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Autore: Neens O Brien    18/03/2014    1 recensioni
Ian aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile.
Mickey disse quel "vaffanculo" come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-MICKEY-
Un'altra cazzo di giornata che iniziava di merda. Mickey venne svegliato dalle urla di sua sorella, che dal bagno sbraitava qualcosa contro uno dei suoi fratelli. Si alzò e aprì di colpo la porta della sua stanza, ritrovandosela davanti con solamente un asciugamano addosso.
-Che cosa cazzo hai da urlare a quest'ora?
Lo sguardo pieno d'odio che gli riservò Mandy lo fece incazzare ancora di più. Prima si permetteva di fare tutto quel casino e poi se la prendeva addirittura con lui? Ma la ragazza gli rispose quasi subito, con un tono acido.
-A parte il fatto che sono quasi le dieci, coglione. E poi qualche stronzo ha aperto il rubinetto in cucina e io mi sono ritrovata sotto un getto di fottuta acqua fredda.
Mickey sorrise sardonico, che cosa gliene importava a lui che fossero le dieci? Aveva diritto alle sue ore di sonno, visto che era l'unico che lavorava in quella casa. Che poi non lo pagassero perchè era un obbligo del tribunale, era un'altra faccenda. Guardò la sorella chiudersi nuovamente in bagno, sbattendo la porta, e andò in cucina sbuffando.
-Chi è quell'idiota che ha fatto incazzare Mandy? Lo sapete che poi rompe i coglioni finchè non è soddisfatta.
Afferrò la bottiglia di latte dalla tavola e ne buttò giù alcune sorsate. Shane e Jamie erano seduti e stavano ripulendo alcune pistole, nessuno di due alzò lo sguardo, ma Shane gli parlò con aria disinteressata.
-Avevamo sete, l'acqua in bottiglia è finita.
Mickey odiava il fatto che i suoi fratelli si esprimessero come dei cavernicoli, ma in fondo con un padre come il loro non si poteva pretendere granchè. Ma almeno in momenti come quello, in cui Terry era in prigione, Mickey non doveva continuamente sentirsi in colpa per quello che faceva con Ian. Certo, scopavano e basta, ma era certo che il padre non avrebbe visto di buon occhio i loro incontri. Perchè non la smettevano allora? Perchè non poteva semplicemente andare da Gallagher e dirgli "Ok, abbiamo fatto delle belle scopate, ma ora è meglio smetterla"? Questi pensieri affollavano la mente di Mickey, per quanto lui cercasse di non pensarci, di non pensare al ragazzo con i capelli rossi che lo faceva sentire finalmente se stesso.
Ma cosa cazzo gli veniva in mente? Quelle stronzate da frocetti non facevano per lui, lui era un duro, non una femminuccia di quelle che esprimono i loro sentimenti spesso quanto la gente piscia. Oltretutto sembrava che a Ian non interessasse tanto continuare a scopare con lui, o almeno, il giorno prima gli era apparso piuttosto evidente.
Era al negozio ad aspettare che arrivasse, pensando agli insulti che gli avrebbe rivolto visto che la proprietaria aveva fatto il culo a lui per l’assenza di Ian. Quando il ragazzo era arrivato, però, era sembrato distaccato, strano. Solitamente cercava sempre di coinvolgerlo in qualcosa di stupido e infantile, tipo un’uscita insieme, ma alla fine Mickey vinceva il confronto e si ritrovavano solamente a scopare. Quel giorno però, quella testa di cazzo gli aveva dato picche. A lui. A Mikey Milkovich. E poi aveva passato tutto il pomeriggio ad ignorarlo.
Mickey avrebbe voluto poter far finta di niente, ma ci riuscì solo con le parole. “Come ti pare Gallagher, troverò qualcun altro con cui divertirmi.” Era tutto quello che gli era venuto in mente per non far capire quanto l’avesse spiazzato l’atteggiamento del rosso.
In ogni caso, si sarebbe trovato davvero qualcun altro con cui scopare, di coglioni come quel Gallagher era pieno il mondo, e soprattutto la periferia. Non gliene fregava un cazzo, ecco cosa si ripeteva mentre passava il tempo prima di andare a lavoro. Aveva deciso che avrebbe ignorato Ian a sua volta, per far vedere a quella testa di cazzo che avrebbe benissimo potuto fare a meno di lui, in ogni caso non è che parlassero molto.
Entrando in negozio pensò di essere solo, ma poi scorse Ian che controllava la lista dell’inventario, parzialmente nascosto da uno scaffale. Il ragazzo sollevò appena lo sguardo e gli fece un cenno del capo, per poi ritornare alle sue occupazioni come se Mickey non esistesse. Ma che cazzo gli prendeva? Se non fosse stato sicuro del suo essere maschio, Mickey avrebbe pensato che Ian avesse il ciclo.
Per tutto il pomeriggio lo sguardo del rosso non si avvicinò nemmeno a Mickey, che iniziò a formulare nella sua mente pensieri sconnessi, tipo “Non me ne frega un cazzo.”, “Quel coglione se ne pentirà prima o poi.”, “Perché cazzo sembra avercela con me?”, “Perché non mi sorride come al solito?”
Il subconscio di Mickey cercò di bloccare quest’ultimo pensiero, ma era troppo tardi. L’aveva fatto. Aveva pensato al suo sorriso. Era un sorriso grande, aperto, sincero, che stava da dio con quegli occhi e che ti faceva sentire una sensazione di calore all’altezza del petto. No cazzo. Non poteva permettersi di pensare a qualcosa del genere, se ne vergognava da solo. Probabilmente era soltanto un pensiero casuale causato dall’astinenza da sesso, quindi doveva rimediare.
Non gli importava che cos’avesse Ian, avrebbero scopato quel giorno, poco ma sicuro. A fine turno andò da lui e si appoggiò al bancone con un mezzo sorriso sul volto.
-Ti va di andare al campo stasera? Sai, quello dove abbiamo scopato quando sono uscito di prigione.
Ian, con stupore di Mickey, afferrò la sua giacca e si avviò alla porta mentre rispondeva.
-Ho da fare.
Era stata una risposta secca, non era da lui fare così, e Mickey si sentiva come se lo stesse prendendo per il culo. Afferrò il braccio del ragazzo prima che aprisse la porta.
-Si può sapere che cazzo hai? Non hai mai rifiutato una scopata, mi pare.
Mickey era irritato, nessuno poteva permettersi di trattarlo in quella maniera, di dirgli di no. Nessuno si era mai permesso. Guardò Ian alzare le spalle.
-C’è sempre una prima volta.
Il giovane Gallagher se ne andò, lasciando Mickey confuso, ma soprattutto incazzato. Sbattè con forza il pugno contro il bancone, imprecando poi per il dolore e nel vedere che le sue nocche sanguinavano copiosamente.
L’umiliazione sembrava sommergerlo, ma non c’era solo quello. Gli sembrava di sentire come qualcosa nello stomaco, un fastidio, un..dolore.
-Vaffanculo.
Disse quest’ultima parola mentre sbatteva la porta del negozio alle sue spalle, come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
   
 
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