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Autore: _joy    18/03/2014    7 recensioni
"La sera in cui Ben Barnes lasciò Rebecca Milani era una sera piovosa e grigia."
Quello che accadde tra un addio e un ritrovarsi.
Perché niente altro conta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’alleanza fece sì che Carolina e Jack passarono una divertente mattinata insieme.
 
Imprevedibilmente, lei si rivelò ironica una volta superata la diffidenza iniziale.
E, stranamente, lui era un tipo brillante, una volta che si andava oltre la frivolezza iniziale.
Carolina era poco disposta ad ammetterlo, ma Jack era una compagnia piacevole.
Tornarono insieme a casa di Becky, dove Jack si scusò e le spiegò che aveva fatto un biglietto per Londra, quindi le chiese educatamente se poteva passare il pomeriggio con Carolina e Tommaso, per salutare il nipotino prima di andarsene.
Rebecca esitò, ma fu convinta dall’amica.
Jack, a differenza di Ben, era onesto e diretto, per cui alla fine lei acconsentì.
 
Ben, invece, quando vide dalla finestra della stanza passare suo fratello con il bambino a cavalcioni sulle spalle non la prese altrettanto bene.
Mollò un pugno contro la parete, che gli valse solo un male cane, e mormorando imprecazioni scese a comprarsi da mangiare.
Ma non aveva fame.
Non aveva voglia di leggere il giornale.
Né un libro.
Giocò svogliatamente con il cellulare, fece due passi in piazza.
Si sedette su una panchina e, dopo due minuti, era già in piedi.
‘Fanculo.
 
*
 
Quando li raggiunse, al parco, la sua rabbia era triplicata.
Non solo la sua ex faceva la stronza… Ora anche suo fratello passava dalla parte del nemico, a giudicare da come si divertiva con quella Carolina, che era proprio un’acida zitella!
E tutto perché aveva scoperto di avere il cuore tenero con i bambini!
Ah, che facesse un figlio lui, allora!
Eppure, malgrado la rabbia, i propositi di Ben vacillarono quando scorse Tommaso che sgambettava in giro, inseguendo la sua palla colorata.
Distolse a fatica gli occhi dal bambino e puntò il fratello.
Jack lo vide, gli fece un cenno con il capo, e poi riportò l’attenzione su Carolina, che stava parlando.
Entrambi tenevano d’occhio il bambino, ma sembravano decisamente a proprio agio in reciproca compagnia.
«Jack» disse Ben a denti stretti, quando fu vicino «Ho deciso che partiamo, per cui…»
Suo fratello si sfilò gli occhiali con grande lentezza.
«Che partiamo?» ripeté «E da quando tu decidi cosa faccio io, scusa?»
Ben lo fissò, furente.
«Benissimo. Quindi vuoi restare qui?»
«Non direi. Io torno a Londra»
«Quando?» Ben era spiazzato.
«Ho il volo domani, nel primo pomeriggio»
«Hai il volo? E io, scusa?»
A Carolina scappò una risatina di scherno.
Jack le sorrise, complice, poi riportò lo sguardo sul fratello.
«Non lo so» rispose «Dovrebbe fregarmene qualcosa?»
«Jack, che cazzo dici?»
«Dico che sei adulto. Anzi, sei pure abituato a volare in giro per il mondo, visto il lavoro che fai… Saprai prenotarti un volo, o no? O magari hai un agente che lo farà volentieri al posto tuo…»
Ben strinse gli occhi.
Guardò Carolina, ma lei teneva ostinatamente gli occhi fissi sul bambino.
Afferrò suo fratello per il bavero e lo tirò in piedi.
La ragazza fece un salto, spaventata.
«Senti» scandì Ben, rivolto al fratello «Se credi che tu o chiunque altro possa dirmi cosa devo fare ti sbagli di grosso!»
Jack gli allontanò la mano con una spinta.
«Ma infatti vado a casa proprio per questo: sei adulto, intelligente e non ti servono consigli, quindi io qui cosa ci sto a fare?»
«Smettila!» urlò Ben «Pensi di essere spiritoso?»
«E tu pensi di essere intelligente?» ritorse l’altro, che iniziava ad irritarsi seriamente.
Era difficile far infuriare Jack, che era davvero dotato di un buon carattere… Ma quando succedeva erano guai.
«Mi stai punendo?» fece Ben, serrando i pugni.
«Ma ti ascolti?» anche Jack iniziò a urlare e Carolina iniziò a preoccuparsi davvero.
Quei due erano veramente furiosi… Ma perché Jack si faceva trascinare?
Non avevano deciso di organizzare un incontro tra Ben e Becky?
Un incontro pacifico?
Vero che, se fosse dipeso da lei, avrebbe già preso a calci Ben da un pezzo, quindi nemmeno poteva biasimare troppo Jack.
 
Il quale stava alzando sempre di più la voce.
E la portata delle accuse.
«Sei un egoista! E per di più non capisci un cazzo! Non vuoi ragionare, hai sempre ragione tu! E allora che vuoi da me?»
«Ma chi ti ha chiesto niente?»
«Ma stai scherzando?! Ma se sei venuto a casa mia nel cuore della notte per trascinarmi qui!»
«Il mio primo errore!»
Ben gli rise in faccia e stavolta fu Jack a prenderlo per il colletto.
Un paio di signore li guardarono preoccupate e una si avvicinò alla nipotina per allontanarla da loro.
«Il primo?» i due Barnes continuavano a litigare, incuranti del disagio di Carolina e degli altri frequentatori del parco «Il primo di molti direi!»
«E tu chi sei per farmi la morale?»
«Ben, smettila!» urlò Jack «Smettila di chiuderti a riccio ogni volta che qualcuno sfiora un tuo nervo sensibile! Ogni volta che provi un’emozione! Se ti capita una cosa bella, nella vita, stai sicuro che te la rovini da solo! Ma non ti rendi conto? Non vedi che stai facendo lo stesso sbaglio dell’altra volta? Hai lasciato Rebecca perché avevi paura e ora la lasci di nuovo perché sei esattamente fermo allo stesso punto di prima! Tu hai paura di prenderti delle responsabilità! Ma se continui così non sarai mai felice!»
Ben spinse il fratello con violenza, un lampo negli occhi.
«Jack, stai attento, stai passando il segno!»
Carolina si alzò e cercò di interporsi tra i due, preoccupata che venissero alle mani, ma Jack la spinse via.
«Sei padre!» urlò in faccia al fratello «Sei il padre di un bambino che non c’entra niente con la tua stupidità e le tue paranoie! Ma perché non ti impegni per lui, almeno?»
 
Jack tese un braccio verso il punto dove doveva trovarsi Tommaso… solo che il bambino non c’era più.
I tre adulti si guardarono intorno, all’improvviso dimentichi del litigio.
Carolina fu la prima a vederlo: Tommaso era arrivato fino al marciapiede e stava inseguendo la palla in strada.
«Tommaso!» urlò lei, terrorizzata.
Si mossero tutti e tre, ma Ben era quello più vicino.
Jack urlò, quando vide una macchina che cercava di frenare, ma che era ormai troppo vicina.
Ma suo fratello, seguendo l’impulso, si lanciò in avanti e strinse il bambino tra le braccia.
Un attimo dopo la macchina lo centrò in pieno.


***
Buongiorno! 
Ci ho preso la mano, con i capitoli corti... Scusate, i prossimi saranno un po' più lunghi!
Anche se lo stile della storia è questo, mi fa un po' strano :)
Per tutti gli aggiornamenti mi trovate qui:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp
Grazie a tutti voi che mi seguite!
Buona lettura e buona giornata,
Joy

   
 
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