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Autore: CuteLilShit    16/03/2014    2 recensioni
"E lo fece, mi baciò"
E se Demi e Selena in realtà si fossero frequentate, e si frequentassero ancora?
Affrontiamo i loro problemi di bullismo, di identità.
Young Delena
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Selena Gomez
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2
 
Primo giorno di scuola!
 
 
Demi:
Mi svegliai a mala voglia al suono della sveglia. Il secondo anno di liceo sarebbe iniziato in quel fatidico giorno. Altri mesi di pura tortura. Non capisco davvero cosa ci sia di bello nel torturare i ragazzi così. Loro dicono “la scuola serve a voi per imparare”, frase spudoratamente smentita dalla nostra supplente di religione l’anno scorso che disse “…A me non importa che voi impariate chi siano Cirillo e Metodio...” , insomma, penso che siano oramai chiare le loro vere intenzioni.
Spengo la sveglia e prendo il cellulare staccandolo dal caricatore. Un messaggio: Selena << Buongiorno Demi! Oggi ricomincia la scuola eh? Dai su, quest’anno andrà meglio. Sii forte. Sel :* <3 >> . Lessi quel messaggio sorridendo. Almeno la giornata era cominciata bene. Le risposi << Ma come fai a svegliarti così presto la mattina?  Ah ah, speriamo… Buona fortuna anche a te, l’anno scorso non ti è andata molto bene in geografia o sbaglio? Ci sentiamo dopo <3 Demi :* >> 
Scesi in cucina per fare colazione. Presi solo un pezzo di pane: la sera prima avevamo festeggiato l’ultimo giorno di vacanza mangiando una pizza alle 2.00 di notte. Non il massimo insomma. Non l’avrei mangiata se Madison non mi avesse pregato (“Ti prego Demi! Festeggia con noi! Non lo noterà nessuno lo giuro!”.) Mi vestii in fretta e scesi per non perdere lo scuolabus. Mia sorella iniziava la scuola domani, quindi rimase a dormire. Salii sul furgoncino giallo facendo finta di non esistere mimetizzandomi con gli altri ragazzi. La giornata era iniziata bene, non volevo rovinarla con un insulto da parte di quelle arpie. Fortunatamente non mi notò nessuno ed entrai nell’istituto senza problemi. Guardai tutto ciò che mi capitò d’occhio. Nessun cambiamento, sempre gli stessi muri che cadevano a pezzi, gli stessi poster dell’anno scorso. Ce n’erano persino alcuni con su scritto “Vota per Lindsey Melbourne come reginetta” o “Nick Dunford il vostro re!”. Non capivo davvero perché si mettessero così in ridicolo, loro dicono che “ti porta onore”, ma io sinceramente non capisco così cosa ci sia di onorevole nell’indossare una stupida coroncina di plastica. È bello quando hai tre anni, quattro, ma poi quando cresci dovresti capire che sono solo cavolate. E poi più che onore si dovrebbero vergognare di vedere le loro facce tutte pasticciate su quegli stupidi poster.
Passai oltre e notai con piacere che avevano già sistemato sulla bacheca le varie attività da fare dopo scuola. L’anno scorso stava un Glee club, un club di canto corale, ma fu un vero e proprio fiasco. C’erano già dei nomi scritti sul foglio delle cheerleader e dei giocatori di football. Scacchi, arte, computer, tanta roba, ma ad attirare la mia attenzione fu un foglio con su scritto “Musical”. Solo un nome stava scritto, Bartholomeo McGustry. Ma che diamine di nome era mai quello? Doveva essere uno scherzo. Afferrai la penna e scrissi il mio nome. Mi allontanai a fatica da tutti quei ragazzi e mi diressi verso quello che l’anno scorso era stato il mio armadietto. In realtà era lo stesso anche quest’anno. Aprii e trovai dei fogli che lasciai l’anno scorso dato che non mi andava di levarli. C’erano dei disegnini su di essi, disegnini a dir poco orribili fatti con la mia unica amica in questo posto durante le varie ore scolastiche. Si chiamava Martha, ma quest’anno si era trasferita dall’altra parte dello stato per colpa del lavoro dei genitori. Quell’anno sarei stata da sola, lo sapevo. D’altronde avevo sentito che l’anno scorso una matricola come me era stata praticamente stuprata da un ragazzo di terzo, il quale fortunatamente ora si ritrova in un collegio. Quindi, meglio soli che mal accompagnati. “Alla prima ora nella stanza 23”. Entrai nella suddetta stanza, riuscii a sedermi all’ultimo posto ed entrai nel mio “mondo immaginario”, come sempre d’altronde.
 
