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Autore: ChiaStyles97    15/03/2014    33 recensioni
“Ho visto lo sguardo che cerchi di nascondere ogni volta che si accenna al nuoto. Perso e felice” mi interruppe “Lo stesso che avevi questa mattina. Si tratta di decisioni tue. Ma almeno dimmi qualcosa che sia reale”
Il suo tono non accusatorio mi disorientava.
Scossi ripetutamente il capo, incapace di rispondere. Il naso cominciò a pizzicarmi, le lacrime ad inumidirmi gli occhi.
“E se io non volessi essere reale?” ribattei, fermandomi “Quello che voglio è svegliarmi e rivedere Nicholas”
Un sapore salato mi punse la lingua.
Mossi qualche passo in avanti, rivolgendo lo sguardo verso il parco che segnalava che avevamo quasi raggiunto casa.
“Voglio che le cose tornino come prima, come quando la mia vita aveva un senso” la mia voce mi arrivò spezzata alle orecchie “Ma questo non accadrà, Zayn, ed è tutta colpa mia. Solo colpa mia”
Mi morsi il labbro così forte da cominciare a sentire il sapore delle lacrime mescolarsi a quello del mio sangue. Mi fermai ancora una volta, gli occhi fissi in quelli scuri di lui.
“Colpa tua?” distinsi a mala pena la sua voce così fioca.
“Mio fratello, l'incidente" mormorai.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Give a little time to me,
we'll burn this out,
we'll play hide and seek
to turn this around,
all I want is the taste of your lips allow"

