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Autore: Blackbird_    18/03/2014    3 recensioni
Emma è una ragazza di Liverpool amante dei Beatles. Semplice, introversa, chiusa in se stessa, segue un solo mantra nella vita: ‘Mi innamorerò solo quando troverò qualcuno che sia bello, talentuoso e divertente come John, Paul, George e Ringo messi insieme’. Una richiesta assurda. Non più tanto impossibile, però, quando incontra Jay, un ragazzo che, all’apparenza, è il mix perfetto dei Fab Four. Ma la perfezione, si sa, non esiste, e Jay non è di certo un’eccezione.
La storia di Emma è accompagnata dalle parole e dalle melodie del suo gruppo preferito, colonna sonora perfetta per ogni situazione che vive.
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Day Tripper

Quando tornai a casa, quella sera, non riuscii a chiudere occhio. Un senso di malessere mi attanagliava lo stomaco e la testa, impedendomi di trovare il giusto equilibrio per potermi  finalmente assopire.
La notte porta consiglio. Una dormita e non ci penserai più. Certo, se solo ci fossi riuscita.
Mi dimenavo fra le lenzuola senza trovare una posizione confortevole. Era impossibile: ero scomoda dentro, non fuori. Non riuscivo a togliermi dalla testa le immagini e le parole di quella sera. Jay. Tony. Un anno insieme. Amore incondizionato. Era fin troppo difficile anche per me trovare un ordine a tutti quei concetti.
Iniziavo a stare male davvero. Fino a quel momento, probabilmente, non avevo realizzato ciò che mi era appena accaduto. Ma una volta in casa, avvolta dal buio e dal silenzio, sola con me stessa, stavo iniziando ad essere meno razionale di quello che ero stata.
Il senso di freddo, però, non mi aveva ancora abbandonata. Probabilmente non lo avrebbe più fatto. Per quanto provassi a scaldarmi, con coperte e con pensieri positivi, non ci riuscivo. Era difficile formulare pensieri positivi, in realtà.
Quando, la mattina seguente, mi alzai dal letto, un senso di nausea mi colpì. Le notti insonni avevano varie ripercussioni sul mio umore e sulla mia salute. Mi girava la testa. Arrivai in cucina trascinandomi ed accesi il bollitore dell'acqua. Ero confusa, spossata. Ma una delle poche certezze che ancora mi restava era che una tazza di tè bollente mi avrebbe sicuramente aiutata a sentirmi meglio. Perciò tirai giù dalla mia mensola degli infusi una bustina di tè nero alla vaniglia, il mio preferito, e la misi in infusione non appena il bip del bollitore mi annunciò che l'acqua era pronta.
Mentre attendevo i soliti cinque minuti, tirai fuori dalla credenza i biscotti al cioccolato ed accesi il cellulare che era appoggiato sul tavolo.
Con uno squillo acuto venni avvertita dell'arrivo di un messaggio. Due. Tre.
Era sicuramente Allie che si premurava di verificare che non mi fossi gettata nel fiume durante la nottata, conoscendo le sue idee catastrofiche, perciò ignorai tutto e mi misi a fare colazione in silenzio. Di solito, la mattina, ero solita accendere la Tv nel canale di musica vintage, giusto per iniziare nel modo giusto la giornata. Quella mattina, però, nulla sarebbe stato in grado di migliorare il mio pessimo umore.
Mangiai senza appetito ma bevvi volentieri la mia tazza di gioia liquida. Non funzionò, al contrario del solito, ma, almeno, iniziai a sentire un po' meno freddo. Dopo aver posato tutto e aver sciacquato la tazza, presi il telefono e me ne tornai in camera mia. Mi infilai nuovamente sotto le coperte, per poi aprire i messaggi appena ricevuti.
Proprio come previsto, il primo era di Allie. "Mi dispiace troppo Em, davvero. Non preoccuparti, ti aiuterò a trovarne uno mille volte meglio. Non fare pazzie nel frattempo. Buonanotte". Sorrisi debolmente, riconoscendo la tragicità tipica di Allie, ed andai avanti.
Anche il secondo messaggio veniva da lei. "Buongiorno! Perché non hai risposto al messaggio di ieri? Devo preoccuparmi? Scrivi appena leggi questo messaggio, anche un messaggio vuoto mi va bene". L'isteria della mia amica stava già affiorando, perciò decisi di leggere anche il messaggio seguente, prima di risponderle.
