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Autore: Klainbow    18/03/2014    9 recensioni
Un ragazzo carino nell'appartamento di fronte a quello di Kurt, ed una cotta che sfocia nell'ossessione.
Dal primo capitolo:
''Incontrare un bel ragazzo e sorridergli cercando di attirare la sua attenzione è carino. L'inizio di questa cosa, era carino. A volte lo è ancora, lo ammetto. Ma osservare segretamente un ragazzo che vive nell'appartamento di fronte al tuo, tutti i giorni, a tutte le ore, parlarne in continuazione come se lo conoscessi da sempre e non fosse un completo sconosciuto? Non è innocente. E'.. inquietante. Inizia a diventarlo, sai?''
[sms+description]
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera a tutti! 
Finalmente ce l'ho fatta, mi sembra di aver corso una maratona. Mi scuso per i due giorni di ritardo, ma ho avuto una settimana piena e sono riuscita a ricavarmi un po' di tempo per scrivere soltanto sabato ed oggi. 
Comunque, parliamo del capitolo. Strano a dirsi, ma quando ho cominciato a scriverlo ho pensato che avrei scritto pochissimo, invece per adesso è il più lungo in assoluto. Spero non vi annoi, so bene che questi capitoli possano far male ed apparire leggermente - o anche molto - più brutti degli altri, però sono fondamentali. Diciamo che questo sarà molto meglio di quello scorso (mi avete fatta sentire in colpa, siete voi quelli cattivi çwç), e alla fine - non prometto nulla per l'inizio - non avrete più voglia di uccidermi. 
Tranne che per quell'obbrobrio che ho scritto alla fine. Eh già: mi sono cimentata nel componimento, fallendo miseramente nel tentativo peggio di Rachel con 'Only Child' e 'Il mio cerchietto'. Non mi resta che coprirmi le orecchie per gli insulti e cercare di migliorare, o semplicemente NON FARLO PIU'. 

Dio, oggi sono proprio una lagna. Vi lascio andare, okay? 

Enjoy! 


to my #sgs girls, with love. 


 
Capitolo 11
I just wanted to love you.

Mercoledì 24 Novembre (10.02) 
Messaggio in arrivo da: Rachel.
Buongiorno, raggio di sole!

(10.04)
Buongiorno, Rach. 

(10.06)
Come va? 

(10.07)
Come sempre. 

(10.09)
E cosa stai facendo?

(10.10)
Nulla, ma non c'è bisogno di chiederti cosa tu stia cercando di fare, vero?

(10.12)
Che vorrebbe dire?

(10.14)
Puoi chiedermelo, ormai non cambia nulla, né potrei sentirmi diversamente. 


-chiamata in arrivo-
''Ciao di nuovo.''

''Hey...''

''Avanti.''

''Oh, Kurt...''

''Per favore, Rachel. Non farlo.''

''Fare cosa?''

''Comportarti come se io fossi un cucciolo ferito e tu l'unica persona in grado di aiutarmi. E con tutto il bene che ti voglio, sia tu che io sappiamo bene che non è così. Non devi aver pietà di me come se la vittima fossi io, come se non avessi fatto niente di male, perché non è così.'' 

''Certamente no, Kurt, ma cosa dovrei fare? Scaricarti addosso altre colpe come fa Santana? Ripeterti quanto tu abbia sbagliato e farti annegare nella disperazione? Urlarti che avevo ragione io, che te l'avevo detto? E dimmi, a quale scopo? Non posso permettermi di farti del male, e finché non riuscirai a superare questa cosa continuerò a chiederti se stai bene, anche se ogni volta conoscerò la risposta. Devi arrenderti all'idea, okay?'' 

''Non posso. Non credo riuscirò mai a superarla. A dimenticare lui.''

''E allora lascia che io ti aiuti.''

''Aiutarmi?''

''Sì, Kurt. Con Blaine. Quante volte dovrò ripetertelo?''

''Sono senza speranze, perché dovresti aiutarmi?''

''Perché se non lo faccio io, allora chi ci proverà? Tu non di certo, non senza che qualcuno ti ripeta che puoi farcela. Quindi, chi meglio di me?''

''...''

''Ci stai?''

''Io.. n-no.''

''Okay, basta. Non esci di casa da quattro giorni, Kurt, quattro! Ti sei anche rifiutato di venire al lavoro, e sai bene che non potrai continuare così ancora per molto, se non vuoi ritrovarti per strada, senza i soldi per pagare la retta della NYADA e l'affitto dell'appartamento. Non posso fare la spesa per te tutti i giorni e portarti da mangiare, restare solo per assicurarmi che tu mangi e io... Ho paura di lasciarti da solo quando ti ho metto a letto e ti stringo la mano finché non riesci ad addormentarti. E sai perché? Ho il timore che ti possa venire la malsana idea di rigettare tutto quello che ti ho costretto a mangiare per sopravvivere. Non so neanche il motivo per cui lo faresti, ma ti conosco meglio di me stessa e so che arriveresti a tutto pur di riuscire ad odiarti ancora di più.''