Ed Sheeran - Give me love 






 
ZAYN



Un rumore poco distante mi fece sollevare istintivamente gli occhi da terra. 
Il brivido che mi percorse subito dopo non fu causato dalle gocce di pioggia che continuavano a scivolare lungo la mia schiena.
Mi sollevai di scatto, mentre la osservavo chiudersi la porta alle spalle e percorrere velocemente il tratto di strada che ancora ci separava. 
Ora si trovava lì, a un passo da me, entrambe le mani affondate nelle tasche della felpa, del tutto incurante della pioggia che continuava a lasciarle piccole chiazze scure sulle spalle. 
Osservai i suoi occhi blu fissi nei miei e coperti soltanto da alcune ciocche di capelli che le ricadevano distrattamente sul viso, mentre iniziavo a frugare nervosamente nella mia testa, alla ricerca delle parole giuste da dire; ma fu lei la prima a parlare.
"Hai cinque minuti esatti per dirmi quello che vuoi dirmi" la sua voce non lasciò trasparire alcuna inclinazione, ma notai il suo sguardo venire tradito da un leggero tremore. 
Ancora una volta tutto il discorso che mi ero preparato mentalmente sembrò scomparire all'istante di fronte a lei, ma ora non m'importava; volevo solo che mi ascoltasse.  E così, incurante del rischio di potermi rendere soltanto assurdamente ridicolo, fissai i miei occhi nei suoi e iniziai a parlare.
"Ti ricordi della sera in cui ci siamo conosciuti, alla festa di Harry?" un angolo della sua bocca si sollevò quasi impercettibilmente, ma le sue labbra tornarono subito a ridistendersi "Bè, io sì, io me lo ricordo. Sembravi così ingenua, così... Così innocente. E la prima cosa che ho pensato quando ti ho vista, lo devo ammettere, era che sarebbe stato fico conquistarti, insomma, eri la nuova arrivata, il nuovo acquisto al centro dell'attenzione di tutti. Ma poi... Poi tu hai ribaltato tutti i miei piani. Forse è stato il modo in cui mi hai letteralmente mandato a quel paese quella sera alle giostre, o forse il tuo fare impertinente e acido che ti impegnavi ad usare ogni volta che ti rivolgevi a me. Poi c'è stata quella sera da Liam, quella sera in cui ti ho vista cadere in acqua; bè, in quel momento io... Io non ho sentito il dovere, ma il bisogno di aiutarti, di farti sentire al sicuro; e mi sei sembrata così fragile quella stessa sera, rannicchiata con le tue gambe fredde intrecciate alle mie sotto le coperte, che sarei rimasto con te tutta la notte se avessi potuto, solo per guardarti dormire, con la consapevolezza che ora stavi bene, che accanto a me avevi smesso di tremare. E i giorni dopo ho cercato di ignorarti, di allontanarmi da te, di dimenticarmi di quella sera, mi sono detto che sarebbe stata la cosa migliore da fare; non credere sia stato facile provare ad evitare di incrociare i tuoi occhi ogni santo giorno, perché è stato... Quasi impossibile. Ma quando ti ho vista con quel McHale mi sono sentito tutto... Strano; non mi era mai successo. Non è una cosa assurdamente stupida? Ero geloso, io che per giorni avevo soltanto cercato di ignorarti il più possibile ero geloso. E la sera del ballo, quella te la ricordi? E quella sera da Sam? Bè, io... Io quella me la ricordo benissimo. Ho ripensato così tante volte a tutto quello che mi avevi detto, che... Ma poi ho ripreso ad ignorarti di nuovo, non chiedermi perché, non lo so nemmeno io; ho addirittura abbandonato i tuoi stessi corsi, ho ripreso ad uscire con Charlotte e quando ci hai visti ho notato il tuo sguardo deluso e mi sono sentito così stupido, così ridicolo. Come avevo potuto fare una cosa simile, come avevo potuto fare a te una cosa simile? E quando ti ho vista con Liam, bè, ti lascio immaginare; per giorni sono rimasto così arrabbiato con me stesso... Ma me lo meritavo, insomma, era solo colpa mia. Ma poi ho capito. Ok, forse non è che l'ho proprio capito da solo, la verità è più che altro che Harry non è molto abile nel mantenere i segreti e... Mi ha raccontato la verità, su te e Liam, intendo. Allora ho capito che dovevo smetterla, smetterla di perdere tempo, smetterla di essere orgoglioso, ho capito che dovevo parlarti, dovevo dirti tutto quello che ti sto dicendo in questo momento, e... E dovevo dirti che mi dispiace; mi dispiace per averti ignorata, evitata, mi dispiace per non averti parlato per giorni e per averti fatta soffrire. È solo che mi piacevi così tanto, l'ho capito solo ora, che ogni volta che incrociavo il tuo sguardo o ti rivolgevo la parola mi sentivo soltanto più... Bè, mi sentivo come non mi ero mai sentito prima e questo mi spaventava, mi spaventava terribilmente. E so che hai paura, ho paura anche io, e so anche che non ti fidi più di me ed io non posso darti torto, perché  ho sbagliato tutto, ho sbagliato completamente tutto, e tu non hai alcuna ragione di restare. Ma ora sono qui, ti ho aspettata tutta la notte e i miei cinque minuti sono scaduti e io credo di non aver mai parlato così a lungo ininterrottamente. E... E so di averti detto io stesso di non essere il ragazzo giusto per te, ma se tu lo vorrai io... Proverò ad esserlo, te lo prometto"
Mi sembrò solo in quel momento di ricominciare a respirare. 
Il silenzio che seguì non fu imbarazzante. Il silenzio che seguì fu solo necessario per far capire ad entrambi molte cose. 
Ad esempio mi rese ancora più chiaro l'effetto che i suoi occhi blu posati su di me avevano sul mio stomaco. E mi rese terribilmente consapevole del mio cambiamento. 
Insomma, voglio dire, soltanto quattro mesi prima avrei riso al pensiero di dire cose simili ad una ragazza. 
Ma era anche vero che quattro mesi prima Jane non c'era ancora. Quattro mesi prima Jane non era ancora entrata nella mia vita. 
Ora, invece, si era letteralmente catapultata dentro, così, all'improvviso, senza nemmeno chiedere il permesso. 
Un giorno non c'era, il giorno dopo sì. 
Un giorno tutto sembrava inutile, il giorno dopo le cose ricominciavano ad avere un senso. 
Era successo senza che io me ne accorgessi, senza che io non sospettassi nulla, finché a poco a poco qualcosa aveva preso a contorcersi in modo quasi impercettibile nel mio stomaco, mentre io tentavo distrattamente di ignorarlo. 
Ma ora non ci riuscivo più. 
Sperai che in quel silenzio Jane si sarebbe soffermata sul tremore delle mie spalle, delle mie gambe, capendo che pensavo sul serio le parole che aveva appena ascoltato, che erano vere, che erano solo per lei. 
Solo in quel momento mi accorsi di aver involontariamente ridotto la distanza che ci separava, mentre lei era rimasta quasi immobile, le mani ancora affondate nelle tasche della felpa, con quello sguardo, così pulito e innocente, fermo nel mio, e le gocce di pioggia che continuavano a scivolare lungo i suoi capelli per poi cadere a terra. 
Avrei aspettato tutto il necessario pur di una sua risposta. 



