“mamma mia che faccia da morto Jam!” Neil l’accolse così e il
ragazzo non si meravigliò della brutta occhiata ricevuta da Jamia, che con uno
sbuffo si sedette sul sedile consunto dell’autobus.
“allora?” Gina si girò verso di
lei, guardandola come se fosse un interessante animale da zoo.
“ho fatto un sogno tremendo.”
Disse, nascondendo con una mano un grosso sbadiglio.
“tutta colpa di quel brutto…” la brunetta si trattenne per pudore.
“intendi dire quello bassino, con i
capelli che sembrano un semaforo allo stop e un viso davvero carino?” Jamia annuì anche se riluttante.
“ho sognato solo un tipo che mi
rincorreva e mi urlava dietro frasi senza senso…” si prese la testa
fra le mani e esclamò:
“dite che mi danno alla sedia elettrica
se uccido Iero?” Neil e Gina annuirono,
con una piccola nota apprensiva.
“cazzo! Il mondo è così ingiusto!”
disse in tono teatrale.
“su, su!” sussurrò Gina, facendole
“pat-pat” sulla testa.
Scesero dall’autobus e visto che mancava
più di dieci minuti al suono della campanella, i tre decisero di stare fuori e
godersi il tiepido sole mattutino, accompagnati da una sigaretta.
“non capisco perché devo subirmi il
vostro fumo?” sbottò Jamia, con espressione ironica.
“perché ci vuoi bene!” disse Neil,
con una alzata di spalle, facendo intuire
all’amica che la stava ascoltando solo con metà del cervello.
Jamia riuscii a regalare ai suoi amici un
sorriso, prima di poggiarsi alla parete dell’edificio e tirare fuori un
tomo.
Sospirò prima di mettersi a leggere.
“ma tu non fai altro che leggere?”
alzò lo sguardo di scatto, pronta a fucilare Neil.
Ma si accorse che non era stato il suo amico ad
aprire bocca.
“se non ti dispiace Iero, sono affari
miei.” Rispose secca. Lo vide sorridere e sentì il suo cuore perdere un
battito, per poi ricominciare a correre come se fosse impazzito.
“dannato Iero!” pensò
mordicchiandosi il labbro inferiore.
“allora che mi dici?” chiese Frank
cordiale.
“come scusa?” disse la bruna, un
po’ frastornata.
“il cd!” Jamia aprì la bocca,
facendo intuire di aver capito.
“certo il cd!” buttò senza tante
cerimonie il libro in mano a Frank che preso alla sprovvista quasi cadde a
terra.
Jamia cominciò a cercare nella sua tracolla,
fino a infilarci la testa dentro.
“ma dove l’ho
messo…ah!” tirò fuori la testa e consegnò con un sorriso
soddisfatto il cd a Frank.
“trovato!” esclamò
trionfante.
“ma cos’è? La borsa di Mary Poppins?” chiese sarcastico.
In aiuto venne Gina che fumava la sua terza
sigaretta.
“oooh
ci puoi giurare bello! Se cerchi bene puoi trovare un libro più grosso di quello che hai
in mano!” esclamò ridendo.
Il rosso si morse le labbra per non scoppiarle
a ridere in faccia.
“grazie Gin!” disse sarcastica la
brunetta. “comunque sia Iero quella roba fa schifo!” Frank spalancò
la bocca indignato.
“come puoi dire questo dei mitici Black
Flag?!” strillò, lasciando che il tomo cadesse a
terra.
“mitici? mitici?”
esclamò, indignata quando il ragazzo.
“si mitici! E che tu ci creda o no sono nella
storia!” disse Frank gustandosi l’espressione infuriata della
Nestor.
“non sono nella storia! Oscar Wilde e Topolino fanno parte della storia! Non quella roba!” Frank fece per ribattere, aprendo la bocca
e chiudendola un paio di volte.
“lezione numero due: assicurarsi che il
Punk duro sia negli standard dell’allievo.” Disse, guardando
Jamia con occhi vispi.
La ragazza si lasciò scappare un sorriso,
rimosso subito da un’espressione dura.
“okay Nestor, ecco a te.” Disse
Frank, dopo aver frugato nel suo zaino lasciò cadere fra le piccole mani della
ragazza un altro cd.
“Queen, 1982. l’ho fregato dallo
scaffale di mio padre.” Jamia osservava a bocca aperta il ragazzo davanti
a lei.
Pensa che era tutto uno
scherzo, invece Iero faceva sul serio.
“ultima traccia. Penso che ti piacerà.” Disse, prima di
sorriderle.
“niente urla assatanate?” chiese preoccupata.
“no,ma ti
garantisco è meraviglioso!” annuì lentamente a quelle parole.
