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Autore: Antys    01/07/2008    7 recensioni
E’ una bellissima giornata di primavera, gli uccellini cantano felici e spensierati, i fiori sbocciano più belli che mai, finalmente dopo un inverno gelido, che li aveva rinchiusi da quella barriera detta neve. Gli alberi fioriscono per dare il dolce benvenuto alla primavera, la stagione degli “innamorati”, se così la vogliamo chiamare, infatti dovunque cammini o ti giri in torno, vedi coppie, coppie di innamorati felici, che passavano una bella giornata con il proprio amore, dopo aver aspettato un intero inverno gelido, senza poter uscire, e poter vedere l’amore della propria vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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9° capitolo

 

E senza alcun preavviso, senza un minimo sensazione di spostamento, del suo calore che adesso mancava, si sentì spingere per terra, liberando le gambe, lasciando i capelli spargersi su quel punto, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo, per poi aprirli e poter rendersi conto di averlo sopra…

 

Braccia bloccate dalle sue mani, gambe immobilizzate dalle sue, mentre reggono il suo corpo sospeso sopra di lei, capelli accarezzati dal vento, sguardi incrociati e incoltati, perle nocciola e zaffiro si riflettono tra loro, incapaci di distogliere lo sguardo…il tempo si ferma, e tutto intorno a loro scompare, il vuoto assoluto…

 

Aveva agito senza fermarsi un secondo per pensare, non si era neanche reso conto che il suo impulso lo aveva portato fin li, era troppo impulsivo, non ragionava più, il suo corpo aveva preso il sopravvento ancora una volta, quante volte sarebbe successo? E adesso come sarebbe uscito da quella situazione, mentre il suo corpo continuava a spingerlo verso di lei e cominciava una lotta senza confini dentro di se, maledicendo quella dannata impulsività. Ma purtroppo per lui tutta quella situazione non gli dispiaceva più di tanto, voleva rimanere esattamente li, sopra di lei e farle scoprire ogni meraviglia del mondo. D’altronde cosa si può aspettare da un ragazzo, se per lo più è dotato di una rara bellezza, e senza dimenticare il fatto che diventava sempre più debole sotto il suo sguardo.

La desiderava, dipendeva dalle sua labbra, dal suo corpo, dal suo respiro, da ogni suo movimento, anche il più impercettibile, era la sua ossessione.

Scosse la testa nervoso per scacciare via quei pensieri, facendo ricadere i suo capelli coprendo gli occhi, costretti a staccarsi da quelle perle di cioccolato.

Un sospiro. Forse era meglio sparire per un po’.

 

Lo guardava senza perdersi alcuna espressione del suo viso, studiandolo, ammirando quella bellezza così rara, implorando ogni creatura possibile di non far finire mai quel momento. Era così maledettamente bello, così vicina a lui, mentre il suo calore le entrava fin dentro le vene, mandando in tilt il cervello, facendole accelerare il cuore, attraversata da ogni brivido che le entrava in carpo.

Ma mentre lei era attraversata da mille emozioni, l’espressione di Ryan non era mai cambiata, però le piaceva poterlo osservare e non distogliere mai gli occhi dai suoi. Sostenere quello sguardo era terribilmente complicato e ogni volta le diventava sempre più difficile, ma come poteva smettere? Impossibile.

Avrebbe tanto voluto scollassero di dosso, eppure lo voleva sempre più vicino, più di quanto non lo fosse in quel momento.

Arrossì, troppi pensieri strani affollavano la sua mente, dandosi mentalmente dell’idiota per averli semplicemente scalfiti.

Pensava che sotto il suo occhio vigile l’avrebbe vista arrossire, ma si accorse che nello stesso momento lui aveva scosso la testa, lasciando ricadere i capelli che gli avevano coperto gli occhi, quindi non l’aveva vista. Era quasi rincuorata, ma non avendo più i suoi occhi vigili su di lei in quel momento si sentì persa. Dipendeva davvero così tanto da quelle perle turchesi? Non c’era bisogno di cercare una risposta, la sapeva, l’aveva sempre saputa, e non sarebbe cambiata mai.

