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Autore: Medeaa    02/07/2008    2 recensioni
Una piccola One-shot, frutto dell'idea di una notte, pensando a cosa potrebbe esserci dietro a quello scambio fulmineo di sguardi, alla fermata di King's Cross quando, 19 anni dopo la scomparsa di Lord Voldemort, Harry e Draco si incontrano con le rispettive famiglie.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi con una One-Shot dedicata alla mio pairing preferito di Harry Potter!!^^
Colgo innanzitutto l’occasione per scusarmi dei continui ritardi d’aggiornamento di “Scende la Neve” perciò posto questa Shottina.
È nato tutto grazie ad una conversazione con il mio grande amico Piro, che mi ha dato l’ispirazione!
Ah, stavo per scordare di dirvi che è tutto basato sull’epilogo di Harry Potter e i Doni della Morte, quindi, onde evitare sorprese, vi segnalo lo spoiler.
Un altro “grazie simbolico” è dovuto alla meravigliosa ‘Your Song’ di Elton John, senza la quale questa storia non avrebbe titolo, o per lo meno non sarebbe questo.
Ma ora bando alle ciance, buona lettura e commentate in tanti!



THE SWEETEST EYES I'VE EVER SEEN



Il vapore misto al fumo grigiastro si dirada, permettendo agli occhi di scorgere sulla banchina del binario 9 e 3/4 sagome dai contorni più definiti e regolari.
Lo scalpiccio frettoloso delle suole bagnate dall’incessante pioggia, tipica del settembre londinese, di centinaia di persone si unisce alla confusione generale del momento.
Le voci e le risate di bambini e ragazzi, il rumore dei bauli caricati di peso nelle carrozze, lo sbatacchiare frenetico delle ali di gufi e civette che si dimenano nelle loro gabbie e il vociare di madri che abbracciano e si raccomandano con i propri figli, pronti per partire, fanno da sottofondo a questa scena che ai miei occhi è molto familiare.
Poso una mano sulla spalla di mio figlio, il più piccolo, che mi sorride, prima di correre verso suo fratello ed i suoi amici che già confabulano sulla futura casa di appartenenza.
Eh già. Sono passati diciannove anni dalla morte di Lord Voldemort e niente pare essere cambiato da allora.
A parte il fatto che sono sposato, ho tre figli ed una vita matrimoniale apparentemente perfetta.
Sono così concentrato a guardare il mio piccolo Albus che tenta di tener testa al fratello maggiore, James (quel bambino è la mia rovina, l’esatta copia di mio padre!), che non mi rendo nemmeno conto dell’arrivo di Ron ed Hermione.
Il primo, il mio migliore amico fin dal mio arrivo qui a King’s Cross, inizia a farneticare qualcosa riguardo l’esame per la patente babbana ma non gli presto più di tanto ascolto.
Il mio sguardo vaga tra la folla di maghi e streghe qui riuniti, cercandone uno in particolare.
“Deve esserci, non può non esserci.. Me lo ha riferito lui stesso, l’ora è questa ed il posto… Beh, un luogo del genere è impossibile confonderlo quindi… Dov’è? Conoscendolo, quel cretino potrebbe avermi preso in giro. Ma, d’altra parte, dovrà pur sempre accompagnare suo figlio alla stazione.
Ah, ma questa sera mi sente quel Malfoy!”

**

“Ma si può sapere dove diavolo sei finito, eh Potter?
Ti sarai nascosto da qualche parte per non far vedere quella feccia di moglie che ti porti appresso e quella amica mezzosangue che ti ritrovi.
Fattostà che ti ho detto che ci saremmo trovati qui e io la parola non la rimangio, quindi vedi di saltare fuori da dove ti sei imboscato.
Non ho tempo da perdere io, a differenza di te evidentemente.”
Mia moglie si alza il collo del cappotto, stringendosi al mio braccio con la mani magre e curate. Mio figlio, la mia fotocopia ed il mio orgoglio, cammina fiero ma entusiasta davanti a noi.
Ero anche io così, come Scorpius, quel giorno di ben venticinque anni fa quando varcai i mattoni rossi del binario 9 e 3/4 insieme a mio padre e mia madre? Suppongo di sì.
“Il primo giorno è il più importante, devi dimostrare a tutti quanto vali.” Questa fu l’unica cosa che mi disse Lucius prima che partissi, mentre mia madre Narcissa mi accarezzava i capelli.
Ancora mi rammarico di aver offerto quella mano a Potter, se l’avesse accettata chissà che razza di vita avrei ora.
Mi avrebbe contagiato con il suo moralismo e la sua gentilezza? Oppure avremmo iniziato a ”divertirci” fin dalla più tenera età? Se così fosse stato, ahimè (a mio malgrado devo ammetterlo), ora come ora non avremmo lo stesso rapporto che, ahimè di nuovo ( E si, Potter a volte mi fa rimpiangere delle mie scelte tanto è fastidioso), ora abbiamo.
Sul mio viso si dipinge un’espressione soddisfatta, posso dire di aver fatto poche ma significative buone scelte nella vita. Non ho sposato mia moglie per amore, non sia mai, ma almeno è servito a qualcosa. È egoista, lo so bene, ma sono pur sempre un Malfoy.
E poi (il mio orgoglio subisce un duro colpo) il rapporto ”affettivo” che cercavo già lo possiedo, il matrimonio con questa donna è pura formalità.
Continuo a camminare tranquillamente lungo la banchina popolata da frenetici maghi e streghe senza spiccicare parola, nemmeno quando la donna avvinghiata al mio braccio come una pianta rampicante emette un gemito disgustato e storce il naso.
Il suo gesto tuttavia mi fa voltare, e, di nuovo, un ghigno quasi invisibile fa storcere la mia bocca ed illumina i miei occhi.
“Ti ho trovato, Potter. Finalmente.