''Mi ospiteresti a casa tua, però.''

''Kurt, non sto scherzando. Questa cosa è andata avanti per troppo tempo. Non ti dico di andare a parlargli o di dimenticarlo, ma non ti permetto di smettere di vivere soltanto a causa di una delusione amorosa. Ci tengo troppo a te per far finta di nulla.'' 

''Il suo sguardo...''

''Il suo- cosa?!''

''Lo sguardo che mi ha rivolto quando ha scoperto tutto, quello sguardo sprezzante, intriso di delusione, incredulità e dolore. Mi ha pugnalato il cuore, perché oltre alla crudezza che ci ho trovato dentro, ho capito che quella sarebbe stata la fine. E' tutto inutile, la canzone che ha cantato sabato ne è stata la conferma.''

''Non la vedrei così. Ascolta, per quanto mi hai raccontato è stata una reazione piuttosto legittima.''

''Ma-''

''Sta' zitto e fammi parlare. Sai bene come deve essersi sentito dopo aver scoperto una cosa del genere, non puoi biasimarlo. Pensa, avrebbe mai potuto dirti ''oh, beh, non fa niente, non preoccuparti. Che ne dici di pomiciare per festeggiare questa grande scoperta che non mi ha sconvolto per niente?''?! E' già tanto che non abbia alzato le mani, in quel caso se la sarebbe vista con me.''

''Non lo avrebbe mai fatto.''

''Lo so.'' 

''...''

''Ad ogni modo, ha bisogno soltanto di tempo per capire cosa fare, ma ti perdonerà; ne sono sicura.''

''Mmh..''

''Avevo torto quando ti dicevo che Blaine era cotto di te, che ti ricambiava e ti scopava con gli occhi? No, mai. E non mi sbaglio neanche adesso.''

''Sembra di parlare con Santana.''

''E' una cattiva influenza.''

''...c'è una cosa che non ti ho raccontato. Prima di mandarmi via.. mi ha baciato.''

''Ti ha.. baciato?'' 

''Sì, e mi ha anche tirato verso di sé, prima di dirmi di andarmene via. Non capisco.''

''Uh.. forse è stato.. voglio dire, no, okay, ci sono! LO VEDI?''

''Non urlare!''

''Non è finita per niente, stupido! Ti ha baciato, ed ha avuto paura di tutte le sensazioni che ha provato. Quel gesto è stato il più impulsivo tra tutti, proprio perché tu gli fai quest'effetto. E' come se nonostante tutto fosse ancora tuo prigioniero, come se tu possedessi il suo cuore!''

''Smettila con tutti quei film sdolcinati.''

''Sai che è così. In meno di un mese vi ritroverete ad esplorare i vostri letti a vicenda.'' 

''Rachel!''

''E' bello sentirti ridere.''

''E' per questo che ci stai mettendo tempo a dirmi quello che ti affligge?''

''Non è..''

''Rachel.''

''IerihoincontratoBlainedurantelapausapranzo'' 

''Eh?''

''Ieri ho incontrato Blaine, durante la pausa pranzo.'' 

''Tu..''

''Sono andata a Times Square per prendere da mangiare al mio ristorante preferito, sai, e l'ho visto con Sam, mi ha salutato solo lui. Blaine si è limitato a guardarmi con gli occhi da cucciolo. Sembrava un'altra persona. Fa ancora male.'' 


''Oh.. va bene, insomma, credo che.. sì, grazie, Rach. Senti.. se lo vedi ancora potresti riferirmelo? E lo stesso Santana.''

''Non credo che ti farebbe sentire..-''

''Meglio? Felice, stavi per dire? No, è vero. Ma ne ho bisogno, per favore.''

''D'accordo, glielo dirò.''

''Sì.''

''Stai bene?''

''Credo. Ora devo andare.''

''A dopo...'' 
-chiamata terminata- 



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My days without Blaine. 

Martedì 23 Novembre intorno alle ore 13.00, Rachel ha incontrato Blaine e Sam. Dice di essersi sentita male per lo sguardo addolorato che le ha inviato, l'unico ad averla salutata è stato Sam. 

Venerdì 26 Novembre alle ore 9.30, Santana si è vista con i ragazzi a casa di Jeff per discutere del loro prossimo concerto. Non ci sono ancora date stabilite, ma è sicuro che presto canteranno a Central Park. Tutti hanno dibattuto riguardo la scelta delle canzoni tranne Blaine, e Santana si è sentita a disagio per gli sguardi che le ha lanciato - intervallati al silenzio assoluto. Non ha mangiato neanche una tartina, sembra dimagrito e molto pallido. Non ha rivolto la parola a nessuno. 