Non sapeva se fidarsi di lui.
La prima volta che lo aveva fatto si era
ritrovata a fare incubi dove la gente urlava e
la rincorreva in circolo.
La campanella riscosse nuovamente Jamia dai
suoi pensieri e ragionamenti.
Vide Iero salutarla in tutta fretta e correre
dentro la scuola.
“almeno per una volta ai
messo da parte la razionalità Jam.” Disse Gina appoggiandole un braccio
sulle spalle.
Forse era così.
O forse Jamia si stava stancando della sua
eterna freddezza e si lasciava andare, anche se a piccoli passi.
Frank Iero tornò a casa dopo un’
ora infernale di matematica, tre di fisica dove era riuscito a far
scoppiare tre fialette consecutive, due ore di educazione fisica dove ci stava
per rimettere il cuore e due ore di latino con la vacca, che a quanto pare
prima di iniziare una lezione controllava circospetta il registro, fiutandolo
come in cerca di qualcosa. In quelle due ore Frank si era divertito con Jackie
a inventare nuovi soprannomi per la professoressa di latino, trovando alla fine
opportuno il nome: “la vacca segugio”
“ ti piace proprio eh?” Jackie era
un grande amico di Frank.
Lo conosceva della
elementari e di lui conosceva ogni cosa, anche i suoi modi strettamente
femminili.
“chi scusa?”
Jackie stava assumendo la solita aria di chi
capisce sempre tutto.
E Jackie Sullivan non si era mai sbagliato.
“
“no che dici… è solo
strana…” sussurrò, arrossendo sulle gote.
“e tu ai una passione per le ragazze
strane.” Gli fece notare il ragazzo.
Frank sbottò qualcosa, prima di alzarsi dal
letto e impugnare la sua chitarra.
“perché mi conosci così maledettamente
bene?” si arrese Frank qualche minuto dopo.
Sullivan gli regalò solo un sorriso sornione
prima di cambiar di discorso.
Accavallò le gambe guardando Frank negli occhi.
“allora con la band?” Jackie sapeva di aver toccato un tasto dolente e
infatti Frank si lasciò andare a un sospiro esasperato, lasciando la chitarra.
“ancora nessuno disposto a prendere il
ruolo di chitarrista.” Disse mesto. “ va a finire che i Pencey Prep
finiscono ancor prima di aver iniziato.” Concluse, facendo un gesto teatrale con le braccia.
“ma Frankie! Non puoi arrenderti! Ai
scritto tantissimi testi!” disse Jackie con enfasi, facendo
spuntare un sorriso sulle labbra del suo migliore amico.
“hai ragione! Mai arrendersi!”
“Sei tornata…” il fratello di
Jamia l’accolse con un sorriso, ma non uno di
quei sorrisi allegri che ti danno calore.
Era triste.
“dov’è lei?” chiese serrando
la presa sulla sua giacca di jeans.
“è di là.” Suo fratello le indicò
la sala da pranzo, la porta era chiusa.
“Jamia, no. Non ora.” Suo fratello David la fermò per un
braccio, appena lei tentò di varcare la porta.
Si scambiarono uno sguardo.
Uno sguardo così infelice che se fosse stato
per un pittore avrebbe potuto mettere a nudo quella infelicità in un batter
d’occhio, solo con qualche spennellata.
“vai in camera ti chiamo io quando è
pronta la cena.” Le disse, dopo un interminabile minuto di silenzio.
La sorella annuì, cominciando a salire le scale
che la portavano dritta in camera.
“Jam?” l’interpellata si
voltò e guardò David che le rivolgeva un sorriso sincero.
“finirà presto vedrai.” Jamia
ricambiò il sorriso, ma non rispose.
Una volta in camera Nestor si lasciò cadere sul
letto con uno sbuffo esasperato.
Si strinse il labbro inferiore fra i denti,
cercando una via di fuga.
No, non doveva piangere.
Piangere era per i deboli.
Piangere era per le persone che non sapevano
affrontare le cose con serietà.
Ma quanto si sbagliava e rimaneva dietro a una
sua convinzione del tutto sbagliata.
Cercando di non pensare, mise un nuovo cd nello
stereo e si ricordò delle parole di Frank, quindi andò all’ultima
traccia, tendendo le orecchie con attenzione.
“Pressure
pushing down on me, pressing down on you no man ask for
Under pressure, that burns a building down…”
“La pressione mi
sta schiacciando. La pressione ti comprime come nessuno si augurerebbe. Sotto
una pressione che distruggere un palazzo”
Jamia si ritrova a sorridere, senza veramente
sapere il perché,muovendo la testa a tempo delle note.
“…Splits
a family in two. Puts people on streets. It's the terror of knowing. What this
world is about. Watching some good friends. Screaming
let me out pray tomorrow, gets me higher…”
Forse come sempre era meglio non pensare.
