La giornata trascorse relativamente rapidamente per i gusti
di Kaori che vedeva le ore scorrere troppo in fretta. Continuava ad essere
ansiosa, tuttavia ogni cosa era pronta e le sue amiche l’avevano fortemente
incoraggiata.
La sera arrivò. Vestita con un paio di jeans stretti neri e
una camicia in raso sintetico che ricopriva la sua biancheria in pizzo rosso, stava
preparando la cena aspettando il suo socio. Come d’abitudine, aveva
apparecchiato la tavola e preparato tutto cosi che lui non potesse sospettare
nulla, sperando che Kazue fosse riuscita a trattenere Mick. Quest’ultima,
sicura di lei, le aveva assicurato che gli avrebbe preparato una sorpresa
impedendogli di uscire e di avvertire Ryo.
Lo sweeper, senza nemmeno immaginare quello che lo stava
aspettando, rientrò a casa per cenare con lo scopo di riempirsi lo stomaco
prima di ri-uscire per tutta la notte.
Quando entrò nella stanza, la sua socia era là ed la cena era
pronta. Appoggiandosi contro la porta della cucina, la osservò. Era bella e
quello che indossava metteva in risalto il suo corpo. Perché si era vestita
così? Aveva intenzione di uscire anche questa sera? Aggrottò le sopraciglia,
infastidito, e come se lei lo avesse sentito, Kaori si girò e gli sorrise.
-
Sei
arrivato puntuale... come sempre per la cena, siediti, è pronto.
-
Spero
che tu abbia fatto dei progressi, perché la cucina, io amo quella buona.
-
Pff... – fece lei assestandogli una piccola martellata prima di mettere i
piatti in tavola. Estirpandosi da sotto il martellone, il nostro stallone la
raggiunse per abbuffarsi. Quando si accorse che Kaori lo stava fissando, le
chiese:
-
Perfè mi fuardi?
-
Nessuno
ti ha mai insegnato di non parlare con la bocca piena.
Lui continuava ad abbuffarsi, allora lei buttò là con un tono
che voleva essere neutro e calmo, nonostante il cuore le tamburellasse nel
petto rischiando di farle avere un infarto.
-
Ho
deciso di lanciarti una sfida, perché sono stanca che tu esca a spendere i
nostri soldi per locali ogni sera. Le nostre finanze stanno diminuendo a vista
d’occhio!
Lui sorrise, sospettando che gli avesse preparato un bel tiro
mancino ma continuò gonfiando il petto.
-
Io
sono il migliore in tutto, l’hai dimenticato mia cara socia!?
-
Pensavo
ad una partita di carte, niente di tanto complicato.
Fu allora che la camicia le scese leggermente, scoprendole
una spalla davanti lo sguardo di Ryo che si controllò a fatica. Quella dolce
pelle così delicata e la spallina del reggiseno rossa gli riempirono la testa
di immagini vietate ai minori con lei come attrice principale,
ma Kaori, tranquillamente, come se non avesse notato nulla, si rimise
apposto la camicia prima di posare i gomiti sulla tavola e chiedergli,
beffarda:
-
Allora,
signor Sbruffone, accetta la mia sfida? O hai paura di perdere di fronte a me?
-
Lo
stallone di Shinjuku accetta sempre una sfida e non ha mai paura di niente! –
Esclamò alzandosi per gonfiare di nuovo il petto.
Kaori represse un sorriso dicendo innocentemente:
-
Allora
immagino che una partita di poker non ti spaventi.
-
Di
poker?
-
Si, con penitenza finale ovviamente.
-
Non
hai alcuna possibilità! – si vantò lui.
Ecco fatto! C’era riuscita, ora doveva andare fino in fondo.
Incrociando le dita, rispose, con il cuore che rischiava l’arresto cardiaco:
-
Bene,
in questo caso non avrai nessun problema a dare un pizzico di pepe alla
partita.
Ryo si chiese cosa avesse in mente. Mick forse aveva ragione,
le ragazze e soprattutto Kaori, gli avevano preparato un colpo mancino? No, non
era nello stile della sua socia, allora replicò disinvolto facendo spallucce:
-
Cioè?