Aveva l’impressione che lui stesse andando via, sarà stato perché ad un certo punto non si sentiva più bloccate le braccia, o perché il suo calore lo sentiva sempre più lontano, o perché le sue gambe avevano presso ad alzarsi ed a lasciare libere le sue, ma le dava decisamente quella sensazione. Stava andando via.

 

Si sentì tirato giù senza rendersene conto, non capiva cosa stava succedendo, finché non sentì due labbra calde sulle sue, le baciavano senza tregua, mentre sentiva la sua mano tiragli la maglietta per portarlo sempre più giù. Focalizzò la situazione rendendosi conto di quello che stava accadendo, ora si che la sua lucidità poteva andarsi a farsi friggere.

Rispose al suo bacio con foga, accarezzandole la guancia, cominciò a leccarle le labbra sentendola ridere sotto di se, insinuò la sua lingua dentro di esse, sorprendendosi di trovarle già pronte a riceverla, per poi incontrare la sua ad accoglierla, cominciando a giocare, intrecciandosi tra loro, rincorrendosi. Lei sorrideva felice di quella sensazione, forse dovuta anche al fatto che per una volta l’aveva sorpreso, mentre lui la sentiva ridere sotto di se portandogli una felicità immensa e rilassandolo.

Intrecciò la mano con la sua, ormai era inevitabile farlo, continuando quel dolce bacio intenso, senza fermarsi mai, fregandosene dell’ossigeno che cominciava a mancare, trattenendo una risata per poter continuare indisturbato il suo lavoro.

Ma purtroppo per lui era un essere umano, come lei del resto, furono costretti a staccarsi a malincuore, costatando che gli mancava qualcosa, si guardarono negli occhi, e si accorse che lei era tutta rossa, con occhi lucidi per la felicità, mentre sorrideva beata. Era davvero bella, ogni giorno, ora, minuto, secondo se ne rendeva sempre più, quanto avrebbe desiderato rimanere così per sempre. Quegli occhi non volevano smettere di specchiarsi tra loro, il respiro delle loro bocche si mescolava, ansimando cercando di riprendere fiato, il cuore accelerava, ma le espressioni non cambiavano, o forse semplicemente non se ne accorgevano, visto che i loro occhi non vedevano altro che quelli.

Le loro labbra si unirono di nuovo, permettendo un altro giro di piacere, di giochi, di rincorse, regalando nuovi sorrisi, nuovi battiti, e un’altra boccata di ossigeno. Altro tuffo nei loro sguardi, sembrava che non volessero fare altro: baciarsi e guardarsi negli occhi, ignorando qualsiasi domanda, lasciandole in sospeso, per farne nascerne altre, facendo crescere curiosità e angoscia, sperando che il tempo fosse dalla loro parte.

 

-Un giorno mi spiegherai perché facciamo sempre così?- gli chiese lei quasi ingenuamente, regalandogli l’ennesimo sorriso, che a mano a mano che il tempo passava, lo faceva piegare sempre più al suo volere.

 

-Quando saprò la risposta te la dirò.- rispose semplicemente, accarezzandole la testa, sorridendole, sorprendendosi di tanta semplicità nel loro nuovo dialogo.

Ogni volta che lui la baciava, o meglio le rubava quei baci, la lasciava sempre li da sola, per scappare da lei e da se stesso, senza dagli spiegazione, evitando ogni domanda per qual che faceva, mai una spiegazione per quei baci, sicuro di non saperla dare, ma forse sta volta non sarebbe scappato lasciando da sola con i suoi mille dubbi, d’altronde era accora li, sopra di lei…Accidenti, era ancora in quella posizione ed se n’era reso conto solo ora, troppo preso dall’emozioni da lei regalate, che a sua volta erano state altrettanto per lei.

 

-Allora immagino che dovrò aspettare un bel po’, prima di avere molte risposte.-  pronuncia sorridendo, spostando i capelli ricaduti di Ryan, accarezzandogli il volto, provocandogli un brivido a lei ignoto.

 

-Non ti vieto di farmi delle domande, stiamo a vedere se ti risposto.- disse fiero, soffermando il suo sguardo sulle labbra! Le desiderava ancora, ogni minuto che passava lo chiamavano sempre più, incessantemente.

