Crossover
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Autore: Claudia Ponto    18/03/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Che cosa?! Vuoi dire che quei mostri sono veri… e voi li usate come passatempo?! >>
<< è la verità. >>
<< Perché non c’è l’hai detto prima?! >>
<< Mi dispiace di avervelo nascosto, ma non è una cosa facile a cui credere. >>
<< Come non è facile credere che “quell’altro Seto” sia una creatura delle Tenebre. >>
Nella stanza di Yugi discutemmo animatamente.
Rifugiati a casa sua, facemmo il punto della situazione: un tizio che si spacciava per Seto, con la scusa della manifestazione apparentemente “senza senso” dei mostri del Duel Monster, aveva instaurato un regime ferreo sulla città di Domino, costringendo un pesante coprifuoco che rinchiuse nelle case la popolazione. Con false accuse rinchiuse in prigione tutta quella gente che veniva trovata a piede libero “armata” di quel gioco tanto popolare, dall’organizzazione lavorativa appartenente al vero Seto teneva sottocontrollo ogni cosa grazie ai mezzi a disposizione… ma il lato peggiore era che stava riuscendo ad ottenere tutto ciò che voleva.
 
Le Tenebre stavano calando su quel mondo parallelo, dovevamo muoverci in fretta.       
Proprio quelle da cui proveniva il nemico e il gioco stesso tanto apprezzato.
 
Dopo molta indecisione, Yugi ci svelò cosa era il “Mondo delle Ombre” e come fosse relazionato al Duel Monster: esistente fin dai tempi più antichi, stregoni e incantatori erano rimasti affascinati da questo misterioso luogo dove si concentrano tutte le forze oscure, tentando per secoli di controllare il potere che sprigionava, senza sapere che si trattava di una trappola mortale. Chiunque tentasse di usare il suo potere con leggerezza, senza rendersi conto del pericolo a cui andava incontro, sarebbe stato preda di ogni paura, della propria vera natura, orrori indescrivibili che portavano alla fine alla follia.
Da questo mondo vennero originati i mostri del gioco del Duel Monster, usati in epoca moderna per divertimento.
Davvero assurdo.
<< Se tu sapevi questa verità, perché lasci che continui a far divertire tutto il tuo mondo? >>
<< Perché è solo un gioco, alla fine. Per quanta forza essa possa sprigionare, non è in grado di influenzare l’umanità, a meno che qualcuno assetato di potere non apra uno spiraglio e ne diffonda l’energia negativa. >>
<< è impossibile che tutto quello che hai raccontato sia vero! Mi rifiuto di crederci! >>
A differenza della sottoscritta che conosceva il cartone animato, per gli altri fu complicato accettare la verità, dopotutto si trattava di un elemento molto rischioso.
<< Ehi, se riesci a credere all’esistenza di un procione parlare, puoi credere ad un gioco tenebroso. >>
<< Quindi… ora che sappiamo questa cosa… come ci dobbiamo comportare? >>
<< Mi pare ovvio, dobbiamo liberarci di questo impostore. Da quanto ho potuto sentire ieri, mi è sembrato che voi due vi conosciate. >>
Yugi non rispose, distolse lo sguardo facendo finta di non sapere di cosa stesse parlando Sly, arricciando una delle ciocche bionde.
A parte quello, era l’unica direzione da seguire: sapevano con chi avevamo a che fare e contro cosa andavamo incontro, mancava solo il coraggio e la giusta organizzazione, mescolati gli ingredienti avremmo dato inizio all’ennesima battaglia contro il male.
Ad un tratto la porta della stanza si aprì violentemente, il nonno di Yugi si catapultò all’interno con un giornale in mano, rischiando di inciampare e cadere addosso al nipote. Lo abbraccio forte a sè, ringraziando il cielo con fare disperato, quasi con le lacrime agli occhi, chiedendo tra una preghiera e l’altra se sua la salute fosse a posto, senza notare che ci chiedeva aiuto.