Domenica 28 Novembre alle ore 18.05, mi sono affacciato alla finestra per la prima volta da quel venerdì. 
Blaine era in camera sua, mi dava le spalle - nude - mentre si calava per cercare una t-shirt pulita da indossare. Ho osservato i muscoli guizzare ad ogni movimento. Dopo un minuto la sua scelta è ricaduta su una semplice polo blu. Aveva i capelli in disordine come sabato scorso, sembrava muoversi in modo lento e confusionario. Dopo aver fissato il pavimento per qualche minuto è uscito. Mi manca. 

Giovedì 2 Dicembre, alle 4 del pomeriggio, ho guardato Blaine dormire per un'ora intera. Si è rigirato sotto la coperta di pile come se stesse avendo un incubo. Avrei voluto correre da lui e coccolarlo finché non sarebbe passata. 
Alle 5.06 si è svegliato di soprassalto sedendosi al centro del letto, si è passato una mano tra i capelli e si è lasciato ricadere sul materasso. 

Sabato 4 Dicembre, Santana è stata invitata alla festa di compleanno di Jason. Blaine è stato seduto tutto il tempo: ha rifiutato ben tre ragazzi, prima di scusarsi e tornare a casa.

Martedì 7 Dicembre alle ore 14.00, Rachel ha incontrato Blaine - stavolta da solo - fuori allo Spotlight. Gli ha chiesto se avesse voglia di bere un caffè con lei dentro, lui ha chiesto se ci fossi stato anch'io. Alla risposta negativa di Rachel, Blaine ha accettato, seppur titubante. Rachel gli ha domandato se fosse tutto okay, non ottenendo alcuna risposta. Poi, dopo un po' di 'silenzio imbarazzante', lui le ha chiesto di me: voleva sapere se stavo bene. Rachel gli ha detto la verità, e lui non ha più parlato. Dopo 5 minuti ha annunciato di essere in ritardo per le prove ed è scappato - letteralmente - via. 

Mercoledì 8 Dicembre, grazie a Rachel ho trovato il coraggio di chiamare Blaine. Nel corso della giornata ho tentato tre volte, alla quarta è partita la segreteria telefonica.

 
* * *
 
''Se non sto rispondendo vuol dire che sono occupato, o che ti sto evitando. Lascia un messaggio.''

''Blaine, sono ancora io. So che non vuoi parlarmi ma.. volevo sentire la tua voce. Chiamami, okay? Se vuoi. Ovviamente. Credo di dover.. ecco, mi manchi da morire.'' 
* * *

Giovedì 9 Dicembre, Santana è andata al nuovo bar gay con Blaine e Jeff. Blaine ha bevuto più drink dei due messi insieme e ha iniziato a farfugliare cose senza senso sull'amore e i suoi disastri. Quando un ragazzo che, a detta di Santana 'sembrava un adone', gli ha chiesto di ballare, Blaine ha mormorato un ''al diavolo!'', ha mollato il bicchiere mezzo pieno sul bancone e si è lasciato trasportare verso il centro della pista, dove ha iniziato a strusciarsi sull'altro con sguardo vacuo. Dopo circa mezz'ora è sparito nella folla con Mr. perfezione. Sono tornati a casa senza di lui. 
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Sabato pomeriggio Rachel riuscì a pieno nell'impresa di convincere Kurt a passare una giornata tutta per loro, all'insegna dello shopping, sbafo al McDonald's e cinema, dove Santana li avrebbe raggiunti dopo che avessero finito con ''i loro momenti ridicolmente gay''.

Kurt era teso, ancora scettico all'idea di uscire all'aria aperta dopo tutti quei giorni in cui si era letteralmente secretato nel suo appartamento; ma sapeva, nonostante non riuscisse ad ammetterlo ad alta voce - non per orgoglio, bensì per vergogna -, che Rachel avesse ragione. Sentiva di aver paura del mondo esterno, sussultare ad ogni minimo rumore lo terrorizzava. Sentirsi come il vecchio Kurt Hummel - che tremava quando una porta veniva chiusa leggermente più forte, o se una palla sfuggiva dalla presa di una delle cherleader e rotolava fino a lui durante le sue solitarie ore in palestra - lo terrorizzava. Kurt tremava all'idea di non riuscire più a salvarsi. 
Aveva l'impressione che senza di lui tutto si rivelasse come una minaccia che incombeva su di lui, giudicandolo, ferendolo, facendogli soltanto desiderare di essere protetto dall'unica persona che in quel momento lo odiava più che mai. Ne ebbe la conferma quando varcò la soglia della porta d'ingresso ed un brivido gelido gli attraversò il corpo. L'impulso di rientrare e rifugiarsi sotto le coperte fu grande, ma a Kurt mancava troppo il vero sé per lasciarsi ingannare da quell'irresistibile tentazione. 

