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Autore: bik90    15/03/2014    7 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Né lui né Eleonora erano andati a scuola. La ragazza si era addormentata profondamente dopo aver pianto a dirotto solo a tarda notte e Davide non aveva voluto destarla quando era suonata la sveglia. In punta di piedi era scivolato fuori dal letto e aveva raccomandato alla madre di non fare nessun rumore per le prossime ore; poi era tornato nella sua camera. Prima di rimettersi a dormire, si prese qualche secondo per contemplare la sua migliore amica. Dormiva rannicchiata sul fianco destro, il petto si alzava e abbassava regolarmente sotto il respiro, le mani chiuse a pugno sopra il cuscino. Le aveva dato dei suoi vecchi indumenti da mettere per dormire che le stavano enormi. Finalmente era tornata da lui. Si stese al suo fianco credendo che si sarebbe riaddormentato presto ma non accadde. Si sentiva stranamente felice che Eleonora l’avesse cercato la sera precedente, che avesse dormito con lui come tante volte era accaduto. Non avevano fatto sesso ma in quel momento non gli importava, era abbastanza certo che non sarebbe passato molto tempo. Sorrise e iniziò delicatamente ad accarezzarle una ciocca di capelli. La ragazza si mosse fino a svegliarsi. Si guardarono negli occhi e fu come specchiarsi nella stessa realtà.
<< Buongiorno >> disse Davide.
Eleonora si stiracchiò sbadigliando e il momento dopo ricordò quello che era accaduto con Martina. Un senso di tristezza e malinconia la invase immediatamente e dovette voltarsi dall’altra parte per non far vedere        il suo sguardo all’amico.
<< Ciao Davide >> rispose << Che ore sono? >>.
<< Saranno più o meno le dieci, non ti ho svegliata perché ci siamo addormentati tardi ieri >>.
<< Avresti dovuto >> affermò Eleonora senza però un tono di rimprovero. Sapeva che le intenzioni dell’altro erano buone << Sono due giorni che non vado a scuola >>.
Lui agitò la mano.
<< Non farti questi problemi adesso >>.
La ragazza si alzò e stava per indossare gli abiti lasciati sulla sedia quando un senso di pudore la investì facendola bloccare. Con la coda dell’occhio notò che l’amico la stava osservando. In fretta afferrò tutto e si diresse in bagno.
Quando uscì, sentì che Davide era al telefono. Lo osservò finché non riagganciò.
<< Era Diego >> disse semplicemente nel vederla comparire << Vai a casa? >>.
<< Chiamo mia madre prima. Quando? >>.
<< Domani sera >> rispose il ragazzo semplicemente.
 
Martina era andata a scuola anche se avrebbe voluto farne a meno. Ma se non fosse andata, avrebbe sicuramente destato i sospetti di sua madre e la sedicenne ancora non era pronta a raccontarle quello che era successo. Non riusciva a crederci nemmeno lei. All’intervallo raccontò quello che era successo la sera precedente a Simona che la ascoltò allibita. Credeva che le cose tra loro stessero andando bene, Eleonora si era perfino presentata a Stefano, e sapere che invece perpetuava nei suoi comportamenti sbagliati con Davide Molarte, la fece schierare totalmente dalla parte di Martina.
<< Sai cosa facciamo sabato sera? Andiamo a mangiare un bel panino al Crazy Bull con gli altri. ci divertiremo! >>.
L’altra ragazza si limitò ad annuire senza entusiasmo. A dir la verità, non le andava per niente ma l’amica ci sarebbe rimasta troppo male. Scostò lo sguardo verso il cortile e sospirò poggiando il mento sopra le mani ferme sulla ringhiera delle scale antincendio.
<< Non è venuta nemmeno oggi >> mormorò.
Simona annuì.
<< Neanche Molarte, cavolo mi da tremendamente fastidio adesso se penso a quello che ti hanno fatto >>.
Martina abbozzò un sorriso a quelle parole.
<< C’è la sorella però >> aggiunse l’amica vedendo la ragazza e Tommaso in un angolo.
L’altra annuì per la seconda volta. Eleonora le mancava terribilmente, avrebbe voluto riuscire ad odiarla ma non ci riusciva. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva il suo sguardo triste e deluso e sentiva le sue terribili parole. Perché la sgradevole sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato non l’abbandonava? Forse doveva chiamarla, sapere come stava…
Ma sei scema?, si corresse subito dopo, Ti ha lasciata dopo che hai scoperto che continuava a scopare con Davide! È solo una stronza egoista!