<< Nipotino mio! Tu non hai idea di quanto sia felice che tu sia qui tra le mie braccia! Perdonami se nono sono sempre presente per via del lavoro! Ti prometto che veglierò sempre su di te! Mi sento così in colpa! >> disse l’anziano.
<< Ti prego nonno, calmati! Mi stai soffocando….! Che cosa ti è preso così all’improvviso? >>
L’anziano aprì il giornale in modo che la prima pagina fosse ben visibile, le mani tremanti la strapparono in alcuni punti: a caratteri cubitali la notizia principale annunciava l’arresto di alcuni duellanti con l’accusa di star organizzando un complotto contro la Kaiba Corporation… ossia i migliori amici di Yugi, sotto il titolo c’erano le loro foto con la parola “criminali”, e accanto l’articolo dove si accusava Yugi come uno dei sospettati pianificatori del progetto.
<< Non penserai davvero che io c’entri qualcosa nonno?! >>
<< Certo che no! Ma questo significa che non sono stato un bravo tutore! Non sono stato in grado di proteggerti dai calunniatori! >>
Calmare il parente fu una bella impresa per il ragazzo, nel frattempo leggeva gli articoli correlati alla notizia, l’incredulità si manifestava attraverso i suoi occhi che guizzavano avanti e indietro leggendo le parole.
<< Che sia opera di tu sai chi? >> chiese Yui riferendosi al falso Seto.
<< Ovvio. Questo è un messaggio. >> rispose lui serio.
<< Un messaggio? >>
<< è un modo per dirmi che vuole sfidarmi al più presto, altrimenti ci andranno di mezzo i miei amici. >>
Calò il silenzio, nessuno che commentò.
Dall’esterno si udivano sirene lontane, ogni tanto un debole vociare di persone.
Il personaggio si strinse al petto la piramide dorata al collo, occhi chiusi, il nonno accanto che non sapeva cosa dirgli. Subito dopo prese il suo Duel Disk e il deck, avviandosi verso la porta.  
<< Dove stai andando? >> gli chiesi.
<< Vado alla Kaiba Corporation, ad incontrare chi mi vuole far fuori. >>
<< Ci vai senza un piano? >> gli chiese Sly.
<< L’unico piano è affrontarlo in un duello. >>
<< Tutto qui? Pensi che sarà così facile arrivare a lui e lanciargli il quanto di sfida? >>
<< I miei amici sono in mano sua, non gli permetterò di infangare il loro buon nome o di lasciarli a marcire in prigione. >>
<< Lo so bene che lo fermerai, ma lasciatelo dire da un esperto: mai rapinare una banca se non hai un piano. Quindi mettiti seduto e apri le orecchie, daremo una bella lezione a quel tipo. >>
 
£
La Kaiba Corp. era un grattacielo alto e imponente circondato da strutture più piccole.
Una moltitudine di persone entravano ed uscivano, seri e composti come robot, differenti dalle guardie che, al contrario, erano ingrugnati.
Il lavoro fremeva, motivo per cui nella Caffetteria c’era poca gente ad approfittare della mensa per rifocillarsi, la maggior parte dei dipendenti all’interno erano soprattutto quelli nuovi non ancora abituati al ritmo lavorativo imposto.
 
Io e gli altri proseguimmo da tutt’altra direzione, Sly era a capo del gruppo, nonché dell’intera operazione in corso: salvare Seto Kaiba.
La figura di quel personaggio era potente, finché l’impostore ne approfittava nessuno sarebbe stato al sicuro, l’unica soluzione proposta a quel punto era liberare il vero capo dell’azienda e rimetterlo al suo posto. Yugi era stato difficile da convincere, teneva più ai suoi amici in prigione che a Seto, Sly però gli aveva assicurato che anche loro sarebbero stati aiutati e sarebbero stati anche loro liberati.
