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Autore: MireaAzul    15/03/2014    5 recensioni
13 Settembre 2013: un'intelligentissima ragazza di nome Penelope si trasferisce a Pasadena, per poter lavorare alla teoria delle stringhe presso il California Institute of Technology. Ma cosa succederebbe se il trasferimento la portasse a vivere di fianco ai quattro uomini più sexy che abbia mai conosciuto?
PARALLEL UNIVERSE dove Penny è la nerd, mentre Sheldon, Leonard, Howard e Rajesh i bellocci di turno! Cosa ne salterà fuori?
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione dell’autrice
Buonasera! Vi scrive una Mirea reduce dal Cartoomics di Milano, e finalmente riesco ad avere un po’ di tempo per aggiornare la storia (: Prima di tutto volevo ringraziarvi infinitamente. Sia per chi lascia recensioni, per chi ha aggiunto la storia tra le seguite, chi tra le preferite, ma anche per chi legge e basta. AH e anche per dirvi che questa è ufficialmente la mia ff più lunga! Va beh, traguardi personali ^^” D’ora in poi le cose si faranno un po’ più movimentate quindi... Mangiatevi dei pop corn mentre leggete, ne vedremo delle belle! Beh, buona lettura a tutti quanti! (:
 
 
 
 
 
 
Non seppe a che ora si addormentò, quindi non poté fare un listino sulle proprie ore di sonno, ma dal rintontimento mattutino, ne stimò molte. Penny si svegliò con una gamba addormentata, il joystick caduto per terra e la tv ancora accesa, che aspettava comandi. La ragazza si agitò all’idea di tutta la corrente andata sprecata quella notte e si alzò di fretta dal divano, ma ciò le fece girare la testa, facendola cadere per terra di culo. Ringraziò mentalmente il fatto che non ci fosse nessuno a guardarla, ma lo fece troppo presto, perché quando alzò lo sguardo si ritrovò Leonard dietro al bancone della cucina, che la guardava divertito e con una punta di tenerezza negli occhi. Come faceva spesso, se ne rimase zitto, e Penny lo imitò, non volendo dargliela per vinta. Sostenne il suo sguardo con il mento alzato, ma non riuscì a resistere.
« P-perché sei qui? Tu e quegli altri tre state prendendo il brutto vizio di entrare in casa mia senza permesso »
« E tu invece stai prendendo il brutto vizio di non chiuderti dentro a chiave. Puoi prenderti tutti i dottorati che vuoi, ma su questa cosa non mi sembri intelligente come dici tanto di essere » e si versò un bicchiere di latte in tranquillità, senza curarsi di aver fatto vergognare molto la ragazza.
« Non ho chiuso perché... Erano appena usciti Rajesh e Howard e subito dopo mi son messa a giocare alla Play... Ma mi sono addormentata... » cercò di giustificarsi, ma l’uomo si era concentrato su altro.
« Ah, quindi Raj e Howie sono stati qui ieri? Avete passato insieme la giornata? » chiese cercando di simulare disinvoltura, ma Penny si accorse che c’era sotto dell’altro, ma non riuscì a decifrarlo.
« Sì e no. Sono andata a pranzo con Raj al Cheesecake Factory, siamo venuti qui ed è arrivato Howie, appena tornato dal suo appuntamento con Bernadette. Perché... ti interessa? »
Fece spallucce. « Non mi interessa, era tanto per chiacchierare. A proposito di Bernadette, sono venuto qui per dirti che è passata stamattina chiedendo di te, ma visto che dormivi ancora mi ha lasciato il suo numero e mi ha detto di dartelo non appena ti fosti svegliata »
Penny arrossì, immaginando un uomo come Leonard osservarla mentre dormiva. « E da quando sei qua? »
« Da un’oretta. Sheldon è ancora via e mi annoiavo da solo a casa »
Arrossì ancor di più, ora che i suoi pensieri avevano preso forma ed erano accaduti realmente. « Non è che stare qui a guardarmi sua divertente... » deglutì. Si aspettava la solita risposta secca, e invece si sorprese nel vedere l’uomo evitare di appoggiare i propri occhi su quelli di lei.