Questo, però, non veniva da lei. Un numero sconosciuto, che non mi diceva un bel niente. "Ciao, Emma. Come stai?"
Quasi scoppiai a ridere dal nervoso. Quello sconosciuto non poteva trovare momento peggiore riguardo a come mi sentivo in quel momento.
Stavo come una che aveva visto la propria crush poco platonica baciarsi con un uomo.
Stavo come una che aveva scoperto di essere stata amata sinceramente da qualcuno solo perché il vero amore di quest'ultimo era lontano dalle sue braccia.
Stavo come una che aveva lasciato crollare inutilmente il proprio muro protettivo.
Stavo come una che vedeva tanto amore intorno a sé, senza mai gustarne il sapore.
Stavo come una che non aveva dormito per una notte intera per colpa dei pensieri.
Stavo come una che aveva sentito il proprio cuore gelare, senza possibilità remota di poterlo vedere sciogliersi.
Stavo male.
Ma parlarne con qualcuno che non conoscevo, seppur questo, apparentemente, mi conoscesse, era l'ultima delle mie priorità.
Tornai perciò indietro al messaggio precedente e risposi ad Allie. "Stai tranquilla, stavo solo dormendo. Sto bene, non preoccuparti per me" digitai velocemente. Era ovvio a tutti che stavo mentendo, ma non volevo che si preoccupasse eccessivamente per me. La vita le stava offrendo l'opportunità di essere felice, non doveva sprecare il suo tempo con un'infelice come me.
Bloccai la tastiera e mi appallottolai su me stessa, cercando una posizione comoda. Magari sarei riuscita anche ad addormentarmi.
Quando il telefono vibrò di nuovo, qualche minuto più tardi, ovviamente Morfeo non mi aveva ancora degnato di una sua visita.
Controllai la risposta di Allie ma, sorprendentemente, non era stata lei a scrivermi. "Emma?" mi scriveva di nuovo quel numero sconosciuto.
"Chi sei?" risposi con una domanda. Non era mai stato mio solito dare il mio numero senza riceverne uno in cambio, quindi sicuramente era qualcuno che voleva farmi uno scherzo.
La risposta non tardò ad arrivare. "Non ha importanza. Voglio solo sapere come stai". Sconosciuto ed anche testardo. Perché mai avrei dovuto dare una risposta a qualcuno che mi scriveva in tale modo? Avrei potuto benissimo mentire, come si fa quando qualcuno ti chiede 'come va?' e te hai talmente poca voglia di raccontare tutta la tua vita che abbozzi un sorriso e rispondi 'tutto bene'. Eppure, in quel momento, non ero dell'umore giusto nemmeno per rispondere banalmente a qualcuno di cui non sapevo nemmeno il nome.
"Non ti conosco nemmeno, perché dovrei dirti come sto?" polemizzai, pentendomi di aver inviato quel messaggio un attimo dopo averlo fatto. Mi stavo accanendo contro uno sconosciuto pur di non pensare a come realmente mi sentivo. Avrei semplicemente dovuto lasciar correre, ignorarlo, e concentrarmi su me stessa invece che su quegli sms.
"I feel fine, ricordi? Credevo che ci conoscessimo abbastanza"
Mi si gelò il sangue. Non poteva essere Jay, era impossibile. Eppure nessuno sapeva della nostra frase scritta sul muro rosa, nessuno a parte me e lui. Tornai con la mente alla sera passata con Jay, nonostante i pensieri apparentemente positivi pungessero come le spine di una rosa.
Credevamo di conoscerci abbastanza, di aver capito molto di noi. Ma non era affatto così, e questo l'avevo scoperto a mie spese. Non conoscevo nulla di lui, se non gli aspetti più superficiali. Non sapevo nulla del suo amore per l'amore, della sua relazione, della sua necessità a colmare il suo costante bisogno di qualcuno da amare.
Perciò non risposi al messaggio. Perché, all'improvviso, ero certa che il mittente fosse lui. Non m'interessava il modo in cui era riuscito a prendere il mio numero, non m'interessava delle sue domande stupide. Non m'interessava di lui e basta.
O, almeno, questo era ciò che mi imponevo.
 
