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Autore: Neens O Brien    17/03/2014    4 recensioni
Ian aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile.
Mickey disse quel "vaffanculo" come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-IAN-
Buio.
Perchè era buio? Ian si era ripromesso di dormire per un paio d'ore quel pomeriggio e di svegliarsi in tempo per andare al lavoro, ma qualcosa gli diceva che la sveglia non aveva svolto il suo dovere. Si tirò a sedere sul letto, stropicciandosi gli occhi mentre afferrava l'orologio per vedere che ore fossero. 
Fantastico. Erano le nove di sera passate e sicuramente Yvonne non l'avrebbe perdonato tanto facilmente, soprattutto perchè da quando aveva scoperto della fuga di Kash era diventata più instabile di quanto già non fosse e aveva iniziato a prendere degli ansiolitici che, invece di calmarla, la rendevano più furiosa. Il ragazzo sbuffò alzandosi, e scese al piano di sotto per sapere per quale motivo nessuno l'avesse svegliato per la cena.
Intorno al tavolo della cucina c'erano solamente Debbie e Carl, intenti a mettere a punto un piano per derubare il furgone del latte la mattina seguente.
-Hey ragazzi, c'è Fiona?
Non vedeva la sorella da nessuna parte, probabilmente era fuori per lavoro, oppure si stava divertendo da qualche parte con Steve. In ogni caso quando Debbie gli rispose che era uscita quel pomeriggio e sarebbe tornata in tarda serata, Ian capì perchè nessuno l'aveva svegliato. Aprì il frigo e si versò del succo nel bicchiere.
-E Lip dov'è?
Chiese, visto che nessuno gli rispondeva. Ma a quel punto Debbie gli prestò attenzione.
-E' uscito con Karen. Credo che quella ragazza ce l'abbia completamente in pugno.
Ian rise, non riusciva ad immaginare il fratello che si faceva mettere i piedi in testa da una ragazza, anche se praticamente parlava sempre di Karen negli ultimi tempi. Stava per tornare nella sua stanza, quando la voce di Carl lo bloccò.
-Ah è venuto quel tipo che lavora con te, il fratello di Mandy. Dice che il tuo capo se l'è presa con lui perchè non sei andato a lavoro e che voi due ve la vedrete domani. Ma noi gli abbiamo detto che eri uscito a vendere erba alla ferrovia.
Sentendo nominare Mickey, Ian fece una smorfia che fortunatamente nessuno vide, visto che era voltato di schiena. Ormai pensava sempre più spesso al ragazzo, decisamente più di quanto avrebbe voluto e dovuto, e la cosa di certo non era positiva. Aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile. 
Ancora non voleva ammettere di provare qualcosa per Mickey, soprattutto dal momento che sembrava non provare altro che odio per Ian, e il ragazzo aveva ancora un po' di amor proprio. Certo, ormai si vedevano spesso per via del lavoro, e ogni momento libero era un'ottima occasione per scopare. Ma per Mickey era solamente una scopata, niente di più, Ian ne era certo, e la cosa per qualche strana ragione gli faceva torcere lo stomaco.
Mentre risaliva le scale pensava già al fatto che il giorno dopo l'avrebbe visto, e che molto probabilmente gliel'avrebbe fatta pagare per la sua assenza. Dormire sembrava l'unica soluzione per evitare di pensare a lui, ma ogni volta che chiudeva gli occhi il viso di Mickey gli appariva davanti, e passarono ore prima che finalmente si assopisse.

