pendici era situato il suo
villaggio, e notò il fumo nero uscire dalla sua bocca.
Ma
non se ne preoccupò. Era abituale vedere il vulcano attivo e di certo non avrebbe potuto nuocere alla sua gente poiché immune alla
potenza distruttiva del fuoco.
L’unica cosa in
grado di distruggerli erano gli abitanti dei ghiacci…i padroni delle
acque.Bastava il loro tocco per morire all’istante, spenti della vita come
poteva spegnersi un fuoco acceso sotto una forte cascata di acqua
fredda.
Ma
anche loro potevano essere letali allo stesso modo. Se
li sfioravano o soffiavano loro il
respiro caldo, si scioglievano come neve al sole.
Tra i due mondi era infatti in corso una guerra che durava dall’inizio del
tempo;ogni giorno un popolo subiva l’attacco mortale dell’altro senza mai
arrivare a un vincitore. Gli abitanti dei ghiacci avevano dimora nel lontano
nord, sulle cime delle più alte montagne innevate( perché anche il sole troppo
caldo poteva essere fatale per loro)in una città di ghiaccio e neve
indistruttibile perché spessa e resa continuamente forte dal ghiaccio che
scendeva dal cielo.
Più volte avevano
tentato di distruggerla con i loro poteri del fuoco ma la maggior parte delle
volte molti morivano per il freddo ancora prima di raggiungerla,e a quei pochi che rimanevano non restava altro da fare che
tornare indietro.
Loro invece
dimoravano all’interno o sulle pendici dei vulcani attivi nel sud, poiché il
calore era la loro linfa vitale.
Possibile che lui,
il principe Madoath del popolo del fuoco, incontrasse
una donna dei ghiacci nell’intimità dei suoi sogni e provasse gioia in
questo?Se esistesse sul serio lui non ne aveva idea ma di una cosa era
sicuro…mai di nessun’altra donna aveva provato quelle sensazioni.
Possibile che si
fosse innamorato così, di un sogno?
Tutto ciò era
completamente assurdo, se anche lei fosse esistita sul serio, non potevano
avere futuro insieme…solo distruzione.
Scacciò via quei pensieri scrollando il capo e tornò a
pensare al suo sorriso, non ne aveva mai visto uno
così dolce! Ma doveva assolutamente togliersi l’immagine di
lei sorridente, con le vesti argentate, tempestate di leggere goccioline
ghiacciate, svolazzanti, che correva veloce e danzante a piedi nudi su un prato
d’erba verde e fresca sotto un sole primaverile.
Tutto questo non
potrà mai accadere…lei appartiene ai ghiacci, all’inverno eterno…io al fuoco,
all’estate calda…non potremmo mai appartenerci l’un
l’altro.
Si alzò e si
diresse a grandi passi verso la porta per raggiungere i suoi fratelli e
iniziare insieme al suo popolo un’altra giornata di dura guerra contro coloro alla quale ella apparteneva.
Non appena uscì
dalla sua stanza una voce agitata la chiamò alle
spalle. Si voltò velocemente e vide la ragazzina dai capelli e occhi chiari
nella quale riconobbe sua sorella minore, correrle incontro e prendendola per
le spalle le disse ansimando
- Yastil…sorella…un attacco dal popolo del fuoco!La regina mi
manda a dirti di andare al rifugio…-
- Nostra madre ci vuole al sicuro…ma a lei che accadrà?-
- Ha detto…- la fanciulla era sull’orlo delle lacrime -…che rimarrà a difendere il suo popolo!-
- E’ impazzita?- chiese
Yastil alzando la sua voce solitamente calma e controllata
- Morirà!Ealis, va intanto tu al rifugio!-
- E
tu sorella?-
- Cercherò di farle tornare la ragione…ti
raggiungeremo più tardi, tesoro…- la baciò sulla fronte -…ora và! -
La ragazzina rimase
un’ istante a guardarla, poi velocemente si voltò e
corse verso il rifugio, mentre Yastil raggiungeva la madre.
Mentre
erano in volo nel cielo, Cheros, si avvicinò a Madoath.