Got a good reason
For taking the easy way out
Got a good reason
For taking the easy way out now

Passò esattamente un mese di silenzio dalla sera in cui avevo visto Jay baciarsi con Tony, e ventinove giorni da quello in cui avevo ricevuto quei messaggi. Settimana in cui mi ero obbligata ad uscire, a svagarmi. Settimana in cui combattei contro Mic per stare un po' di tempo con la mia migliore amica, settimana di tempo in cui iniziai a lavorare più freneticamente pur di non pensare. Sebbene avessi passato molto poco tempo con Jay in relazione a tutto il tempo della mia vita, comunque ancora non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Era più forte di me. Sentivo che tutto non si fosse concluso nel migliore dei modi. Non perché avevo scoperto di essere stata 'l'amante' per una sera, ma perché sentivo di non aver dato modo ai miei sentimenti contrastanti di uscire. Ero una bomba pronta ad esplodere, ma non avevo dato modo a me stessa di sgonfiarmi gradualmente, evitando di farmi del male internamente. Era una faccenda incompleta, ed io avevo sempre odiato i romanzi senza un punto finale. La mia storia si concludeva con dei punti di sospensione, con un finale aperto che mi faceva impazzire.
Ma io, di certo, non avrei mai trovato il coraggio e la forza di farmi avanti, di provare a scrivere quel finale che tanto desideravo. Non m'importava quasi più l'esito di quella fine, purché ci fosse stata. Ma con quale diritto sarei dovuta piombare nuovamente nella vita di Jay?
Rimasi sorpresa quando, quella sera, il medesimo numero sconosciuto, che ormai non era più tale, mi inviò un messaggio.
"Domani sera abbiamo un concerto all'altro Cavern, quello di fronte all'originale. Mi piacerebbe molto che venissi"
Guardai lo schermo, perplessa, non capendo lo scopo di quell'invito.
In un drin venne annunciato l'arrivo di un altro messaggio.
"Vorrei parlarti, se ne hai voglia. Potremmo vederci un po' prima..." 
Sgranai gli occhi, incredula. Ma non feci in tempo a smaltire quella stana sensazione dal retrogusto agrodolce che mi arrivò un altro messaggio.
"Capirei anche un tuo no, non sentirti obbligata"
Sorrisi debolmente. Nonostante tutto era sempre il solito insicuro che avevo conosciuto su quella panchina.
Un altro messaggio.
"Mi dispiace, comunque"
Non aveva nulla da dispiacersi. Era stato in grado di rendermi infinitamente felice, era stato in grado di aiutarmi a superare le mie paure. Aveva distrutto i miei timidi sogni, ma quella era colpa mia, come sempre, che mi ero ritrovata a sognare nonostante le deboli basi. Nonostante stessi ancora male, in quel mese avevo imparato a leggere i lati positivi di tutta quella situazione. Quelli negativi erano sicuramente i più vistosi, ma io ero sempre stata abituata ad attaccarmi alle piccole cose belle.
Drin, di nuovo.
"Giuro che questo è l'ultimo messaggio. Pensaci, almeno. D'accordo?"
Non lo stetti affatto a sentire, o a leggere, in tutta onestà. Avevo già deciso da un pezzo, più o meno dal primo messaggio.
"Ci vediamo domani fuori dal Cavern" inviai, senza remore.
 