 

-Perché tu?- chiese ad un tratta, rabbuiandosi, lasciandolo di sasso, mentre lei non smetteva di accarezzargli il volto, come se fosse incollata alla sua guancia.

 

Respirò affondo cercando di capire cosa volesse dire, anche se quelle parole non potevano avere molti significati. –“Perché io”, cosa?- domandò, portando una mani in un pugno.

 

Lo guardò negli occhi, perdendosi nuovamente in essi, dannandoli per la loro meravigliosa bellezza e per quel potere che avevano su di lei. –Perché devo sposare proprio te?- domandò alla fine, trattenendo il fiato, dandosi dell’emerita imbecille per avergli posto quella domanda.

 

Si irrigidì, smise di respirare,le sbloccò la mano con cui continuava ad accarezzarlo, guardandola fissa negli occhi privi di qualsiasi espressione, spostandole la mano del tutto, portandola nel prato abbandonandola.

Si aspettava qualsiasi domanda, e aveva dato tutt’altro significato a quella posta poco prima. Si morse il labbro, stringendo sempre più la mano portata precedentemente in un pugno.

Voleva dirle la verità, ma era tutto così difficile; come poteva spiegarle ogni singola cosa, rispondere alla sua domanda senza farla scappare da lui? Pur di non vederla andar via da lui, preferiva tenerla all’oscuro di tutto, sotto il dominio di altri, finché non avrebbe scoperto la verità per caso, per poi vederla scappare e maledirlo. Non aveva molte opzioni, qualsiasi cosa avrebbe fatto, detto, lei sarebbe andata il più lontano possibile da lui, o sarebbe stato troppo tardi nel sottrarsi da tutto ciò che sarebbe accaduto. Eppure alle volte si chiedeva se era davvero tutto così terribile, incredibilmente disgustoso, schifosamente disonesto, ma poi appena si rendeva conto dei suoi pensieri, capiva che era davvero così orribile e inaccettabile. Ma d’altronde non poteva fare niente per cambiare tutto quello che era stato stabilito, e pensare che aveva scoperto il tutto per caso, avrebbe preferito non saperne proprio niente, e vivere tranquillamente, portandosi sopra di se quella povera creatura indifesa. Chissà…magari se non avesse saputo nulla non si sarebbe sentito così dipendente da quella ragazza, e non sarebbe mai nato quell’intenso  desiderio di proteggerla. O forse, semplicemente si stava inventando tutto, per trovare una spiegazione alla sua debolezza, provocata da quell’unico essere umano, capace di fargli sentire e provare, tutto quello che aveva sempre cacciato via da se, e che allo stesso tempo cercava disperatamente.

Si portò alla destra di lei, per poter scivolare via, e così poter potarsi a sederle di fianco, mentre lei lo guardava curiosa, scioccata, dubbiosa, ansiosa, e la vedeva cercare il suo calore, senza chiederlo, portandosi anch’essa a sedersi, sostenuta da una mano che stringeva l’erba sotto essa.

-Dovresti saperlo, i capo tribù hanno scelto!- rispose infine con ironia.

 

-Si questo lo so, ma voi siete così grandi, prestigiosi, fantastici, meravigliosi, unici, siete più in alto di qualsiasi altra famiglia.- ribatté, lasciando finalmente in pace quella povera erba, mentre i suoi occhi brillavano per l’intensa ammirazione.

 

Sorrise dentro di se per la sua stupidità, non erano affatto come lei li descriveva, o meglio lo erano stati, ma il tempo era passato. –Non c’è nulla di speciale nella mia famiglia.- rispose, con un sorriso di beffa verso lei.

 

Ma dalla sua espressione di incredulità, con gli occhi sgranati, mentre agitava la testa in senso di negazione, faceva capire che non era affatto d’accordo con le sue parole. –Siete la famiglia più amata e prestigiosa dell’intero occidente, e siete anche desiderati in America. Tu lo chiami “nulla di speciale” tutto questo?- soggiunse convinta, stringendo i pugni, allungando la testa verso lui, guardandolo negli occhi con ancora quella espressione di incredulità.