Nello stesso momento infatti, dall’altra parte di Domino, Yui e Sakura erano alla Stazione di Polizia in attesa di fare la loro parte.
Sly gli aveva dato il compito di tenere d’occhio la gente imprigionata senza giusta causa e proteggerla nel caso in cui il nemico avesse deciso di usare qualcuno come ostaggio; in realtà doveva anche liberarli ma dovevano prima attendere una nostra mossa prima di agire.
<< Spero solo che questo piano funzioni. >>
<< Abbi un po’ di fede ragazzino! Non accetto alcun malumore durante il lavoro! >>
Sgattaiolammo vicino all’entrata principale evitando accuratamente i punti con le telecamere: dopo alcune raccomandazioni Yugi andò dritto alla reception e si rivolse alla segretaria chiedendo di vedere il capo; dopo una chiamata veloce due guardie si avvicinarono dicendogli di seguirli.
<< Bene, hanno abboccato. Tieniti pronta piccoletta, tra poco si balla. >>
<< O cavoli… >>
Un rapido travestimento e Sly divenne una guardia, imitò lo stesso comportamento di quegli omaccioni e usandomi come “scusa” disse alla segretaria che mi aveva trovato a combinare disastri e doveva portarmi dal capo per un interrogatorio.
Ovviamente nessuno se ne rese conto, classico caso alla Superman.
La donna ci indicò la strada da seguire fissando con sospetto il ladro, gli occhi socchiusi che quasi sparivano sotto le lunghe sopraciglia e l’ombretto violetto, mantenemmo i nostri ruoli per tutta l’attraversata del corridoio alle spalle della reception prima di deviare per la direzione presa dal duellante, trovandolo poco dopo in un ufficio lì nei paragi.
<< Tutto bene ragazzino? Hai avuto problemi con quei due gorilla? >>
<< No, per fortuna. Il tuo bastone è stato… utile. >>
I due uomini giacevano in un lato con i capelli riti sulla testa e gli occhi persi nel vuoto, con leggere convulsioni.
<< Noto con piacere che hai usato l’opzione “lama elettrica”, sono contento che alla fine ti sia deciso ad usarla. >>
<< Non l’ho voluto io! Volevo solo farli svenire senza fargli troppo male e senza volerlo ho attivato quella cosa! >>
<< Tranquillo, stanno bene, rimarranno elettrizzati solo per qualche giorno… o forse qualche settimana. Comunque, basta con le chiacchiere! Passiamo alla prossima fase. >>
Sly accese un walkie-talkie manovrando le manopole per sintonizzarlo sulla frequenza di Yui che rispose alle continue chiamate.
<< State bene lì? Siete riusciti a passare? >>
<< Qui siamo pronti a passare alla prossima fase. Come vanno le cose da voi? >>
<< Io e Sakura siamo in prigione. Fino adesso non è successo nulla di particolare e ci auguriamo che continui in questo modo. >>
<< Occhi aperti, non appena il boss scoprirà che stiamo cercando di liberare il suo ospite non esisterà ad utilizzare qualsiasi mezzo per fregarci. >>
<< Sei sicuro che accadrà davvero questo? E se ti sbagliassi? >>
<< Dovete avere fiducia ragazzi, ne ho passate di ogni genere per sapere che le cose andranno come da programma. Non vi nascondo che gli imprevisti possono esserci, ma è in casi come questi che bisogna usare l’istinto e la fantasia per superare il problema, quindi abbiate una mente aperta e agite senza pensarci. >>
<< Lo fai sembrare facile… >>
<< Per me lo è. >>
<< Allora in bocca al lupo a tutti. >>
 
Chiusa la comunicazione proseguimmo.
Non si tornava più indietro.
 
Con un auricolare nascosto nell’orecchio Yui guidava Sly all’interno del palazzo mentre teneva me e Yugi come dei ladri.