She was a day tripper
One way ticket, yeah
It took me so long to find out
And I found out
 
Pioveva, quel giorno, e le nubi nere appesantivano l'aria di quella giornata estiva. Sebbene fossi tendenzialmente meteoropatica, quel pomeriggio mi sentivo dall'umore paurosamente neutro. Nulla mi rendeva triste, nulla mi rendeva felice. Nemmeno l'idea di parlare con Jay mi scalfiva, più per un eccessivo concentrato di pensieri contrastanti che collidevano fra di loro, annullandosi, che per altro.
Scesi dall'autobus insieme a due signore sulla cinquantina e ad un vecchietto rugoso, aprendo automaticamente l'ombrello non appena sentii di non essere più coperta dal tetto del bus. Feci lo slalom fra due pozzanghere, ben attenta a non bagnarmi, ed attraversai la strada, diretta verso il Cavern Quarter. Passai, come di routine, di lato all'Hard Days Night Hotel, ancora pieno di impalcature che nascondevano la sua naturale bellezza, e svoltai a destra, entrando in Mathew Street, accompagnata dalla musica dei Beatles proveniente dall'interno del Cool Britannia dell'angolo.
Rimasi leggermente scossa nel vedere Jay appoggiato sul muro, di fianco a John. Sebbene sapessi di doverlo rivedere, avevo sottovalutato l'incredibile influenza che esercitava su di me, nonostante tutto. Non appena mi vide abbozzò un sorriso. Sembrava sinceramente felice che io fossi lì. Ci incontrammo a metà strada, entrambi un po' impacciati. I nostri ombrelli si scontrarono, schizzandoci dell'acqua addosso.
"Ciao" ci salutammo poi, contemporaneamente, eliminando quel silenzio imbarazzante.
"Come stai?" mi chiese un attimo dopo, d'impeto, mordendosi il labbro un attimo dopo.
"Si va avanti" risposi sincera, senza esagerare con la drammaticità né ostentare una felicità inesistente. Sorrisi, però, sperando che cogliesse il senso che volevo attribuire a quella risposta apparentemente fredda: stavo iniziando ad andare avanti, aspetto più che positivo.
"Te?" domandai, curiosa del modo in cui avesse passato il mese appena trascorso. "Bene, non mi lamento" era stata la sua risposta, quasi impacciata, come se si sentisse in colpa, ancora una volta.
"Bene" ripetei, mentre una nube di silenzio calava celere sulle nostre teste. Era davvero imbarazzante trovarsi lì senza niente da dirsi, nonostante entrambi avessimo tanto di cui parlare. Eravamo un paradosso.
"Entriamo dentro? Stare sotto la pioggia non è molto piacevole" propose, indicandomi l'entrata del locale con un cenno della testa. Annuii leggermente, e restai letteralmente di sasso quando venni circondata sulle spalle dal suo braccio. Ci avviammo lentamente, stretti in quell'abbraccio poco convenzionale, senza dire una parola.
Il Cavern 'moderno' era letteralmente identico a quello originale, ma senza le frasi e le parole scarabocchiate sul muro. Sul palco Mic, il batterista e altri due ragazzi di cui non conoscevo il nome erano occupati a sistemare fili e cavi, sistemando gli strumenti ed i microfoni per un soundcheck perfetto.
Jay mi trascinò verso un tavolo ad un angolo buio, abbastanza lontano dal palco da permetterci di parlare indisturbati e senza dare troppo nell'occhio e nell'orecchio. Ci sedemmo l'uno di fronte all'altra.
"Non so minimamente da dove cominciare" ammise, sbuffando ed abbassando lo sguardo, palesando nuovamente il suo impaccio di fronte a quella situazione alla quale, probabilmente, era stato estraneo fino al mio arrivo.
"Jay" lo chiamai, acquistando la sua attenzione e calamitando i suoi grandi occhi grigi sui miei "non devi preoccuparti di fare un discorso complicato o imbarazzante. Dimmi quello che vuoi senza farti troppi scrupoli, credo di essere pronta a tutto..." cercai di tranquillizzarlo, cercando di infondere un po' di coraggio ad entrambi. Le sue labbra si incresparono in un sorriso incerto.
"So che Mic ti ha raccontato a grandi linee" cominciò, mordendosi il labbro. "Molto grandi, ma sì" mi affrettai a rispondergli, facendo su e giù con la testa.
"Mi dispiace che tu sia venuta a conoscenza della mia... Relazione... In questo modo. Non... Non sono mai stato quel tipo di persona che approfitta della gente, anzi. Tu sei... Cioè, non ti ho 'cercata', quella sera, per farti del male o cose simili, né volevo approfittare di te e di usarti come ripiego nell'attesa del ritorno a casa di Tony"
"Lo so, non ho pensato nemmeno per un attimo che tu fossi così crudele. Ti conosco poco, lo so, ma ho pensato sin da subito che tu fossi una persona dal cuore d'oro" lo rassicurai o, almeno, provai.
"Sono stato davvero bene con te. Sei una ragazza meravigliosa ed io ero davvero felice di essere riuscito a farti sciogliere un po'. Solo che... La realtà è che io mi ritrovo spesso a pensare di essere innamorato, sai? L'ho creduto anche con te, quella sera. Ho creduto di aver trovato una persona al quale dedicarmi anima e corpo perché lo meritavi, perché eri così amorevolmente dolce ed indifesa. È difficile da spiegare, non credo di esserne in grado"
"No, credo di aver capito" dissi, sorridendo. Avevo capito davvero, nonostante non mi fossi mai trovata in una situazione come la sua. Era tutta questione di carattere, probabilmente, ma io non ero mai stata innamorata, se non per una volta. Non mi ero affatto innamorata di Jay, forse si era trattato solo di una sbandata. Dentro di me, però, il cuore aveva fatto una piccola capriola al solo sentire quelle parole così dolci, così tenere nonostante significassero anche tante cose negative.
"C'è una sola persona, in vita mia, che mi abbia mai fatto dire 'ti amo' col cuore, e quello è Tony. E nonostante io mi fossi sentito incredibilmente in sintonia con te, nonostante credessi di essere innamorato, ero sempre e comunque legato a lui. Per me il vero amore è questo: poter essere innamorato anche di mille persone diverse, passare del tempo con loro, ma comunque pensare ad una sola persona come compagnia per il resto della vita"
 