 

-Non siamo così diversi dalla tua, Momomiya!- ribatté esasperato, alzando di poco il volume della voce, beffandosi dentro di se della sua infinita infatuazione per gli Shirogane.

 

Nel momento in cui aveva pronunciato quella frase si era rabbuiata, calando la testa, stringendo con forza i pugni, sperando di poter presto dare un pugno a qualcuno o poter calciare qualcosa con forza. –La mia famiglia ormai non vale più nulla, Shirogane! E anche quando era nel suo splendore, non è mai stata all’altezza della tua.- concluse senza mai alzare il capo con un filo di voce, da cui si poteva benissimo sentire l’amarezza e la tristezza intensa.

 

Sospirò, portandosi una mano sulla faccia per coprirla, chiedendosi perché mai fosse così scemo e idiota. Spostò la mano, guardandola, così piccola e indifesa, piena di amarezza e tristezza, mentre pochi minuti prima sprizzava felicità da tutti i pori.

Sorrise, era lui che l’aveva resa così felice, e ad subito dopo le aveva fatto perdere subito quella felicità; si poteva essere più stupidi.

-Ti sbagli Strawberry! La vostra era ed è sempre stata meglio della nostra.- disse convinto, avvicinandosi di poco a lei, continuando a guardarla incessantemente.

 

Alzò la testa di colpo, guardandolo incredula e dubbiosa, lasciando libere la mani che andarono ad intrecciarsi tra loro per cercare sostegno. –Ha uno strano modo per dimostrarlo!- ribatté accigliata, squadrandolo per bene.

 

-Ognuno ha i suoi alti e bassi,e voi vi rifarete.- pronunciò tranquillamente, implorando un fulmine di scendesse veloce dal cielo per colpirlo alla svelta, ma il cielo era più limpido che mai, costatò infine che era molto improbabile che lo colpisse in quel momento.

 

-Giusto! Sposando te, bel modo!- disse esasperata con leggera ironia nella voce, alzandola nuovamente di poco, calcando le ultime parole.-E giustamente la famiglia Shirogane deve salvarci. Voi non vi sareste mai ridotti così!- continuò sbuffando, giocando nervosamente con le dita.

 

Scoppiò a ridere vedendo quella scena, sentire con quanto entusiasmo pronunciava la sua famiglia, e sentirla sbuffare in quel modo, qualcosa gli diceva che c’era dell’altro sotto.  –Straw, la tua infatuazione per la famiglia Shirogane è dovuta al fatto che io ne sono membro? – azzardò con un sorriso malizioso, calcando con voce seducente le ultime parole.

 

A quella affermazione abbassò la testa di colpo completamente rossa in viso, giocando nervosamente con le mani, senza smettere un attimo, attraversata da un brivido causata dal cambiamento del tono della voce. -M-ma no, che vai a p-pensare.- borbottò timidamente, mentre il calore nelle sue guance cresceva sempre più, si sentiva quasi male per tutta quella temperatura alzatasi così all’improvviso, era come se fosse stata scoperta. Si ritrovava indifesa sotto il suo guardo, debole, senza alcuna difesa dal suo sorrisetto malizioso, pensando che per la prima volta l’aveva chiamata con un diminutivo.

 

Ci aveva azzeccato! Sorrise dolcemente, ammirando divertito la sua figura così timida e imbarazzata. Aveva capito che anche lui per lei aveva un potere esagerato. Pensandoci bene tutto quello che stava accadendo non era così drammatico e stupido, infondo lei era felice di questo, e lui ignorando quello che sapeva, lo era altrettanto, quel fidanzamento ormai ufficiale sembrava quasi voluto da loro stessi, se si fossero conosciti in un’occasione diversa, forse sarebbero arrivati alla stessa conclusione senza essere forzati da qualcun altro.

La prese per una caviglia portandola sotto di se, facendola distendere. Ed ecco che erano tornati esattamente com’erano pochi minuti fa, mentre lei lo guardava stupefatta, con gli occhi lucidi, con il cuore che accelerava sempre più, causandole un giramento di testa, notando un sorriso dolce, che non gli aveva mai visto. Le mozzò il fiato, abbagliata da tanta bellezza, il suo cuore perse un battito, testando con le mani il terreno sotto di se.