La ragazza era riuscita a rientrare nel sistema di sicurezza e con le mappe sott’occhio ci diceva dove andare, la prigione di Seto si trovava niente meno che ai piani alti, a metà fra il cinquantesimo e il centesimo piano, da qualche parte fra gli uffici zeppi di gente. Salimmo scale, prendemmo ascensori, attraversammo uffici e sale informatiche per raggiungere la meta, tra l’altro, fu anche il solo modo per ottenere indizi sulla locazione dell’obiettivo, un lavoro incessante che stava mettendo a dura prova i miei nervi.
Tutto filò liscio come l’olio fino a quando, preso l’ennesimo ascensore, questo non si bloccò.
Fece un balzo su se stesso, la luce all’interno si spense e rimase immobile, schiacciando i tasti non succedeva nulla, nemmeno quello di emergenza.
<< Brutto segno. >>
<< Al contrario, vuol dire che siamo a buon punto. >>
<< Che bella notizia, però adesso come usciamo da qui? >>
<< Dalla porta di servizio. >>
Sopra l’ascensore c’era la botola di sicurezza, capì le intenzioni e rifiutai con tutta me stessa di salire lì sopra; i ragazzi dovettero sollevarmi di peso per costringermi ad uscire, raggelando all’idea di dover risalire i piani con il rischio di precipitare a centinaia di metri di altezza. Piano piano, con le scale, proseguimmo la salita, i ragazzi mi dicevano di non guardare giù ma non ci potevo fare niente, ogni scalino era un passo pesante e mi aggrappavo saldamente per non cadere, i piedi che scivolavano sui pioli lucidi. Ad un certo punto ci fermammo: al trentottesimo piano trovammo due uscite per l’ascensore, Sly forzò entrambe leggermente per poter sbirciare, trovando in una un normale ufficio mentre l’altro un corridoio con le luci soffuse e un sacco di guardie, oltre a numerose telecamere di sicurezza.
<< Tu che cosa mi puoi dire a proposito ragazzina? >>
<< Non chiamarmi “ragazzina” palla di pelo! Il mio nome è Yui! >>
<< Uffa, va bene. Come vuoi. Ma ora rispondi alla mia domanda. >>
<< Sto cercando ma non trovo nulla, qui parla solo di cianfrusaglie… non dice nulla su un doppio piano. >>
<< Questo significa che abbiamo trovato quello che stavamo cercando. >>
Per entrare nel piano “misterioso” dovevamo passare da un’altra parte; non sarebbe stata una buona idea farci vedere dagli omaccioni che, oltre ai muscoli pompati al massimo, avevano con sé manganelli e pistole belli grossi. Il condotto di ventilazione era stretto ma ci passammo, grazie al cielo c’era sempre una strada alternativa in quel genere di situazioni, gli unici ostacoli furono un po’ di polvere e ragnatele appiccicose, per fortuna non soffrivo di claustrofobia altrimenti sarei impazzita.
Avevo dolori a gambe e schiena a fermarsi però non se ne parlava nemmeno, non quando trovammo finalmente l’obiettivo.
L’eco di una voce arrabbiata rimbombò all’interno del condotto crescendo a mano a mano che scivolavamo lì dentro, fu un lavoraccio orientarsi e capire da dove provenisse, trovammo la “fonte” nell’unico tratto di condotto infestato dalle blatte: dietro una grata arrugginita si scorgeva una minuscola stanzetta con una lampada penzolante sul soffitto, muffa sulle pareti e un prigioniero incatenato in un lato… Seto Kaiba, quello vero, strillava ai suoi carcerieri tutto il veleno della sua condizione imposta, era magro quanto un insetto stecco e la barba incolta, addosso aveva vestiti vecchi e i suoi capelli erano quasi tutti riversi in avanti ricoprendo gli occhi blu.
Una telecamera zoomava l’obiettivo, si doveva spegnere per non essere visti da chi lo monitorava.
