Crossover
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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    30/06/2008    3 recensioni
[Vampire Knight + Monochrome Factor]
Akira Nikaido non ricorda nulla della propria vita antecedente al suo risveglio vicino al misterioso Shirogane.
L’unica cosa che sa, l’unica, è che lui non è umano.
O meglio, che lo era stato un tempo. Come anche un tempo era stato vivo.
Ma ora non più.
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Anche se lei ancora non lo sa, la vita di Yuuki Cross sta per complicarsi ulteriormente.
Non solo il suo rapporto con l’introverso Zero si fa sempre più sanguinoso, ma anche suoi sentimenti verso il nobile vampiro Kaname si fanno sempre più frustranti.
Ma i veri problemi arriveranno quando faranno la loro comparsa alla Cross Accademy due misteriosi ragazzi, privi di ombra e dall’aspetto così tenebroso, che nessuno tranne lei e i vampiri della Night Class sembra riuscire a vedere...
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over, OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ATTENZIONE!!! CAUSA PROBLEMI DI COPIONE, IL NUOVO CAPITOLO NON è QUESTO, MA IL PRECEDENTE (OVVERO IL NUMERO 6).
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xHilfeRetteMich: grazie 1000, Fla!! e se quella ti è persa quna scena hot, vedessi qst!! XD XD e hai ragione a proposito dei capelli di shiiro...sn bellissimi!! averli io cs lòunghi... -_-' e don't worry: kaname rivestirà un ruolo fondamentale. zero, invece no, quindi... ammazziamolo!! muahaha *risata diabolica*
xshichan: ma ciau!! sn felicissima ke ti piaccia.... nn è che ci sia sovrabboondanza di fan, eh!! (sigh) trovi ke sia naturale?? meno male... ho fatto del mio emglio xkè nn fossero TROPPO OOC: trovo ke la storia perda senso, no? se nn riesci ad adattare i caratteri dei personaggi alle situazioni e ti inventi tt dis ana pianta, sn dell'didea ke sarebbe meglio cambiare loro nomi e nn spacciarli x personaggi già esisitenti....

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Capitolo 6: Dolore di scegliere

Toc toc.
Yuki bussò alla porta della camera di Zero, decisa a farsi aprire.
Quel giorno uno dei loro insegnanti era malato e un qualche miracolo aveva fatto sì che i due Guardian riuscissero a sfuggire alle lezioni supplementari.
Risultato: con tutto il pomeriggio libero davanti, la ragazza aveva deciso di fare una visita a Zero, che negli ultimi giorni aveva visto affaticato… e assetato.
Lui poteva pure pensare di riuscire a nasconderle le occhiaie e il luccichio famelico che talvolta gli balenava negli occhi violetti, ma lei ormai era diventata brava a cogliere quei piccoli particolari: la mascella serrata, la schiena irrigidita…erano tutti segnali rivelatori della lotta interna che imperversava nell’animo di Zero.
“Senza contare che sono parecchi giorni che non si è più nutrito” pensò preoccupata Yuki toccandosi il collo, liscio e privo di marchi di zanne.
In previsione che Zero dovesse bere il suo sangue, la ragazza si era preventivata: indossava solo una gonna verde chiaro ormai troppo corta e una camicetta bianca con un paio di rattoppi, con sotto una leggera canottiera bianca.
Tutti indumenti sacrificabili in caso che si fossero macchiati di sangue.
Notando che nessuno veniva ad aprirle, Yuki bussò di nuovo con un sospiro.
Ma quando sentì un frastuono di oggetti che cadono, la ragazza dimenticò immediatamente ogni proposito di calma e aprì la porta di scatto, scoprendo una volta di più che Zero non si degnava mai di chiuderla a chiave, e si fiondò nella stanza.
Dopo un attimo di confusione, trovando la camera vuota, la ragazza si diresse a passo più misurato verso il bagno comunicante, dove vide Zero accasciato contro una parete, come una marionetta a cui siano stati tagliati all’improvviso tutti i fili.
