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Autore: Zomi    18/03/2014    7 recensioni
Placido, il sole entrò dal vetro della finestra, spezzandosi in vari raggi, che si sparsero sulla coperta color crema spiegazzata sul letto.
Lì, sotto la trapunta calda e morbida, cercava di risposare Nami, infossando il capo ramato sotto il cuscino imbottito, respirando debolmente.
Era un splendido Sabato mattina, gli uccellini cantavano lievi, le macchine non correvano sotto casa e non lei non doveva andare a lavorare.
La giornata perfetta per dormicchiare senza problemi, avvolti in una calda copertina senza pensieri e disturbi.
O no?
Tum
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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RUMORI MOLESTI


 
a Placebogirl

 
 
Placido, il sole entrò dal vetro della finestra, spezzandosi in vari raggi, che si sparsero sulla coperta color crema spiegazzata sul letto.
Lì, sotto la trapunta calda e morbida, cercava di risposare Nami, infossando il capo ramato sotto il cuscino imbottito, respirando debolmente.
Era un splendido Sabato mattina, gli uccellini cantavano lievi, le macchine non correvano sotto casa e non lei non doveva andare a lavorare.
La giornata perfetta per dormicchiare senza problemi, avvolti in una calda copertina senza pensieri e disturbi.
O no?
 
Tum.
 
Nami sollevò di scatto il viso dal materasso, fissando isterica la parete oltre la tastiera del letto.
 
Tum tum.
 
Un ringhio le salì dalla gola, accentuando la sua aria demoniaca.
 
Tum tum tum.
 
No, non si poteva andare avanti così.
Non era umanamente concepibile.
 
Tum tum tum tum.
-Ah ah ah…-
 
Una vena iniziò a pulsare nervosamente sulla fronte liscia e perfetta della rossa, mentre una fila di aguzzi denti squalini emergeva dalle sue gengive insanguinate.
 
Tum tum tum ri-tum.
-Ah ah ah ah…-
 
Il cuscino partì senza volontà, andando a schiantarsi contro la parete.
-BASTA!!!!- urlò Nami, molleggiando in ginocchio sul letto –DATEVI UNA CALMATA!!!-
La parete e l’intonaco cessarono di tremare, e un tranquillizzante silenzio si sollevò dall’appartamento accanto.
La rossa si raggomitolò tra le coperte inferocita, maledicendo il suo vicino di appartamento.
Si era trasferita da appena una settimana in quel condominio, andando a vivere da sola.
Il lavoro la faceva svegliare presto ogni santo giorno, e solamente al Sabato si concedeva il lusso di poltrire tra le lenzuola fino a mezzogiorno, rimpiangendole alla Domenica a pranzo dai suoi.
Ergo non poteva sopportare tutti quei rumori.
Soprattutto quei certi rumori.
Non aveva la più pallida idea di chi fosse il suo vicino di casa, date le poche occasioni di fare conoscenza, e apparte lo strano e taciturno biondo aspirante sayan del secondo piano e una neo coppia di freschi sposini –lei dolce e gentile, lui con un naso da pinocchio inguardabile- non aveva conosciuto nessun altro.
Sperava comunque vivamente che il suo vicino, così rumoroso e ansimante, non fosse Rocco Siffredi.
Era dalle sei del mattino che quel dannato e la sua accompagnatrice ci davano dentro, facendo tremare la parete della sua stanza e rimbombando le loro cavalcate con enfasi.
Passi che fossero in balia degli ormoni.
Passi che si ostinassero a farlo proprio contro quel dannato muro.
Passi quegli ansimi solitari di uno solo dei due, ma per quanto avevano intenzione di andare avanti?!?
Per di più lei si era appena lasciato con il suo ragazzo, tanto generoso da spiegare ad altre due ragazze contemporaneamente, oltre a lei, come si fanno i bambini, e quell’esubero di “amore” le dava di volta lo stomaco, innervosendola.
Ma finalmente era tutto finito.
Ora il silenzio governava.
Niente più ansimi, niente più botte sulle pareti, niente più scopate a fuoco sul mur…
 
