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Autore: SylPms    18/03/2014    2 recensioni
Dalla storia
[...]Si disse che per quella volta poteva concederglielo e far finta che fosse tutto rose e fiori tra loro, anzi, forse glielo doveva, visto quello che sarebbe successo la sera stessa. Il pensiero lo fece mentalmente indietreggiare per un momento, così come la vista della sua spensieratezza e voglia di vivere nascoste chissà dove fino a quel momento. I capelli le ondeggiavano davanti al volto, incastrandosi di tanto in tanto tra le leggere screpolature delle labbra, nella fossetta del collo e sulle braccia. [..]
[..]“Che succede?” mormorò appena, con gli occhi indecifrabili, mentre si passava una mano sulla fronte sudata.
“Non sono una ragazzina” si affrettò a precisare “Lo voglio quanto te”
Damon maledì quella sua intraprendenza data dall’alcol. Se avesse detto un’altra parola del genere non si sarebbe più controllato. “Ti conviene stare lontana, Elena”
Lei non lo ascoltò e fece un passo, un altro ancora. “Non ho paura di te, Damon” disse con voce profonda “Non ho paura che tu mi possa far male” gli mise una mano sul petto, ormai vicina “Hai reso la mia vita eccitante e avventurosa, mi fai sentire viva” [..]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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;Incipit
Era ormai sera. Il Grill era rimasto vuoto e l'odore di disinfettante riempiva l'aria. Era stata una giornata piena ed una Elena sfinita giaceva con gli occhi chiusi sul bancone lucido. Nonostante l'orario di chiusura il campanello della porta trillò senza però svegliarla. Matt si era allontanato un momento, distribuiva sempre gli avanzi per evitare gli sprechi e le aveva chiesto di trattenersi un po' di più. Una mano calda e forte le si posò sulla testa e iniziò ad accarezzarle i capelli dolcemente. Si spinse involontariamente verso quel tocco e mormorò qualcosa nel sonno. 
-Ti proteggerò io, tranquilla.. 
Elena sembrò quasi sentire quel sussurro impercettibile e sorrise. 
Intorpidita stava quasi per svegliarsi. I suoi occhi si schiusero a poco a poco iniziando ad intravedere una sagoma davanti a lei. Il campanello d'ingresso la fece trasalire, svegliandola completamente. Una sorridente Caroline entrò con il suo fare frenetico. 
-Elena ! Ho aspettato fuori per venti minuti, che aspetti ad uscire!
Elena sbadigliò apertamente e si stropicciò un occhio. 
-Care! Scusa , avrei dovuto avvertire.. Non sapevo saresti passata! - si sistemò come meglio poteva - Hai..visto qualcuno entrare per caso?-
-Cosa? Mystic Falls è deserta a quest'ora, chi vuoi che venga da queste parti..-
-Beh, tu per esempio! Non avevamo detto di stare attente dopo ciò che è successo a quelle ragazze nel bosco?-
-Certo! Infatti Bonnie mi ha fatto questo fantastico braccialetto portafortuna!- le mostrò il braccio, avvolto da un sottile braccialetto di cuoio nero. -Dice che ha fatto un incantesimo per proteggermi- rise Caroline - Me ne ha dato uno anche per te - armeggiò con la sua borsa e ne tirò fuori un altro di cuoio più chiaro -Dai,mettilo!-
Elena sorrise poco convinta delle arti magiche di Bonnie e se lo mise al polso. In quel momento sentì una strana sensazione, come se non avrebbe dovuto farlo, ma lasciò correre.
- Contenta ora, Caroline? – glielo mostrò, agitando il polso.
- Ora niente può fermarci!-
- Ah, a proposito.. – Elena stava per accennare a Caroline del suo incontro con Stefan prima di essere considerata una traditrice , ma il campanello trillò nuovamente.
- Stasera nessuno sembra saper leggere la parola “chiuso” – sbuffò Elena.
La sua espressione cambiò quando vide il tenebroso Stefan fare la sua comparsa nella sala del Grill. Non sapeva come comportarsi: se far finta di nulla o salutarlo e spiegare a Caroline tutto prima che qualche strana idea potesse balenarle in testa.