Con un nodo in gola che gli impediva di respirare correttamente, Kurt si richiuse il portone dietro di sé, infilandosi il cappellino di lana blu che Carole gli aveva spedito il giorno prima, e si preparò a camminare a passo svelto finché non avrebbe svoltato l'angolo del vicolo e superato il pericolo ''Blaine''. 

Ma le cose non vanno mai come si spera, perché a volte, il destino sa essere davvero crudele, quasi insensato. Perché il destino ama giocare, osare, tagliuzzarti a suo piacimento, e decidere se ucciderti o lasciarti vivere, con l'illusione di essere stati risparmiati. 
In certi momenti ci si domanda cosa si possa aver fatto di tanto male da meritare una simile tortura, mentre delle risate di scherno ti riempono la testa, deturpando il buon senso fino a distruggerlo del tutto, e lasciandoti dentro solo un'immensa voragine. Finché non ti resta altro che ascoltarle deriderti, inseguirti, inerme e impotente, per il resto della tua vita.

Nell'istante in cui Kurt si ritrovò ad un passo dal palazzo di Blaine, il terribile rumore del suo cuore che veniva frantumato con un martello in mille pezzi, sparpagliati sulla strada come a voler dipingere una triste e pietosa tela di rosso, un tappeto di atri e ventricoli, sangue, muscoli e tessuto, fu tanto potente da pietrificarlo sul posto.

Davanti ai suoi occhi si parò la scena più imbarazzante e dolorosa a cui avesse mai assistito. E di momenti da dimenticare ne aveva avuto abbastanza da bastargli per l'eternità. 

Le risate aumentarono quasi a perforargli i timpani, e Kurt iniziò a perdere il contatto con la realtà. 

Ci provò davvero, a comportarsi in modo dignitoso. Prese piccoli respiri, boccheggiò più volte e inutilmente, avvertendo le lacrime calde che iniziavano a rotolare sulle guance. 

E guardò le due figure strette in un abbraccio sotto al portico. 
Un dolore lancinante alla bocca dello stomaco lo costrinse a coprirsi la bocca per non mugugnare alla sensazione di sconforto.

Era troppo. 

Il ragazzo più basso gli dava le spalle. Si stava lasciando baciare, o meglio, divorare da un ragazzo dai capelli castani decisamente più alto di lui. La chioma di ricci scuri era sconvolta dalle lunghe dita del tipo che stringevano, tiravano e lo spingevano verso le sue labbra con una violenza tale che Kurt riuscì a paragonare solo a quella di un animale. 

Dio, era stato così stupido a lasciarsi abbindolare dalle parole di conforto di Rachel. 
Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra senza che potesse impedirlo, netto e rimbombante. 

Grande errore. 

Stava già riprendendo a camminare, quando Blaine si staccò di colpo voltandosi verso la fonte del rumore con le braccia muscolose del ragazzo - vestito decisamente male, constatò distrattamente Kurt - che ancora gli cingevano i fianchi. 
E i loro sguardi si incontrarono come calamitati da una forza superiore. 
La tensione nell'aria divenne quasi solida, fendibile con un coltello, nel silenzio più assoluto e carico di significati nascosti e parole non dette. 
Kurt osservò come gli occhi di Blaine iniziarono a spalancarsi con stupore, sostituito subito dopo dal terrore. Un terrore reale e potente che lo colpì nel profondo.
L'ambra dei suoi occhi stava incominciando a schiarirsi, come se questi avessero potuto inondarsi di lacrime da un minuto all'altro. 
Blaine aprì la bocca per dire qualcosa, ma Kurt si riscosse dallo shock come colpito da un fulmine e tirò su con il naso. 

Scosse la testa, abbassò lo sguardo sulle sue scarpe e riprese a camminare, e poi a correre, a correre come se ne dipendesse la sua stessa vita. Corse senza una meta, con le lacrime che gli bruciavano gli occhi e i singhiozzi che lo scuotevano ripetutamente, corse finché ogni muscolo non prese a lamentarsi, finché la sua ultima boccata d'aria non inviò una fitta di dolore al petto, finché le lacrime non gli offuscarono completamente la vista, impedendogli di riconoscere dove stesse andando, deformandogli il viso dallo strazio, finché non si inginocchiò nel bel mezzo della strada, immergendo il capo tra le ginocchia. Si accartocciò su se stesso e pianse, non trovando pace dalle immagini di quel bacio che lo perseguitavano, riformandosi nell'oscurità delle sue palpebre chiuse. 

Corse così veloce, così presto, che non riuscì a vedere un Blaine rabbioso e sconvolto che spingeva l'altro ragazzo - di cui non ricordava il nome - lontano da sé, urlandogli di non farsi più vedere. 


Sabato 10 Dicembre, Kurt e Blaine appurarono che il tempismo non sarebbe mai stato il loro forte. 
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Giovedì 22 Dicembre 

-chiamata in arrivo- 
''Pront-''

''Buon natale, Kurtieeeeeeeee!''