La voce squillante di Fiona interruppe il suo sonno, che finalmente si era tranquillizzato. Ian aprì gli occhi, sensibile alla luce del sole che entrava dalla finestra. Aveva ritrovato la tranquillità del giorno prima, quella che aveva prima che Mickey si riaffacciasse di nuovo nei suoi pensieri, quando, poco dopo essere entrato a scuola, fu affiancato da Mandy, che iniziò subito a parlare.
-Ti consiglio di non andare a lavoro oggi, mio fratello vuole farti il culo.
Ian quasi si mise a ridere per il significato che poteva avere quella frase ai suoi occhi, ma poi sbuffò semplicemente.
-Certo, così se sto a casa e Yvonne se la prende di nuovo con lui per colpa mia lo rimettono di nuovo in carcere, questa volta per omicidio.
La ragazza sorrise alle sue parole, era una delle poche persone che conoscesse Ian a sapere della sua omosessualità, e la cosa non la turbava minimamente, soprattutto dal momento che sapeva che il rifiuto dell'amico non era stato a causa del suo basso livello di sex appeal. Chissà che cos'avrebbe pensato però, se avesse saputo che il suo migliore amico e suo fratello andavano a letto insieme, sicuramente non se lo aspettava minimamente.

La giornata passò abbastanza in fretta, tenendo conto che non aveva ascoltanto nemmeno mezza parola di quelle che avevano pronunciato gli insegnanti, troppo preso a fissare fuori dalla finestra con sguardo assente. Lungo la strada di ritorno, ebbe un dettagliato racconto dell'incontro di Lip con Karen. Il fratello sembrava frustrato dal fatto che la ragazza non mostrava quello che provava per lui e stava diventando sempre più sfuggente. Il cuore di Ian si alleggerì, almeno non era l'unico ad avere quel genere di problemi, ed era certo di poterne parlare con il fratello, ma di certo non davanti a Mandy che in quel momento camminava con loro e cercava di consolare Lip parlando della psicologia delle ragazze.
Quando Ian entrò nel negozio venne quasi immediatamente aggredito a parole da Mickey, che se ne stava dietro al bancone con aria irritata.
-Dove cazzo sei stato ieri?
Ian rispose con aria indifferente.
-In giro.
Se Mickey avesse saputo che aveva dormito tutto il tempo mentre lui lavorava al suo posto l'avrebbe quasi sicuramente preso a botte. Invece alzò un sopracciglio e si avvicinò a Ian con un mezzo sorriso. I sorrisi di Mickey non sembravano mai sinceri, non sembrava che sorridesse per qualcosa che lo rendeva davvero felice, i suoi erano solamente sorrisi di superiorità.
-Credo che dovrai farti perdonare, allora. Chiudiamo per un po' e andiamo in magazzino.
Eccola di nuovo. Quella fitta al cuore che accompagnava la consapevolezza di essere solamente il suo giocattolo sessuale, di non contare nulla per lui. Ian prese il posto appena lasciato da Mickey dietro il bancone e si sedette, sfogliando una delle riviste che aveva trovato al suo fianco.
-Non mi va.
Non voleva alzare lo sguardo, ma non si pentì di averlo fatto quando vide lo sguardo di Mickey, un misto di stupore e delusione che per un attimo diedero a Ian l'impressione di avere un qualche potere su di lui, di poter influire, seppur minimamente, sul suo umore. Certo, era sperare troppo, ovviamente, infatti il volto di Mickey tornò una maschera imperturbabile nel giro di pochi secondi.
-Come ti pare Gallagher, troverò qualcun altro con cui divertirmi.
Ecco cos'era, un divertimento, un passatempo. Il termine gli sfuggiva prima ma in quel momento tutto era più chiaro, soprattutto il fatto che era stato uno stupido ad immaginare, anche solo per un secondo, che per Mickey lui significasse qualcos altro.Ian non aprì bocca se non per parlare con i clienti, e quando l'altro ragazzo si rivolgeva a lui lo ignorava. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di sapere che per lui quello che facevano non era solo divertimento, non si sarebbe abbassato a tanto.
Questa sua autoimposizione però non gli impedì di bagnare il cuscino di lacrime silenziose quella notte, pensando che forse valeva la pena di perdere la propria dignità per continuare a condividere quei momenti con Mickey, anche se per il ragazzo non erano altro che un modo per passare il tempo. Di certo per il momento avrebbe cercato di tenersi sulle sue, anche perchè era dura anche solo ammettere a se stesso di amare Mickey Milkovich.
   
 
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