- Stefan! – disse con voce trillante Caroline, rendendosi conto solo successivamente che tra i due non c’era tutta questa confidenza.
- Uhm.. ciao anche a te ! – rispose Stefan, cercando di non metterla troppo in imbarazzo. Lanciò un’occhiata ad Elena che sembrava essere nel panico totale e gli fu inevitabile chiederle il motivo.
- Elena, tutto bene?
A quelle parole la testa di Caroline si voltò a rallentatore come quella di una bambola horror ed Elena iniziò a presagire l’inizio della fine.
- Ehm si..è che…-
- Voi due vi conoscete???!-
- Ecco..era quello che stavo per dirti! L’ho..incontrato in biblioteca e…-
-Si – aggiunse Stefan, notando la chiara difficoltà della ragazza –Ho visto una tua foto sul suo cellulare e le ho fatto notare quanto potesse essere piccolo il mondo-
Caroline si limitò a guardare Elena in modo sospettoso ma poi rivolse il suo sguardo a Stefan. – E’ proprio vero – rise falsamente – Ci siamo incontrati a lezione di sociologia, ricordi? – disse, sperando decisamente che ricordasse anche il suo nome.
- Ma certo, sei Caroline Forbes! La ragazza più organizzata di tutto il campus- sorrise Stefan.
- Che ci fai da queste parti? – chiese Caroline, data l’ora.
- Io.. pensavo che questo posto rimanesse aperto anche la notte ma a quanto pare..-
- Non ci sono posti del genere a Mystic Falls, non più ! Se vogliamo aggiungere gli attacchi delle bestie degli ultimi giorni!-
- Ah, si – disse Stefan per niente sorpreso – Le bestie, ne ho sentito parlare ! Dovreste stare attente, ragazze! – disse, guardando soprattutto Elena.
- Tranquillo, siamo già equipaggiate! – Caroline alzò il braccio e mostrò a Stefan il suo nuovo portafortuna –Un braccialetto a prova di sfortuna!-
Stefan lo osservò attentamente senza apparentemente scorgervi nulla di anormale. – Se vuoi posso dire alla mia amica Bonnie di farne uno anche per te – sorrise dolcemente, sperando che accogliesse l’invito, per poterlo usare come scusa per rivederlo.
- Oh, li ha fatti lei? -
- Si, sono magici ! – rise Caroline, lasciando trasparire quanto non credesse in quella sua stessa affermazione.
- Posso vederlo? – disse Stefan, forse titubante per la prima volta.
Caroline allungò il braccio ma appena Stefan lo sfiorò con la punta delle dita, sentì un bruciore insopportabile che riuscì comunque a non far trasparire. Era verbena. Qualcuno sapeva dell’esistenza dei vampiri e soprattutto dell’esistenza dei vampiri a Mystic Falls.
- E’ proprio un bel bracciale ! Forse farebbe comodo anche a me averne uno – disse, sperando di poter indagare più a fondo in quella faccenda. La sua idea di parlare con Elena era sfumata, dal momento che non poteva soggiogare Caroline ad andarsene. Voleva chiederle se aveva più visto Damon in giro. Non sapeva dove trovarlo e sebbene i cadaveri lasciati sul suo cammino non fossero difficili da trovare, non aveva idea di dove si nascondesse. Elena in quel momento aveva lo sguardo fisso nel vuoto e con due dita si torturava il polso dove era agganciato il suo braccialetto. Il potere di Damon non era del tutto svanito dalla sua mente, ma sapeva che era questione di giorni. Sperava davvero che il fratello non avesse fatto nulla di troppo rischioso o Elena avrebbe potuto confessare tutto.
- Beh, ora devo andare. Penso che tornerò a casa- si congedò Stefan
Prima che potesse andare via, Caroline lo fermò – Ti lascio il mio numero. Anche io sto a Mystic Falls, il campus non faceva per me, per il momento. Se vuoi possiamo andare alla Whitmore insieme- sorrise mentre già con una penna scriveva il suo numero di telefono su un bigliettino.
