Lei sembra così sicura, così menefreghista.
Sembra.
Lui le appare così distante, così perfetto nei suoi piccoli difetti.
Che ragazza pazza.
Lei è stesa sul letto, ancora una volta.
E pensa a lui.
Suppone che si stia divertendo.
Senza lei.
Vorrebbe capire.
Lui sorride malinconico fissando la porta.
E' una semplice porta, di legno, poco spessa.
Ma sembra spessa dieci metri.
Lei sente una lacrima bagnare il cuscino.
Sorride amara. Come vorrebbe che lui fosse al suo fianco.
Vorrebbe che la guardasse negli occhi.
Le sorridesse.
Ma sono distanti.
Lei gli aveva detto 'ti amo' e lui l'aveva fissata incredulo.
Aveva chiuso gli occhi.
Lei poteva quasi sentire la sua tristezza.
Lei voleva piangere mentre gli schioccava un bacio sulla guancia.
Era una stupida.
Un ipocrtita.
Si odiava.
Quello doveva essere un bacio d'addio.
Non doveva più lacerarsi a pensare a lui.
Lui. Lui. Lui.
Lui stretto a un altra.
Lui che le sorrideva da amico.
Lui che baciava l'altra.
Lui che la guardava negli occhi.
Lui che si sedeva accanto a lei.
Lui che le chiedeva aiuto.
Lui. Semplicemente lui.
Con tutte le sue sfaccettature.
Con tutti quegli orribili occhi che la fissavano.
E la rendevano incapace di reagire.
Poteva dannarsi.
Urlare.
Pestare i piedi a terra.
Non lo avrebbe mai avuto.
Sarebbe stato sempre di qualcun'altra.
Ora sta piangendo a dirotto, lei è sola.
O almeno così sente senza lui.
Svuotata.
Oppure è sempre stata così senza saperlo?
No, ora non è il momento di filosofeggiare.
Se devi sfogarti senza farti troppi complessi mentali.
Lui è ancora lì fuori, che si dondola su un piede e poi sull'altro.
Lui è dubbioso.
Lei suppone che non ci sarà un lieto fine.
Non per lei.
Infondo l'amore non fa per lei.
Confonde, ti rende dipendente, ti illude.
Molto meglio non pensarci più.
Chiudersi in se stessi e piangere da sola nella notte.
Quanto è inattacabile, sola.
Lui si avvicina alla porta.
Bussa piano.
Lei, sorpresa apre la porta.
Lui è davanti a lei.
Fottutamente a disagio.
Indifeso e solo.
Rosso come non è mai stato.
Lei è orribile.
Ha gli occhi gonfi e rossi.
E il sorriso spezzato.
Lui si sente in colpa.
Lei lo avverte e prova un moto di frustazione.
Malgrado tutto non vuole che soffra.
Perchè lei è una pazza.
Ma una pazza innamorata.
E agli innamorati tutto è permesso.
Lui inizia a parlare: -...io-
Lei sa già cosa vuole dirle, o almeno così pensa.
Lei sussurra solo: -abbracciami-
Non è una richesta.
Neanche un oridne.
E' una supplica.
Lui la accontenta, perchè gli stringe il cuore.
Ci sono due ragazzi in mezzo al corridoio.
Uno con i capelli rossi e la faccia affondata nei capelli castani e ricci dell'altra.
Non si abbracciano semplicemnte.
No.
Sono aggrappati l'una all'altro.
Come se il loro contatto fosse vitale.
Come se i loro corpi non si incastassero così bene la loro vita perdesse di significato.
Lei non pensava a nulla.
Lo assaporava.
Il suo odore.
Sembrava afrosidiaco.
Lui invece era sorpreso di come fosse naturale quell'abbraccio.
Sembrava che in tutta la vita avesse continuato ad andare avanti solo per quello.
Che in fin dei conti era un abbraccio.
La cosa più semplice del mondo.
Sembrava così...perfetta
Si staccarono.
Evitando di fissarsi.
Lui borbottò: -anch'io-
-cosa?-
-anch'io- ripetè lui, cercando conferma negli occhi di lei.
-oh- sussurrò lei sorpresa.
-posso abbracciarti?-
-no-
Lui era deluso.
Lei era soddisfatta mentre diceva:
-no. Baciami.-