JANE 



Mi accorsi solo dopo delle mie gambe che cominciavano a cedere e dei miei occhi che avevano iniziato a bruciare fastidiosamente.
In quel momento mi resi conto di quanto quella situazione sembrasse così assurda e surreale. 
A rompere quel silenzio che ci separava c'era solo il chiasso assordante dei miei pensieri.
La mia testa sembrava aver smesso di lavorare, mentre questi continuavano ad accumularsi gli uni sugli altri in modo del tutto casuale. 
Vi è mai capitato di sentire i pensieri e le parole correre così veloci nella vostra mente da non riuscire nemmeno a seguirli? 
Ecco, era così che mi sentivo in quel momento. 
Più volte dischiusi la bocca, incapace di dire alcunché e di distogliere i miei occhi da quelli scuri di lui. 
"Perché?" quella parola scivolò involontaria dalle mie labbra, quasi senza che me ne accorgessi "Perché lo stai facendo?" 
Per parecchi secondi la sua espressione rimase imperscrutabile. Sembrava incerto, ma non come se non sapesse in che modo rispondere; piuttosto sembrava incerto sul dire o meno quello a cui stava pensando.
"Mi manchi, Jane" sospirò, chinando il capo "Mi manca la tua risata ironica ogni volta che cerco di fare una battuta, mi mancano le occhiatacce che mi scocchi quando dico qualcosa che ti mette in imbarazzo e con cui tenti solo di distrarmi perché sai che le tue guance sono arrossite, mi mancano le tue battutine acide su come i miei capelli siano sempre scompigliati e tu non lo sopporti, mi manca strapparti un sorriso per poi vederti mentre cerchi di nasconderlo perché non vuoi darmela vinta, e... E so che sembra strano, è assurdo se ci penso, ma mi manca tutto questo, e... Mi manca davvero, Jane" 
Avrei voluto dirgli che lo odiavo, che lo odiavo con tutto il cuore; ma sarebbe stata una bugia.
Avrei voluto urlargli in faccia e prenderlo a schiaffi; ma allo stesso tempo avrei voluto stringermi tra le sue braccia per sentirmi al sicuro.
Avrei dovuto dirgli di andarsene via, andarsene e non farsi più vedere; ma sapevo che gli sarei corsa dietro.
Avrei dovuto dirgli di non parlarmi più; ma mi sarebbe mancata la sua voce. 
Era strano, assurdo, irrazionale. 
Un minuto mi faceva impazzire, il minuto dopo mi rendeva felice. 
"Mi ero detta che non avrei dovuto fidarmi di te" ero certa che un angolo della mia bocca si fosse sollevato in un mezzo sorriso malinconico "Mi ero detta che più avrei passato tempo con te e più... Mi odio, cazzo, mi odio perché mi ricordo tutto anche io, mi ricordo del nostro primo quasi-bacio, delle tue gambe che scaldavano le mie sotto le coperte, di quanto abbiamo parlato quando mi hai accompagnata a casa dal ballo, e... Dio" mormorai, sbarazzandomi delle lacrime e delle gocce di pioggia che mi rigavano il volto con il polsino della felpa.
Dovevo essere patetica in quello stato, durante quella mezza crisi isterica. 
Lo vidi avvicinarsi a me così lentamente che mi sembrò che il tempo si fosse fermato. 
Sentii le sue mani fredde posarsi sulle mie guance e le sue dita iniziare a disegnare piccoli cerchi per cancellare le poche lacrime rimaste.
"Mi ero promessa che non avrei pianto di nuovo" sussurrai, notando con una fitta allo stomaco il modo in cui la distanza tra le nostre labbra si stesse riducendo lentamente.
"Sei carina quando piangi" 
"Sei carino quando menti" ribattei.
"Ma io non sto mentendo"
Ormai potevo sentire il suo respiro sulla pelle.
"Bè, io sì, io ho mentito" scrollai le spalle "Mi piacciono i tuoi capelli scompigliati"
Chiusi gli occhi e percepii le sue labbra incresparsi in un sorriso. 
Passarono alcuni secondi prima che sentissi la sua fronte appoggiarsi alla mia. 
Alcuni altri interminabili secondi e mi baciò. 
Era come se il mio cuore si fosse fermato, come se tutto intorno a noi si fosse fermato, come se la pioggia fosse improvvisamente scomparsa. 
C'eravamo solo noi, le mie braccia intrecciate intorno al suo collo, le sue mani ancora sul mio volto, le sue labbra sulle mie.
Il momento che avrei voluto non finisse mai. 
Lo odiavo, lo detestavo e non potevo farne a meno