- Senz’altro, Caroline – si infilò il bigliettino in tasca – Ci vediamo, Elena- la ragazza alzò lo sguardo come se si fosse risvegliata da un sogno. Le pupille erano completamente dilatate e le mani leggermente tremanti. Doveva trovare Damon.
 
Per tutto il tragitto Grill-Casa Gilbert, Caroline non aveva fatto altro che parlare di Stefan e di quanto fosse perfetto per lei. Fortunatamente la sua visita e la sua apparente predisposizione nei confronti della bionda, le avevano fatto scordare la piccola dimenticanza di Elena sul loro incontro. Lei, dal canto suo, non aveva ascoltato una sola parola di quello che aveva detto. Aveva la mente come offuscata e sentiva uno strano brusio, che collegò al desiderio di cibo che aveva dall’ora di pranzo. Arrivate alla porta di Elena, Caroline venne bloccata dall’autoinvitarsi e con suo rammarico rimise in moto e andò via, vedendo se riusciva ad essere più fortunata con Bonnie.
Elena si richiuse la porta alle spalle e lanciò la borsa dove capitava. Un messaggio di Bonnie le fece domandare perché tutti fossero così ossessionati da quel braccialetto “spero tu abbia messo il braccialetto xoxo”. Iniziava seriamente a pensare che Bonnie credesse di essere una strega. Lei non aveva mai creduto a questo genere di cose, se l’avesse fatto, avrebbe già cercato una cura soprannaturale per la malattia di Jeremy. Si sedette sul divano e sospirò. Sul camino scorgeva una foto di lei e Jeremy con il loro genitori e un groppo le salì fino alla gola. Iniziò a stringere con le unghie il tessuto del divano cercando di trattenere le lacrime , ma stare sola in quella casa un tempo tanto affollata e felice, non poteva che farla sentire triste.
Riusciva solo a pensare a quanto sarebbe stato meglio annegare al posto loro. Non c’era motivo di farla rimanere in vita. Non riusciva a portare a termine nulla, non era compatibile con Jeremy per donargli un fegato, non riusciva a tenersi un ragazzo.. e ciò che ne risultava era sempre lei da sola su quel divano a rimuginare sulla sua vita mediocre. Forse era un segno che doveva porre fine lei stessa alla sua vita. Ma non l’avrebbe fatto. Non avrebbe dato a Jeremy questo dispiacere, magari quando lui non ci sarebbe stato più… non riuscì a trattenere le prime lacrime a questo pensiero e corse a sciacquarsi la faccia prima di peggiorare la situazione ulteriormente.
Chiusa l’acqua del rubinetto della cucina, iniziò a sentire un brusio più forte. Non riusciva a capire da dove provenisse. La televisione era spenta e fuori non volava una mosca. Si guardò intorno e il suo primo istinto fu quello di andare a chiudere a chiave la porta di ingresso. Arrivata lì però esitò. Nel momento in cui prese in mano la maniglia si sentiva in difficoltà. Da una parte sapeva di dover chiudere la porta, ma dall’altra voleva aprirla. Fu ciò che fece. Abbassò la maniglia dell’ingresso e uscì fuori, chiudendosela poi alle spalle. La notte era buia e il freddo le pizzicava leggermente la pelle. Iniziò a camminare , stranita. Non sapeva dove stesse andando, ma sentiva l’incontrollabile necessità di camminare verso il bosco. Iniziò a farsi luce con il cellulare , sobbalzando qualche volta per il rumore dei legnetti che calpestava al suo passaggio, finché non arrivò davanti ad una vecchia casa inghiottita quasi completamente dalle piante rampicanti. Entrò in casa e la porta si chiuse da sola dietro di lei.
- Sei arrivata- una voce familiare le fece venire i brividi lungo la schiena
Si voltò, cercando di capire da dove provenisse e trasalì quando gli occhi azzurri di Damon illuminarono di colpo la sua visuale –D-damon! Che ci fai qui? Che …ci faccio io qui!-
- Sei venuta da me – disse, accendendo una piccola candela e posandola su un rovinato tavolo di legno mangiato dai tarli.