<< Va bene, ora si fa sul serio. Da questo momento dovremo essere veloci se vogliamo uscire da qui sani e salvi: prendiamo il tizio, usciamo di qui e scappiamo. >>
<< Ma c’è la telecamera. >>
<< A questo ci penserà la nostra piratessa informatica. Vai baby, tocca a te. >>
<< Nessun problema. >>
Un paio di luci brillarono sulla telecamera, prima divennero rosse, poi verdi e infine blu, colore del “via libera”: scardinammo la grata ed entrammo nella prigione, Seto strisciò all’indietro colto di sorpresa, probabilmente temendo qualche scherzo dei suoi carcerieri, quando poi il suo sguardo si posò su Yugi cambiò atteggiamento.
<< Yugi Muto?! Cosa diavolo ci fai tu qui?! >>
<< Sono venuto insieme a questi amici per salvarti. Tu stai bene? Sei ferito? >>
<< Non farmi domande idiote! Secondo te ho l’aria di uno che sta bene?! E sarebbero loro quelli che dovrebbero salvarmi da questo schifo?! >>
<< Uao, sta meglio di quanto pensassimo. Ha sempre avuto questo temperamento focoso? >>
<< Ehm… diciamo che è molto schietto. >>
<< Anche troppo. >>
Liberammo il linguacciuto personaggio e lo aiutammo ad entrare e strisciare dentro il condotto, spiegandogli la situazione in corso così che potesse star zitto e smetterla di lamentarsi e commentare. Filava tutto liscio, apparentemente, Seto era libero e stavamo scappando dal campo nemico… ma l’imprevisto era dietro l’angolo: prima di poter raggiungere l’ascensore, delle mani penetrarono il ferro del condotto e ci afferrarono, le guardie ci avevano beccato. Non potemmo far altro che scalciare, in quello spazio ristretto non c’era molta libertà di movimento, strisciando quanto più velocemente potevamo all’uscita; poco prima che riuscissi a raggiungere il canale del’’ascensore un tizio fu capace di aprire un varco per entrare, mi afferrò le gambe e provò a trascinarmi giù, solo grazie al solido bordo delle scale fui capace di resistere.
Con uno strattone riuscì a scappargli e scivolare nel condotto, come se “avertisse” il pericolo la pietra sprigionò il suo potere trasformandomi: fu l’incentivo che mi fece scendere a tutta velocità scivolando sui pioli fino all’ascensore, l’arma tenuta con la bocca e l’allarme che risuonava da tutte le parti insieme alle urla delle guardie.
<< Questo era nei vostri piani? >>
<< Certo, era proprio quello che volevamo che accadesse. >>
<< Che facciamo adesso?! Che facciamo adesso?! >>
<< Scendiamo a tutta birra fino all’uscita. >>
<< In che modo genio? >>
Un taglio netto alle corde e l’ascensore precipitò.
 
Fu una rapida discesa la nostra.
Avrei potuto vomitare durante il volo se non fossi stata così “impegnata” ad urlare.
Quando ci fermammo ad un pelo dalla struttura sfracellata al suolo non seppi se tirare un sospiro di sollievo oppure credere che ero morta.
Sakura e Yui apparvero dalla botola, il bastone della custode delle carte magiche che brillava intensamente della sua magia, aiutandoci a scendere.
Fu un piacere vederle, ma non era ancora finita.
<< Siamo arrivate appena in tempo a quanto pare. >>
<< Non hai idea di quanto tu abbia ragione… >>
<< Cosa è successo? Cosa ci fate qui? >>
<< Tranquillo Yugi, i “prigionieri” sono tutti al sicuro, e non per merito nostro. >>
<< Cosa? >>
<< C’è stata una vera e propria rivoluzione! La gente che aveva ancora del buon sale in zucca ha fatto capolino alla centrale di polizia e hanno liberato quelli che erano stati chiusi dentro senza giusti motivi! >>
<< Questa è decisamente la più bella notizia della giornata! >>
<< Se sta andando tutto così bene, concludiamo la cosa andandocene via da qui! >>
 
Nella hall parte della gente confusa si trasformò di punto in bianco in mostri del gioco.