Tremavamo entrambi dal freddo quando eravamo rientrati in casa soltanto poche ore prima, i vestiti fradici di pioggia.
Ogni stanza era immersa nel buio e sembrava che tutti stessero ormai dormendo, o perlomeno fingendo di dormire. 
Ero abbastanza sicura di aver sentito Harry bisbigliare un "Te l'avevo detto, Niall, mi devi venti sterline" mentre passavamo di fronte la camera di mio fratello. 
Ora invece erano le quattro di notte, eppure era forte il desiderio di sentire di nuovo le sue labbra premute sulle mie. 
Le farfalle nel mio stomaco si agitavano mentre lo osservavo accanto a me. Il suo petto che si alzava e abbassava regolarmente, le palpebre abbassate, la bocca schiusa in un lieve sorriso. 
La sua mano era affondata nei miei capelli, mentre l'altra circondava dolcemente il mio polso. Potevo sentire il battito del suo cuore pulsare attraverso le vene, il suo respiro leggero sul mio collo. 
Avrei voluto fosse sveglio. Eppure non avrei avuto niente in particolare da dirgli; volevo solo sentire la sua voce, volevo solo parlare con lui fino a che la gola non avesse cominciato a bruciare. 
Volevo che mi parlasse delle sue paure, dei suoi sogni, delle sue insicurezze, dei suoi obiettivi, delle sue idee. 
Volevo mi raccontasse delle cicatrici sulla sua pelle e di quelle dentro di lui. 
Volevo iniziare a conoscere i suoi vizi, le sue abitudini. 
Volevo imparare a poter dire quando stava mentendo, o quando era stanco, o quando stava fingendo una risata, o quando era nervoso e non aveva voglia di parlare. 
Volevo lui e tutto quello che sarebbe arrivato con lui. 
Ma stava dormendo, e osservarlo dormire era un privilegio che non avrei sprecato. 
Eppure, perché io ero sveglia? 
Era notte fonda, avevo preso sonno da appena un'ora. 
All'improvviso l'incubo che mi aveva costretta a svegliarmi ripiombò nitido nella mia mente. 
Il battito del mio cuore accelerò rapido e iniziai a respirare affannosamente, mentre  mi costringevo a scacciare quelle immagini dalla mia testa. Erano sempre le stesse.
"Nuota, Jane, nuota!" 
L'acqua.
Il mare. 
Le onde.
La costa troppo lontana. 
Le urla.
Il volto di mio fratello Nicholas. 

