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Autore: yoo_bro    16/03/2014    6 recensioni
New York, una casa e quattro ragazzi.
Storie nascoste, passati che ritornato e mille preoccupazioni.
Scuola,feste ed alcool.
Amore, gelosia e passione.
Litigi, risate e dolore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap.2


 
New York,6:30 a.m



Il paesaggio scorreva veloce dietro il vetro scuoro della limousine, che indisturbata sfrecciava veloce e stranamente sola tra le strade di una New York addormentata.
La piaggia batteva forte,bagnando i tetti dei grattaceli e alcuni passanti che con i piccoli ombrelli camminavano a passo svelto per non bagnarsi.

Annabeth Chase se ne stava seduta sul comodo sedile,la guancia premuta contro il vetro freddo,gli occhi che saettavano da un parte all'altra sulle gocce che piccole e veloci scendevano su di esso e le prime note di "Diamons" intonate da Rihanna che l'accompagnavano verso l'ultimo tratto di strada.

Lanciò  con un sospiro mozzato, un rapido sgardo all'uomo accanto a lei. Frederick Chase,aveva lo sguardo perso chissà dove,gli occhi cupi e tristi.Le mani che torturava in grembo,erano il segno evidente di quanto fosse nervoso.

Annabeth ritornò a guardare fuori dall'auto,trovando interessante la pioggia che scendeva e il cielo,che proprio come i suoi occhi,era diventato grigio.

Codardo. Era questo che pensava Annabeth di quell'uomo,che ancora ostinava a chiamare "papà".

Codardo,perchè non aveva il coraggio nemmeno di guardala più in faccia,forse perchè avrebbe letto l'immensa delusione e tristezza che albergavano negli occhi grigi della sua bambina.
Codardo,perchè aveva preferito spediarla a New York.
Codardo,perchè aveva preferito una donna ricca e senza scrupoili,piuttosto che la sua piccola Annabeth.

Era solo un codardo e Annabeth,non lo avrebbe mai perdonato.

L'auto si fermò d'un tratto di scatto,nello stesso momento in cui la perfetta voce di Rihanna smise di cantaree dal fremito che ebbe suo padre accantò a lei,Annabeth capì di essere arrivata a destinazione.

Con fare svogliato,la ragazza,aprì la portiera dell'auto,non prima di aver lanciato un breve sorriso all'autista che ricambiò. Si ritrovò d'avanti suo padre che l'attendeva con un grosso ombrello rosso.

Annabeth suffò ma non disse nulla. Sfilò le cuffiette dall' orecchio,e seguì suo padre mentre le arrotolava attorno all'affezzionato e amato MP3. Camminarono per un lungo e stretto vialetto,contornato di rose rosse e erba rampicante.

Annabeth,tenne lo sguardo basso per tutto il tragitto,fin quando,non si ritrovò davanti un enorme villa bianca.
Una piscina appariva nel mezzo di un grandissimo giardino,gli scivoli davano colore al tutto così la recinzione ricca di fiori e alberi fioriti.La ragazza, emise un verso di sorpresa.

Si girò letamente verso suo padre, forse per constatare di non essere l'unica ad avere in viso quell'espressione cosi sbalordita,ma lo sguardo di suo padre,era quello che ormai aveva su da due giorni:cupo e triste.

Annabeth,si disse,che se non ci fosse stata tutta quella pioggia,quella casa sarebbe stata ancora più splendida ai suoi occhi.
Seguì suo padre fin sotto il portico d'ingresso.Lo vide bussare e il suo cuore perse un battito.

In quel momento, realizzò di essere arrivata a New York per davvero.Che non era tutto un brutto sogno.
Era arrivata per davvero e ora sarebbe cambiato tutto.

Fece un passo indietro appena la porta si aprì.
Un uomo,sulla quarantina d'anni si presentò alla porta.Una zazzera di capelli castano scuro gli spuntava sulla testa,il viso contornato da piccole rughe segno dell'eta apparivano sotto gli occhi e agli angoli della bocca sorridente,un paio di occhi verdi e dolci contornavano il tutto.

-Frederick,amico mio !.- esclamò l'uomo lanciandosi verso il padre di Annabeth per abbracciarlo.
Il signor Chase,per la prima volta sorrise,come se per un attimo fosse tornato a vivere.

-Sono quasi due anni che non ci vediamo e tu,resti sempre lo stesso Poseidone..- Frederick rise piano,e diede dei colpi affettuosi sulla spalla dell'uomo.

Poseidone?Che razza di nome era?
Annabeth ci rimurginò sopra,ricordando poi,che Poseidone era il dio dei mari nella mitologia greca.
Sentì poi lo sguardo dolce dell'uomo su di lei.

-E così tu saresti la piccola Annabeth Chase non è cosi?.-Poseidone le posò una mano sul capo,scompigliandole poi,i capelli biondi.

Annabeth grugnì infastidita.Odiava essere chiamata piccola.Aveva diciassette anni,era tutto tranne che  piccola.
Un sorriso appena accenato le spuntò piano sul volto e annuì.