''Buon natale, Lady Hummeeeel!''

''E' il 22 Dicembre..''

''Quanto sei acido, dovresti scoparti qualche culo entro.. uhm, diciamo un giorno.''

''Ma che dici?! Beh, quello che Santana voleva intimarti di fare è.. divertirti! Con noi, ovviamente. Stiamo programmando le nostre prossime giornate cercando di far coincidere tutto quello che ci piace con.. mpf, quello che piace a lei, e devo dire che sono soddisfatta del risultato!'' 

''No, Berry, quello che volevo dire è.. che deve scopare, e deve smettere di perfezionare quel pacchetto natalizio che si ostina a voler dire di aver preparato per Blaine, quando ci ha detto espressamente che non ha intenzione di darglielo.'' 

''Infatti è così.''

''E allora smettila di arricciare quel dannato nastro!'' 

''SANTANA.''

''Cosa?! Non è colpa mia se è in questa situazione, tu e le tue stupide manie del voler aggiustare sempre tutto. Visto a cosa lo hanno portato?''

''Non sta tanto male, ti devo ricordare cos'hai fatto quando hai rotto con Brittany?'' 

''Ma lui non..''

''Io sono ancora qui, grazie mille..'' 

''Lascia perdere, saremo lì da te tra un quarto d'ora per fare l'albero!''

''Portate anche le vostre decorazioni, quest'anno dev'essere ancora più luminoso.''

''Così mi piaci. E.. Kurt? Ti prego, dicci cosa c'è in quel pacchetto!''

''No!'' 

''Dai.''

''No.''

''Ma perchè?''

''E' personale. Ciao!'' 
-chiamata terminata- 



(16.09)
Cerco di tenerlo lontano da casa per mezz'ora, ma non ti prometto di più. Fai quello che devi fare.
(16.15)
Consegnato. Inizia a pensare ad una scusa, perché non ne usciremo vive. 

 
* * *

''Insomma Blaine, dobbiamo assolutamente cantarla alla festa di Natale di Jeff. Hai idea di quanto po- woah, che cos'è?''

Sam e Blaine si fermarono davanti alla porta d'ingresso di quest'ultimo, che iniziò ad avvertire un principio di tachicardia e sudorazione. Sul tappeto di casa sua, adagiato delicatamente, vi era un pacco appiattito di grandezza media incartato a regola d'arte. La carta da regalo era rossa e scintillante, decorata con delle piccole stelline dorate fatte a mano e distanziate l'una dall'altra con cura e dedizione quasi maniacali, e delle graziose palline bianche di cotone in rilievo che somigliavano a dei fiocchi di neve. Ad abbracciare il tutto calorosamente, un glorioso nastro di raso blu che finiva con un fiocco tenuto fermo da tanti altri nastrini dai colori vivaci - verde, rosso, azzurro, oro e blu cobalto - che ricadevano sui lati del pacco arricciati perfettamente. L'unico nome scritto elegantemente su un adesivo bianco rettangolare era il suo, ma Blaine sapeva, e stava già tremando, decidendo che non sarebbe riuscito ad aprirlo - qualunque cosa fosse - con Sam lì presente. 

 
* * *

Due ore più tardi, Blaine accompagnò Sam al suo appartamento e fu libero di correre a casa, chiudersi in camera e fissare il pacco senza riuscire a trovare il coraggio di aprirlo. 
Solo dopo essersi preparato una tazza di latte caldo con una spruzzata di cioccolato si decise a iniziare a scartarlo. A malincuore cominciò a strappare la carta, cercando di rovinarla il meno possibile e stirando ogni pezzo al meglio che poteva. L'avrebbe conservata, magari decorando la cornice con la loro foto, nella quale due ragazzi decisamente più felici ed impacciati lo osservavano sorridenti dal comodino. 
Chiuse gli occhi e fece scivolare i palmi sudati l'uno contro l'altro, intrecciando le dita e fingendo che a stringere la sua mano fosse quella di Kurt. Eliminò l'ultimo strato che lo separava dal sapere, ed in un certo senso da lui. 

E no, assolutamente no. Con tutte le idee che gli erano passate per la mente in quel breve lasso di tempo, nulla lo avrebbe preparato a quello che si ritrovò davanti. 
Tra i pezzi di carta rossa vi erano due libri. Quello grande e doppio, il cui titolo era per metà coperto dall'altro, era rilegato con pezzetti di legno e rametti intrecciati sul dorso; la copertina era completamente ricoperta di margherite essiccate e assicurate con lo smalto. 
L'altro, aveva la forma di un semplice romanzo. Ma non sarebbe mai riuscito ad apparire come tale. 
Entrambi i volumi sembravano essere molto vecchi, le pagine ingiallite dalla polvere e irrigidite dal passare tempo. 
Eppure non risultarono meno belli agli occhi di Blaine. 

