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Autore: Rosalie97    17/03/2014    5 recensioni
Cosa avrebbe detto Mike se l'avesse vista? Zoey era sicura che l'avrebbe odiata, guardata per sempre con disprezzo. Ma ora Mike non c'era più, ed a lei non restava che il suo peggior nemico.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Gwen, Heather, Mal, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Mal seguiva il ragazzo, Beck, con grande attenzione. Osservava ogni singola mossa che faceva, come un cacciatore con la sua preda, inconsapevole di essere seguita. Rise piano, non aveva idea di cosa gli sarebbe successo, nessuno poteva toccare la sua Zoey.
Beck aprì la porta ed entrò in casa, senza chiuderla a chiave. Oh, grosso errore.
Mal gli avrebbe fatto vedere cosa vuol dire mettersi conto di lui. Pensava che fosse un gioco? Pensava veramente di poter piacere a Zoey? Mal rise piano, provava quasi pietà per quello stupido ragazzo.. Non sapeva che quel giorno sarebbe stato l’ultimo che avrebbe vissuto sulla Terra.
Piano, lentamente, nel più completo silenzio quasi come fosse stato un fantasma, Mal si diresse verso la porta e girò la piccola maniglia rotonda arrugginita dal tempo ed entrò in casa. Ciò che lo colpì come prima cosa fu il buio della stanza, non vedeva ad un palmo di naso, ma a lui non faceva differenza, era capace di orientarsi alla perfezione nell’oscurità, come un gatto. Era questo che lo rendeva più pericoloso di qualsiasi altro semplice assassino. Lui non era come gli altri, e perché mai avrebbe dovuto esserlo? Era superiore. La seconda cosa che lo colpì fu l’odore, di scarico di auto e benzina; probabilmente si trovava nel garage o in qualche stanza adibita. Usando la sua perfetta vista, Mal si diresse alle scale, salì i gradini ed aprì la porta, che piano cigolò. Fortunatamente anche la cucina era buia e vuota, e per questo riuscì a non farsi sentire. Con un sorriso cattivo entrò nella stanza, e guardandosi piano intorno, stando attento a non cadere, raggiunse un’altra scala, molto più lunga, che portava ai piani superiori. Così era fin troppo facile, sembrava che il ragazzo volesse farsi uccidere. Mal scoppiò piano a ridere, Beck avrebbe imparato una volta per tutte; i suoi genitori non gli avevano insegnato che non si toccano i giochi degli altri?
Quando arrivò al piano di sopra, si trovò in un corridoio illuminato solo dalla luce della luna che proveniva dalla finestra dietro di lui dal vetro sfaccettato. Alle pareti incolore erano appesi dei quadri rappresentanti vasi di fiori o paesaggi. Ne contò in tutto quattro. Come pavimento era sistemata una moquette color beige, ruvida al tatto, che gli permise di non fare il minimo rumore. Era forse il giorno del suo compleanno?
Piano, si guardò intorno. C’era una porta a destra ed una a sinistra, entrambe alla fine del corridoio. Dove poteva essere Beck? Optò per quella di sinistra e si avviò. Il legno era bianco e la porta era decorata, la maniglia color oro e fredda al tatto. Mal aprì piano, molto lentamente, cercando di non fare baccano, la porta ed entrò. Ci volle qualche secondo ai suoi occhi per abituarsi. Sulla parete opposta da dove si trovava lui c’era una finestra non molto grande, da cui entrava la luce della luna ormai alta nel cielo. Appena sotto c’era un piccolo scaffale pieno di prodotti per il corpo; alla sua sinistra c’era un lavandino ed un mobile pieno di asciugamani colorati. A quanto pare aveva sbagliato stanza: era il bagno.
Uscì ed attraversando il corridoio, si diresse all’altra stanza, con un sorriso da far gelare il sangue nelle vene sul viso.
 