Poseidone li invitò ad entrare e Annabeth,come se stesse andando incontro ad una morte certa, entrò in quella che sarebbe stata la sua nuova casa.
Chiuse gli occhi,i nervi tesi sotto la sua pelle e il cuore che batteva forte,ma quando entrò tutte quelle sciocche paure scomparvero.

Un odore di biscotti al cioccolo e amore le invase le narici,lasciando che si rilassasse.
Era quello l'odore che si aveva quando avevi un famiglia?

Annabeth dentro di se annuì.Non erano stati gli arredamenti costosi o gli eletrodomestici di prima marca ad andarle all'occhio.
Era stato quell'odore così nuovo,così dolce a farle capire che forse avere una famiglia,qualcuno che ti amava poteva avere il sopore dei biscotti al cioccolato.
Che cosa strana..

Seguì Poseidone e suo padre,restando qualche passo più indietro,verso un enorme cucina.

-Sally tesoro,guarda qui chi è appena arrivato?.- Poseidone,con un sorriso a trentadue denti,chiamò,quella che Annabeth pensò ,dovesse essere sua moglie.

Sally Jackson,alzò gli occhi dall'impasto blu che stava lavorando.
Era una donna bassina,con lunghi capelli castani e occhi del medesimo colori.Aveva un sorriso dolce e rassicurante stampato sul viso e quando vide Annabeth,con le mani ancora sporche
d 'impasto le corse incotro strigendola a se.

Annabeth rimase ferma,nelle braccia della donna.
Sally lasciò la presa e la guardò sorridendo ancora dolcemente.

-Oh piccola,quanto sei cresciuta!.- esclamò la donna dopo che ebbe salutato affettuosamente anche Frederick.

-E' identica ad Atena,non trovi Poseidone?.- continuò poi.
Annabeth,a quelle parole sorrise istintivamente.
Una,delle poche cosa,che adorava nella sua vita,era sua madre.

Atana,era la donna migliore del mondo e Annabeth,amava essere paragonata a lei.

-Ora dov'è?.- Sally si rivolse a suo padre,che aveva ripreso lo sguardo cupo di prima.

-Cina,è li per uno progetto..- mormorò pronta Annabeth con una punta di fierezza nella voce.
Infondo,suo padre e sua madre,quella vera,non si parlavano molto ma lei,era costantemente attaccata al cellulare per poter parlare ,anche solo due minuti con lei.

-Allora,Frederick,che ne dici di restare per cena?.- propose Sally,mentre con un strofinaccio si ripuliva le mani.
Il signor Chase,chiamato in causa sussultò lievemete.

-No,mi dispiace non posso,Jonlene mi aspetta e..-

-E lui non può mica far aspettare la sua amata mogliettina?.- Annabeth loninterruppe con astio,lasciandosi scivolare di dosso il buon umore.

Guardò con gli occhi lucidi suo padre,che per l'ennesima volta aveva saputo rovinarle quel briciolo di felicità che aveva acquistato.

-Annie, ti prego non fare così..- sussurrò suo padre con tristezza.
La ragazza rise in falsetto.

-E come dovrei fare papà?Mi stai abbandonando te ne rendi conto?Hai preferito quella specie di donna accanto a te,e non me.Io sono tua figlia,una volta ero al tua piccola Annie mentre ora..- lasciò la frase in sospeso,mentre sentì la mano di Sally posarsi sulla spalla.

-Lo sei anche ora piccola,lo sei o lo sarai sempre..- suo padre rispose con voce rotta,come,se da un momento all'altro potesse crollare anche lui.

-E allora perchè mi stai facendo questo?.- sbottò velenosamente Annabeth.
Suo padre non le rispose e un lascrima solitaria le solcò il volto.

Sally fece per abbracciarla ma Annabeth la fermò,ostinando a mettere sul volto un lieve sorriso.

-Dov'è la mia stanza Sally?.- chiese con gentilezza.
-Secondo piano,prima porta a destra..- mormorò Sally leggermente scombussolata.

Annabeth sorrise piano a Poseidone e si voltò verso suo padre.
Lui non la guardò,tenne lo sguardo basso,mentre continuava a torturarsi le mani.

La ragazza sorrise amaramente e poi uscì dalla cucina,correndo verso le scale.
Trovò con facilità quella che sarebbe stata la sua nuova camera e si lasciò cadere sul letto,lasciando che per la seconda sera affogasse il suo dolore sotterrando il viso tra i cuscini mentre le lacrime che sapevano di delusione scendevano senza freno.



*********

New York,stanza di Annabeth,9:15 a.m


-Credi sia ancora viva?Sono due giorni che se ne sta chiusa li dentro..-

-Talia,insomma anche tu con questa stupida storia?..-

Annabeth sbuffò dopo l'ennesima frase che avesse come protagonista lei.
Lasciò scivolare le gambe toniche fuori dal letto,mentre dei lievi spiragli di sole entravano dalla finetra coperta da una spessa tenda color vaniglia.

