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Autore: _starsmaycollide    15/03/2014    0 recensioni
Un ingorgo del traffico. La propria stazione radiofonica preferita. La possibilità di vincere una vacanza in crociera. La possibilità di vincere, ma di ritornare nel passato per migliorare il presente.
Dal capitolo 1:
"Sapeva con che cosa si era appena scontrata. Aveva deciso di rievocare il passato per il bene di due anime destinate a stare insieme che avevano trascorso molto, molto tempo separate.
Lei sapeva che non si erano dimenticati a vicenda. Sentiva che ancora si cercavano nei dettagli della vita quotidiana.."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perdonatemi per l'ENORME ritardo e per tutto il tempo che è passato dall'ultimo aggiornamento. Tra la scuola, impegni vari, io che non sapevo più cosa e come scrivere e i mille ripensamenti riguardo questa fanfiction, ho preferito fermare un attimo il tutto e prendermi un po' di tempo. Scusatemi davvero, spero non ricapiti più! ç_ç
Bene, riprendiamo in mano questa storia! ^^ Ci eravamo lasciati con Kurt che va da.. Scoprirete presto chi (:D) e con la telefonata fra Santana e Sebastian! Abbiamo potuto scoprire che Burt non è il meraviglioso e premuroso papà di Kurt come nel telefilm, anzi.. Lo so che mi state odiando per questo, ma sappiate che per me non è stato facile scrivere di un Burt per niente.. dolce. 
Comunque, questo capitolo è uno di quelli di passaggio. Avevo bisogno di approfondire un pochino il rapporto fra Blaine e Sebastian ed esplorare (?) per un secondo i pensieri del primo. Non sono presenti Kurt e Santana, ma sicuramente li vedrete nel prossimo capitolo ;)
Vi lascio alla lettura, ci vediamo con le note finali! ^^




Have you ever seen the ocean?
Capitolo 3

 

 

Blaine, dopo essere riuscito finalmente a ritornare a casa e a non impazzire a causa del traffico, buttò la borsa vicino l'attaccapanni sul quale mise il suo cappotto, lanciò le scarpe vicino ad un mobile all'entrata e raggiunse il divano, buttandocisi sopra pesantemente. 
Chiuse gli occhi e fece dei profondi respiri: era stata una giornata particolarmente intensa, e l'unica cosa che voleva fare era riposarsi e, almeno per quel fine settimana, stare tranquillo, pianificando la vacanza che attendeva lui e il suo migliore amico. 

A proposito di migliore amico.. Dove si è cacciato?

Era venerdì sera, e il turno di Sebastian al locale era solito terminare presto, il più delle volte prima di cena. Blaine controllò l'orologio: erano le otto e mezza, e nonostante l'orario, in casa regnava un inusuale silenzio. Il che era davvero strano: Sebastian, più che ad una normale e pacifica persona, somigliava ad un uragano pieno di vitalità ed energia.
In più, le luci del salone erano già accese quando lui era entrato, quindi doveva esserci per forza qualcuno in quella casa.

Un leggero fruscio d'aria fresca proveniente dalla cucina, seguito da un piccolo tonfo, gli procurò dei brividi lungo il corpo.
Si alzò allarmato dal divano, non sapendo cosa pensare. Così, preso da un leggero panico, prese l'ombrello più vicino a lui, e con passi felini raggiunse il tavolo, un po' piegato su se stesso, tenendo l'ombrello dritto davanti a sé come scudo. Girò intorno al mobile, cercando di non sbattere contro le sedie data la piccola grandezza della sala, e con attenzione raggiunse l'uscio della cucina. 
Con un piccolo salto si nascose dietro il muro, tenendo stretto l'ombrello: aveva visto una figura muoversi nel terrazzo ed allungare un braccio per aprire la portafinestra.

Cosa diavolo ci va a fare un ladro in terrazza? A prendere aria? Pensò Blaine, un po' sorpreso dall'atteggiamento del potenziale ladro.

Sentì dei passi avvicinarsi alla porta. Aspettò qualche secondo, e poi, di scatto, stese le braccia di lato, rischiando di tirare l'ombrello dentro la cucina, il quale colpì qualcosa- o meglio, qualcuno, proprio sul petto.
Un cellulare cadde per terra aprendosi in due. Di certo non era quello di Blaine, visto che il suo era ancora dentro la borsa.
Era un iPhone con la cover blu e rossa. Proprio come quella che si era fatta creare..

“Sebastian!” urlò il riccioluto, mentre si spostava per fronteggiare colui che pensava fosse qualcuno che era entrato in casa loro per derubarli: il suo migliore amico.