Blaine, che si sentì come se avesse visto la copertina di Harry Potter e la pietra filosofale per la prima volta in tutta la sua vita; che d'un tratto si ritrovò catapultato nel passato, quando il suo sguardo curioso fu attirato da quel bambino occhialuto e i suoi scacchi, e le sue labbra sporche di gelato alla panna si aprirono in un sorriso luminoso, la punta vivace della lingua che guizzava e schioccava dove i denti mancavano mentre correva a chiamare sua madre esclamando di aver trovato il suo regalo di compleanno. 

Blaine, che sfiorò delicatamente la superficie del librone di favole come perso, affascinato dalle lettere decorate a mano che lo componevano. 
Non portava il solito titolo. Nessun ''racconti incantati'' o ''le fiabe più belle'', bensì un meraviglioso ''per scomparire dalla realtà..''. 
Blaine sorrise teneramente, sospirando all'immagine di Kurt che teneva tra le mani quello stesso libro. 
Quando lo aprì, il libro cigolò leggermente e una leggera puzza di chiuso gli invase le narici. Al centro, una dedica dalla scrittura morbida ed elegante ravvivava il bianco sbiadito della pagina.
Diceva ''Al mio piccolo Kurt''. 
L'affetto che emergeva già dalla prima frase lo fece sentire un po' a disagio. 

 
Con la speranza che tu possa sempre 
ritrovarmi qui, tra queste pagine, 
ogni volta che avrai bisogno di 
sentirmi vicina. 
Promettimi di non smettere mai 
di sognare,  
 la tua mamma. 

E mentre in Blaine cominciarono a riaffiorare le parole di Kurt su sua madre - il suo sorriso triste mentre ne parlava, gli occhi bagnati dalle lacrime e lo sfiorare dei loro palmi - con amore e un pizzico d'orgoglio per essersi meritato qualcosa di tanto speciale, si portò il libro sul petto e lo strinse a sé, immergendoci il viso. 

Proprio in quel momento una busta rossa cadde dalle pagine e scivolò sulle sue gambe.
La fronte corrugata, Blaine si portò una mano sul cuore per tentare di calmarlo e cominciò a leggere. 

 
Hey Blaine.. sono io. Io per davvero, stavolta. 
So che una lettera non è proprio il modo adatto per parlarti, sicuramente non dopo quello che è successo, o meglio, che io ho fatto in modo che succedesse; ma sono convinto che questa resterà soltanto una delle tante lettere, di quelle che scrivo per sfogarmi, per illudermi di parlarti ancora, che provo a finire da giorni - per poi venire cestinata ogni volta, e che non troverò mai il coraggio di consegnarti. 

Probabilmente è meglio così, perché mi sentirò più libero di parlarti e di raccontarti cose che, davanti ai tuoi meravigliosi occhi, non sarei in grado di dire. Mi confonderesti. E credimi, ci ho provato davvero, quel venerdì, a spiegarti le ragioni che mi hanno spinto a fare una cosa del genere, ma non ne ho avuto la forza. Le tue urla mi hanno paralizzato, mi sono sentito impotente, come se non riuscissi a trovare le parole adatte, e la mia stessa voce. Sono sempre stato debole, un ragazzo insignificante e codardo, ma credo che tu lo sappia già. 
Spero che tu possa perdonarmi, almeno per qualche minuto, il tempo di leggere quello che sento di doverti far sapere fino alla fine. 

Potrei iniziare col chiederti se credi nell'amore a prima vista, ma risulterei ancora più ridicolo di quanto non mi senta, per cui non lo farò. Invece, inizierò col dirti che io ci credo, e che l'ho sperimentato in prima persona. Con te. 

La prima volta che ti vidi fu due anni fa, mi ero appena trasferito in quest'appartamento, ero qui soltanto da tre settimane. 
Ricordo di essermi affacciato alla finestra per godermi il nuovo panorama e di averti visto saltare sul letto con addosso soltanto un paio di boxer. Cadesti subito dopo. Nella mia mente riesco a sentire ancora la risata che mi scappò, così diversa da tutte quelle che mi ero imposto di tirare fuori al liceo. Sembra che tu sia nato per questo. Per farmi star bene  e farmi sentire vivo.
Quella stessa sera uscii con Rachel e Santana, le uniche persone che conoscevo. Andammo alla piccola paninoteca in fondo alla strada, il cui ingresso era stato tappezzato di volantini che dicevano che una nuova band si sarebbe esibita lì per la prima volta. 
La tua, Blaine. Ero lì al tuo debutto, quando nessuno ti conosceva. Quando salisti sul palco e ti riconobbi, capii di essere già irrimediabilmente perso. Mi ero preso una cotta per te, una cotta molto folle ed imbarazzante. Rachel continua a deridermi per il sorriso da ebete che ebbi sul viso per tutto il tempo. 
Dio, non posso credere che te lo sto raccontando! 
Perché, insomma, tutto quello raggiungeva il limite dell'assurdità e lo sorpassava in pieno, calpestandolo e distruggendolo completamente. Passavo i giorni ad osservarti, a pensare a quale potesse essere il tuo nome, e a scribacchiare cuoricini sul quaderno a lezione. Ho fatto questo per due anni, e non c'è stato un solo giorno in cui non ho pensato a te. Sono uscito con dei ragazzi, certo, ma non sentivo niente ed era davvero frustrante. Ero così arrabbiato con me stesso. Diamine, non ti conoscevo nemmeno! 
Poi, un giorno, il fato, o qualcosa del genere, ha fatto sì che io piombassi- letteralmente - su di te. Non dimenticherò mai il nostro primo incontro, non importa cosa ci è accaduto   accadrà.
Comunque, da quel momento le cose cambiarono.
Santana, che allora non sapeva della mia cotta, entrò nella tua band e ci disse che avrebbe potuto portarci con sé ogni volta che voleva. 
Beh, in teoria, un sogno che si avverava. Incontrarti, parlarti, guardarti ed essere guardato da te era qualcosa che per due anni avevo soltanto immaginato di poter fare. 
In pratica, fu un vero e proprio casino. 

