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Autore: kamy    15/03/2014    0 recensioni
Se Thor fosse un cacciatore di vampiri e Loki la sua preda? Se Tony fosse un uomo dei giorni nostri catapultato a Latveria? In un posto dimenticato dal tempo, un po' troppo vicino ai carpazi succedono strane cose.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.3 Tony cerca suo cugino

Tony poggiò una mano alla parete socchiudendo gli occhi, deglutì avanzando; il suono dei suoi passi riecheggiava rimbombando nei corridoi.

< Forse non è stata la mia idea più geniale > pensò.

Continuò a camminare, intravedeva i contorni di quadri appesi sulle pareti del corridoio.

< Avrei dovuto vedere più telefilm in stile Buffy o Acchiappafantasmi, mi sarebbero tornati utili > si disse.

Sogghignò, socchiuse maggiormente gli occhi avanzando senza staccare la mano, il chiarore rossastro delle candele rifletteva la sua ombra allungata illuminando i bordi dei quadri. Tony continuò a camminare, li osservò vedendo una serie di volti coperti dalle maschere di ferro e inarcò un sopracciglio.

< Immagino non avessero la chirurgia plastica > pensò.

Percepì il sibilo del vento, avanzò fino ad una finestra chiusa; dalle imposte filtrava l'aria che faceva ondeggiare le fiammelle delle candele ai lati. Tony sbuffò, si passò la mano tra i capelli e strinse il ciondolo azzurrino.

Tony tirò la mano della madre, allungò l'altra stretta attorno al ciondolo e sporse le labbra.

"Cos'è?" chiese.

La donna dilatò gli occhi, si chinò prendendo in braccio il bambino e lo poggiò sulle proprie gambe.

"Pensavo fosse rimasto..." sussurrò.

Scosse il capo, carezzò i capelli di Tony e sorrise. Prese il ciondolo, glielo mise attorno al collo e vide l'oggetto brillare d'azzurro. Si morse il labbro, gli baciò la fronte.

"Ti proteggerà. Forse perfino da te stesso" mormorò.

Tony grugnì scuotendo il capo, infilò il ciondolo sotto la camicia e guardò avanti.

"Devo trovare mio cugino" sussurrò tra sé.

Superò una serie di porte chiuse semi-illuminate dalle candele, intravide una rientranza e aggrottò le sopracciglia accelerando l'andatura fino ad affacciarsi. Vide il retro di una sedia posta davanti a degli schermi sottili la metà di un dito, entrò osservandone uno che inquadrava la sua casa di Malibù e si avvicinò fino a oltrepassare la sedia.

< Quindi il vampiro non è l'unico stalker di Latveria > pensò.

Allungò la mano, sfiorò lo schermo sentendolo caldo. Ritirò la mano, sbuffò e si guardò intorno osservando altri schermi, uno inquadrava il Colosseo, un secondo la Torre Eifel, un terzo il deserto e un quarto del ghiaccio. Indietreggiò, scosse il capo strofinando il fianco contro il bracciolo della sedia e si voltò; sul muro stava appeso uno stendardo con una rosa rossa, alcuni punti erano umidi e avvicinandosi sentì l'odore di muffa. Toccò lo stelo, passò le dita sui petali rossi scuro e si morse il labbro. Uscì dalla stanza, guardò a destra e sinistra; riprese a camminare seguendo la scia di candele.

"Ancora benvenuto nella nazione della forza e dell'integrità".

Sentì una voce maschile alle sue spalle. Tony sobbalzò, si voltò incassando il capo tra le spalle, allargò le gambe guardando a destra e sinistra.

"E degli stalker. Non dimentichiamo gli stalker".

"In realtà della prosperità, della bellezza, della gioia" rispose il maggiordomo.

Teneva un tovagliolo sulla spalla, le luci rossastre illuminavano la sua giacca. Indicò una bandiera verde con una croce nera con i bordi e il centro rossi.

"Una nazione unita" sussurrò.

Tony lo guardò, mugugnò spostando il peso da un piede all'altro e passò le mani sulla giacca tirata facendo ondeggiare le maniche a sbuffo della camicia bianca.

"So che sono qualcosa come le tre di notte, ma non è che anche mio cugino per caso soffre d'insonnia come i suoi servitori e sudditi di passaggio?".

"Il nostro benevole leader, vostro cugino il Doctor Doom, rimane desto solo nelle ore notturne. Il suo riposo giornaliero lo rende più umano agli occhi del popolo" rispose il maggiordomo.

