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Autore: Sev_394    17/03/2014    2 recensioni
Qualcosa è andato storto, dovrebbe odiarla. Lei è una Mezzosangue! Può essere giusto qualcosa di davvero sbagliato? Per Draco Malfoy forse si...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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~~Capitolo 9: la vera Hermione.



Mentre correva per il corridoio Hermione chiuse la mente.

Aveva intenzione di lasciarsi andare per sempre,  e per farlo doveva stare da sola.

Si sarebbe chiusa nel suo dolore, senza farne parola con nessuno.

Le lacrime le rigavano il viso, impedendole di vedere dove stava andando.

I piedi si muovevano da soli, passando tra dozzine di ragazzi diretti alla Sala Grande per il pranzo.

Ad un tratto qualcuno le andò addosso.

“Cosa diavolo…. Hermione? Cosa è successo? Herm dannazione parla!”

La sua amica dai capelli rossi la stava scuotendo per le spalle, sperando in una reazione.

Ma Hermione non aveva assolutamente voglia di reagire,

aveva lo sguardo basso e vitreo, i capelli più disordinati del solito e la bocca socchiusa, priva di colore.

“Hermione!”

Ora Ginny urlava e la trascinava da qualche parte, ma la Granger non aveva la curiosità di guardarsi attorno per scoprire dove erano dirette.

L’unica cosa di cui si rendeva conto erano le lacrime che continuavano la loro copiosa discesa.

Sentì in lontananza Ginny Weasley pronunciare degli incantesimi di protezione.

“Ora Hermione, se non ti dispiace, mi dici cosa cazzo è successo?”

Hermione si riscosse un secondo al tono preoccupato dell’amica.

La guardò negli occhi, gelida.

Le lacrime non scendevano più e nei suoi occhi non si leggeva disperazione,

ma indifferenza e dolore, un dolore tanto forte da aver già divorato ogni barlume di vita.

“Sono una sudicia Mezzosangue.”

“Lo sapevo, Malfoy. Cosa ti ha fatto Herm per farti stare così?”

“Mi ha amata. O almeno me lo ha fatto credere.”

Ginny si irrigidì, il volto pallido.

Si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò.

“Continua” disse in un sussurro.

E Hermione le raccontò tutto,

dalla prima volta in infermeria al biglietto,

dal primo bacio alla loro prima volta nel dormitorio.

E infine raccontò l’accaduto che le aveva strappato il cuore dal petto.

Non versò nemmeno una lacrima.

Non aveva più senso piangere una vita che ormai l’aveva abbandonata.

Ma Ginny piangeva, guardava gli occhi inespressivi della sua amica e piangeva.

“Hermione, ti prego. Devi reagire! Ci sono centinaia di ragazzi pronti ad uscire con te! La tua vita non è finita, non sei morta. Il tuo cuore batte.”

E così dicendo le posò una mano sul petto.

“Il mio cuore batteva per lui, Ginny. Ora non ce n’è più bisogno.”

“Herm, cosa dici?! Ha fatto lo stronzo, ti ha usata. Devi vivere, andare avanti! Il cuore si aggiusta con il tempo.

In questa settimana sembravi la ragazza più felice del mondo, è vero.

Ma vale la pena sacrificare tutto per lui?

Credi che ha lui importerebbe qualcosa adesso?”

Quelle parole solleticarono l’orgoglio della Grifondoro.

Fu come se qualcuno la prendesse per le caviglie e la riportasse alla vita reale.

Si trovavano nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

“N-no.”

“Ecco. Meriti di essere felice Hermione, lo meriti davvero.”

“Hai ragione. Devo vivere.”

Nonostante avesse detto lei quelle parole, Hermione si sentì svuotare sempre di più.

Ora che era uscita da quello stato di incoscienza quasi confortevole, sentiva riaffiorare il dolore.

Il cuore che era sicura di possedere veniva stretto in una morsa sempre più dolorosa.

“Ora andiamo a mangiare.”

Non oppose resistenza, non ne aveva voglia.