**

Sento Ron strattonarmi una manica della giacca e far segno a me e a Ginny di avvicinarci, per sentire cos’ha da dire.
Svogliatamente protendo il volto in avanti verso di lui, facendogli cenno di parlare.
Prima di proferire parola, il rosso mi indica di nascosto un punto ad una cinquantina di metri da lì. Inforco gli occhiali, con quel fumo non ci vedo niente.
Quando il vapore si dirada, riesco a scorgere finalmente tre figure che si stagliano contro la nebbiolina biancastra.
- Guarda chi c’è -
Anche mia moglie ed Hermione si voltano verso il punto indicato da Ron e finalmente riesco ad incontrare un paio di occhi grigi che ci squadrano dall’alto in basso. Quel paio di occhi grigi.
Mi riporto eretto e ricambio l’occhiata con quanta più ostilità riesca a comunicare, praticamente nulla, e noto nel suo sguardo un pizzico di soddisfazione e malizia, cosa che probabilmente solo io riesco a scorgere.
Se ne sta lì, immobile, con il suo piccolo e bellissimo figlio davanti e l’aristocratica moglie avvinghiata ermeticamente al braccio.
Lei gli sussurra qualcosa che non colgo ad un orecchio, tanto vicina da poterlo toccare con quelle labbra piene di rossetto, e a me si chiude lo stomaco.
È infantile da parte mia, lo so, ma non riesco nemmeno a pensare che quel corpo da favola possa essere toccato anche solo da una mano che non sia la mia.
Stringo il pugno lungo il fianco, Ron mi posa una mano sulla spalla intimandomi di calmarmi. Forse pensa che io sia irritato dalla presenza di Malfoy. Non arriverebbe mai a capire la verità.
Draco invece coglie al volo la natura del mio gesto e, da bravo bastardo il quale è, cinge la donna ai fianchi, con un sorriso di sfida stampato in faccia.
“Ah, se potessi quel sorrisetto te lo trasformerei in una smorfia di piacere e tu sai bene come, ma qui non si può. Vorrà dire che mi vendicherò stasera e, stanne certo, non ti piacerà per niente.”

**

“Oh, Potter, Potter… siamo alquanto gelosetti, eh?
L’ho visto io, a differenza del tuo amico Lenticchia. Quel pugno non l’hai stretto perché eri irritato dalla mia presenza. D’altra parte, potresti mai esserlo? No, credo proprio di no .
Ma quello è un idiota, cosa vuoi che capisca?
E adesso non farmi quello sguardo di sfida, non ti riesce proprio. Tu sei il paladino della giustizia, San Potter, e certe cose, caro mio, non ti si addicono affatto.
So per certo che la tua mente sta già architettando qualche stratagemma per farmela pagare, quando ci vedremo questa sera. Un nuovo giochetto, Potter? Ben venga.
Ho l’impulso di staccarmi da questa donna ma l’orgoglio me lo impedisce. Questa situazione è ripugnante ma voglio vedere cosa farai, Harry.
Lo so che ti piacerebbe essere al suo posto e credimi quando dico che, piuttosto che questa cozza, andresti bene anche tu. Il che è tutto dire.
Probabilmente farmi vedere in giro con te sarebbe una dimostrazione d’amore più che eloquente, di quelle che vorresti tu e io non concedo mai. Ma d’altra parte, se si venisse a scoprire, sarebbe uno scandalo. Io ho una reputazione da difendere, lo sai Harry James Potter?
Non hai idea, non hai la minima idea di quanto mi manchino le nostre liti e scorribande tra i corridoi di Hogwarts. Non potresti nemmeno immaginarlo.
E sarebbe il momento perfetto per rivangare la superiorità dei Malfoy, se ora io venissi a salutarti. Sarebbe la mia vittoria personale perché, ora come ora, tu non potresti ribattermi un bel niente.
Ma io sono cresciuto, sono un adulto e, almeno fino a che saremo in pubblico, mi asterrò dal farmi beffe di te.
E anche tu lo sei, che lo voglia o no. Quindi togliti quel muso da cucciolo bastonato altrimenti non mi potrei giustificare delle mie azioni.
Ora penso sia meglio andare, devo accompagnare il mio Scorpius al treno. Non vorrei dovesse elemosinare gli ultimi posti, come facevi tu.
Ci manca solo che finisca in carrozza con tuo figlio, quello piccolo, e che facciano amicizia. Ci manca solo quello.
Allora a stasera. Scommetto che conterai i minuti, vero Potter? “
Accenno un saluto quasi impercettibile con il capo, mi stringo nel cappotto e mi volto per interrompere il contatto visivo, non vorrei che leggesse più del dovuto.
Un ‘Ti amo Harry. Anch’io conterò i minuti’, ad esempio.