- Ci siamo quasi…- gli disse indicando le montagne davanti a loro - Ancora poco e siamo arrivati…Guarda abbiamo resistito tutti
al freddo!- indicò
gli altri compagni.
Madoath lo seguì
con lo sguardo.
- Si…per adesso…- rispose lui
serio.
- Ehi avanti mio signore!Non dite così…forse oggi riusciremo a finire questa vita fatta di
guerra! -
- Si
certo, ma dopo?- gli
chiese all’improvviso - Cosa
accadrà quando la guerra finirà?-
Cheros, che era il
suo migliore amico nonché quasi un fratello, intuì
qualcosa e gli domandò preoccupato - Cos’hai Madoath?E’ accaduto qualcosa che non so?-
Nella mente del
ragazzo si formò l’immagine della giovane donna che non abbandonava mai i suoi
pensieri - Sono
solo stanco…stanco di tutto questo…stanco di uccidere degli innocenti…-
Cheros gli appoggiò
una mano sulla spalla - Forse
oggi finirà, amico mio…-
- Lo spero tanto…-
Yastil aveva
raggiunto l’ingresso del grande palazzo dove abitava
ma non vi era alcuna traccia della regina. Si diresse verso le grandi e fredde
porte in ghiaccio dell’entrata e spinse con forza per aprirle. Quando uscì venne
investita da una forte folata di vento freddo. Per fortuna aveva smesso di
nevicare!
Si guardò attorno,
tenendosi i lunghi capelli d’argento con una mano e vide sua madre immobile,
con le braccia alzate e i palmi delle mani rivolti
verso l’alto al centro del piazzale.
La raggiunse e
cercò di svegliarla dallo stato di trance in cui si
trovava - Madre…ti
prego, vieni con me al rifugio!Ealis ci sta già aspettando là! -
La donna, vestita
con un abito ampiamente scollato di un azzurro pallido, tornò in se e la guardò
come se fosse la prima volta.
- Yastil, figlia mia…cosa ci fai
qui?Dovresti essere al sicuro nel rifugio! -
- Anche tu madre…andiamo, avanti! - cercò di trascinarla con la forza all’interno del palazzo - Presto saranno qui! -
- Proprio per questo io devo restare…devo
difendere il mio popolo…Oh no!Sono già arrivati! -gridò infine indicando nel cielo migliaia di creature
ardenti come fiamme in cielo che volavano rapidamente verso di loro.
Yastil si voltò e
li vide. Erano così tanti da non riuscire a distinguerli.
Il cuore prese a
batterle velocemente;non aveva mai avuto tanta paura
in vita sua. Erano in trappola! Le avrebbero uccise all’ istante!
Voltò nuovamente
gli occhi al cielo, dove ormai si vedevano solo innumerevoli fiammelle dorate
volare qua e là, nella speranza che qualcuno venisse loro in aiuto quando
improvvisamente incontrò il suo sguardo…incontrò gli occhi pieni di stupore dell’ uomo del sogno.
Non riusciva a
credere che fosse lì, a un passo da lei…
Era proprio lei!La fanciulla del sogno!
Ma
allora…esisteva davvero?Oppure stava nuovamente sognando?
No, non era un
sogno, ma la realtà…una realtà spaventosa.
Accadde tutto molto
in fretta. Madoath ebbe appena il tempo di rendersi conto di ciò che stava
avvenendo attorno a lui.
Fiumi di fuoco
fluivano dalle mani dei suoi compagni distruggendo ogni cosa mentre correnti di
fredda neve si abbattevano violentemente su di loro.
Il fato volle che
evitasse di venir colpito dagli attacchi dei nemici
che cercavano solamente di difendersi.
Fra uno scontro e
l’altro riuscì a vedere che la donna più anziana giaceva come neve sciolta fra
le braccia della ragazza mentre piangeva disperatamente. Poi infine, trovò la
forza di alzarsi e dopo aver alzato nuovamente lo sguardo su di lui, si alzò
anche lei in volo e inosservata si allontanò rapidamente, cercando protezione
chissà dove.
No, lui non poteva
lasciarla andar via così…non senza almeno sapere quale fosse
il suo nome!