Calò sempre più giù, prendendole le mani, portandole all’altezza della testa, bloccandole e incrociando le dita con le sue, mentre il loro respiro si univa nuovamente, le sue labbra così vicine a quelle di lei, si sfioravano appena, bastava pochissimo per poterle unirle, ma…deviò, dirigendosi verso il collo.

Sentiva il suo respiro sulla sua pelle, provocandole un brivido lungo il braccio, facendole venire una grande voglia di scrollarselo di dosso per potersi grattare proprio dove ora sentiva il suo respiro caldo. Sentì le sue labbra nel suo collo, ferme e il suo respiro le solleticava quel punto, provandole un nuovo brivido lungo tutta la schiena, stringendo le dita dei piedi, che ormai friggevano per l’essere stati troppo tempo nella stessa posizione. Era l’unica parte che Ryan non poteva sentire, anche se alla fine era stato un riflesso.

Cominciò a lasciarle piccole scie di baci lungo il suo collo, fendendole nascere nuovi brividi, trattenendo a stento il respiro, mentre strani pensieri nascevano nella sua mente, una vocina continuava a dirle di lasciarsi andare e il suo corpo cominciava ad non ubbidirle più, rispondendo alle sensazioni che le stava facendo provare in quel momento.

Il suo respirò diventava sempre più roco, e i suoi baci proseguivano su e giù per il lungo collo, per poi salive verso il suo volto, sfiorarle un angolo della bocca per poi continuare quella scia vicino il suo orecchio e così poter scendere di nuovo.

La sentiva fremere sotto di lui e sentiva il respiro sempre più roco, si sentiva tremendamente felice di questo e lo portava a sorridere a ogni nuovo brivido che sentiva nascere in lei. Risalì verso il suo orecchio, respirando quasi dentro esso, annusando il suo profumo, sapeva tanto di pesca. Sorrise, oltre ad essere bellissima e ad avere un grandissimo potere su di lui, aveva anche un ottimo profumo.

-Mi dispiace Straw, non mi fermerei se non fossi costretto, ma le circostanze mi impediscono di continuare. Non possiamo mica rimare qua, sotto occhi indiscreti, non credi?- disse a bassa voce, dolcemente, facendo trasparire un po’ di malizia nel suo tono, sentendola trasalire sotto di se, risvegliata del tutto. Andò a guardarla negli occhi, era totalmente rossa in volto, e respirava ancora fatica. Forse aveva esagerato un po’.

-Strawberry, ancora viva?- chiese divertito, guardandola dubbioso.

 

-Ehm…si. Credo di si.- Pronunciò a voce bassa, con lo sguardo perso nel vuoto, immersa nei suoi pensieri.

 

Era al quanto dubbioso in proposito. Dipendeva così tanto da lui? Stava costatando che entrambi dipendevano dall’altro. Che cosa assurda, poteva mai essere così facile? Però gli piaceva così tanto quella situazione. Si chiedeva chi lo facesse vedere di più. Magari lei, che sembra vivere in un altro mondo, ed è così piccola e indifesa che non sapeva opporsi. Anche se pensandoci un attimo non era certo stata lei a saltargli addosso per due volte in un quarto d’ora, e non gli aveva di certo rubato varie volte diversi baci. Accidenti, aveva perso in partenza. Anche se…alla fine ognuno di loro lo dimostrava a modo suo.

-Dai Straw, ti accompagno a casa.- disse infine, alzandosi definitivamente, sgranchendosi le gambe.

 

-Ok.- rispose a voce flessibile, sedendosi sul prato per riuscire a riprendersi del tutto, guardando il grande parco di fronte a loro completamente vuoto. Le pareva molto strano, però si ricordò che a quell’ora al Green Park era difficile trovare qualcuno, erano sempre dall’altra parte, sarà stato per questo che Ryan si era messo nella parte più isolata, infondo lui voleva stare da solo, soltanto in seguito lei l’aveva raggiunto, ma non si pentiva di nulla. Ma forse avrebbe dovuto. Scosse la testa, era troppo felice per crearsi dei “forse”. Le regalava troppe emozioni tutte insieme, doveva cominciare ad abituarsi, ma a cuor suo sapeva che non ci sarebbe mai riuscita, ogni volta era tutto totalmente diverso.