**

Un accenno del capo e stop, fine. Draco si gira e se ne va, lasciandomi attonito per un secondo.
Non ci metto molto ad allargare le mie labbra in una smorfia che dovrebbe essere un sorriso, un po amareggiato e deluso, ma un sorriso.
“Ma come, ti facevo troppo sarcastico e puramente bastardo per lasciarmi andare così. Tu che non sprechi un occasione per schernirmi, rivangare la superiorità della tua famiglia rispetto alla mia.
Evidentemente crescere ti ha fatto quest’effetto.
Eh si, perché il mio piccolo, tenero e soprattutto dolce Draco è cresciuto, non è più il principino viziato dei bei tempi andati.
O per lo meno non lo dai a vedere in pubblico, piccolo Draco, perché, almeno quando sei con me, sei completamente diverso, anzi, sei semplicemente uguale a prima.
Tutto ti è dovuto perché tu sei il migliore, il principe, un Malfoy. E ti sei mai chiesto perché non ti mando mai a cagare, o almeno non seriamente, quando pretendi fin troppo? Perché io, da bravo scemo, ti amo da morire.
E lo appuri in ogni piccola cosa, dal fatto che io ti sopporti da vent’anni, dal fatto che io debba rinunciare a te, e poterti vedere solo in qualche occasione. Solo guardandomi negli occhi dovresti capire che farei di tutto per te, mio piccolo Draco.
Credo che da stasera inizierò a chiamarti con questo nuovo soprannome. Così, oltre ai tuoi gemiti maledettamente appaganti, mi beccherò anche un bel vaffanculo uscito dalla tua bocca di rosa.
Ed io sicuramente sorriderò e, senza dire nulla, ti tapperò quella boccaccia che ti ritrovi, in un modo o nell’altro.
Chissà, ti immagini se i nostri figli si incontrassero e facessero “amicizia”? Non vorrei vedere la faccia schifata di tua moglie e la tua, probabilmente sconsolata.
Ma che ne sai, potrebbe essere un occasione per vederti più spesso. Ecco perché, molto innocentemente, spingerò Albus a conoscere Scorpius.
Mi parli così tanto di lui, non avrei mai creduto che tu potessi amare qualcuno a tal punto (oltre te stesso, naturalmente) da non nominare quasi nient’altro nei tuoi discorsi.
Sei un uomo meraviglioso, Draco Malfoy, e io sono orgoglioso di amarti con tutto il mio cuore.
Bella questa frase. Stanotte, mentre starai tra le mie braccia e io mi starò godendo gli ultimi attimi prima che tu te ne vada, magari te la sussurrerò ad un orecchio.
Spero avrai abbastanza energie per rispondermi, ma so per certo che sorriderai semplicemente. E li mi si stringerà il cuore tanto da far male, perché ogni tuo sorriso mi uccide, mi riempie di gioia dalla testa ai piedi, ed il mio corpo minaccia di scoppiare.
È meglio che vada, mia moglie si starà chiedendo cosa ci faccio a fissare intontito il punto nebbioso dove sei sparito.
A dopo, Draco. Sono così ansioso che conterò i minuti.
Lo farai anche tu, vero?”
Sorrido, incredulo della stupidità del mio ultimo pensiero, e mi volto a raggiungere la mia famiglia, ma una voce nella mia mente mi dice che la mia supposizione non è del tutto errata.




**

Fine


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