- E…perché? Dove siamo? Non so neanche come sono arrivata qui.. – si mise le mani tra i capelli quasi in preda al panico.
- Sei qui perché io ho voluto che ci fossi – le disse, guardandola profondamente
- Ora.. mi stai spaventando – lo guardò terrorizzata
- Non devi. Come ti ho detto, nessuno tiene alla tua incolumità più di me, in questo momento-
-Tu non mi hai mai detto… - in quel momento la mente di Elena venne attraversata da innumerevoli flashback. Il suo corpo stretto contro il muro, il viso di Damon così vicino al suo e la sua sincera richiesta di essere baciata. Trasalì vagamente sconvolta. – Che-che mi sta succendo?-
-E’ tutto normale tesoro, tranquilla- Damon le passò una mano sul viso ed Elena non sapeva se essere terrorizzata o al sicuro perché il suo sguardo di ghiaccio le faceva provare entrambe le sensazioni contemporaneamente.
- Cosa vuoi da me.. – disse quasi sibilando
- Voglio che tu sia al sicuro. Ci sono persone che potrebbero metterti in pericolo, Elena.-
La ragazza sgranò gli occhi – Io.. mi ricordo cosa mi hai fatto, fuori dal Grill. –
- Inizi a ricordare, allora. Il processo sta avvenendo più velocemente di quanto credessi-
- Il processo? Ma di cosa parli?-
Damon sorrise compiaciuto e si distanziò – Lo saprai a tempo debito. Il problema è che ora sai troppe cose, piccola Elena-
Elena indietreggiò istintivamente – Lasciami andare, ti prego.. –
- Lo farei, se potessi.. – le accarezzò il viso e la strinse a sé. Elena non riusciva a muoversi ma sentiva che le lacrime le stavano salendo , riempiendole gli occhi. – No, shhh… non fare così-
Damon le prese il viso tra le mani e la guardò negli occhi – Non ti farò del male, mi servi viva- sorrise diabolico. Elena cercò di divincolarsi ma Damon strinse la presa. Quando la sua mano toccò il braccialetto che aveva al polso, urlò da dolore e la liberò dalla sua presa.
- Chi ti ha dato la verbena?- disse furioso –E’ stata quella strega da quattro soldi?-
- Cosa vuoi da Bonnie? Cosa sai di lei? – si portò una mano sulla fronte – Cosa sei tu?-
- Troppe domande, zuccherino – l’afferrò per una spalla e aprì la porta per trascinarla fuori.
- Damon, no, ti prego- cercò si scansarlo –Io non ti ho fatto niente di male!-
- Al contrario, farai grandi cose per me!-
Non appena aprì la porta, Stefan lo fronteggiava con uno sguardo cupo e nero, forse come non l’aveva mai visto.
- Andavi da qualche parte, fratello?
A quella parola Elena trasalì e guardò prima l’uno e poi l’altro, cercando di capire cosa stesse succedendo. – Lasciala andare, subito – disse glaciale Stefan.
- Oh certo ! Ora spostati o ti spezzo il collo- Damon fece per passare ma Stefan non accennava a spostarsi.
- Molto saggio da parte tuo, fratello. Ora cosa pensi di fare con lei? Segregarla in una prigione finché ti serve? Ha amici che la cercheranno e penso tu sappia di cosa parlo..-
- La streghetta? Non mi spaventa! Ho ucciso streghe più potenti di lei-
Stefan sorrise e alzò un sopracciglio – Io non penso ti convenga uccidere una strega Bennett-
Damon digrignò i denti – E’ lei che serve, vero? Maledizione! – guardò Stefan con odio – Non importa, schiavizzerò anche lei!-
- Oh certo ! E poi anche sua nonna e tutta la squadra di polizia della zona.. sentiti. Sei patetico, Damon.-
- Mi spiegate che cosa sta succedendo? – gridò Elena disperata divincolandosi definitivamente dalla presa che ormai Damon aveva allentato.