Si mise supina sul letto e sospirò chiudendo
gli occhi, ma non prima di aver schiacciato il tasto “play” dello
stereo.
Il giorno seguente Jamia decise di dormire di
più, considerando che era una bella giornata di un noioso sabato.
Non aveva niente di meglio da fare se non
poltrire, quindi sospirando lasciò che il sonno tornasse su di lei,
avvolgendola.
Ma Jamia Nestor non può stare tranquilla
neanche di sabato.
Infatti Gina, la sua adorata migliore amica, aveva deciso di
svegliarla alle otto entrando nella camera della ragazza aprendo violentemente
la porta e gridando un “buon giorno” talmente forte che Napoleone,
il grosso terranova che dormiva ai piedi del letto, fece un grande balzo,
finendo direttamente fra le braccia della sua padrona sveglia e furibonda.
“sveglia!! Che il sole è sorto e l’amore fa suonare le campane!”
esclamò, saltellando fino al letto dell’amica.
“Gina sicura di stare bene?” chiese
la ragazza, guardandola stranita mentre accarezzava il morbido pelo di
Napoleone.
“che nottata Jam!” cominciò Gina,
ma venne subito interrotta da Jamia.
“alt! Qualunque cosa tu e mio fratello avete fatto sta
notte non è affar mio!” disse. Gina mise
il muso.
“David è fantastico! Non aggiungo altro!! Così
ti evito sogni orripilanti!” concluse Gina,
ridendo subito dopo. Jamia scosse il capo, ma non fece a meno di ridere.
Gina e suo fratello stavano insieme da mesi, si
erano innamorati dopo anni e anni che si conoscevano.
Jamia era felice.
Erano una bella coppia e in più
l’allegria di Gina faceva spuntare sempre il sorriso a David e la sorella
non poteva che essere grata di questo.
“hai dormito qui allora?” disse
Jamia alzandosi dal letto, cominciando a frugare nell’armadio in cerca di
qualcosa di comodo da mettersi.
“si! Sono arrivata alle dieci, volevo salutarti, ma tu
dormivi beata e non ho voluto svegliarti.”
Jamia le regalò un sorriso grato.
“usciamo a fare colazione?” chiese
poi e Gina annuì vigorosamente.
“voglio riempirmi la pancia di
ciambelle!” esclamò la brunetta, stranamente allegra.
le otto di sera arrivarono presto quel giorno e Jamia
se ne meravigliò.
Di solito le giornate passavano lente e
inesorabilmente noiose.
I fratelli Nestor e Napoleone stavano per
mettersi comodi sul grande divano, pronti per gustarsi un film, quando il
campanello di casa suonò.
Il grande terranova cominciò ad abbaiare e a
correre verso la porta.
Jamia guardò il fratello, supplicandolo con lo
sguardo di andare ad aprire. Dopo qualche secondi di lotta di sguardi, il
ragazzo sbuffò alzandosi di mala voglia sperando solamente che fosse Gina.
“ehm…Jamia? C’è un tipo strano che
chiede di te!” urlò David a sua sorella.
“dagli un dollaro
e mandalo via!” esclamò affondando le mani nella ciotola piena di
patatine.
“no non vuole un dollaro, a bisogno di
te!” ribattè il fratello. Jamia si alzò
dal divano, sistemandosi la grande maglietta grigia che le arrivava quasi al
ginocchio e mentre imprecava su tutti i santi del mondo si diresse alla porta,
dove un Frank Iero l’aspettava, giocando con un gioioso Napoleone.
David tornò in salotto, lasciando i due da soli.
“Iero, che ci fai qui?” Frank si
alzò, lasciando scorrere lo sguardo su Jamia, un sorriso malizioso gli increspava
le labbra.
“ciao!” agitò la mano “bel
cane.” Jamia si grattò i capelli, legati in una alta
coda.
“ehm…grazie…” rimasero in silenzio per qualche secondo mentre
Napoleone si era messo comodo e fissava i due con aria curiosa.
“che-che ci fai qui?” chiese leggermente nervosa.
“sono passato a
prendere il cd! Papà mi ha fatto
una testa tanta sul fatto che quel cd è prezioso che costa una fortuna e bla, bla, bla…”
disse, il tutto accompagnato da un altro sorriso, il più dolce che Jamia avesse mai visto.
“si!! Ecco,
l’ho messo nell’ingresso così lunedì me lo sarei ricordata
facilmente.” Rientrò un attimo in casa e
rispuntò subito dopo con il cd fra le mani.
“Gra-“
Jamia venne interrotta dal rumore di un piatto mandato in frantumi, seguito da
un piccolo grido. La ragazza, chiuse per un attimo gli occhi, quando li riaprì
Frank la osservava curioso.