Se lo ripeteva in continuazione ma non riusciva a convincersene. Da quando avevano iniziato a frequentarsi, era cambiata, era vera in ogni suo atteggiamento. Perché avrebbe dovuto farle una cosa del genere? Le mancava il suo amico? Le mancava il sesso?
Quella considerazione le fece sentire una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco. Il sesso. Aveva forse sbagliato ad aspettare? Lei voleva che fosse pronta a quel passo, che avesse la consapevolezza di quello che stava accadendo, di quanto fosse importante compiere qualcosa del genere e non lasciarsi trasportare dagli eventi. Improvvisamente la campanella suonò facendola sobbalzare. Stava per tornare in aula, quando fu superata da Claudia. Credette che la ragazza non l’avesse vista e così la richiamò per salutarla. La sorella di Eleonora si voltò nella sua direzione.
<< Ciao >> fece semplicemente prima di tornare a voltarsi verso Tommaso.
Perfetto, pensò Martina, Davvero perfetto.
 
Le giornate trascorsero velocemente e, ancor prima di prenderne coscienza, Eleonora si ritrovò ad indossare il giubbotto da motociclista che le aveva dato Davide. Quella sera aveva cenato da lui, l’amico l’aveva invitata su insistenza della madre che, dopo aver saputo ciò che era capitato a sua sorella, cercava di distrarre la ragazza. La diciottenne era grata a Mariella anche se era ben lontana dal non pensare sia a Serena che a Martina. Il dolore peggiore era non poter esternate quello che provava veramente, il dolore per entrambe le situazioni. Claudia le aveva domandato spiegazioni e, nel raccontarle il litigio e la rottura con la più piccola, aveva provato a consolarla completamente arrabbiata con la sedicenne che aveva travisato l’abbraccio con Davide. A suo dire quella era stata una mancanza di fiducia da parte di Martina e, per quanto fosse d’accordo la maggior parte delle volte nel pensare che Eleonora fosse davvero una stronza, quella volta non era riuscita a pensarlo. La ragazza era a pezzi e quello di cui aveva bisogno era supporto, non qualcuno che la rimproverasse. Per questo aveva reagito in quel modo alle urla di Martina, il dolore che aveva nel petto era esploso provocando quelle gravi conseguenze.
<< Pronta? >> le chiese Davide posandole una mano sulla spalla.
Eleonora si limitò ad annuire.
<< Mamma, noi andiamo a fare un giro in moto! >> continuò il ragazzo rivolgendosi alla donna che era nella sua stanza.
<< Mi raccomando Davide, non fate tardi che domani avete la scuola! >> disse la madre affacciandosi.
<< Certo, non preoccuparti! >>.
<< Ciao Mariella >> salutò Eleonora << Buona serata >>.
Mentre scendevano le scale del palazzo, la ragazza s’immerse nei suoi pensieri e rifletté sul motivo che li aveva spinti ad entrare in quel giro di corse. Quando aveva conosciuto Diego e aveva esposto loro quello che faceva, la sua prima reazione fu l’entusiasmo. La novità, entrare a far parte di un giro, l’aveva fatta sentire importante ed euforica; adesso, invece, quali fossero le reali motivazioni per le quali aveva fatto quella scelta. Davide aveva colto al volo l’occasione per dimostrare a chiunque gli fosse capitato a tiro, la sua superiorità. Fin da bambino, gli era sempre piaciuto essere ammirato dai ragazzi suoi coetanei e dalle ragazze. L’aspetto fisico, poi, l’aveva aiutato notevolmente. Essere eletto per due anni di seguito rappresentante d’istituto non era stato difficile per lui, Eleonora avrebbe scommesso qualunque cosa che a votarlo erano state soprattutto ragazzine del primo e del secondo anno. Il potere lo faceva sentire importante e le gare di moto gliene procuravano. Davide voleva vincere su ogni fronte. Sospirò e gli porse un sorriso tirato quando lui le disse di salire. Un quarto d’ora dopo, erano all’appuntamento. Entrambi notarono che i loro sfidanti non erano ancora arrivati, in compenso c’era Diego che non si perdeva mai una loro gara, e alcuni dei soliti adulti che scommettevano su di loro. Eleonora sentiva di odiarli senza un motivo preciso, per lei erano solo uomini annoiati dalla vita che si divertivano nel vedere dei ragazzini giocare col fuoco.
E forse, aggiunse tra sé, Anche nel farsi male.