I capelli neri gli ricadevano sul viso abbronzato. Tony sospirò, si passò la mano sul volto sospirando e scosse la testa.

"Quel che vi pare. Devo decisamente parlargli".

Socchiuse gli occhi, sentiva il medaglione oscillare sotto la camicia e si morse il labbro.

< Se agli abitanti sembra normale un riposo giornaliero, non mi sorprenderei se questo posto confinasse con la Transilvania > si disse.

"In questa terra di pace e ordine, dove accettiamo persino i Rom, lei può avere tutto ciò che vuole. Cosa desidera?" domandò il maggiordomo.

Alzò il braccio e gl'indicò una porta dorata alla fine del corridoio, dove era rappresentata un'aquila arancione con una corona cornuta, una d nello stendardo a scudo che gli faceva da corpo e dell'alloro sulla parte finale a v. Tony aggrottò le sopracciglia corrucciando la fronte, aprì e chiuse le mani facendo tre passi di lato.

< E accettano anche i vampiri? > si chiese.

Si mosse a destra, a sinistra, spostò il peso da un piede all'altro e si leccò le labbra. Osservò il braccio del maggiordomo, annuì.

"Grazie Mummia" disse.

Si voltò, percorse il corridoio a passo svelto fino alla porta.

< O ero cieco, o questo castello ha qualcosa che non va > pensò.

Si sporse oltre la porta guardando la sala con gli occhi socchiusi.

"Re delle mummie, sono Tutankhamon!" sentì gridare alle sue spalle.

Tony aggrottò le sopracciglia, sospirò e scosse il capo.

< Peggio di così, potrei solo incontrare un esercito di zombie affamati > pensò.

Entrò nella stanza guardando a destra e sinistra, teneva le labbra assottigliate e sentiva il ciondolo caldo contro la pelle sotto la camicia. Due colonne larghe quattro volte Tony tenevano sollevato il tetto, la sala era illuminata da dei globi di luce sostenuti da delle statue piegate. Tony avanzò lungo le piastrelle arancioni ricoperte di petali di fiori rossi e gialli. Poggiò una mano sullo schienale della sedia, osservò la lunga tavola apparecchiata guardando al centro del tavolo una fontana da cui scendeva del vino rosso in dei bicchieri, la tavola era contornata di candele. Alzò il capo osservando dei tendoni coprire la sedia all'altro capo del tavolo, aggrottò le sopracciglia intravedendo un'ombra dietro di esse e si sedette.

"Questo è lo spuntino di mezzanotte?".

Dalle tende uscì una giovane donna dalla pelle nera, indossava un top tigrato e una gonna, il collo era stretto da dei cerchi d'ottone. Raggiunse Tony, unì le mani e piegò il capo.

"Il signore cena sempre alle nove, ma stavolta ha atteso che lei riposasse dopo il viaggio" spiegò.

Tony guardò la serva, accennò un sorriso piegando il capo.

"Molto gentile" rispose.

Guardò la tavola, si leccò le labbra.

"Ma la visita di un vampiro mi ha chiuso lo stomaco, e vorrei sapere se è normale che dei succhiasangue facciano visita agli ospiti reali, da queste parti".

"In questa terra sono normali ceppi europei misti, Rom, tedeschi, ungheresi, latveriani di nascita, rumeni, albanesi e esperanti. Non mi risultano succhiasangue. E suo desiderio che io ponga la domanda al signore o preferisce sedersi?" domandò la serva.

Tony sogghignò, allargò le gambe scivolando verso il basso sul sedile e piegò il capo a destra e sinistra.

"Non fa niente. Potresti cortesemente procurarmi un doppio cheesburger? Oh, e dire a Tutankamon lì fuori se mi fa il piacere di disfare la valigia, che temo di aver lasciato in aeroporto?".

La serva piegò la schiena in avanti, i lunghi lobi neri delle orecchie le oscillarono ai lati del capo allungato.

"Come desidera, gradito ospite del nostro re" disse.

Si rizzò e si allontanò, raggiungendo la porta. Tony si voltò guardandola uscire, sogghignò e le iridi castano scuro gli brillarono. Si alzò, camminò in avanti superando il tavolo, si abbassò entrando nel tendone silenziosamente e del pelo gli pizzicò il naso. Tossì chiudendo gli occhi, ne socchiuse uno alzando il capo.

  
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