“ehm…vieni andiamo un attimo in
veranda…” la ragazza accostò la porta e si sedette sui gradini di
legno, seguita subito da Frank, che per gioia di Jamia non fece domande.
“quindi come l’hai trovato?” disse, rivolto al cd dei Queen. Jamia ci pensò su.
A parte il fatto che l’aveva ascoltato
per tutto il giorno, non riusciva a dare un giudizio.
Si picchiettò il dito sulle labbra.
“beh, carino…” disse, vaga. Frank
le sorrise ma non ribattè.
“beh, è già un inizio.” Annuì e si
stiracchiò le braccia.
“come fai a sapere dove abito?”
chiese la ragazza. Frank sorrise e poggiò i gomiti sul gradino più alto,
guardando la tettoia.
“mio padre ha un negozio di strumenti e
qualche volta lo aiuto insieme a mio nonno, oggi ero
di turno e ho incontrato il tuo amico, mi pare si chiamasse Nigel, Nibel.. non
mi ricordo bene e mi ha dato lui l’indirizzo.” Spiegò, arrossendo
sulle gote.
“ te l’ha dato Neil?” chiese
ancora Jamia. Frank si voltò a guardarla.
“si ecco come si chiamava!” esultò,
facendo l’ennesimo sorriso da batticuore
Il silenzio accompagnò un altro rumore
che proveniva all’interno della casa. Jamia sbuffò, mordendosi come al
solito il labbro inferiore. Frank la trovò bellissima, talmente bella da
fargli venire il fiatone.
“forse è meglio che vada…”
disse, alzandosi in piedi. Jamia parve addolorata.
Frank non seppe se era per la voglia di stare
con lui oppure per avere un pretesto per starsene fuori casa.
“ci si vede a scuola! Preparati per la prossima
lezione!” esclamò, prima di uscire dal cortile.
“come vuole professore!” esclamò
sarcastica. Frank rise, per poi andarsene girando l’angolo.
Jamia resto a guardare finchè non vide più la
sua ombra e con un sospiro entrò in casa.
“vieni Nappy entriamo dentro…”
Frank lasciò vibrare qualche nota dalla sua
chitarra, guadagnata con tanto fatica.
Accanto a lui un foglio pentagrammato,dove qua e là segnava delle note.
Sospirò, poggiando il mento sul bordo della
chitarra, lasciandosi pervadere da un sorrisino ebete.
“lezione numero tre: mai innamorarsi
dell’allieva.” Ma Frank sapeva che era troppo
tardi.
Ciao a tutti!! Sono
tornata con un capitolo questa volta un pochino più lungo!!
Spero di avervi incuriosito almeno un pochetto e se gradite lasciate un commentinoooo
=)
Pian piano anche qui succederanno un po’
di cose tutt’altro che piacevoli… insomma mica non potevo fare la
sadica! Eh!!! La canzone scelta è “under pressure” dei favolosi Queen e David Bowie.
L’ho scelta perché è stata la prima canzone rock che ho ascoltato quindi
ci tengo particolarmente! Comunque…
Grazie a chi ha letto, chi ha messo la storia
fra i preferiti e chi ha commentato!
Quindi ringrazio particolarmente:
Chemical Lady:
baby!!!! Ti piace sul serio? Lo speravo tantoooooo!!1 oddio meraviglia non
credo!!! Ecco Jamia è molto dura ma come ti h detto capirai più a vanti il
perché!!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!(a me sinceramente non tanto)
okay liebe, a sta sera!!!!!!!! Ti amo di bene!<3
simmyListing: simmy! Entrambe sappiamo della mia
disavventura che mi è capitata con il libro e che ci vuoi fare la sfiga mi
segue!!! Spero che troverai carino anche questo
capitolo, lo so che non è un gran che come storia…!!!! Okay, mille baci e
dimmi che cosa ne pensi!!!!!!
mcr_girl: sugar!!! Eeh si
volevo farti una sorpresuccia!!!!!!!!!!!!!!! Sono
contenta che ti piaccia! Ovvio che l’ho dedicata anche
a te! Domani dolcezza è mercoledì.. e io non vedo
l’ora di vederti e abbracciarti! Come l’infinito e più<3 bacioniiiiiiii
ioamolacocacola: si Frè, è assolutamente
un dettaglio la tua pazzia! Come la mia del resto! A me jamia
non piace! Io la amo la venero!!! Waaaaaaaaaa!!!okay….
ehm…. Ti è servito il consiglio di Frank alias Grè? Eheheh!!!!
Dimmi che ne pensi anche ti questo, sono contenta che
mi segui!!! Baci<3