Diego li salutò con qualche consiglio sul percorso da affrontare, era diverso dalle precedenti volte. Davide lo ascoltò attentamente mentre la ragazza sentiva solamente il desiderio di fumare e la sgradevole sensazione che quello non fosse più il suo posto. Quando videro arrivare la seconda moto, capì che era ora di iniziare. Non vide i suoi avversari in faccia, entrambi indossavano il casco integrale e non lo tolsero nemmeno per un momento. I motori rombarono per l’ennesima gara e partirono. Per tutto il tempo della corsa, Eleonora non fece altro che domandarsi cosa ci fosse di sbagliato in lei, perché tutte le persone a cui teneva finivano per andarsene.
Sono destinata ad essere sola?, si chiese e una lacrima le solcò la guancia asciugata subito dopo dal tessuto che foderava il casco, Perché Martina ha pensato una cosa del genere su di me? Io…io non le farei mai del male. Mai. Eppure lei crede che Davide venga prima di lei.
Quasi non si accorse di aver vinto. I suoi movimenti erano stati così meccanici e perfetti durante la gara, che l’amico non aveva avuto problemi a mantenere un discreto stacco dagli avversari. Si liberò della cinta che lo legava al ragazzo, e scese. Davide la abbracciò contento e si diresse immediatamente verso Diego e il suo pubblico per pavoneggiarsi. Lei, invece, preferì appoggiarsi alla moto e togliersi il casco. L’aria fredda della notte la investì in pieno facendola rabbrividire. Si stropicciò gli occhi e con mano tremante, si tastò il giubbotto alla ricerca delle sigarette.
Merda, pensò ricordando di averle appoggiate nello studio a casa dell’amico vicino il computer.
Improvvisamente una mano le tese un pacchetto aperto di ciò che cercava. Alzò gli occhi e vide il ragazzo col quale aveva gareggiato. Lo riconobbe dagli abiti che indossava e finalmente lo vide in faccia. Aveva il casco sottobraccio, un piccolo sorriso nonostante la sconfitta, capelli corti e neri, due occhi che parevano racchiudere tutte le tonalità di verde. Nell’incontrare quegli occhi, il suo pensiero volò immediatamente a Martina. Cercò di governare le lacrime che volevano sgorgare e accettò la sigaretta che le veniva offerta senza dire nulla. Il ragazzo gliela accese e ne prese una per sé.
<< Sei stata brava, Domenghi >> iniziò dopo un attimo di pausa.
<< Non parlo coi perdenti,  Filoni >> rispose lei con tono duro.
Lo conosceva di vista, Ivan Filosi, il figlio del noto dentista; era un anno più grande di lei e aveva frequentato il liceo scientifico. Suo fratello più piccolo, Alberto, era al quarto anno. Di lui sapeva che, preso il diploma col massimo, era entrato nella facoltà di medicina. La cosa non era suonata strana per nessuno e si mormorava che c’entrasse il padre.
<< Neanche io >> fece l’altro prendendo un’ampia boccata.
<< Dovresti stare con la tua amichetta >> disse Eleonora indicando con lo sguardo la ragazza rimasta sola in un angolo.
Lui si voltò e subito dopo tornò a guardare la diciottenne.
<< Sopravvivrà >> affermò semplicemente stringendosi nelle spalle << Avrei dovuto aspettarmelo, Melissa è brava solo a scopare >>.
<< Non sono affari che mi riguardino >>.
La bionda fece l’ultimo tiro dalla sua sigaretta e gettò il mozzicone per terra. Nel farlo, incontrò di nuovo i suoi occhi e tremò. Si staccò dalla moto e si voltò verso Davide che stava ancora chiacchierando allegramente con Diego. Pensò alla possibilità di raggiungerli ma si accorse di non volerlo. Optò, invece, per il retro di un vecchio rudere abbandonato da anni. Sentì Ivan andarle dietro.
Ma che sto facendo?, si chiese.
<< Nessuno ti ha detto di seguirmi >> disse poggiando la schiena contro una delle pareti ricoperte di muschio.
Il ragazzo annuì chinandosi leggermente per arrivare alla sua altezza e la baciò posando le mani sul suo bacino per tenerla ferma. Eleonora si immobilizzò immediatamente a quel gesto sentendo un senso di nausea invaderla. L’attimo dopo gli morse il labbro inferiore con così tanta forza che Ivan fu costretto ad arretrare di un passo portandosi la mano destra sulla parte lesa.
<< Che stronza >> mormorò senza però che quel sorriso svanisse dalle sue labbra.
Pareva quasi che si stesse divertendo. La ragazza lo guardò negli occhi e lentamente contraccambiò.
<< Lo so >> si limitò a dire prima di sentire Davide chiamarla.