Le persone normali fuggirono ignorando la voce elettronica che invitava alla calma.
L’uscita era proprio davanti a noi, a pochi metri, ma il bestiale zoo intralciava la strada, impegnandoci di più a schivare che scappare.
Ad un tratto le porte vennero sigillate da spesse barre di ferro, un urlo feroce irruppe chiara nella cacofonica parata di suoni animaleschi anticipando l’apparizione di chi trovava la cosa ben poco divertente:
<< Come osate irrompere nella mia proprietà?! >>
Il falso Seto apparve da un balcone situato sopra la sala, saltò oltre il corrimano e atterrò senza danno, occhi brillanti di rabbia; quello vero era incredulo nel vedere un suo doppio ma non abbastanza per frenare la sua lingua lunga.
<< Allora sei tu il maledetto che mi ha fregato il posto e mi ha chiuso in quel buco di prigione! Te la farò pagar cara! >>
<< Risparmia il fiato Seto, non sei nella posizione di farmi pagare nulla, non ora che sono io il capo qui. >>
<< Sei solo un farabutto! Ti sbatterò in prigione! >>
Yugi e Sly lo trattennero a stento, il falso ridacchiò alla reazione del suo prigioniero, standosene davanti a lui con le braccia dietro la schiena, per nulla infastidito dalla marea di insulti rivolti contri.
<< Invece di pensare a come spaccarmi la faccia, preoccupati di cosa farò a te e ai tuoi cosiddetti salvatori. >>
Mi si rizzarono i capelli dal modo in cui il tizio disse quelle parole, anche le ragazze si inquietarono e si abbracciarono a vicenda, i ragazzi invece provarono a mantenere uno sguardo serio per non far trapelare alcuna possibile emozione di debolezza; Seto probabilmente l’unico furioso del gruppo. Yugi ad un certo punto fece un passo avanti imbracciando il Duel Disk, mettendosi fra il suo amico e il suo avversario, il respiro accelerato:
<< Il tuo piano ormai è fallito, non appena tutti vedranno chi sei realmente, ogni tuo progetto fino adesso realizzato crollerà all’istante. >>
<< Ne sei sicuro? Come fai a dirlo con tanta determinazione? >>
<< Perché ho la certezza e la forza di poter scacciare l’oscurità che tu stai forzatamente calando sul mio mondo! >>
<< Oppure perché sai che se una certa persona si intromette niente sarà più come prima, e i tuoi sforzi saranno stati del tutto inutili. >>
Yugi rimase allibito, quella figura che lo osservava gelido aveva usato parole misteriose che, nella loro particolare enfasi, bastarono a congelare il tempo quel necessario per eseguire la sua mossa: si dissolse come fumo e superò il duellante per raggiungere Seto, circondandolo completamente in un turbine nero fumo.
Accadde in un istante, ad uno schiocco di dita, il fumo penetrò all’interno di Seto attraverso bocca e narici, il quale si agitò inutilmente pur di levarsi di dosso quella sgradevole presenza di dosso, finendo per bloccarsi di botto in una posa sgraziata. Si mosse poco alla volta per poter riassumere una posa naturale, le ossa che scricchiolavano ogni volta.
<< Seto…? Stai bene? >>
Le parole persero importanza quando si voltò.
Immobile e sbarrato come privo di vita, un occhio luminoso di un intenso giallo oro brillava sulla fronte, il volto sbiancato e le pupilli tanto allargate da rendere gli occhi quasi neri.
<< Sorpresa! >> esordì di botto.