Sembrava che un attacco di debolezza l’avesse sopraffatto, e che il ragazzo fosse crollato portandosi dietro metà del contenuto della mensola accanto al lavandino: una spazzola, un asciugamano, un flacone di sapone liquido, una scatola di pasticche ematiche…
Dovevano essere state quelle pillole a causare quel mezzo svenimento: il corpo di Zero proprio non le tollerava: ogni volta finiva per vomitarle, senza che servissero a nulla.
Yuki si chinò e raccolse gli oggetti sparsi per il pavimento, rimettendoli tutti a posto.
Esitò un attimo quando si ritrovò le pasticche ematiche in mano, poi se le mise in tasca.
-Perché continui a farti del male in questo modo?- domandò,inginocchiandosi davanti a lui.
-Te l’ho già detto: io per te ci sarò sempre. Non ti abbandonerò mai- gli sussurrò, scostandogli i capelli dal viso e posandogli una mano sulla guancia.
-Perché?- domandò lui con voce spenta, rifiutando di incontrare lo sguardo di lei.
-Perché sopporti tutto questo? Cosa te lo fa fare di donare il tuo sangue a uno sporco vampiro come me? Cosa ho mai fatto per meritarmelo?-
No, Zero non voleva vedere quegli occhi pieni di compassione.
Non voleva dover rendersi conto una volta di più dello stato in cui si era ridotto.
Non voleva che lei soffrisse per causa sua.
-Quello che tu non riesci a capire, Zero…- disse Yuki prendendo tra le mani il volto di lui.
-…è che io lo faccio per mia volontà. Ciò che tu possa aver fatto o meno non conta assolutamente nulla- concluse lei con un triste sorriso.
Zero si piegò in due, trafitto da una fitta al ventre simile a una pugnalata.
-Yuki…- mormorò con voce roca, gli occhi che brillavano di una luce rossa e maligna.
-Fai ciò che devi fare- si limitò a dire lei, sfilandosi la camicetta e scostando i capelli dal collo e voltando la testa.
Zero si rese conto di non poter più trattenersi e si sentì in qualche modo estraniato dalla scena, come se a chinarsi su Yuki non fosse lui.
Ma anche così sentì comunque la morbidezza della pelle della ragazza sotto le languide carezze delle sua labbra, sentì comunque il battito frenetico del suo cuore nella sua bocca.
E fu lui sempre lui ad affondare le zanne nel suo collo delicato, fu la sua lingua tastare i profondi fori per farla sanguinare di più, fu nella sua gola che quel nettare peccaminoso scorse come fuoco liquido, ridandogli la vita.
“Il vampiro…mi mangia…”
L’eco di un ricordo destò Yuki dalla trance in cui era scivolata per resistere al dolore.
Ormai conosceva molto bene quella voce spaventata: era quella di sé stessa da bambina, la parte di sé che tremava di terrore ogni volta che Zero affondava i suoi canini in lei.
“Perché devo sempre avere paura?” si chiese la ragazza, quasi rabbiosamente.
“Perché questa nostra scelta non fa altro che dividerci sempre di più?”
In realtà erano loro stessi a renderlo così insopportabile per entrambi: quando la sera prima aveva visto Akira e Shirogane aveva capito non esisteva solo il dolore, ma che dal semplice affetto poteva nascere qualcosa che rendesse piacevole, addirittura desiderabile, quel supremo atto di comunione…
Quando sentì Zero staccarsi bruscamente da lei, ben prima che si fosse saziato, Yuki ricordò con orrore che lui poteva carpire i suoi sentimenti e pensieri dal suo sangue.
Quello che lei non sapeva, però, era che neanche Zero era rimasto impassibile agli eventi della sera prima: l’assistere alla scena di Akira che si nutriva dell’essenza dell’altro giovane gli aveva fatto provare una tensione calda, anzi, bollente.