She's a big teaser
She took me half the way there
She's a big teaser
She took me half the way there, now

"Immagino che trovarsi la verità sbattuta in faccia in tale modo non dev'essere stato facile. Non lo so, ma mi dispiace davvero tanto... Credo tu sia la prima alla quale io ponga le mie scuse, perché sei anche la prima ad aver accettato di stare con me senza porsi troppi interrogativi. Sono sempre stato sincero con tutti fin dall'inizio, ma con te non è successo. Forse è stata tutta colpa dell'alcool che avevo bevuto, o forse era perché sapevo che il giorno successivo Tony sarebbe tornato..."
 
She was a day tripper
One way ticket, yeah

"Ma sei anche la prima per la quale mi dispiace davvero essermi comportato così. Non rimpiango un solo momento: te l'ho detto, sono stato davvero felice con te. Ma mi dispiace che tu ti sia fidata di me, e che in cambio io ti abbia praticamente chiuso una porta in faccia"
 
It took me so long to find out
And I found out

"Jay" lo interruppi, finalmente. "Capisco quello che vuoi dirmi ed accetto le tue scuse anche se, sinceramente, io non le comprenda"
"Ma..." "Ssssh, fammi finire. Ora è il mio turno di parlare, d'accordo?" lo feci tacere portandogli un dito davanti alla bocca. Annuì in silenzio e mi fece cenno con la testa di iniziare a parlare.
"Non comprendo le tue scuse perché, in questo tempo passato, ho capito che sono stata solo io a farmi del male, io è le mie stupide idee sul romanticismo. Anch'io sono stata bene con te, e rifarei tutto da capo se dovessimo tornare indietro. Lo ammetto, sono stata davvero male dopo averti visto con Tony, quella sera. Sono stata così bene da abituarmi all'idea di essere felice per un po' insieme a te, che vederti con un altro non ha fatto altro che riportarmi alla realtà, quella fatta di cose in tutti i colori, non solo rosa. Ma, in ogni caso, credo di avere imparato tanto da tutto ciò. Ho imparato che è un bene lasciarsi andare, ad esempio, perché ne varrà sempre la pena"
 