Prendendo un profondo respiro si allontanò per andare a
cercare le carte, e gli lanciò:
-
Facciamo
una partita di Stip-poker.
Lo sentì strozzarsi con il bicchiere d’acqua che stava
bevendo, e tossendo bofonchiò:
-
Sei
pazza! – Spalancò gli occhi, ed un corvetto gli
atterrò sulla testa.
La sua socia aveva bevuto troppo. Gli stava proponendo senza
mezzi termini di fargli uno strip-tease. Cosa che non gli dispiaceva affatto,
ma non glielo avrebbe confessato di sicuro e dovette concentrarsi per non
lasciar vedere quanto quest’idea gli piacesse.
Ma lei aggiunse:
-
Non
rischi niente dato che secondo te, tu sei il più forte e che, ad ogni modo, io
non ti attraggo perciò che ti importa.
Era di schiena ma, l’aveva vista irrigidirsi.
Dunque quella sera sarebbe arrivato il momento in cui, Mick
aveva ragione, avrebbe osato andare fino in fondo, visto che era ancora lei a
fare il primo passo? Con tutto il coraggio che aveva, le disse:
-
D’accordo,
e vada per la partita di Strip-poker. Sono il tuo
uomo, Ryo Saeba accetta tutte le sfide, anche le più stupide! Se sei certa di
voler andare fino in fondo, naturalmente.
Lei si trattenne dal emettere un sospiro e sorrise sempre
girata di schiena, il piano di Miki aveva funzionato. Ryo si era lanciato a
testa bassa nella loro trappola. Ora, stava a lei tenere in mano il gioco e
grazie ad un po’ di ipnosi che aveva fatto da Miki, Kaori si sentiva
leggermente più sicura di sé. Tutto sarebbe andato per il meglio quando avrebbe
dovuto spogliarsi, dato che naturalmente bisognava che perdesse prima di
vincere.
***
Ryo e Kaori si spostarono in salotto dopo che Kaori ebbe
sparecchiato la tavola in cucina.
Posò un mazzo di carte sul tavolino prima di chiedere:
-
Tiriamo
a testa o croce per decidere chi dà le carte?
-
Lascia
stare. L’onore alla principiante.
Kaori represse un sorriso davanti lo sguardo sufficientemente
sicuro di sé di Ryo che, tuttavia, incominciava a chiedersi dove fosse finita
la sua timida compagna di squadra. Accettare di giocare a strip-poker con lui,
equivaleva a dire spogliarsi davanti a lui... Mio dio era lui che diventava
pazzo!
Aveva già avuto un piccolo anticipo del suo fascino una volta
ed aveva rischiato di non rimettersi. Una martellata ben assestata gli aveva
permesso di passare inosservato ma ora in cosa si era avventurato e
soprattutto... perché lei sembrava così disinvolta nel proporgli quella cosa?
Sospettava di sicuro che lei dovesse essere nervosa, forse anche più di lui.
Kaori vedeva bene che Ryo restava perplesso, anche se lui
sapeva mostrarsi impassibile. Represse a fatica un sorriso. Stava a lei
condurre il gioco, portarlo al limite per farlo cedere e finisse finalmente per
rivelarle i suoi sentimenti e amarla come lei aveva sempre desiderato.
Ryo, per quanto riguardava lui, sperava solo che Mick non
venisse a disturbarli. Dopo tutto, aveva così
insistito perché prendesse finalmente in
mano la sua vita con Kaori... Allora perché non quella sera? Il dado era
tratto. Questa partita poteva costituire un buon inizio, anche se lei aveva
l’aria un po’ troppo sicura di sé. Forse le altre le avevano insegnato a
giocare discretamente ma nessuno batteva il numero uno, di qualunque gioco si
trattasse.
Seduta di fronte a Ryo che la fissava con la sua aria da
macho e sicuro di sé, Kaori cercò alla bell’e meglio di rimanere stoica. Tutto
sommato, quella sera avrebbe potuto rappresentare l’inizio di un nuovo
partenariato più “ravvicinato”.