Quando tu mi rivolgesti la parola ed io balbettai qualcosa senza senso, compresi che non sarei mai riuscito a conversare con te come se niente fosse. Con il passare del tempo iniziai a sentirmi sempre più a mio agio a restare da solo con te ed iniziai a pensare di essere troppo paranoico. Ed è così. Perché è stata proprio la mia dannata insicurezza e questa stupida paranoia a portarmi a questo.
Doveva essere qualcosa di innocuo, volevo semplicemente parlare con te senza sentirmi oppresso e giudicato. Senza che ''Kurt'' ti disturbasse. Pensavo di annoiarti, pensavo che inviandoti dei messaggi tu avessi potuto capire quanto mi piacessi e.. sai, credo di non sapere nemmeno cosa pensavo. Sono uno stupido, ma ti giuro che non avrei mai voluto che tu soffrissi. 
Quando tu iniziasti a parlarmi di me, facendomi capire che forse ti piacevo, mi sembrò di essere finito in paradiso. Purtroppo ho continuato a parlarti fingendomi Kevin per averne la conferma. 
Il giorno in cui ne fui finalmente sicuro, chiamai Rachel e le dissi che dovevo trovare un modo per togliere questa doppia identità di mezzo. Quel giorno era venerdì, ed era troppo tardi. 

Lo so che non ci sono scuse, okay? Non ti sto chiedendo di riallacciare il nostro rapporto e di riprovarci, ma soltanto di cercare di capirmi, di andare avanti senza portarmi rancore. Di dimenticarmi senza attribuirmi a quel sentimento chiamato odio, crudele avversario di ciò che io provo per te. 
Mi dispiace per essermi comportato da stupido e di aver rovinato tutto prima ancora che iniziasse. Mi dispiace di aver allontanato l'unica cosa in grado di rendermi felice, e di aver distrutto il nostro momento perfetto. 

Non voglio intrattenerti oltre, so che per te non sono più niente. 
Prima di andare, però, mi piacerebbe spiegarti i regali che sto per incartare per te. 
Harry Potter. Avrai questo libro in almeno cinque lingue e versioni diverse, lo so, ma questa è la mia prima edizione in assoluto, la mia prima vera lettura, la mia prima gioia dopo la morte di mia madre. Questo libro è una delle cose più preziose che ho, e voglio che tu lo abbia come simbolo chiave della nostra breve - ma bellissima - amicizia. 

Per scomparire dalla realtà. Se possibile, questa raccolta di fiabe è ancora più preziosa per me. La confezionai a mano con mia madre. Più che altro, io le passavo i rametti e le foglie e mi limitavo a ridacchiare quando lei imprecava per aver sbagliato qualcosa. Avevo soltanto quattro anni. Ho mille ricordi legati a questo libro, e capisco che ti sentirai oppresso e sconvolto dal fatto che io te lo regali con tanta sicurezza, ma significhi molto per me ed ho bisogno che tu lo tenga. 
Questa volta come simbolo di quello che saremmo potuti diventare. 
Una favola, la più bella tra tutte, che avremmo potuto aggiungere tra queste pagine. Mi piace pensare che lo sia stata, almeno da parte mia. 
Ma si sa', non tutte le favole hanno un tanto agognato lieto fine. Non nella realtà, ma sta' tranquillo, ci sono abituato. 

Tuttavia, a discapito di tutto, è qualcosa che ho trovato in te. 
Perché anche se per poco, sei stato il mio principe, e io ti ringrazio. 

Adesso smetto davvero di scrivere, prima che combini qualche pasticcio. 
Buon natale e.. buona vita. 
Scusami.