Le porse una mano per alzarsi, non esitò neanche un attimo nel prenderla, il suo calore le piaceva troppo, e mai come quel giorno l’aveva sentito così forte e vicino. Sorrise serena, la sua felicità si vedeva da ogni parte del suo corpo, le importava ben poco, il mondo poteva e doveva vederla di nuovo felice, visto e considerato che ormai lo era solo in sua compagnia e quanto pensava a lui. Sembrerebbe assurdo che una semplice persona possa fare sentire qualcuno così e appagarla in tal modo, ma aveva questo effetto su di lei, e di certo non voleva rinnegare nulla. E se mai le cose si sarebbero fatte più difficile, questo non voleva dire che lo avrebbe abbandonato, o almeno lo sperava.

Chiuse gli occhi e ispirando, mentre lui non le toglieva un attimo gli occhi di dosso, sorridendo sotto i baffi.

Lei lo guardò regalandogli il sorriso più bello che avesse mai visto, l’avvicinò a se accarezzandogli gli zigomi con la mano sinistra per poi trascinarla con se, mano nella mano verso casa sua.

Già gli dispiaceva di doverla lasciare così presto, ma a quanto pare il tempo, al momento, era dalla loro parte.

 

Arrivarono a casa sua, meravigliandosi sempre più di poter dire che quella era ancora sua, chissà magari c’era lo zampino degli Shirogane. Arrossì di botto pensando all’ultima volta che li aveva nominati quel giorno, più ci pensava, più si rendeva conto che quel nome aveva davvero qualcosa di speciale.

Erano davanti il cancello ed era arrivato il momento di separarsi, una fitta al cuore la compì all’improvviso. Le diventava sempre più difficile separarsi da lui, giorno dopo giorno. In quel momento si rese conto che erano ancora mano nella mano. Accidenti, le stava diventando troppo naturale quella situazione, cos’avrebbe fatto in seguito?

 

L’attirò nuovamente a se, regalandole un bacio tra i capelli, lasciandole libera la mano, costretto a lasciarla per chissà quanto tempo. Trattene un sospiro, accarezzandole la guancia con il dorso delle dita. –Ci vediamo Straw!- disse sereno, allontanandosi da lei, salutandola con un cenno di mano.

 

-Ok…ci vediamo.- rispose con voce lieve quasi impercettibile, mentre lui spariva dietro l’angolo della strada. Sospirò, troppe emozioni in un giorno solo, la faceva stancare troppo quel ragazzo. Si diresse verso la porta con passo calmo, evitando di saltellare e canticchiare per non dare troppo dell’occhio.

 

-Ben tornata, signorina Momomiya.- l’accolse calmo il maggiordomo, sorridendole sereno.

 

-Ciao Edward!- rispose entusiasta con un sorriso a trentadue denti, andandolo ad abbracciare. Non poteva considerarlo un semplice maggiordomo, per lei era come un fratello, e non gli doveva nascondere alcuna emozione.

 

-Siete particolarmente felice quest’oggi.- disse tranquillo, facendo notare un po’ di felicità nel suo timbro, accogliendola nel suo abbraccio.

 

Annuì convinta, staccandosi da lui, regalandogli un nuovo sorriso. -Davvero tanto!- disse infine con occhi stracolmi di immensa felicità, giocando nervosamente con il bordo della maglietta. –Ah Ed, smettila di darmi del lei, sei in famiglia!- ribatté sbuffando.

 

Sorrise, accennando un “si” con la testa. –Ai suoi ordini, Miledy!- rispose sarcasticamente, inchinandosi a lei. –A Shirogane glielo spieghi tua allora, io me ne lavo le mani.- disse con fare altezzoso, strofinandosi le mani, facendole una linguaccia.