« Non è poi così male, hai l’aria serena quando dormi »
Il battito di Penny accelerò, e si maledisse per questo, perché non voleva che Leonard avesse quell’effetto su di lei, si sentiva come in suo potere, come se lui avesse potuto stringere un pugno e distruggerla, e allo stesso tempo lanciarla verso il cielo e renderla la più felice di questo mondo. Dovette stare in silenzio a lungo perché lui ritrovò il coraggio di guardarla negli occhi, riprendendo il suo essere freddo.
« Era un modo per dirti che di solito hai l’aria troppo agitata o ansiosa. Relax, amica » le andò vicino e le porse un biglietto con scritto una sequenza di numeri. « Questo è il numero di Bernadette. Chiamala, mi sembrava volesse dirti una cosa importante » e uscì dalla casa, ma prima di chiudersi la porta alle spalle, si girò a guardarla, e le fece quel sorriso, non quello da stronzo patentato, ma quello più umano, da uomo che prova veri sentimenti. Non le disse nulla, nessun “Ciao, Penny”, nessun cenno con la mano, solo quel semplice sorriso. Ma alla scienziata bastava, rispetto a come era nata la loro amicizia, stavano facendo passi da giganti.
Salvò il numero della cuoca in rubrica e le telefonò, scoprendo che la ‘cosa importante’ era solamente l’emozione per l’appuntamento con Howard e la sua urgenza di raccontargliela. Si diedero appuntamento al Cheesecake Factory, un po’ perché a Penny era piaciuto molto come posto, e perché si ricordò di aver promesso a Raj che avrebbe stretto amicizia con Amy, anche se era ancora molto insicura su questo. Si cambiò e si recò al luogo d’incontro, dove l’amica la stava aspettando. Era vestita con un abito rosso estivo, nonostante il fresco vento autunnale, e Penny si ritrovò a dar ragione a Howard; era proprio bella. Entrarono e si sedettero ad un tavolo già apparecchiato.
« Penny! Non sai quanto ti devo ringraziare per avermi fatto conoscere Howard! E’ fantastico, così gentile, ben educato, non come tutti quei porci che ci provano già al primo appuntamento. Le sue guance son rimaste rosse per tutto il tempo, forse non avrei dovuto mettermi qualcosa di scollato... » continuava a parlare, ma l’altra la ascoltava poco, troppo impegnata a cercare Amy con gli occhi, finché non la trovò.
« Bernie, adesso ti devo presentare una persona » la interruppe, agitando una mano per attirare l’attenzione della cameriera, che raggiunse il loro tavolo.
« Ciao, Penny! Cosa vi porto? »
« Buongiorno Amy. Volevo presentarti la mia amica Bernadette » le due si strinsero la mano, un po’ confuse. « Noi due stasera usciamo a bere qualcosa, e ci chiedevamo se ti piacerebbe unirti a noi » ringraziò mentalmente l’amica che non protestò e stette al gioco, e una sempre più confusa Amy accettò. Dopo aver preso gli ordini se ne andò, e Bernadette si girò a guardarla con un’espressione da “Mi spieghi che cazzo stai facendo?”
« Scusa se non ti ho avvisata prima, ma Rajesh, il migliore amico di Howard, mi ha chiesto una cosa, e per farla devo entrare in confidenza con quella ragazza »
« Sei fortunata che nel week-end non ho mai nulla da fare. E... posso sapere cosa ti ha chiesto di fare? »
« In poche parole ad Amy piace Sheldon, un altro nostro amico, e io devo aiutarla ad inserirsi nel gruppo per potersi avvicinare a lui. Anche se... dovrò improvvisare molto perché io non ho la più pallida idea di come funzionino queste cose... Cioè, prima di trasferirmi non avevo neanche un amico. Venire qui a Pasadena mi ha stravolto la vita » fu strano per lei aprirsi così tanto con qualcuno, di solito era molto introversa per paura che ciò che avesse da dire non interessasse a nessuno, ma con Bernadette tutto questo non succedeva, si sentiva completamente a suo agio con lei, e iniziava a sentirsi sinceramente a quella ragazza.
« Se ti può far sentire meglio, io sono qui a Pasadena da oltre un anno, e a parte i ragazzi che lavorano con me in cucina, nemmeno io ho qualche amico » ammise quella, un po’ imbarazzata e con lo sguardo basso, come se nemmeno lei fosse tipa da aprirsi spesso.