Beck stava disteso sul suo letto, tra le calde coperte, e pensava a Zoey. Quella ragazza era strana, molto strana, ma aveva un fascino tutto suo, e lui non poteva negare che avesse anche un ascendente su di lui. Avrebbe voluto sapere chi era quel ragazzo che quella mattina era venuto al fast-food; aveva visto in che modo si erano guardati lui e Zoey, e non gli era piaciuto per niente. Quel ragazzo aveva qualcosa che non andava, il suo sorriso era inquietante, i suoi occhi bordati di nero incutevano timore, e quando ti guardava sembrava scavarti dentro, fino a raggiungerti l’anima, e sapeva che se lui fosse stato capace di farlo veramente, nessuno sarebbe stato più al sicuro. Non sembrava una persona affidabile e normale, anzi, quasi non pareva una persona! Beck era riuscito a vedere un’ombra strana nei suoi occhi marroni, come se nei retrocessi delle sue iridi ci fosse stato un fuoco acceso e vivo che lui alimentava con la violenza. Chiunque avrebbe capito che non era sicuro per se stessi stargli vicino, eppure quella ragazza castana gli stava appiccicata, come volesse fondersi con il suo braccio, ed aveva visto l’espressione di Zoey. Lei provava qualcosa per quel ragazzo, eppure era strano, perché pareva contenta di vederlo, eppure al tempo stesso così spaventata. Aveva notato anche una traccia d’odio negli occhi marroni di lei.
Piano strusciò la guancia contro il cuscino bianco. Zoey non aveva voluto spiegargli chi fosse quel ragazzo, ma a lui pareva di aver sentito dire alla ragazza che lo accompagnava che si chiamava Mal. Che razza di nome era Mal? Sembrava quasi.. No, anzi, era completamente giusto per lui. Un nome strano per un ragazzo strano, un nome malvagio per un ragazzo malvagio.
Sospirò piano, e quasi prese un infarto quando sentì la voce parlare.
<< Nessuno ti ha insegnato che non si toccano i giochi degli altri? Eh? Mamma e papà dovrebbero vergognarsi. >>
Beck si voltò di scatto, verso la porta, da dove credeva provenisse la voce, ma proprio quando i suoi occhi si adattarono e videro che non c’era nessuno, un mano gli prese il colletto della maglietta bianca e lo buttò a terra.
<< Quale parte del messaggio non hai capito? Non hai visto come mi guardava? Lei è off-limits per te, non provarci nemmeno! Cosa credi di fare? Di essere alla mia altezza? >> Mal si divertiva come non mai, sentiva l’odore della paura e quel profumo gli inebriava la mente, rendendo tutto ancora di divertente.
<< Chi sei? >> Beck sentiva in bocca il sapore del sangue, probabilmente si era morso quando lo sconosciuto l’aveva buttato a terra.
<< Il tuo peggior incubo >> rispose l’altro, << ma comunemente mi chiamano Mal. >>
<< Mal? >> Beck trasalì, allora aveva avuto ragione a pensare che quel ragazzo fosse un criminale! Aveva indovinato, ma in quel momento, più che in qualsiasi altro, avrebbe voluto sbagliarsi.
<< Si, bel nome, vero? >> Scoppiò a ridere. << Mentre il tuo.. Beck.. Bè.. Non possiamo dire che sia dei migliori.. Come la tua faccia.. Od il tuo cadavere, quando avrò finito con te >> grugnì, lo afferrò per la maglia e lo scaraventò contro la porta. Beck sentì un dolore acuto alla spalla, e quando tentò di muovere il braccio, acute fitte di dolore gli corsero giù fino alle punta delle dita. Aveva le mani sudate, non riusciva a deglutire, e tutto ciò a cui riusciva a pensare era di essere in un grande, in un enorme casino. Quel pazzo voleva ucciderlo! E solo perché aveva parlato con Zoey!
<< No, fermo! Io.. Io ho solo parlato con lei, non ho fatto niente, non l’ho toccata.. Io.. >> Beck balbettava, mentre guardava negli occhi Mal. La figura nera si avvicinava a lui, con passo lento, cadenzato; Beck era convinto che lo facesse apposta, non voleva solo ucciderlo, voleva prima divertirsi.
<< Oh, ma lo so >> rispose Mal con un ghigno, << il problema è che non avresti dovuto fare nemmeno quello. >>
<< Io.. >>
<< Hai sbagliato, ed ora ne pagherai le conseguenze. Di prima persona >> la voce di Mal era limpida, bella. Beck ad un tratto si accorse cosa stava facendo: dalla manica del maglione nero, Mal estrasse una lama che luccicò ai raggi della luna che entravano dalla finestra chiusa. Non c’era nessuno che potesse aiutarlo.
<< Non c’è nessuno che può aiutarti, è inutile che guardi fuori dalla finestra. >> Fece eco Mal ai suoi pensieri, come se gli avesse letto nella mente.
<< Io.. Per favore, non mi avvicinerò più a lei, non lo farò. Starò lontano da Zoey. Lascerò la città se vuoi, ma non.. >>
<< Oh, sono convinto che lo farai >> Mal sorrise, e dopodiché si avventò contro Beck, con il coltello affilato nella mano sinistra. Affondò la lama più volte nel petto di Beck, e stette lì a guardare, mentre il ragazzo rantolava, nei suoi ultimi momenti di vita. Il pavimento cominciava a sporcarsi di sangue, mentre una grande chiazza rossa si espandeva sotto il cadavere.
Mal sorrise, << Oh ma che peccato, la moquette s’è sporcata >> scavalcò il corpo ormai senza vita di Beck ed uscì dalla casa, nella più totale tranquillità. Stava fischiettando.
 
Zoey si svegliò di soprassalto, sudata, con i capelli rossi appiccicati al volto. Al collo portava ancora la sua collana preferita, quella che sua madre le aveva regalato per il suo sedicesimo compleanno. Si passò le mani tra i capelli, e quando le guardò notò che tremavano violentemente. Sudava freddo e sentiva l’incombente bisogno di alzarsi e correre fuori, lontano da quel luogo maledetto. Non importava che fosse in pigiama e che fuori facesse freddo, lei doveva avere anche solo la minima parvenza di essere al sicuro, che tutto quell’incubo fosse esattamente soltanto un incubo creato dalla sua mente iperattiva. Ma sapeva di non poterlo fare, non c’era un posto sicuro dove scappare, perché dovunque fosse andata Mal l’avrebbe trovata. E se fosse andata dalla polizia sarebbe stata ancor più in pericolo di prima, non aveva chance di salvarsi. Poteva solo sopportare ed aspettare.
La cosa strana era che tutto sommato, si sentiva meno.. Rabbiosa, vendicativa, spaventata di prima. Certo, provava un grande timore nei confronti di Mal, ma sentiva anche dei nuovi sentimenti. Lui aveva sofferto, esattamente come lei, e non poteva scordarlo. Zoey tentava di salvare sempre tutti, non poteva abbandonare nessuno che fosse in difficoltà. Era fatta così, e per quel motivo Mike si era innamorato di lei. Sentì una stretta al cuore. Da quando provava quei nuovi sentimenti per Mal pensava spesso a Mike, e si sentiva in colpa. Cosa avrebbe detto se l’avesse vista? Zoey era sicura che l’avrebbe odiata e disprezzata, e l’avrebbe guardata con delusione. Gli avrebbe spezzato il cuore. Ma ora Mike non c’era più, non aveva un cuore che potesse essere spezzato, e a lei non restava che un’unica persona. Il suo peggior nemico.
  
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