TUM TUM TUM RI-TUM
-AH AH AH AH!!!-
 
-E no, ora basta!!!-
Feroce e rabbiosa, Nami scattò giù dal letto, avviandosi senza pietà verso la porta, decisa a rompere il naso, e anche dell’altro, al suo vicino.
Infischiandosene di essere in mutande e canottiera lunga fin sulle cosce, marciò satanica sul pianerottolo, minacciando di abbattere la porta del vicino a forza di bussare.
In pochi attimi, un ragazzo poco più grande di lei, si affacciò alla porta, squadrandola dall’alto in bacco.
-Si?- si grattò il capo, aprendo maggiormente la porta.
Nami strabuzzò gli occhi fissandolo.
Era un fusto alto e muscoloso scolpito nel marmo dorato.
Indossava un semplice paio di pantaloni neri, e attorno al collo, un asciugamano bianco gli asciugava le gocce di sudore che cadevano copiose dai suoi capelli corti e verdi.
A coronare il tutto, due occhi neri e penetranti come mai ne aveva visti.
“Ok” pensò la rossa, passandosi una mano tra i capelli lunghi e sciolti “Non è Rocco Siffredi ma in un film porno lo vedrei benissimo”
-Allora?- sbattè le palpebre perplesso il ragazzo, fissandola.
Nami scosse il capo, ritrovando la sua ira.
-Sono la tua vicina di casa- indicò con braccio teso la porta aperta del suo appartamento.
Il verde si sporse dall’uscio a fissare il braccio, alzando poi le spalle.
Bene, e con ciò?!?
-Non so se hai guardato l’orologio nelle ultime tre ore- ringhiò Nami –Ma sono le nove e mezza del mattino e tu dalle sei di questa mattina mi stai rovinando il Sabato-
Fece un passo avanti, ringhiando.
-Non so quanto Viagra ti sei sparato, ma ti conviene, a te e alla tua ragazza, di smetterla di scopare così forte- lo vide sbiancare, spalancando la bocca.
-O almeno cambiate zona dell’appartamento- sbottò Nami, alzando gli occhi al cielo –Cambiate muro, mi stare traumatizzando tutti i peluches che ho in camera!!!-
Gli voltò le spalle, portandosi le mani ai fianchi.
-Piantatela- sibilò –Trovatevi un hobby: tropo sesso fa male… -
Fece dietro front, e si avviò verso casa, vittorioso di aver ammutolito quel stallone.
Capiva benissimo la sua ragazza, incapace di trattenersi con uno così, ma lui aveva preso come minimo una scatola di pillola blu intera per fronteggiare quella maratona infinta di coiti, e se ci dava un taglio era meglio.
Sia per lui, e le sue coronarie, che per lei e i suoi nervi.
Stava per rientrare in casa, quando la voce del ragazzo la richiamò indietro.
-Sono solo in casa, ragazzina- sbottò secco.
Nami si voltò a fissarlo, squadrandolo dall’alto in basso.
Solo in casa?
E faceva tutto quel casino?
-Dovresti stare attento…- gli puntò il dito contro -… si diventa ciechi prima o poi-
-Ma che diamine stai blaterando?!?- arrossì –Mi sto solo allenando con il sacco da palestra-
La rossa incrociò le braccia al petto, fissandola dubbiosa.
-Dalle sei del mattino?- inarcò un sopracciglio.
L’altro alzò le spalle.
-E contro la parete comune?- sbottò irritata.
-Che ne sapevo io che il sacco, battendo contro il muro, ti disturbava?-
-E SECODNO TE, LA GENTE NORMALE TROVA PIACEVOLE UN RUMORE SIMILE?!?- strillò.
-Senti…- sbuffò -… mi dispiace ok?-
-No, mi dispiace un corno- tornò a fronteggiarlo faccia a faccia –Tre ore di “TUM” e ansimi osceni non si cancellano con un “mi dispiace”-
-Erano ansimi di fatica, non osceni- precisò sghignazzando.
-Sarà la stessa cosa che riferirò nella denuncia per molestie contro di te- gli tirò la lingua.
-Oh andiamo- sbuffò –Cosa posso fare per farmi perdonare?-
La rossa ci rifletté un po’ su: avrebbe potuto chiedergli una sua foto nudo, o anche in boxer oppure…
-Togli il sacco dalla parete comune- decise –E se devi ansimare fallo silenziosamente-
Il verde ghignò.
-Ok- scosse il capo –Come hai detto che ti chiami?-
-Non l’ho detto…- sbattè le ciglia –Nami-
-Io sono Zoro- le porse la mano.
-Visto che sei sveglia- le fissò le gambe nude e invitanti –Posso offriti un caffé?-
-Sicuro che la tua ragazza non si ingelosisca?- sorrise.
-Dubito: non ce l’ho…-
Nami sorrise con maggior gioia.
-A si...?- fece vaga, entrando nell'appartamento di Zoro.
-E si...- ghignò quello.
 
 
Le settimane successive, di rumori molesti ce ne furono a migliaia.
Ansimi, gemiti, tonfi sordi e urla acute e grondanti di piacere, tutti provenienti dall'appartamento di Zoro.
Ma a Nami non diedero più fastidio: contro il muro, tutte quelle volte e le successive, c'era sempre lei.

 
   
 
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