Pensandoci non aveva voglia di fare nulla.

Era consapevole di dover voltare pagina, ma per il momento il dolore che provava era troppo forte.

Sperava solo di non dover incontrare Draco Malfoy mai più.

In una settimana era diventato il suo sole,

tutto orbitava intorno a lui.

Eppure lei non avrebbe mai creduto possibile.

Si guardò allo specchio.

Gli occhi erano vuoti, il viso pallido come le labbra.

Avrebbe represso il dolore in fondo allo stomaco,

fingendo di essere felice.

Lo aveva sempre fatto d’altronde.

Nella Sala Grande tutto continuava a svolgersi tranquillamente.

All’oscuro di tutta la voglia di morire che cresceva nel suo cuore.

“Ei Ginny! Herm! Dove miseriaccia eravate? È quasi finito il pranzo!”

Un’occhiata eloquente dalla sorella azzittì Ron.

Hermione Granger tenne gli occhi fissi sul piatto per tutto il tempo.

Senza parlare.

Senza pensare.

A fine banchetto si alzò.

“Vado in biblioteca”

Senza aspettare la risposta di nessuno, corse fuori.

Percorse i corridoi lentamente,

senza guardarsi attorno.

Varcò la soglia della biblioteca meccanicamente, con la testa sgombra.

Si sedette a una scrivania e Appellò un paio di libri.

Passarono sei ore, e lei rilesse per la sesta volta lo stesso capitolo.

Ringraziò mentalmente il fatto che fosse sabato e che non ci fossero le lezioni.

Ormai era sera, e la luce del crepuscolo non bastava ad illuminare tutta la sala.

Madama Pince si allontanò dalla sua cattedra per cercare delle candele.

In quel momento Hermione vide qualcosa di strano.

Una figura incappucciata sgattaiolava fuori dal portone principale, verso la foresta proibita.

La ragazza rimase a guardare la figura sparire nel bosco, sbigottita.

E poi un lampo le illuminò la mente.

Se qualcuno scappava dal castello a tarda sera, non poteva avere buone intenzioni.

La curiosità fece capolino nel suo cuore, spingendola a correre fuori.

L’aria era fredda e la neve le bagnava l’orlo dei vestiti.

Ma le orme lasciate dall’incappucciato erano ancora distinguibili.

Il vuoto nel corpo di Hermione veniva colmato da un’irresponsabile eccitazione.

Entrando tra gli alberi, la ragazza avvertì la presenza di qualcuno a pochi passi davanti a lei.

Estrasse quindi il mantello da sotto la divisa, e lo indossò.

Continuò a seguire lo sconosciuto.

La foresta era talmente buia che non riusciva a vedere nulla e il fuggitivo non accendeva la bacchetta.

Potrebbe essere pericoloso! Stupida irresponsabile…
Al diavolo. Orami nulla importa.


Arrivarono in una piccola radura baciata dai raggi della luna già alta.

E vide finalmente chi stava seguendo.

Era ovviamente un uomo,

ma il mantello copriva interamente il suo corpo.

Si fermò di scatto nel bel mezzo della radura, dando sempre le spalle a Hermione.

Non disse nulla quando un’altra figura nera avanzò.

“T'oh guarda!” disse l’altra figura, esponendosi alla luce.

Era Bellatrix Lestrange.

La sola voce bastò a far venire i brividi alla ragazza.

“Il Signore Oscuro ti ha affidato una missione. Ci hanno informati che una certa Mezzosangue sta dando numerosi problemi. Tu hai il dovere di ucciderla.”

E scoppiò in una risata agghiacciante.

Chi mai era stato incaricato di ucciderla?

Hermione rimase immobile, terrificata, aspettando che le due figure da brividi se ne andassero,

trovando ancora una volta la mente piena di pensieri.

In una situazione pericolosa come quella sarebbe tornata la vera Hermione?
 

Ciao a tutti!
Purtroppo non potrò pubblicare fino a Sabato.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Baci.
Sev

 

  
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