- Non devi preoccuparti, Elena. Damon non è una minaccia per te, ci penso io-
- Una minaccia? E perché mai dovrebbe esserlo?-
Stefan guardò il fratello – Vedo che ancora non sei arrivato a questa parte.. –
- Quale parte? Potreste gentilmente informarmi?-
- Elena.. – Stefan la guardò negli occhi –Io e Damon siamo..- prima che Stefan potesse finire la frase, i denti affilati di Damon erano già conficcati nel collo di Elena.
Elena iniziò ad urlare dal dolore mentre il vampiro le succhiava via il sangue dal collo, fermandosi però prima di ridurla in fin di vita. La lasciò andare e la lanciò contro il petto di Elena sporcandogli la maglietta di sangue.
- In certi casi le parole sono superflue – disse Damon pulendosi la bocca –Ottimo sangue, Elena ! Perfetta acidità e gusto – le fece l’occhiolino.
Stefan teneva stretta Elena tra le braccia, immobile. Il suo sguardo lentamente cadeva sul collo della ragazza e sulla sua ferita ancora aperta che lo aveva leggermente tinto di rosso porpora.
- Che c’è, Stefan? Ancora non ti controlli?- sghignazzò Damon
Dal suo canto, Stefan allontanò bruscamente Elena e cercò di controllarsi. – Scappa Elena! – gridò. E la ragazza iniziò a correre.
- Dì alla tua amica che non mi importa dei suoi giochetti magici o della verbena, per il momento entrambi ti vogliamo viva! – gridò, mentre scompariva nella notte.
- Sei tu quello patetico, Stefan – lo guardò Damon scuotendo la testa
-Tu non sai quello a cui vai incontro- disse Stefan rabbioso senza riuscire a guardarlo
-E sentiamo, cosa sarebbe? Vita eterna e invulnerabilità? Perché è proprio quello che cerco..
 
Elena corse più forte che poteva e si rinchiuse in casa appoggiandosi con la schiena alla porta. Il sangue le aveva macchiato il collo e parte della maglietta e ancora tremava. Il suo sapore acre le stava facendo venire il voltastomaco e in più, le lacrime che stentava a trattenere, avrebbero peggiorato tutto. C’era una cosa più importante che doveva fare però , prima di crollare a terra e sfogarsi: doveva chiamare Bonnie. Dalla conversazione tra Stefan e Damon aveva capito che Bonnie sapeva qualcosa e aveva intenzione di farsi dire tutto.
-Elena?
-Bonnie? Che diavolo sta succedendo? – disse, in preda alle lacrime.
- Elena? Stai bene?
- Certo che non sto bene! Chi.. chi è? Cosa sono? Cosa vogliono da me? – disse ormai totalmente in lacrime e tremante.
-Oddio Elena, ti ha fatto qualcosa? Dove sei ora?
Ciò che rispose furono solo lacrime pesanti e singhiozzi rumorosi che fecero attorcigliare il cuore di Bonnie nel suo petto. – Sto arrivando, aspettami!
Dopo qualche secondo sentì bussare alla porta e si stupì della velocità di Bonnie. Senza pensare a quanto potesse essere improbabile che fosse l’amica, aprì e si ritrovò davanti Stefan, ancora sporco del suo sangue. Elena fece per chiudere la porta ma Stefan la bloccò con una mano.
- Tranquilla, Elena. Non posso entrare – disse con tono sincero Stefan – Se non mi inviti, non posso- le confessò
-Che cosa vuoi da me? – disse, evidentemente provata
-Io voglio solo proteggerti..
-Smettetela con questa storia! Anche Damon lo ripete sempre, eppure.. – si indicò il collo dilaniato.
-Non devi credere a Damon, Elena. Lui è diabolico, fa tutto solo e sempre per se stesso.-
-E perché a te dovrei credere? Siete fratelli, dopo tutto!-
-Devi credermi perché sono venuto qui solo per portarlo via, altrimenti non sarei mai venuto a Mystic Falls-
-Ah, non sei qui per fare il mietitore di vittime alla Whitmore? Devo dirlo subito a Caroline.. – d’istinto prese il telefono, ma Stefan le supplicò di non farlo – No! Elena! Ti prego, non dire a Caroline cosa sono.. io non voglio farle del male, non bevo sangue umano- la rassicurò.