"Blaine! Mi hai quasi rotto una costola con quell'affare! Ma che diavolo!" urlò Sebastian, spaventato a causa dell'inaspettato colpo ricevuto, mentre si massaggiava nel punto in cui gli faceva più male.

Il più basso appoggiò subito l'ombrello al muro, e con fare imbarazzato disse: "Mi dispiace tanto! Scusami! Pensavo fossi un ladro.. Dio, ti ho fatto molto male?"

"No, tranquillo, mi hai solo conficcato un'ombrello nel petto, ma sto bene!" rispose Sebastian, stizzito, mentre oltrepassava Blaine e raggiungeva il divano sul quale si lasciò cadere, dolorante. Appoggiò i piedi sul tavolino davanti a lui, e accese la tv. Iniziò a cambiare canale in modo insistente, premendo con forza contro i tasti del telecomando.
Blaine, mentre osservava attentamente l'amico, si chinò per prendere i pezzi del cellulare che era rimasto per terra, e lo ricompose. 
"Per fortuna che il tuo cellulare non si è rotto.." ammise Blaine, cercando di rompere quella strana atmosfera che si era creata. Non l'aveva fatta apposta a colpire l'amico, non pensava neanche che fosse lui. Evidentemente però il più alto se l'era presa, perchè nella stanza era calato il silenzio, e i suoi atteggiamenti sembravano urlare ''ti odio, non ti parlerò più per i prossimi cinque mesi."

"Te la sei davvero presa perchè ti ho colpito?" chiese il più basso, preoccupato, non ricevendo però una risposta.

Blaine appoggiò il cellulare sul tavolo, mentre Sebastian lo osservava con gli occhi socchiusi e uno sguardo che avrebbe potuto perforare la sua mano e il cellulare in un istante.
Con un sorriso divertito andò in cucina. In quattro anni d'amicizia di cui due di convivenza, conosceva Sebastian come la collezione di cravattini che teneva nell'armadio- il che era tutto dire. Sapeva come farsi perdonare, ed era anche abbastanza semplice: bastava prendere un pacchetto di tortillas, uno di caramelle gommose, una bottiglia di Coca-Cola e una di rum, ovvero gli ingredienti perfetti che avrebbero fatto crogiolare Sebastian nella felicità. Come un bambino che riceva un pacchetto di caramelle- oh, un momento. Per far contento Sebastian, i dolciumi erano d'obbligo, se no si comportava peggio del bambino.

Blaine prese tutto ciò che gli serviva, comprese delle ciotole, anche se sapeva che avrebbero mangiato direttamente dal pacchetto come adoravano fare. Prese tutto sotto le braccia e stringendole al petto, camminò piano per evitare di andare a sbattere mentre usciva dalla cucina, con le buste che quasi gli coprivano la vista. Incespicando un po', arrivò fino al tavolo sul quale l'amico aveva messo i piedi, e appoggiò il cibo.
Si sedette tranquillo sul divano, aprì il pacchetto di caramelle e inizò a mangiarne, facendone cadere qualcuna a causa della poca delicatezza con cui le prendeva. 

"Beh, cosa fai? Non me ne offri un po'?" ruppè il silenzio Sebastian, provando a trettenere l'irrifrenabile voglia di prendere tutto e scappare in bagno ad ingozzarsi come se non ci fosse un domani. Blaine cercò di non ridere e nascose un sorriso dietro la busta di caramelle, e disse: "Magari dopo che mi hai detto se te la sei davvero presa per l'ombrello. Lo sai che non l'ho fatta apporsta." il riccioluto inclinò la testa e lo fissò, aspettando una spiegazione. 

Era già successo che lo colpisse per sbaglio con degli oggetti, come ad esempio quella volta in cui Sebastian gli aveva per sbaglio buttato via una pagina di spartito di una canzone che avrebbe dovuto suonare al piano il giorno dopo di fronte a tutti gli insegnanti come valutazione finale prima delle vacanze estive. Quella volta il più alto aveva ricevuto qualche libro in testa, ritrovandosi così dei bernoccoli abbastanza dolorosi. Oppure quella volta in cui Blaine si era dimenticato di andare a comprare le caramelle, proprio il giorno in cui Sebastian era stato lasciato dal suo ex fidanzato, l'unico che abbia mai amato, ricevendo un pugno sul naso mentre gli urlava contro di voler essere ingozzato con dello zucchero. In quel frangente, Sebastian aveva avuto una reazione esagerata, ma era comprensibile, e Blaine, tra ovatta e acqua ossigenata per fermare il sangue che aveva preso a scorrere dalle narici, l'aveva perdonato. 