« Ma di questo non ti devi preoccupare, inserirò anche te nel gruppo! Scommetto che a Howard non dispiacerà affatto, e poi conoscerai gli altri. Ti piaceranno di sicuro! Rajesh è una vera bomba, sprizza energia da tutti i pori, Sheldon è più tranquillo invece, ma è bellissimo stare in sua compagnia »
« E di Leonard che mi dici? »
A Penny mancò un pelo che le andò di traverso il boccone che stava mangiando. Alzò lo sguardo sull’amica, che lo ricambiò in modo divertito e malizioso.
« C-che vuoi dire? »
« Oh, non so. Ieri Howard mi ha detto dove abiti, così stamattina sono venuta a cercarti ma invece di trovare te ho incontrato Leonard. Mi ha detto che dormivi ancora e che se avevo qualcosa da dirti i riferire a lui che ti avrebbe informata di tutto. Sembrava cercasse disperatamente una scusa per venire da te, mi ha fatto tenerezza e allora gli ho lasciato il mio numero » ridacchiò. « Ottima scelta Penny, è proprio bello. Anche se non come Howard »
La scienziata divenne bordeaux, immaginandosi una presunta relazione con il commesso.
« No, guarda che ti sbagli! Tra noi due non c’è niente, è lui che si diverte a farmi diventare matta » all’improvviso le venne caldo. « Lui è stronzo, e freddo, e maleducato. Hai ragione tu, mille volte meglio Howard » con quest’affermazione provò a convincere entrambe, senza riuscirci.
« A me è sembrato tutto tranne che questo. Poi magari sarà stata una prima impressione sbagliata » e fece spallucce. Penny riprese a mangiare e mise su il broncio, perché per colpa della cuoca, l’immagine di un Leonard gentile, simpatico e, perché no? anche romantico non le uscì dalla testa per tutto il giorno. Finirono di mangiare e ognuna tornò a casa propria, dando appuntamento a Amy per quella sera al condominio della scienziata subito dopo cena.
Era di fronte alla porta di casa sua, quando qualcuno la abbracciò da dietro, stringendola in modo protettivo e sussurrandole all’orecchio:
« Ma ciao, pupa celiaca »
Solo una persona poteva salutarla in quel modo, e col cuore pieno di gioia si girò a ricambiare l’abbracciò, stringendo l’uomo fin troppo alto e tenendo la testa appoggiata sul suo petto.
« Ciao, Sheldon! » mollò l’abbraccio per poterlo guardare negli occhi, di quell’azzurro così intenso, e scoprire che era lui che voleva avere vicino, quello che più le mancava quando non c’era, quella persona che non aveva avuto mai; era lui che stava diventando così importante da essere considerato il suo migliore amico.
« Dove sei stato in questi due giorni? Ne sono capitate di tutti i colori e non sapevo a chi raccontarle. Beh c’era Bernie, ma non può minimamente reggere il confronto con te. Tu sei... il top! »
Sheldon sorrise dolcemente, mantenendo le sue lunghe braccia intorno all’esile corpo di lei.
« Hai ragione, avrei dovuto avvisarti, ma è successo tutto all’improvviso. La mia sorella gemella ha partorito con un mese di anticipo e mi hanno chiamato per andare da lei.  Prometto che la prossima volta proverò a non sparire così all’improvviso »
Si sorrisero a vicenda ed entrarono nell’appartamento di lei, parlando di com’era andato il parto e di come stesse sua sorella, finché Penny non ebbe un lampo di genio.
« So io cosa puoi fare per farti perdonare il fatto che sei sparito senza dire nulla. Stasera io, Bernadette e Amy ci incontriamo per andare a bere qualcosa. Potete venire anche tu e gli altri, se volete »
« Amy? Vuoi dire che conosci Amy Farrah Fowler? » le chiese stupito, come se non se l’aspettasse.
