~~Olivia nella sua nuova scuola era molto infelice, si sentiva strana eppure apparentemente le cosa andavano alla grande, insomma
aveva della buone amiche c'erano delle persone antipatiche per equilibrare il tutto e i suoi voti erano buoni. Allora perché voleva andarsene perché si rifugiava nei libri, perché soffriva nel leggere le avventure di Harry Potter e i suoi amici invidiandone il rapporto, perché si sentiva sola?
Perché lei era sola, e non poteva dirlo a nessuno, i genitori non l'avrebbero capita e se miracolosamente ci fossero riusciti, beh non avrebbero potuto fare niente. Erano solo due operai che avevano sacrificato la loro vita per i figli dando loro ciò che potevano.
La sua classe era molto stronza. Non direttamente con lei, ma lo era. Le sembrava di soffocare in quella stupida cittadina in mezzo al nulla, in quella scuola, in questo paese la stava discriminando in tutti i modi possibili. Lei voleva viaggiare voleva fare tante cose voleva che tutta la famiglia si trasferisse in un posto che desse loro tranquillità mentale, ossia una bella, grande città dove gli stranieri venivano considerate persone, non sudici topi di fogna che ti fanno schifo solo a guardarli.
Olivia aveva 16 anni e voleva questo dalla seconda elementare.
Eppure dopo essersi illusa un numero indegno di volte, per un imminente, apparente trasferimento veniva sempre delusa. Veniva delusa da tutti.
Anche da quella che credeva fosse la sua migliore amica, la stessa persona che le aveva detto “noi siamo migliori amiche da un pezzo, sta tranquilla non ti abbandonerò per... ( una lunga serie di circostanze, che Olivia sapeva sarebbero accadute ma di cui sperava il contrario)”! Olivia ci aveva creduto ma non aveva abbassato la guardia, ricordava alla sua amica molto spesso di stare attenta a quella serie di circostanze ma veniva sempre rincuorata. Olivia abbassò la guardia.
Accadde la più banale delle cose. Venne abbandonata per quella serie di circostanze.
Rimase sola. Piangeva tutte le notti, perché aveva parlato al vento.
Era ferita. Arrabbiata.
Poi una mattina si sveglia ed è grassa. Il suo specchio la riflette grassa. Vomita.
A scuola arrivano le pagelle. Capisce di essere una fallita.
Si iscrive a un concorso. Perde.
I miei sogni rimarranno tali, pensa, non cambierà mai nulla.
Cerca di tagliarsi, ma non ci riesce.
Pensa di suicidarsi, ma non lo fa.
L'unica cosa che fa fermò fu il pensiero di tutti quei libri che non avrebbe avuto occasione di leggere.
aveva della buone amiche c'erano delle persone antipatiche per equilibrare il tutto e i suoi voti erano buoni. Allora perché voleva andarsene perché si rifugiava nei libri, perché soffriva nel leggere le avventure di Harry Potter e i suoi amici invidiandone il rapporto, perché si sentiva sola?
Perché lei era sola, e non poteva dirlo a nessuno, i genitori non l'avrebbero capita e se miracolosamente ci fossero riusciti, beh non avrebbero potuto fare niente. Erano solo due operai che avevano sacrificato la loro vita per i figli dando loro ciò che potevano.
La sua classe era molto stronza. Non direttamente con lei, ma lo era. Le sembrava di soffocare in quella stupida cittadina in mezzo al nulla, in quella scuola, in questo paese la stava discriminando in tutti i modi possibili. Lei voleva viaggiare voleva fare tante cose voleva che tutta la famiglia si trasferisse in un posto che desse loro tranquillità mentale, ossia una bella, grande città dove gli stranieri venivano considerate persone, non sudici topi di fogna che ti fanno schifo solo a guardarli.
Olivia aveva 16 anni e voleva questo dalla seconda elementare.
Eppure dopo essersi illusa un numero indegno di volte, per un imminente, apparente trasferimento veniva sempre delusa. Veniva delusa da tutti.
Anche da quella che credeva fosse la sua migliore amica, la stessa persona che le aveva detto “noi siamo migliori amiche da un pezzo, sta tranquilla non ti abbandonerò per... ( una lunga serie di circostanze, che Olivia sapeva sarebbero accadute ma di cui sperava il contrario)”! Olivia ci aveva creduto ma non aveva abbassato la guardia, ricordava alla sua amica molto spesso di stare attenta a quella serie di circostanze ma veniva sempre rincuorata. Olivia abbassò la guardia.
Accadde la più banale delle cose. Venne abbandonata per quella serie di circostanze.
Rimase sola. Piangeva tutte le notti, perché aveva parlato al vento.
Era ferita. Arrabbiata.
Poi una mattina si sveglia ed è grassa. Il suo specchio la riflette grassa. Vomita.
A scuola arrivano le pagelle. Capisce di essere una fallita.
Si iscrive a un concorso. Perde.
I miei sogni rimarranno tali, pensa, non cambierà mai nulla.
Cerca di tagliarsi, ma non ci riesce.
Pensa di suicidarsi, ma non lo fa.
L'unica cosa che fa fermò fu il pensiero di tutti quei libri che non avrebbe avuto occasione di leggere.
I libri le salvarono la vita.