Prese velocità e
iniziò l’inseguimento.
Intanto, intorno a
lui, i suoi compagni si stavano riducendo a un decimo
di quanti ne erano arrivati…erano in territorio nemico e gli appartenenti ai
ghiacci erano in vantaggio numerico.
Ormai era finita…dovevano ritirarsi…
Yastil volava più
velocemente possibile, cercando di sfuggire a tutta quella distruzione, con gli
occhi ancora velati di lacrime per la morte improvvisa e terribile della madre.
Lentamente i suoni
della battaglia si spensero e presto s’accorse del pallido sole che spuntava
debolmente tra le nubi nel cielo. L’erba dei prati immensi sotto di lei era
verde e fresca.
Ma
quanto aveva volato?Di quanto s’era allontanata?
Non le importava,
ora che sua madre era morta e che aveva avuto la
certezza che il ragazzo del sogno era uno dei malvagi che da tempi remoti
tentavano di uccidere la sua gente.
Lentamente atterrò
su uno dei prati sottostanti per fermarsi e riprendere fiato quando si voltò e
s’accorse che il ragazzo dei sogni l’aveva seguita fin la…
Scese lentamente
anche lui e i loro occhi s’incontrarono. Erano svegli oppure sognavano di
nuovo?
Il luogo era quello
del sogno ma il vento tiepido e lieve che soffiava era la prova della realtà
che li circondava.
Improvvisamente non
erano più nemici, solo un uomo e una donna che finalmente si ritrovano
dopo una lunghissima ricerca. Si avvicinarono l’un
l’altro, senza smettere di guardarsi, riducendo la distanza di solo due passi.
Erano mortali l’uno per l’altra e lo sapevano bene…per
questo non osavano avvicinarsi di più…
Lei apparve più
bella di come lui la ricordasse mentre lei notò che gli occhi
di lui erano più profondi e sinceri di quanto non avesse mai notato.
Infine fu lui il primo a parlare - Tu, sei…?Io ti ho vista nei miei sogni…- sussurrò piano e a lei parve la voce più bella del mondo.
- Anch’io ti ho sognato…- rispose anch’essa con un sussurro.
- Qual è il tuo nome- le chiese gentilmente.
- Yastil…e il tuo?-
- Madoath…io non…- non voleva che quel momento finisse -…non dovrei…desiderare di sfiorarti…ma lo desidero…-
- Lo desidero anch’io…- rispose Yastil -…e desidero stare fra le tue braccia…-
- Ti ucciderei…- le
ricordò lui, ricordandolo anche a se stesso -…se accadesse…-
- Ti ucciderei anch’io…e non lo desidero…però
sarei felice di morire fra le tue braccia…-
- E io fra le tue…- lentamente sollevarono le mani per sfiorarsi ma queste
iniziarono a reagire all’elemento opposto ancor prima di toccarsi…
I loro sguardi
erano disperati. Non potevano, dunque, amarsi?
- Ti amo…ti amerò finché vivrò…e anche oltre…te lo giuro…- le sussurrò Madoath.
- Ti amo…ti ho amato subito e ti amerò sempre…- rispose Yastil.
Lentamente Madoath
si chinò su di lei e le loro labbra s’incontrarono. In quell’istante,
finalmente l’uno fra le braccia dell’altra, sentirono la vita scorrere via dai
loro corpi di ghiaccio e fuoco, per non tornare mai più…
Il giorno dopo,
Cheros ed Ealis, trovarono su quella collina ciò che rimaneva dei due
amanti…una spada con l’elsa di fuoco e la lama in ghiaccio, che venne riconosciuta per sempre come l’unione dei due popoli
che sembrava impossibile unificare…
Ciao a tutti…spero che questo mio breve racconto vi sia piaciuto…è di
tanti anni fa scritto in una mezz’oretta…ma non l’ho mai modificato perché mi
piaceva così ^^…lo so che è un po’ triste, scusate…fatemi sapere se vi è
piaciuto per favore…ci tengo tanto davvero…
Un bacio grande a tutti!!!!!
Selhin