 

Arrossì nuovamente di botto, calando la testa al solo suono del suo nome, intrecciando le proprie dita, muovendo nervosamente i piedi.           

 

Scoppiò in una fragorosa risata, grattandosi leggermente un angolo della testa, portandosi l’altra mano sotto il mento. –Sono contento che Shirogane ti renda così felice e che allo stesso tempo ti faccia diventare così piccola e indifesa.- disse maliziosamente, senza scomporsi.

 

 Alzò la testa di getto, guardandolo allarmata, sgranando gli occhi, diventando più rossa che mai, facendo ricadere le braccia ai lati, pietrificata. –Tu s-sai…- borbottò nervosamente in un sussurro, senza riuscire a completare la frase.

 

-Neanche ai cechi sfugge il tuo improvviso entusiasmo quando stai con lui.- disse con tono malizioso, porgendole un sorriso della stessa intensità, beffandosi di lei.

 

-Ehm…- farfugliò agitata, scuotendo un piede, cercando con le mani le tasche nei Jeans per nasconderle. –…se lo dici tu.- continuò incerta, implorando qualsiasi creatura esistente e non, di farla sparire di la alla svelta.

 

-Non lo dico io, è così evidente.- ribatté divertito, guardandola curioso. Gli piaceva terribilmente stuzzicarla un po’, e adesso aveva un grand argomento con cui poterlo fare. –Comunque dai, ti ho importunato abbastanza per oggi, ti lascio andare libera.– concluse, accarezzandole la testa, spingendola verso le scale che l’avrebbero portata in camera sua.

 

-Edward, sei il solito antipatico.- ribatté infuriata e divertita, uscendogli la lingua, girandosi verso le scale, alzando la testa fiera.

 

-Appunto per questo ti piaccio tanto, mia cara Strawberry.- rispose sarcastico, guardando la sua figura che saliva tutta esaltata le scale.

 

-Basta crederci, piccolo Edward!- urlò infine beffarda, sorridendo lieve, mentre spariva dalla sua vista.

 

Sospirò rassegnato, mentre guardava le scale ormai vuote e la sua figura scomparsa, porgendole un ultimo sorriso perso nel grande atrio.

Quella ragazza lo sbalordiva sempre più e alle volte non sapeva mai che fare, ma riusciva sempre a prenderla per il verso giusto. Sperava solo che tutta quella felicità non le si rivoltasse contro, pregando infinite volte che tutto filasse liscio, almeno per un bel po’, implorando mentalmente quel ragazzo di non commettere qualche errore. Non voleva vederla di nuovo così triste e depressa, aveva già perso tutto, non poteva vederla ridotta nuovamente così, non voleva sentirla piangere nella notte e gridare nel sonno il nome di quel ragazzo sconsolata e terrorizzata, mentre lui correva in suo soccorso nel cuore della notte per poi cercare di calmarla e farle ricominciare a respirare piano e tranquilla.

Alle volte si chiedeva cosa vedesse nei suoi sogni per terrorizzarla tanto da costringerla a smettere di respirare.

Scosse la testa nervoso. Doveva rilassarsi e calmarsi. Se anche quella notte avrebbe urlato di nuovo, sarebbe intervenuto come sempre.

Si girò, dando le spalle alle scale per dimenticare almeno per un po’ quei pensieri e così potersi dedicare al suo lavoro, indisturbato.

 

 

 

Incredibile era una vita che non aggiornavo così velocemente. Che bello l’ispirazione e la voglia sembra tornata (anche perché non ho nient’altro da fare), e poi mi dispiaceva lasciarvi così, ci sono rimasta male pure io u.u! …Ok, non comment =__=”.

Allora, ehm…, coff, coff! Lo so eravamo ad un punto cruciale e intenso, ma mica potevo farla prendere in un luogo pubblico, in mezzo ad un prato completamente all’aperto, senza neanche un albero o un cespuglio che coprisse la scena, o la nascondesse almeno un po’. E’ vero in quel momento non c’era nessuno (coincidenze della vita u_u), ma mettiamo che passava un vecchietto o una vecchietta, o un bimbetto che rincorreva la palla, mi rimaneva bloccato a vita! No, povera creatura. E se pensiamo alla piccola, indifesa Straw mi rimaneva paralizzata e scioccata per lo stesso asso di tempo. Io sono pure pazza e pervertita, ma non fino a questo punto u.u!

