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Autore: demilennon    18/03/2014    4 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Love me do.

“Stella??”
La voce di John riecheggiò in tutta la stanza, curiosa e, allo stesso tempo, molto  timorosa.

“Si, sono io.” Risposi

Ci fissammo per due buoni minuti, dopodiché mi chiese “L’hai letta?”

Mordendomi il labbro inferiore sibilai un si incerto.

Capii che si aspettava una risposta migliore e dissi “Mi hai stupita, non pensavo che tu provassi queste cose per me, è.. è bellissimo.”

Si appoggiò al letto e disse “Mi sono sforzato molto, ci ho messo almeno due ore piene.”

“Eh beh, si è visto!” risposi.

Avevamo rotto il ghiaccio, ora mi toccava dargli la risposta, la più veritiera possibile.

“Ci ho riflettuto molto” dissi “E credo di provare qualcosa di più di una semplice amicizia nei tuoi confronti”

Un enorme sorriso si fece spazio sulla sua bocca. Poi mi invitò a sedere accanto a lui. Ci guardammo profondamente negli occhi, poi prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò dolcemente le labbra. Non fu uno di quei baci appassionati che si vedono nei film, fu un bacio che non potrei definire con altra parola se non “amore”.

Fu esattamente in quel momento che capii che era lui l’uomo della mia vita, che non avrei trovato mai più una persona come lui. Non glielo dissi, ma lo capii sicuramente da solo, perché, del resto, io e lui ci capivamo con uno sguardo.

Passammo il pomeriggio insieme, distesi sul letto, mentre lui mi accarezzava i capelli e mi cantava canzoni lente e romantiche. Fu uno dei momenti più belli della mia vita, fino a quel giorno. Era una perfetta soluzione di pace e serenità.

Mi sarebbe piaciuto restare così in eterno, cullata dalla sua voce, dalle sue carezze e dal suo profumo.
Nonostante il tempo sembrasse essersi fermato, purtroppo continuava, inesorabilmente, a scorrere. In un batter d’occhio furono già le 21, ed io dovevo necessariamente tornare a casa, controvoglia.

“John è tardi..” dissi con un velo d’amarezza sulla lingua.

“Non puoi rimanere un’ altra oretta, anche di meno?” mi chiese

“No.. non posso proprio. Mi dispiace.” Risposi.

“Ti accompagno.” Disse.
 


Ci ritrovammo, così, giù in strada, mano nella mano, diretti verso la mia casa.

“Ma allora io e te cosa siamo, ora?” gli chiesi

“Non so, possiamo essere qualsiasi cosa.” Rispose, ed iniziò a simulare un gabbiano, nel ben mezzo della strada.

“Eri stato serio per troppo tempo, iniziavo seriamente a preoccuparmi!” dissi, imitandolo mentre ridevo.
Iniziammo a rincorrerci per la strada, fin quando non vidi, in lontananza, una chioma rossa. Ben presto capii che era Beatrice, affiancata da un ragazzo vestito da teddy-boy.

“Ma quello è Paul!” disse John.

“NO.”

“Cosa no, stellina?”

“quella accanto a lui è Beatrice, mia cugina italiana, ricordi?”

“Certo.. e perché è con Paul?”

“La solita, vecchia storia” risposi.


 
Sfortunatamente arrivammo subito a casa mia, e fummo costretti a  lasciarci.
“Ah, comunque ecco ciò che io e te siamo, siamo l’uno dell’altro . Si, ci apparteniamo.” Disse.
 
 
 
Salutai velocemente i miei parenti, che avevano appena finito di cenare, e mi ritirai in camera. Ero troppo emozionata per poter mangiare. Ero troppo emozionata per poter fare qualsiasi cosa. Così decisi di andare a dormire.
“Del resto, domani è un altro giorno.” Accennò Rossella O’hara dalla tv nel salone.
 
 


L’indomani era decisamente un altro giorno. Le nuvole avevano lasciato posto a un sole meraviglioso, così bello e luminoso che sembrava essere arrivata la primavera. Però, purtroppo, era ancora dicembre.
Erano le 10, ed io avevo dormito per più di 12 ore. Insomma, era un record. Improvvisamente riaffiorò il ricordo della sera precedente, che per un po’ di tempo mi aveva abbandonata.
In quello stesso momento un sassolino colpì la mia finestra.

“John, di buon ora?” dissi sottovoce

“Stellina, scendi.”

“Sali tu.”

Così John salì e mi stampò un bacio sulle labbra. Era strano, non ero abituata, di solito, per salutarmi, faceva versi animaleschi, ed ora, invece, era cambiato tutto.

“Devo ancora abituarmi a questa situazione.” Dissi.

“Ci stai ripensando?” mi chiese mentre si accovacciava sul letto.

“No, ti sto solo chiedendo tempo.” Risposi mentre legavo i capelli in una coda.

Dopo avermi fissata, mi chiese “Hai da fare oggi?”

“No”

“Allora vieni a vedere le prove, ci vediamo alle 4.” Disse “Ora ho da fare, vado.”





Nota autrice*
Eccomi, questa volta ho cercato di scriverlo il più presto possibile! Spero di non avervi delusi ç_ç Grazie mille a tuttiiii <3


 
  
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