Sebastian spense la televisione, anche perchè non ci aveva prestato minimamente attenzione da quando l'aveva accesa. Tolse i piedi dal tavolino e si sistemò sul divano, sedendosi composto. Congiunse le mani lasciandole sulle gambe e abbassò il capo, trovando così interessante i pelucchi sulla tuta che indossava in quel momento.

"No, non me la sono presa per la scenetta in cucina. Volevo chiederti.. Tu, ecco.. Ti capita mai di ripensare agli anni del liceo?" chiese piano, come per evitare che quella domanda esplodesse nelle orecchie e nel cervello di Blaine, visto che era stata buttata lì, senza preavviso. E sapeva quanto potesse essere pericolosa per l'amico. Ma la telefonata di Santana che lo aveva decisamente colto di sorpresa, l'aveva fatto preoccupare. Non sapeva bene se sarebbero andati in crociera, prima bisognava organizzarsi con i corsi universitari e il lavoro, ma nel caso in cui sarebbero partiti, doveva essere pronto ad ogni tipo di avvenimento. 


Blaine smise di mangiare le caramelle, e appoggiò la busta sul bracciolo di fianco a lui. Passarono alcuni secondi prima che iniziasse a torturarsi le mani, e altri ancora prima che dicesse una parola. 

"Umh.. Sinceramente sì, mi capita.. ogni tanto. Perché.. Perché questa domanda all'improvviso?" chiese il più basso, mordendosi l'interno delle guance. Guardava dritto davanti a sé, il corpo visibilmente teso e le labbra leggermente socchiuse, mentre il petto iniziava ad alzarsi ed abbassarsi più velocemente.

"No, niente. Volevo solo sapere come stava andando.. Insomma, la faccenda, ecco." mentì Sebastian. Avrebbe voluto esplicitamente chiederegli se pensava ancora a Kurt, ma con la coda dell'occhio aveva visto come l'amico aveva reagito e non voleva procurargli altre sensazioni di quel genere, peggiorando la situazione. 

"Beh, cosa fai? Hai deciso di mangiare tutte le mie caramelle?"

 
 
*******
 

Blaine si mise il pigiama e si infilò sotto le coperte. Era tardi, era esausto e la serata appena trascorsa era stata.. stancante. Sebastian e lui avevano mangiato schifezze e bevuto Coca-Cola e rum -non troppo, però- al posto di consumare una semplice cena. Avevano parlato della crociera, fatto dei progetti stravanganti riguardo le tre settimane di vacanza. Avevano deciso che ci sarebbero andati anche se fosse capitata durante il mese degli esami. Avevano tutti e due bisogno di staccare la spina per un po', e sembrava che quella fosse l'occasione giusta da cogliere.

Allungò il braccio per spegnere l'abat-jour sul comodino e si sistemò meglio nel letto, affondando la guancia nel cuscino. 
Come ogni notte, due iridi azzurre vennero a fargli visita, restando con lui tutto il tempo che voleva, cullandolo nel buio, trasmettendogli il calore di cui aveva sempre bisogno. Un calore che però poteva solo pescare dai ricordi, e che non avrebbe mai riavuto su se stesso ogni minuto della giornata, non come prima. 

Ogni sera, prima di dormire, si prometteva che non l'avrebbe sognato, che sarebbe riuscito a resistere. 
Ogni sera, però, rompeva questa promessa senza neanche tanta fatica.
Erano quattro anni che rimaneva ancorato al passato. La vita gli scorreva davanti agli occhi e lui non riusciva a fermala e a raggiungerla. Era come se la corda che aveva legato lui e l'altro ragazzo fosse ancora presente a ricordargli i bei momenti passati insieme che non sarebbero potuti ritornare. Solo per il volere di qualcun altro.

Sebastian mi ha chiesto se pensassi ancora al liceo.. In realtà, no. Pensò Blaine. Ed era vero, lui non pensava al liceo.
Lui pensava solamente a chi aveva segnato con un pennarello indelebile quegli anni.

Il fatto era che Kurt Hummel non era ancora uscito dal suo cuore, nonostante il dolore che gli aveva fatto provare. E aveva cercato di dimenticarlo andando a letto con qualche compagno universitario, ma anche se lo dimenticava per una notte, quella dopo era lì.
Era sempre lì, nonostante tutto.


 



Note dell'autrice:
Sinceramente non sono molto convinta di questo capitolo. Non è per niente lungo, anzi. E' tutto quello che sono risucita a mettere insieme dopo un blocco duranto più del solito, capitemi ç___ç
Spero di riuscire ad aggiornare presto e a rifarmi con il prossimo capitolo.

Al prossimo aggiornamento, _starsmaycollide.
  
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