Ma era stato quando il moro si era nutrito della sua ombra che si era accesa in lui un’autentica smania, in qualche modo acutizzata dall’invasivo tocco dell’altro.
Zero non si era mai lasciato trasportare da quel tipo di istinto, ma rimaneva pur sempre un maschio, e quindi non era certo indifferente al desiderio sessuale.
Forse fu il sentire parte dei suoi sentimenti ricambiati dalla ragazza, o forse quella fu solo una scusa, ma in quel momento Zero fu preso da un impulso che aveva poco a vedere con la sete di sangue…o meglio, solo fino a un certo punto.
Attirò Yuki contro di sé, passandole le braccia dietro il collo, e la baciò.
Senza far caso al suo sussulto di sorpresa, con le labbra ancora sporche di sangue cercò la bocca di lei e vi premette con forza, quasi volesse fondersi con lei.
La ragazza schiuse le labbra per protestare e Zero ne approfittò subito per insinuare la lingua nella bocca di lei, coinvolgendola prepotente in una danza erotica che le fece gustare il sapore dolciastro del sangue, del suo sangue.
Yuki sentì quel gusto metallico cancellare ogni dolcezza da quel bacio, così diverso da quello dolce e gentile di Kaname, il cui ricordo venne tuttavia ben presto spazzato via dai movimenti avidi della lingua del ragazzo, morbida e umida, che la spinsero a volerne di più, molto di più.
Zero interpretò i mugoli di Yuki come un assenso ed approfondì ancora di più il bacio, con una foga tale che le morse il labbro inferiore, facendo stillare alcune gocce di sangue, che lui languidamente le leccò via.
Ma la ragazza si sentiva troppo stordita per avvertirlo, come se fosse drogata, e si accorse che le cose stavano sfuggendo al suo controllo solo quando Zero le sfilò la canottiera con un’unica, abile mossa.
-Z…Zero? C…cosa…?- balbettò lei, alzando le mani per impedirgli di slacciarle anche il reggiseno, come già lui stava cercando di fare.
-Shhh…- le sussurrò lui in un orecchio, riuscendo infine ad averla miracolosamente vinta con quei dannati gancetti, ma Yuki non sembrava intenzionata a rendergli le cose più facili, incrociando le braccia al petto perchè non glielo togliesse.
Irritato da quel contrattempo, il ragazzo la baciò di nuovo con irruenza, facendole sentire senza tanti complimenti la pressione della zanne, e le scostò a forza le braccia, approfittandone per gettare dall’altra parte del bagno l’oggetto della contesa.
Con contraddittoria gentilezza Zero la spinse indietro, facendola sdraiare sul pavimento, e le si chinò sopra baciandole il collo, stuzzicando con la lingua i marchi del suo morso.
Sentendo Yuki tremare e gemere sotto si sé, non più solo di dolore, i baci del ragazzo scesero a sfiorare l’incavo della gola per poi torturare maliziosamente il seno, mentre le sue mani si facevano sempre più audaci, toccando il corpo della giovane in un modo tale che lei sentì la pelle ardere dove passavano le dita di lui.
Zero le mordicchiò un poco la parte inferiore del seno destro, poi senza preavviso la morse a fondo, penetrando la carne con le zanne e strappandole un grido.
Quando il sangue prese a scorrere, caldo e inebriante, lui prontamente applicò la bocca agli irregolari fori e lo bevve con avidità, premendo i bordi della ferita per averne di più.
Tuttavia ancora una volta non si soffermò molto, preferendo invece leccarle con voluttà un capezzolo, disegnandogli intorno rosse spirali di sangue con la lingua.
Sotto il tocco avido di Zero, sebbene invadente e irrispettoso, la ragazza non poté far altro che gemere, sentendo il piacere montare dentro di sé come un fiume in piena, fino a sommergerla.
-Z…Zero!- sussurrò; no, urlò, urlò con la voce di una donna quasi al colmo del piacere.