 
Kurt 


Con le lacrime che gli rigavano il viso ed il fiato corto, Blaine afferrò la sua chitarra e cominciò a strimpellare una melodia. 
Adesso sapeva su cosa scrivere. 

 
* * *

Kurt quasi si strappò di dosso l'uniforme, nella fretta ed euforia della fine del turno. Era stata una giornata terribilmente estenuante, aveva soltanto voglia di farsi un bagno caldo - con tanto di oli profumati e saponi colorati - e non riemergere mai più in superficie. 
Tuttavia, nel momento in cui uscì dal bagno e si voltò verso il centro del locale, si ritrovò incapace di muoversi di un millimetro. 

Perché Blaine era lì, sul palco, e stava esibendo uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto, uno di quelli che fece sciogliere il suo povero cuore ancora un po'. 
Dopo un attimo di smarrimento, Kurt tentò di riappropriarsi di se stesso ed andarsene, poiché restare avrebbe soltanto ferito i suoi sentimenti e innervosito Blaine, che tra le tante cose sembrava non averlo minimamente notato. 
Ma poi iniziò a parlare, e Kurt si concesse qualche minuto per bearsi della sua voce. Si nascose dietro la folla che si alzò in contemporanea per acclamare il gruppo e trattenne il fiato. 

''Buona sera a tutti!'' urlò Blaine con un sorriso luminoso. Un altro boato lo accolse, facendolo ridere. ''Grazie!'' 
Gli altri ragazzi salirono sul palco e Santana guardò verso di lui, con un'espressione indecifrabile stampata sul viso. Cos'era, compassione? No, sembrava più.. dolcezza. 
Beh, quello era strano. 

''Come sapete, ognuno di noi sta lavorando ad una canzone per comporre il nostro primo cd.'' altri applausi e fischi d'approvazione. ''Stasera vorremmo cantare la mia canzone. Non credo riuscirei ad esprimere a parole che quello che ho provato scrivendo, o quello che provo tutt'ora, ad un momento dalla prova finale. Ma spero riuscirete a sentire, e che parte di queste emozioni arrivino anche a lui, ovunque sia.'' 
Kurt tremò, avvertendo le lacrime bruciargli gli occhi. Lui chi? Il tipo dal pessimo gusto nella moda? Era così umiliante. 

Una melodia dolce, tremendamente diversa da tutte le altre che avessero mai cantato, si diffuse nell'aria, e Kurt si sentì quasi coinvolto da ogni singola nota. 
Blaine aprì la bocca per cantare, ed il resto del mondo sparì nel nulla.

 
Hey, I'm watching you... 
You look so tired, but you're still so beautiful I cannot breath, but it's okay, 'cause in the meanwhile your little smile makes me feel alive after a period of hell, and fire, and tears.
I'd like to say it doesn't hurt anymore, but I don't want to lie, you don't deserve it. 
I remember your touch on my skin, your kisses, your lips on mine, your cuddles in my arms and I.. I miss you in the most simple way.
The smell of your person, keep invading me in every dreams i do, destroying all the nightmers as you were my own superhero.

 
Kurt era in lacrime, ma ormai non gli interessava di niente. Era lontano da lì, cullato dalla voce di Blaine, e da quelle parole fin troppo familiari. 
Stava sognando, non era possibile. 
Eppure.. sembrava così loro. Riusciva a sentirsi parte di lui, come se fosse lì a tenergli la mano. 
 
And.. and.. and..
And I'm telling you not to forget the past,
and I'm promising you not to forget our adventures, out moments, every laugh, 
and I'm asking you to explain me why you did such an orrible thing to me..


 
E Kurt pianse più forte, si ruppe nei singhiozzi, perché, anche se fosse stato tutto frutto della sua fervida immaginazione, quello faceva male. Sentire la voce di Blaine, piena di emozione e sentimento, spezzarsi proprio durante quell'urlo d'aiuto, di speranza, di rabbia e perché no, anche d'amore, lo fece sentire in colpa. 
 

When.. I just wanted to love you.
Please, let me love you.
Again, again, again, again.
This time forever. 

 
Poi, un ultimo sussurro.

Kurt, promise me.
 
Kurt, Kurt, Kurt, Kurt, Kurt.
No.
Era.. Oh, no.
 
 
Tra le teenagers impazzite e gli applausi del pubblico, Blaine lo trovò. 
Incontrò il suo sguardo e Kurt si asciugò una lacrima col dorso della mano. 





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TADA'! :D

Sappiate soltanto che non volevo pubblicare oggi, sopratutto a quest'ora, ma dato che domani dovrei andare a trovare mio padre ho pensato di non lasciarvi senza capitolo ancora per qualche giorno. Nonostante ciò, non sono per niente soddisfatta, tenetelo a mente quando penserete ''ew''. 
Ringrazio tutti per le recensioni, mi scuso ancora per la mia cattiveria. Mi farò perdonare, lo prometto :c
Fatemi sapere che ne pensate, un bacio! <3
  
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