Prima di raggiungerlo, si voltò una sola volta per guardare il diciannovenne.
 
Sabato tornò a casa e cercò di comportarsi come le altre volte. Davide era ancora euforico per la gara del giorno precedente e questo lo rendeva più insopportabile del solito. Cercava di tirarle su il morale ma col risultato di peggiorare solo le cose. Eppure lui non se ne rendeva conto. Per tutta la mattinata Eleonora si ostinò a tenere lo sguardo sui libri e nemmeno durante l’intervallo si alzò per uscire a prendere una boccata d’aria. Anzi, chiese espressamente agli amici di essere lasciata sola con se stessa. Non sarebbe riuscita a vedere Martina senza scoppiare in lacrime. Approfittando della momentanea assenza dei compagni di classe, si alzò in piedi e si stiracchiò avvicinandosi alla porta. Sbirciò il corridoio e, stava per tornare seduta, quando la sua attenzione fu attratta dalla voce di un ragazzo che parlava con un professore. Gli dava le spalle, quindi non poteva vederlo in faccia ma quel tono l’aveva già sentito. Realizzò immediatamente dove e in che momento. Ieri sera, dopo la gara. La persona era Ivan Filosi. Rimase ad osservarlo per capire cosa volesse. Apparentemente pareva che fosse lì per salutare il suo ex professore di biologia e chimica e per ringraziarlo dei suoi insegnamenti senza i quali non sarebbe potuto entrare a medicina. L’uomo pareva lieto della notizia e nel salutarlo gli diede una pacca amichevole sulla spalla. Ivan si voltò e i loro sguardi s’incontrarono per l’ennesima volta. I suoi occhi verdi fecero sobbalzare Eleonora che si ritrovò ad indietreggiare mentre lui, invece, andava nella sua direzione. Si fermò a pochi centimetri da lei e la ragazza notò una leggera crosta dove gli aveva dato il morso.
<< Ciao bambolina >> la salutò lui uscendo una mano dal jeans.
<< Cosa ci fai qui? >>.
<< Sono passato a salutare Donati >> rispose alludendo al cinquantenne che era andato via << Non posso? >>.
<< Devo ripeterti che non parlo coi perdenti? >> domandò Eleonora senza riuscire a staccare gli occhi dal colore delle sue iridi.
Ivan rise come se gli stesse raccontando una barzelletta.
<< E’ una cosa che abbiamo in comune allora, bambolina >> fece con quel solito sorriso.
<< Smettila di chiamarmi in questo modo >>.
<< Perché? Trovo che ti calzi a pennello. Sei una bambolina, un po’ stronza, ma pur sempre una graziosa bambolina >>.
<< Vuoi che ti dia lo stesso trattamento di ieri? >>.
<< Stai dicendo che vuoi baciarmi quindi? >> incalzò il ragazzo avvicinandosi ulteriormente.
<< Sto dicendo che se non te ne vai subito ti do un bel calcio nelle palle >>.
Nel dirlo, la sua voce tremò. Non perché fosse incerta del suo intento ma perché quegli occhi rappresentavano una calamita per lei. Le ricordavano, non sapeva per quale assurdo motivo, quelli di Martina che aveva appena perso. Ivan interpretò quel gesto come una titubanza e le si avvicinò fino a sfiorarle il naso col suo. In quel momento suonò la campanella dell’intervallo ed Eleonora si allontanò da lui.
<< Ci vediamo stasera, bambolina >> la salutò Ivan facendole l’occhiolino e, anche se la ragazza non rispose, sapeva che sarebbe accaduto.
 
Davide aveva appena finito di farsi la barba, quando il cellulare vibrò. Sbirciò un attimo il display notando che era un messaggio e subito dopo tornò a fissarsi allo specchio con aria soddisfatta. Si sentiva carico e ottimista per la serata che gli si prospettava di fronte; doveva andare a prendere Eleonora dopo cena, intorno alle dieci e incontrarsi successivamente con gli altri amici.
Forse dovrei farmi crescere il pizzetto, pensò prendendosi il mento con due dita e immaginando come sarebbe stato.
Pochi istanti dopo accantonò la riflessione dicendosi che avrebbe chiesto consiglio all’amica. Si fidava del giudizio della ragazza. Fece un respiro profondo e un sorriso malizioso gli increspò le labbra. Quella sera, quando tutti fossero andati via, avrebbe preso Eleonora sul sedile abbassato della sua macchina.
Sarebbe stata nuovamente sua e tutto sarebbe tornato come prima.
  
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