In risposta il ragazzo si sollevò un poco, prendendo ad armeggiare con la cintura e i bottoni dei pantaloni, dando così modo a Yuki di vedere la sua erezione, che prima aveva sentito premerle dura contro la coscia.
Prima che lei se ne rendesse contro, lui si strappò via pantaloni e slip e, nudo in tutta la sua virilità, si sdraiò su di lei facendo combaciare il bacino col suo, con un verso quasi animalesco che la fece rabbrividire.
-Zero…- ansimò Yuki in tono allarmato, ma lui non diede segno di averla sentita e, con un’unica e potente spinta, la penetrò completamente.
Sentendo una fitta lacerante nel basso ventre, la ragazza gridò di dolore, e la sofferenza la sommerse come un’onda, lasciandola intontita.
La percezione del suo corpo tuttavia ritornò quando Zero uscì e rientrò dentro di lei con violenza, cominciando a spingere sempre più veloce e andando a fondo a ogni colpo, sebbene lei non fosse ancora del tutto aperta e pronta.
-Mi… mi fai male!- gemette Yuki, sentendo delle lacrime bagnarle il viso.
Il male che sentiva alla schiena, dovuto alle spinte incassate contro il duro pavimento del bagno, si sommò al dolore sordo in cui si era trasformato il dolore lancinante di ogni colpo, mischiandosi a tal punto con il piacere da rendere difficile definire dove iniziasse uno e finisse l’altro.
E cosa le piacesse di più.
Quando Zero infine venne, il fuoco che sentiva pulsare nel ventre si propagò in tutto il corpo, incendiandola e avvolgendola come il pesante drappo di un sudario.
Esausto, il ragazzo si lasciò cadere scomposto su di lei, e si ritrovò a fissare il viso di Yuki a pochi centimetri di distanza con espressione vuota.
Parve riprendersi solo quando si accorse delle lacrime che le rigavano le guance, perché i suoi occhi violetti si riempirono di confusione, paura, rabbia, disgusto e tristezza, senza che lei riuscisse a capire a cosa fosse dovuta ciascuna.
Solo allora Zero, quando si rese pienamente conto di cosa le aveva fatto, si scostò da lei, bagnato, con una gentilezza tale che sbalordì Yuki.
Perché lui avrebbe voluto rimediare a quello che era successo, anche se sapeva che non era possibile. “Tu le devi la vita, e non la tradirai mai” le parole di Kaname Kuran emersero spontaneamente, cupe e nefaste come la volte che le aveva sentire pronunciare.
“Voglio che tu la difenda a costo della tua vita, da tutto e da tutti. Solo per questo ti è permesso vivere…da me. Non dimenticarlo mai.”
Il vampiro non l’avrebbe presa bene, assolutamente no.
Nonostante questa consapevolezza, in fondo alla sua mente rimaneva un pensiero colmo di maligna soddisfazione: aveva avuto qualcosa che Kaname Kuran non avrebbe mai assaporato.
Non solo aveva bevuto il sangue della sua protetta, ma le aveva anche preso la verginità.
Ogni volta che quel tizio l’avrebbe morsa, ogni volta che sarebbe andato a letto con lei, avrebbe dovuto convivere con il fatto che non era il primo per lei, che era stato battuto sul tempo da un lurido ex-umano…
E in quelle occasioni, Yuki non avrebbe potuto fare a meno di ripensare a lui, con cui aveva fatto sesso per la prima volta, rendendola sua…
Per Zero, il saperla incatenata al suo ricordo era una piccola vendetta per non essere stato tuttavia il primo ad aver assaggiato le sue labbra.
Oziosamente di chiese se Kaname, quando lo avesse scoperto, avrebbe cercato di ucciderlo o invece avrebbe preferito semplicemente punirlo e continuare ad usarlo come scudo per Yuki…
“Yuki…”
Perso nelle sue divagazioni, si era dimenticato di lei.