Tried to please her
She only played one night stand

"Mi hai tirato fuori da una gabbia fatta di certezze che mi ero costruita attorno per non soffrire. Per me questo ha significato davvero tanto"
 
Tried to please her
She only played one night stand, now

Oltre ogni mia previsione Jay allungò un braccio ed iniziò ad accarezzarmi delicatamente una guancia, spostandomi i ciuffi di capelli che ricadevano scomposti sulla mia faccia.
"Ti avevo capita bene, quella sera. Sei davvero unica... Nessuna aveva accettato la verità in questo modo, nessuno era riuscito a trovare del buono in me e nella mia stupida tendenza ad amare chiunque" mi carezzò anche con le parole, con la voce talmente bassa che sembrava quasi un sussurro.
"Il tempo mi ha sicuramente aiutata a riflettere e ad accettare tutto... La prima reazione non è stata di certo questa..." ammisi, abbassando lo sguardo e arrossendo dall'imbarazzo.
Ricordai per un attimo tutto quel freddo che mi aveva circondata e infastidita per giorni. Qualche fiocco di neve era ancora lì, vicino al cuore, ma non faceva più così tanta paura. Prima o poi sarei riuscita ad eliminare tutto quel ghiaccio, ne ero certa.
Proprio come mi ero rialzata la prima volta.
Proprio come Jude, avrei preso una canzone triste e l'avrei resa migliore.
Proprio come stavo già facendo, rendendo quella vicenda poco piacevole in un'esperienza in grado di farmi crescere.
 
It took me so long to find out
And I found out

"Comunque ti capirei se volessi riprendere ad ignorarmi... Forse non ci incontreremo più per chissà quanto tempo" si morse il labbro, Jay, mentre pronunciava quelle parole.
"Non ho ragioni per volerti di nuovo fuori dalla mia vita... Non sono arrabbiata con te né lo sono mai stata" ammisi, provocando un enorme sorriso sulle sue labbra. "Capisci perché credevo di essere innamorato?" domandò di slancio, per poi colpirsi da solo, facendomi ridere. "Sono davvero pessimo, scusa. L'humor nero è il mio forte" si giustificò, ridacchiando, divertito dalle mie risate.
"Su quello possiamo lavorarci, stai tranquillo. Adoro l'humor nero" fu la mia risposta pronta.
"E per il fatto che mi trovi irresistibile, come farai?" domandò ancora, tornando improvvisamente serio. Sembrava quasi preoccupato. "Lavorerò anche su questo, ma sono ad un ottimo punto" risposi ironicamente, facendogli l'occhiolino.
"Davvero? Come è possibile? Sono perfetto!" "No, sei un egocentrico, è diverso"

 



 

Angolo dell'Autrice:
Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, finalmente :)
Dunque, non so voi che concezione abbiate di fluff ma per me questi due sono una cosa fluffosissima. Anche se non scadono in atti propriamente "romantici" i loro discorsi mi piacciono (sono troppo di parte, lo so, dovreste essere voi a giudicare). In ogni caso so che il tutto potrebbe sembrare molto irreale ma è bene che notiate che fra gli ultimi eventi e la sera della rivelazione è passato un mese, che è abbastanza tempo per un cuore gelato da un colpo di fulmine per potersi sciogliere, anche solo un minimo. In ogni caso spero vi sia piaciuto questo risvolto amaramente dolce nella vita di Emma :)
In questo capitolo la canzone chiave è una sola: Day Tripper, appunto! Ascoltatela perché è davvero mooolto molto bella, ed il ritmo, vabbé, quello c'è sempre nelle canzoni dei Beatles!
Grazie a tutte quante quelle che hanno letto, hanno commentato, hanno messo fra le preferite/ricordate/seguite, siete davvero troppo troppo buone!
A martedì prossimo,
Julia
   
 
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