<< Porca miseria! L’ha posseduto! >>
<< Sembra proprio che la vostra coraggiosa impresa abbia subito un cambiamento di programma. Come farete ora a mettere in luce la verità se il vostro unico testimone non è disponibile? >>
<< Ci ha fregato ragazzi… >>
<< Ho una bella idea in testa, cosa ne dite di riprendere il discorso dell’altra volta? Mi ricordo che siamo stati bruscamente interrotti. >>
<< Fatti avanti spaccone! >>
<< No! Fermi! Non possiamo combattere! >>
<< Cosa?! Perché?! >>
 << Perché non possiamo far del male a Seto! Siamo venuti qui per salvarlo, non per fargli del male! >>
<< Cosa pretendi che facciamo allora?! Che c’è ne restiamo con le mani in mano e ci facciamo ammazzare?!>>
<< Mi dispiace di non poter essere di aiuto, ma questo è un duello in cui non esiste tregua, pietà o salvezza. Ogni colpo basso è permesso, mezzo che mi sarà utile per sbarazzarmi di te. Preparati! La tua vita sta per concludersi! >>
I mostri che affollavano il grattacielo esplosero in particelle di luce che andarono ad unirsi per formare un corpo più grande provvisto di ali, zanne, artigli e un lungo collo serpentino.
Un fragoroso ruggito rimosse le particelle, la figura che avevano creato era un enorme dragone bianco dai vitrei occhi azzurri, agitò le ali e la raffica di vetro prodotta fece esplodere i vetri dell’ufficio; arretrammo intimoriti dalla colossale figura che si abbassò per poter meglio puntarci, la lingua all’interno delle fauci che vibrava di saliva.
<< E quello che cavolo è? >> 
<< Il Drago Bianco occhi blu…! La carta più potente del deck di Seto! Ha preso vita… proprio come gli altri mostri! >>
<< Hai indovinato Yugi! Questa maestosa creatura non è più una patetica immagine olografica, bensì una bestia in carne e ossa, capace di distruggere ogni cosa! Fino adesso l’ho tenuto al sicuro al mio fianco… in attesa di poterlo usare in un momento come questo! >>
Ad uno schiocco di dita il drago si lanciò all’attacco, dalla bocca sparò raggi lucenti azzurri che esplodevano come bombe, causando il parziale crollo dell’edificio.
<< Nessuno uscirà vivo da qui! >>
 
§
La situazione non era delle migliori e lo sapevano bene certe persone che ci stavano osservando.
La più preoccupata delle due improvvisamente scattò verso l’uscita, stanca di dover restare a guardare senza poter intervenire, l’altra persona però lo bloccò, tirandolo all’indietro frenando così la sua fuga.
<< Non essere sciocco Gabriel! Sai bene che non puoi raggiungerli! Sei bloccato qui! >>
<< Ma non posso restare con le mani in mano! I ragazzi necessitano di aiuto! Stanno rischiando la vita! >>
<< Ci sarà di sicuro un altro modo! >>
Tacquero ambedue gli uomini, il volto del primo uomo si fece pensoso e poi il suo sguardo si posò su una cosa particolare che fece impensierire il secondo che cominciò a sudar freddo.
<< Non penserai davvero di  usare la tua pietra? >>
<< Sempre meglio che guardare. >>
<< Ma-ma-ma….! L’ultima volta ci hai rimesso la salute! >>
L’avviso del vecchio non impensierì l’uomo che nella sua mano strinse l’oggetto che stava cominciando a brillare, dapprima debolmente, poi con una rapida crescente intensità.
<< Quello che io ci rimetto non è nulla paragonabile alla perdita della propria vita. >>
 
§
Avete presente la scena del film Jurassik Park in cui c’è il T-Rex che insegue i protagonisti?
Quello che stavamo passando era più o meno uguale, eccezione fatta per la mancanza di un automobile che sarebbe stata apprezzata in quel momento per seminare il drago.
 
Non poteva volare ma aveva buone zampe per correre, grazie al cielo la sua mira faceva schifo e con quei suoi raggi energetici ci mancava sempre.
