Forse doveva finire cosi. Senza neanche cominciare.
Hermione lasciò che l'acqua calda le scorresse sul corpo affusolato, quasi scottandola. Allungò le gambe nella vasca e chiuse gli occhi.
Dei due era lei la peggiore bugiarda. E lui aveva infine trovato la verità, quella che lei non avrebbe mai usato.
Conosceva il dolore, ma a questo non era stata abituata.. il cuore era come se le stesse smettendo di battere, come se una mano invisibile le cacciasse la testa sott'acqua e le impedisse di respirare. Si sentiva stordita, vulnerabile. Nuda.
Lui era riuscito a lacerare la tela di perfezione che si era creata, frantumando in mille pezzi la sua corazza.
Uscì alla vasca e si distese sul letto, rabbrividendo leggermente. Passò una mano tra i capelli ambrati, lasciandoli spargere sul cuscino bianco e si addormentò.
 
Draco era sconcertato. Non riusciva a capire.
Cosa diavolo le prendeva a quella donna? Era stato sincero… schietto forse, ma pur sempre sincero.
Sbattè vigorosamente un pugno sul muro, scorticandone le nocche. Allentò il nodo della cravatta e scosse il capo biondo. Nervoso si incamminò vicino ad un tavolino e preso un bicchiere, ci versò ghiaccio e rhum.
Si appoggiò ad una delle grandi finestre del salone di Villa Malfoy e sospirò.
Un piccolo colpo di tosse lo scosse dai suoi pensieri confusionari e spaesato cercò nella penombra il suo proprietario.
Alla fine ricordò: seduta sul divano di broccato nero, una ragazza in lingerie di pizzo bianco lo fissava scocciata e infastidita. La strega si alzò e attraversò la camera calpestando, coi suoi vertiginosi tacchi alti e Swarovski, quei pochi metri che li separavano.
Draco rimase fermo e di spalle, ignorandola completamente.
Astoria scosse la chioma corvina e si mosse languida vicino a lui togliendogli il bicchiere di mano e sfiorando con il suo corpo perfetto quello statuario dell'uomo. Percorse con la lingua il collo niveo di Draco, mordendo sensuale il lobo dell'orecchio. Lui l’afferrò saldamente e la schiacciò sui vetri freddi, facendole trattenere il respiro a quel contatto gelato con la sua pelle accaldata.  
Le accarezzò i fianchi e nascose tra le sue mani i seni turgidi. Catturò una gamba snella e portandosela dietro la schiena, baciò la Greengrass, affamato e irruente.
La ragazza portò il capo all’indietro, sorrise complice e lo bloccò per i capelli, impedendogli di allontanarsi. Draco la prese e la riportò sull’elegante sofà senza interrompere quella lenta tortura che gli accorciava il respiro.
Iniziò a disegnarle la pelle con morbidi baci umidi, respirando il suo profumo dolce. Le tolse le scarpe e le gettò alle sue spalle, dove caddero con un tonfo sordo.
Astoria si alzò e capovolse la situazione, lasciando che lui si stendesse a braccia aperte; poi riprese a baciarlo appassionatamente mentre gli toglieva gli indumenti da dosso.
Si avvicinò alle sue labbra e morse delicatamente un angolo di esse.
Draco aprì gli occhi e la fermò imperterrito.
“Smettila.”
“Che cosa?!” la voce di Astoria risuonò cristallina e squillante nell’orecchio dell’uomo.
“ Hai sentito. Smettila.” ripeté.
E la spinse un po’ bruscamente dall’altro lato, facendola cadere sui cuscini color smeraldo.
Lei incrociò gambe e braccia e lo fissò truce.
“ Perché?” mormorò.