E quando la guardò, tutti i suoi pensieri sul futuro furono spazzati via da quella vista miserevole che era la sua migliore amica e salvatrice: nuda, sdraiata sulla schiena con il viso bagnato di lacrime girato per non vederlo in faccia, gli avambracci su cui lentamente stavano comparendo dei lividi violacei, il collo e il seno su cui spiccavano i marchi slabbrati dei suoi morsi, la sua pelle candida macchiata del suo stesso sangue: la gola, il petto, tra le cosce.
Come sentendo lo sguardo di Zero su di sé, la ragazza voltò la testa verso il suo carnefice e si sollevò lentamente sui gomiti fino a mettersi seduta, raccogliendo poi le gambe sotto si sé.
Ma negli occhi di Yuki lui non scorse nessuna accusa, nessun rimprovero, ma solo tanta compassione e tenerezza e, forse anche un po’ di tristezza.
Questo perchè la ragazza davanti a sé non vedeva una bestia assetata di sangue, non vedeva un carnefice, ma vedeva solo il bambino sperduto che era arrivato a casa sua, coperto di sangue come lo era in quel momento.
Gli occhi che la fissavano, in quel bagno pregno dell’odore del sangue come in quella sera di 4 anni prima, erano occhi che lanciavano un muto grido d’aiuto, disperati e terrorizzati.
-Va tutto bene…- sussurrò Yuki, le labbra rosse a testimonianza del suo peccato che formavano il timido sorriso che lui ben conosceva.
-Andrà tutto bene. Non ti lascerò mai solo.- disse lei dolcemente, protendendosi verso di lui e passandogli delicatamente una mano sul viso, pulendogli il mento dal sangue.
-Non ti abbandonerò- ripeté in tono convinto, sfiorandogli le labbra con un dito.
Conquistato da quel tono tenero, Zero voltò leggermente la testa e le baciò la mano, per poi pulirla dal sangue con leggeri e delicati colpi di lingua, in modo ben diverso da come si era nutrito prima.
-Mi disp…- cominciò lui, ma lei gli posò un dito sulle labbra per zittirlo.
-Quel che è successo è successo, perciò non dire nulla, ti prego. Lasciami l’impressione che tutto questo sia successo perché lo volevamo noi.- mormorò Yuki e l’altro, incontrando i suoi grandi occhi nocciola, capì che lei sapeva che lui non avrebbe mai accettato un no, che l’avrebbe presa anche contro la sua volontà.
Come in effetti era successo. O no? Non lo sapeva.
E, si disse, guardandola passarsi incerta una mano fra le gambe e ritrarla sporca di sangue, non voleva scoprirlo.
-Posso…posso usare la tua doccia?- domandò imbarazzata Yuki, distogliendo lo sguardo.
-Certo- rispose lui, alzandosi i piedi e porgendola una mano per aiutarla a fare altrettanto.
Forse senza accorgersene o forse coscientemente, lei fece per afferrarla con la mano insanguinata, ma lui la afferrò per il polso e la tirò a sé, cingendola in abbraccio che fu più intimo del dovuto dato l’assenza di vestiti.
Nonostante ciò Zero prese delicatamente la mano di lei e fece la stessa cosa di prima, lappando via il sangue come un gatto.
La sensazione di quegli amorevoli colpi di lingua fece arrossire come non mai Yuki e Zero, notandolo, la lasciò andare.
-Sei proprio una bambina- la sbeffeggiò, ma la scena fu guastata dalla sua voce incerta.
Notandolo, il ragazzo sbuffò, strappando una risatina all’altra, e senza tante cerimonie aprì la tenda della doccia, e aprì il getto dell’acqua fredda, spingendoci sotto Yuki.
-Io prendo degli asciugamani dall’armadio- annunciò poi uscendo dal bagno, inseguito dagli epiteti della ragazza che lo dannava in modo molto poco signorile.

  
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