Selena:
Uscii a mala voglia dalla vasca al suono delle nocche di mia madre contro la porta. Era ora di colazione. Mi asciugai il corpo e misi i primi vestiti che vidi, poi avvolsi i miei capelli in un asciugamano e scesi. Presi un pancake e cominciai a mangiarlo. Dopodiché presi il cellulare e lessi ciò che mi aveva risposto Demi. << Ma come fai a svegliarti così presto la mattina?  Ah ah, speriamo… Buona fortuna anche a te, l’anno scorso non ti è andata molto bene in geografia o sbaglio? Ci sentiamo dopo <3 Demi :* >>  ore 8.10, praticamente un minuto fa. Le risposi << Sono semplicemente una persona mattiniera, non una dormigliona come te, razza di panda! Mia madre mi ha appena detto che dopo veniamo da voi per “festeggiare il primo giorno di scuola”, quindi “ci vediamo” dopo, ciao :** >>.
Finita la colazione, mi preparai per bene e mi avviai a scuola. Era molto vicina a casa mia, quindi ci andavo a piedi. Faceva caldo, era lo stesso caldo di Agosto, non era cambiato niente. La scuola in cui andavo era nuova quindi mi sarei di nuovo dovuta presentare e di nuovo avrei dovuto subire gli sguardi sbalorditi di tutti quelli che mi conoscevano grazie alla televisione.
Entrai nel giardino di quella nuova scuola. Notai, o meglio, odorai con piacere che era ben curato. “Speriamo che anche la scuola sia così pulita” dissi tra me e me. Guardai le lettere di ferro sopra l’entrata che dicevano ‘Galilei High School’, dal nome sembrava una cosa seria, quindi forse era una scuola seria e pulita. Niente di più sbagliato. Ragazzini urlanti ovunque, persino carta igienica che volava qua e là, ragazzine con lo smalto appena fatto che sporcavano tutto. Entrai direttamente nell’aula in cui dovevo andare, dove mi sedetti all’ultimo banco. Dopo qualche minuto stavano tutti quanti, tra cui anche la professoressa che mi disse < Signorina, si tolga gli occhiali da sole, non siamo in spiaggia qui! >. Fantastico, neanche è iniziata la scuola che già mi beccano a fare qualcosa di sbagliato. Tolsi gli occhiali e continuò < Non l’ho mai vista qui, è nuova per caso? >, risposi di si e disse < Oooh, ma allora venga qua a presentarsi. Su su > m’incitò con le mani. Mi alzai ed andai vicino alla cattedra, dove guardai prima lei, poi mi girai verso la classe e dissi < Mi chiamo Selena Gomez, ho sedici anni, e non vi importa da dove vengo >. Ecco, lo sapevo. I soliti bisbigli e pettegolezzi, i soliti sguardi scioccati. < Sì, sono Selena Gomez de “I Maghi Di Waverly” >. Altre occhiatacce. Tornai a posto svogliata e mi buttai sul banco. E quella era solo la prima ora. Non osavo immaginare come avrei fatto tutta la giornata.
La seconda ora consisteva in un’ora di palestra. Avevo chiesto ad una ragazza cosa avremmo fatto e mi rispose . Entrammo in palestra e trovammo un vecchio senza peli ad aspettarci. E con senza peli intendo che non aveva proprio peli: aveva la pelata e si era fatto la ceretta alle gambe e alle braccia, penso anche al petto. Le sopracciglia sembravano rifatte, e nonostante sembrasse una checca la sua voce era decisamente roca. Ci disse qualcosa a proposito lo sport e quanto fosse importante. Poi ci fece fare qualche giro di campo prima di darci degli strani palloni blu. Ci divise in due squadre senza uno schema ben preciso, o meglio, fece una squadra forte contro una notevolmente più debole. Io ovviamente, dato che sono la solita sfigata, capitai nella squadra più debole. E sentii un fischio: tutti cominciarono a lanciare i palloni contro gli avversari. E subito la nostra squadra fu decimata. Mi stavo guardando attorno per osservare chi rimaneva in campo e schivai a fortuna una pallonata di quelle potenti. Time Out. Andai subito a bere nell’acqua e notai quasi con piacere che anche nell’altra squadra erano rimasti pochi ragazzi. La partita ricominciò e in un batter d’occhio rimanemmo io e un ragazzo nella nostra squadra e un maschio e due femmine nell’altra. Il ragazzo della mia squadra “eliminò” uno dei ragazzi dell’altra ma venne a sua volta buttato a terra da una pallonata della ragazza. Solo io contro due, fantastico! Dopo qualche secondo di pausa la partita ricominciò e riuscii a schivare un pallone ed eliminare il ragazzo, rimanendo in uno scontro uno contro uno contro la ragazza. Mi misi  in posizione ma un tipo mi cadde addosso facendomi lasciare la palla. Fui capace di schivare la palla in arrivo di quella ragazza, ma caddi a terra in un modo orribile, tanto da finire in infermeria. Ovviamente in tutto questo frangente il prof fece finta di niente. Probabilmente un giorno gli avrei spaccato la faccia dalla rabbia, ma in quel momento l’unica cosa spaccata era il mio polso. Fui accompagnata da un bidello in infermeria rispondendo < Che cazzo guardi? > o < Levati dalle palle > ad ogni persona che mi guardava male. Cercate di capirmi, mi ero appena forse rotta un braccio. Mi stesi sul lettino e senza accorgermene mi addormentai. Che bel primo giorno di scuola.




Angolo dell'autore o meglio dell'autrice:
Grazie per aver letto fino a qua! Scusate per eventuali errori grammaticali e passata dalla pagina facebook "Like a Skyscraper" dove sono admin! Grazie ancora <3
  
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