Il grattacielo stava andando a pezzi con il suo passaggio, se non fosse stato così solido e grande sarebbe crollato già da un pezzo, e non potemmo far altro che correre senza sapere come poterci sbrogliare dalla cosa. Seto-Posseduto ci seguiva a sua volta ma con più calma, questo perché voleva godersi la scia di distruzione lasciata dalla bestia, ridendo nel vederci in difficoltà.
<< Glielo leverei con un pugno quel sorriso da ebete! >>
<< Ti detto che non possiamo fargli del male finchè controlla Seto! >>
<< Io a questo punto me ne fregherei e lo farei comunque! >>
<< Attenti! >>
Ci mancò poco che finissimo schiacciati, un’intera parete crollò dopo l’ultimo attacco del Drago Bianco, finendo per ostruirci la strada e interrompere così la fuga; l’ombra immensa del mostro ci ricoprì e il fiato rovente ci soffocò, la testa così vicina da poter vedere il nostro riflesso sui suoi occhi blu; la lingua che scivolava fuori sfiorandoci con la punta, indeciso chi divorare…
<< Aspetta! >> ad un tratto vedemmo giungere in volo con gran foga Ilyan, atterrando sulla bocca del mostro chiudendogliela, Seto – posseduto che lo squadrò malissimo.
<< Che ci fai tu qui? Ti avevo ben detto di stare alla larga da me, inutile idiota! >> sbraitò furioso.
<< L’idiota sarai tu! Il nostro padrone è in collera con te! >> replicò Ilyan afferrandolo per il colletto della giacca.
<< Perché? Che sbaglio ho mai commesso? Sto eseguendo ogni suo ordine e adesso sto completando l’incarico da lui affidatomi. >>
<< Già… peccato che stai per far fuori anche la ragazzina! >>
<< E non è ciò che voleva? >>
<< Non più! Ha scoperto che se lei muore con indosso la pietra magica, anch’esso si spegnerà come la sua vita! >>
A quelle parole il cattivo fece una smorfia seccata, con un gesto fece cenno al drago di allontanarsi, lasciandosi così respirare di sollievo. Ero curiosa su quella cosa detta dal mercenario, aveva già menzionato questo suo signore e dell’idea strana di volermi incontrare, ma era ancora più strano che anche il demone avesse la medesima conoscenza. Gli disse di spicciarsi a prendermi e levarsi dalle scatole, il soldato annuì, porgendomi la sua mano ma io la cacciai via, provando a fargli del male sferrando una serie di pugni sul suo stomaco, ma gli feci solo il solletico. I personaggi animati mi trascinarono indietro dicendomi che era inutile perdere tempo in quel modo.
<< Bravi, tenetela a cuccia finchè non do la buona notizia al mio signore. >>
<< Io non vengo da nessuna parte con te! Quante volte te lo devo dire antipatico!? >>
<< Rilassati, non sarà un viaggio lungo, anzi, sarà molto breve. >>
Improvvisamente il mercenario esplose, ci sentimmo spingere forte all’indietro, finendo per cadere in una apertura alle nostre spalle che non avevamo notato.
 
Il demone rimase allibito sia dalla nostra sparizione… sia dal scoprire la vera identità del mercenario… sia dall’arrivo di quello vero che arrivò subito dopo.
 
§
<< Tutto a posto? >> chiese il vecchio all’uomo che giaceva stremato su una sedia imbottita, tracannando il terzo bicchiere d’acqua tutto d’un fiato.
<< Si, credo di sì. >> rispose lui stancamente.
<< Hai fatto un bello scherzo allo scagnozzo del tuo vecchio “amico”. Credi che l’abbia presa bene? >>
<< Bene non direi. >>
Entrambi risero all’immagine dello spettro possessore stupito di essere stato raggirato, fu però una breve allegria, ricordandosi la ragione per cui erano intervenuti tornarono seri.
<< Ho fatto quello che potevo, preghiamo che tutto ora vada bene. Ho un brutto presentimento su come Tenebros potrebbe rispondere a questa mia intromissione. >>
  
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