« Sì, Raj me l’ha presentata ieri, abbiamo mangiato insieme al Cheesecake Factory. Ma non cambiare argomento, verrete sì o no? »
Sheldon fece spallucce. « Per me va bene. Così potrò finalmente conoscere la famosa Bernadette. E poi è da un po’ di tempo che non vedo Amy, spero stia bene »
“Perfetto, cogli la palla al balzo, Penelope! Ha nominato Amy di sua volontà, è la tua occasione!”
« A proposito... Raj mi ha detto che l’avete conosciuta qualche mese fa al Cheesecake Factory... Ma hai mai approfondito la sua conoscenza? Cioè... sei mai andato oltre alla semplice chiacchierata con lei, sul posto di lavoro?»
Sheldon le lanciò un’occhiata seccata, e la ragazza si rese conto di aver chiesto troppo in poco tempo.
« No, non siamo mai andati oltre. Il suo amico del cuore è Rajesh, non io » rispose semplicemente, e l’altra non seppe come interpretare ciò. Decise di far morire lì l’argomento e di iniziare invece a preparare la cena; invitò anche l’amico ma questo rifiutò, dicendo che Leonard lo aspettava a casa loro e che aveva voglia di passare un po’ di tempo con lui, così la salutò ed uscì. Penny inviò due sms, uno a Bernie e uno a Raj, avvisandoli che quella sera ci sarebbero stati anche gli altri (ovviamente Rajesh aveva il compito di avvisare Amy). Fatto ciò, si preparò un semplice piatto di pasta asciutta che mangiò con tutta calma, tanto non aveva nulla da fare mentre aspettava l’ora del ritrovo. Bussarono alla sua porta, e dopo aver detto un “avanti!” si ritrovò nel soggiorno una bellissima Bernadette, di fianco ad una ancor più bella Amy. Erano vestite entrambe molto bene. Fin TROPPO bene.
« Cosa ci fate già qui, voi due? »
« Non sapevo cosa fare per occupare il tempo, allora mi sono preparata e sono venuta qui. Quando sono arrivata Amy era già di sotto che aspettava » spiegò la bionda. Amy era un po’ in imbarazzo, forse per il fatto che non conosceva bene nessuna delle due.
« Amo la puntualità, ma molte volte mi ritrovo con l’essere mostruosamente in anticipo »
« E poi » riprese a parlare l’altra « volevo aiutarti con la scelta dell’abbigliamento. Dopotutto... vuoi o non vuoi farti bella per il tuo Leonard? » e ridacchiò, facendo sorridere anche la mora. Tanto per cambiare, il cuore di Penny aumentò di velocità, facendo affluire tutto il sangue al cervello e bloccandole il boccone di pasta in gola. La ragazza tossì per non soffocare, sputando tutto.
« B-Bernadette *coff* t-tu devi smetterla *coff* di dirmi certe cose mentre mangio... *coff* »
Ormai le altre due erano andate dalle risate, anche se la povera che deridevano non ci trovava nulla di buffo.
« Ah. Ah. AH. Un vero spasso. Allora immagino che siate a conoscenza del fatto che stasera ci saranno anche gli altri quattro »
« Ovviamente, Penny. E suvvia, so che sotto sotto li vuoi un paio di consigli! »
Penny fece caso solo allora a com’erano vestite le due. Amy indossava una bella camicia verde chiaro che si intonava perfettamente coi suoi occhi, un paio di pantaloni bianchi attillati e tacchi che la facevano sembrare ancor più alta di quel che non fosse già. Bernadette invece indossava un vestitino con motivo floreale, e nonostante fosse privo di scollatura, il seno prosperoso si vedeva lontano un miglio. Le due avevano stili completamente diversi, ma erano entrambe bellissime. Fosse stato per lei invece, quella sera si sarebbe vestita nel suo solito modo, cioè maglia da nerd, pantaloni larghi e scarpe ortopediche, ma il fatto che potesse essere aiutata da due ragazze come loro la allettava molto.
« Allora va bene. Se volete darmi una mano, io sono qui. Ma vi avviso che nel mio guardaroba non ci sono chissà quali capi d’alta moda » disse, dopo qualche minuto di riflessione. Bernadette si gasò tutta e Amy accettò di darle una mano, così andarono in camera della scienziata e diedero il via all’operazione.
“ Ho paura che mi aspetti una lunga, luuuunga serata” pensò, tirando un sospiro rassegnato.
 
  
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