Il suono del traffico di New York,quella mattina,era più acuto e amplificato del solito o forse era solo lei più sveglia di quanto non lo fosse stata le altre mattine.
Guardò verso la porta chiusa mentre sentiva la voce preoccupata di Sally e quella della fantomatica "Talia" che come ogni mattina,litigavano fuori dalla sua porta.

Sally le chiedeva di portarle la colazione preoccupata per fatto che non uscisse mai da quella camera.
Talia faceva domande strane sul perchè si fosse rintanata lì sparando stronzate e idee folli a più non posso.
La moglie di Poseidone sbuffava e alla fine,dopo una lunga e ardua conversazione entrava di persona e le lasciava la colazione sul piccolo comò accanto al suo letto,mentre Annabeth,se ne stava buona sotto strati di coperte e cuscini facendo finta di dormire.

Era questa la scena che si ripeteva da due giorni a questa parte e lei,ne era davvero stanca.

-E' solo disorientata e sola.Prova a capirla Tals,anche per te è stata la stessa cosa..- Annabeth sentì la voce di una Sally più preoccupata del solito.

-Si ma,ecco io..Sally non la conosco nemmeno.Che diavolo le dico?.- sbottò l'altra ragazza.
Dovette accadere qualcosa,poichè le voci smisero di parlare,si sentì un tonfo e dopo svariati minuti la porta della sua camera si aprì.

Una ragazza dai lunghi capelli corvinì le si presentò d'avanti.
Era bassa,con occhi blu elettrici che sprizzavano energia,labbra carnose e rosse.Il viso era contornato da un spruzzata di lentiggini e sul viso pallido,all'altezza dell guace un lieve rossore appariva stonato.
Annabeth notò i grandi occhi marcati di mascara e contornati da una lieve riga di matita sotto gli occhi mettendo in risalto il suo sguardo tagliente e malandrino.
Indossava un pantaloncino nero ad alta vita,una maglia bianca corta che lasciava intravedere l'ombellico e delle Vans dello stesso colore ai piedi.
Un polsino pieno di borchie le appariva sul polso sinistro.

Sorrise piano ad Annabeth e pogiò il vassoio ricco di leccornie che sicuramente Sally aveva preparato ,sul piccolo comò.
Si sedette poi,con un tono ful letto e la guardò,con quegli occhi,quasi a cavarle le parole di bocca, a voler scovare ogni minimo particolare della sua anima.

-Mi spiegheresti il motivo del tuo rintanamento in questa cavolo di camera?.-sorrise malandrina,guardando  ancora la ragazza bionda di fronte a se.

-Ti interessa davvero saperlo?.-Annabeth rispose a tono,alzandosi del letto e squotendo la testa ricca di boccoli biondi.

-In realtà no,ma ecco,se non me lo dirai,subirò la furia di Sally e credimi bionda,quella donna così dolce se si arrabbia diventa un Pitbull affamato..- sghignazzò Talia.

Annabeth,per la prima volta in due giorni si lasciò sfuggire una risata.

-E poi,mica vorrai portarti sulla coscenza la mia perdita?.
La bianda rise poù forte e scosse la testa.

-Io sono Annabeth..- tese la mano pallida verso la ragazza.
Talia la guardò negli occhi e sul suo viso fece spuntare un espressione buffa ma allo stesso tempo dolce .

-Io invece sono Talia.- strinse la mano della ragazza sorridendosi entrambi complici di qualcosa che non esisteva.
Era una semplice stretta di mano,un sorriso dolce e amichevole,ma nessuna delle due sapava ancora che quella stretta sigillava l'inizio di una nuova e grande amicizia.










*L'angolo di YOO*
Sciuuu a tutti.
Rieccomi qui,con il secondo capitolo della mia nuova e folle idea che è questa nuova FF.
Allora,vi ho lasciato con un minuscolo prologo che conteneva mille e mille punti interrogativi.
Mi dispiace,non era mia intenzione,ma dovete sapere che questa non sarà una delle tante storie amorese e sdolcinate.Non sono per me e credo che chi mi segue lo sa bene.
In questa storia ci saranno tanti,ma tanti problemi che molti adolescenti affrontano.
Scopriremo pian piano perchè Annabeth si triva lì e i personaggi che ci faranno compagnai in questa storia.
In questo,per esempio che la nostra (soprattutto la mia) amata Talia Grace.
Un consiglio soltanto,non vi fermate alla apparenze..più in la capirete questo consiglio ;)
Spero vivemente che siate sempre di più  a recensire e ringrazio quei dolci raggi di sole che la seguono,che hanno la storia tra i preferiti o che la recensiscono.Grazie mille davvero.
Ci vediamo alla prossima (spero presto) un bacio la vostra Yoo<3 



 
                      
                                                   Talia Grace!





                     
                         Annabeth dovrebbeesserebiondaporcaAfrodite Chase!




 
  
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