Ok, io sono impazzita del tutto, non so che ho scritto, non so che roba è, non so manco se è italiano o lingua inventata. Sarà l’ansia pre-concerto e tutti i sogni strani che faccio da un mese a questa parte, ma devo essere sincera a me questo cap piace tantissimo, e se vogliamo essere sinceri io amo tutta la mia ficcina.

Bene, adesso abbiamo la certezza che non ci sto più con la testa.

 

Alysea: Ciochyyy! Ferma guarda il calendario e vedi che giorno è? Visto? Primo luglio! Sore mancano cinque giorni! Ok, devo respirare e ispirare!

Fatto (almeno credo)! Allora…sono contentissima che la mia ficina ti piaccia, mi fa tanto piacere, sperando che ti piaccia pure questo capitoletto! Come hai visto ho aggiornato presto (se come no), quasi un mese dopo, voglio una medaglia u.u! Crazie mile (ormai è mio u.u e, se Bill non me lo dice correttamente, io salgo nel palco, non mi interessa se c’è Saki, Tobi o compagnia bella e, non scendo di la se non lo dice giusto, parola mia u.u! Quindi meglio per lui se lo dice bene!)! Ci sentiamo o vediamo, Bho quello che arriva prima! Hallo!

 

AmyGoku: Oh ti prego perdonamiiiiii! Ho fatto il prima possibile, spero ne sia valsa la pena, se no come faccio senza il tuo perdono, la mia mente si blocca e non scrive più! Non posso permetterlo ho troppe cose da scrivere u.u! *Anto si inginocchia davanti a lei implorando il perdono*. Spero che questo cap ti sia piaciuto. Alla prossimo (spero presto).

 

Pinkgirl:Felice che il giorno della recensione era gasata al massimo, magari c’era anche il mio zampino, chissà, Ahah!E’ una specialità fare rimanere le persone sulle spine, almeno credo, bho oggi sono gasata io, hihi!

 Allora ti dico una piccola cosa, gli Shirogane non hanno mandato i Momomiya sull’altrico solo per farli sposare, ma diciamo che il loro intento era anche quello così possono tenerli d’occhio, bé…però la cosa è più complicata e disonesta! Con il tempo (spero) sarà più chiaro! Cucio la bocca che dico sempre troppo! Sono contenta che il cap precedente ti sia piaciuto, sperando che sia altrettanto questo, ci ho lavorato un po’ (forse troppo =.=)! Ciao, alla prossima!

 

 Ryanforever:Ah anch’io vorrei essere al posto di Staw, non so cosa darei, ma purtroppo è impossibile, mi viene quasi la voglia di sbattermi la testa da qualche parte, ma poi mi riprendo, ho diverso lavoro da fare, ci manca solo che mi spacchi la mia inutile testolina, na, na! Pero… >///////<, mi fai troppi complimenti, a me piace fare emozionare le persone, ma non sapevo se ci sarei mai riuscita, se tu mi dici così mi imbarazzo troppo (la verità, mi piace sentirmelo dire, ahah!). Grazie tantissimo per i complimenti che mi fai, mi fai venire sempre una grande voglia di scrivere il più presto possibile e cercherò di farlo durante quest’estate, il problema sarà la connessione, ma vedrò che fare!

Comunque io aspetto speranzosa una tua fic, anche se dovessero passare anni, ho molta voglio di leggere un tuo lavoro su questo manga/anime, quindi io sono sempre qua (tranne il caso mi vengano a prelevare gli alieni, non si sa mai)! Spero che anche questo capitolo ti abbia fatto provare qualcosa! Grazie ancora, spero di tornare presto! Ciau!

 

Ciciagiu: Sono contenta che ti piaccia, spero che questo capitolo ti abbia soddisfatta almeno un po’! Baci!

 

Commentate mi raccomando ^^!
Grazie a tutti quelli che hanno solo letto ^.^!

Bacioni Ryan92!

 

   
 
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