Mi drizzai a sedere e chiusi gli occhi, cercando di focalizzarmi sul presente e di far ritornare il mio respiro regolare. 
Mesi prima le mie grida svegliavano ogni notte Jake, il quale si catapultava subito nella mia camera, nel tentativo di calmarmi. 
Ora, per fortuna, le grida erano cessate; ma l'incubo no. 
Premetti le dita sui miei occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime. 
"Jane?" sussultai, voltandomi spaventata "Jane, stai bene?" 
Zayn si era alzato a sedere accanto a me e i suoi occhi mi osservavano, scuri e preoccupati. 
"Solo... Solo un incubo" scossi la testa.
Il suo sguardo mi scrutò incerto ancora per qualche secondo.
"Sicura di star bene?" 
Lo osservai mordersi il labbro inferiore e, quasi senza pensarci, avvicinai il mio volto al suo e lo baciai. 
Ennesima fitta allo stomaco, ennesima volta che il mio cuore perdeva un battito, ennesimo brivido che mi percorreva la spina dorsale. Tutto regolare, insomma. 
"Sicura" sussurrai sulle sue labbra, per poi sdraiarmi. 
Mi sorrise, prima di ridistendersi accanto a me e intrecciare la sua mano alla mia. 
Poggiai la testa nell'incavo del suo collo e chiusi gli occhi, assaporando il contatto con la sua pelle. 
Fu inevitabile che le immagini che mi avevano fatta agitare tanto tornassero nella mia mente. Mi servì tutta me stessa per scacciarle via senza un nuovo attacco di panico. 
Mi sentivo vuota, come se la più piccola cosa potesse farmi cadere. 
Mi succedeva ogni notte; mi soffermavo a pensare a qualche mese prima, nonostante facesse male, nonostante fosse terribilmente doloroso.
Erano flashback inevitabili di giorni che non volevo ricordare. Ne bastava uno per far sì che anche gli altri tornassero nella mia testa.
Eppure, alle volte, non mi opponevo nemmeno, come se sperassi che così facendo le cose sarebbero cambiate, tornate com'erano un tempo. 
Era masochismo puro, dal momento che sapevo che ciò non sarebbe mai potuto accadere. 
Mi avevano sempre detto che a tutti noi manca qualcuno. 
Avrei aggiunto che non sempre possiamo sperare che quel qualcuno torni. 






"Heart beats fast,
colors and promises,
how to be brave,
how can I love when I'm afraid to fall?"

Christina Perri - A thousand years




 



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Bonjour! 
Come state, bellezze? 
Io bene, dai! Dopo una settimana di scienze, latino e filosofia finalmente ho una giornata libera! (Anche se dovrei iniziare a studiare storia, ma vabe) 
Inoltre ho appena ricevuto i moduli da compilare per quando andrò in Inghilterra quattro mesi, sono troppo felice! :)
Allora, bando alle ciance, spero che questo capitolo vi paccia, devo dire che ci ho messo davvero me stessa nello scriverlo, infatti ci tengo molto e credo che finora sia quello che mi fa meno schifo (wow, l'autostima è un optional).
Comunque, proprio per questo spero lascerete una recensione, in questo caso significherebbe particolarmente molto per me, sul serio. :) 
Ringrazio infinitamente tutte voi che avete recensito, messo tra le seguite/preferite/ricordate la mia storia, davvero, è grazie a voi che trovo la spinta necessaria per continuare a scrivere! (Che tenera che sono)
Un grazie in particolare va a Cucciolo_Curioso1D, che si è fatta in quattro per farmi raggiungere le 40 recensioni (obiettivo che non mi porrò mai più, scusate, sono stata un po' troppo esigente lo scorso capitolo!), e La Directioner Senza Nome, che ieri sera è stata così gentile da aiutarmi a provare a fare il banner (anche se poi è venuto uno schifo, quindi la storia rimarrà senza per ora, lol).



Vi lascio i miei contatti, sperando che nessuno di voi sia uno stalker maniaco:
-Mariagiulia Lorenzini (Facebook)
-giulilorenzini (Instagram)
-@giulilorenzini (Twitter)
-@zjmhems (account Twitter che uso per stalkerare i One Direction, lol)


Infine, se state cercando un'altra FF da leggere, vi consiglio di passare qui:
-"Endless." dell'autrice xbreathlessx: Leila si trasferisce in una cittadina inglese, in cui incontrerà un ricciolino che, oltre ad essere sul vicino di casa e compagno di scuola, la farà subito impazzire! 
-"Last kiss." dell'autrice MaryLouisee: Mary stringe amicizia con un gruppetto insolito di ragazzi e, anche se si è promessa che non si sarebbe più innamorata, un biondino irlandese sembrerà farla ricredere! (Fa morire dal ridere!)


Love,
Giulia 



P.s. Su richiesta della mia amica Chiara, ho iniziato a scrivere la mia prima OS! È su Harry, chissà, quando sarà finita magari la pubblicherò :) 

P.s.2 Ricordo che i personaggi scelti per la FF sono:
-Melissa Benoist (Jane)
-Alex Pettyfer (Jake)
-Emma Stone (Bec)
-Nina Dobrev (Sam)
-Ashley Greene (Claire)
Spero vi piacciano!
  
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