Elena sembrò trovare sincerità nelle sue parole e esitò. –Volevo solo tentare una vita normale, dato che dovevo rimanere qui- spiegò. –Caroline è una brava ragazza, ha solo scelto un ragazzo pericoloso- disse, riferendosi a se stesso.
-Perché Damon mi cerca?-
- Questo non sta a me dirtelo..- si interruppe, quando sentì i passi di Bonnie alle sue spalle.
-Elena!- corse verso l’amica entrando.
-Bonnie lui…-
-So tutto- l’abbracciò stretta , facendo un cenno a Stefan. – Stefan è sincero, Elena.-
-Come fai a dirlo, Bonnie? Non sai che mi hanno fatto..-
-Che ti HA fatto, Elena. E’ stato Damon!-
-Ti spiegherò più tardi- disse Bonnie all’amica –Grazie Stefan, ci penso io adesso-
Stefan le fece un cenno mettendosi le mani nelle tasche dei jeans –Fammi sapere se serve una mano-
 
Dopo averle preparato una tazza di the caldo, Bonnie andò a sedersi accanto ad Elena, stringendole le mani tra le sue. Si era leggermente calmata dopo il suo arrivo, ma aveva tante domande irrisolte da chiarire. Una di queste era perché Bonnie sapesse così tante cose.
- Elena, so che stenterai a credere a tutto quello che sto per dirti.. – Bonnie prese dalla sua borsa lo stesso libro che le aveva mostrato qualche giorno prima -…ma è tutto vero. Mia nonna ha sempre avuto ragione-
-Ragione..riguardo a cosa?-
-Sono una strega, Elena- sorrise Bonnie
-Una strega? Bonnie, ti prego. Ne ho già abbastanza! Sono stata morsa da.. da un vampiro? E ora mi dici di essere una strega?- scosse la testa, in preda alla pazzia.
-Ascoltami, Elena- le prese nuovamente la mano Bonnie –A quanto pare io sono la tua strega- le accarezzò la mano tremante e la guardò dolcemente negli occhi.
-La mia strega? E perché dovrei averne bisogno?-
Senza che Bonni lo toccò, il libro si aprì esattamente alla pagina dov’era raffigurato l’amuleto che Elena ancora portava al collo. Elena trasalì e guardò Bonnie sorridere, padrona di quel potere.
-Questo libro parla di te, Elena. Parla della tua antenata, Katherine.- indicò con il dito Bonnie –Era una ragazza molto..particolare. Le assomigli molto – le mostrò una foto – e condividete lo stesso..cuore- sorrise Bonnie.
-Ma com’è possibile? Ho un pezzo del suo cuore?-
-Hai tutto il suo cuore.. lei è morta. Vedi, c’è un incantesimo legato al vostro cuore e nel momento in cui la posseditrice muore, il cuore rinasce in una sua..erede, in un certo senso. Certo, non è una cosa immediata! Katherine è vissuta circa novecento anni fa.-
Elena stentava a credere alle parole di Bonnie ma provò, per un momento, ad ammettere l’esistenza di certe cose –E quale sarebbe quest’incantesimo?-
-E’ l’incantesimo dell’immortalità, Elena-
Elena sgranò gli occhi –Quindi i-io sarei immortale?-
Bonnie rise – Se lo fossi, non ci sarebbe bisogno di proteggerti. Tu porti in te l’immortalità, per qualcun altro- Bonnie cambiò pagina e lesse esattamente ciò che c’era scritto –Colei che possiede l’incantesimo dell’immortalità sarà portatrice di tale dono fino alla morte, dopo di che, passerà ad un erede in un’altra parte del mondo per ristabilire l’incantesimo.-
-E quindi cosa vuole da me Damon? Se è davvero un..vampiro, come dice di essere.. non dovrebbe essere già immortale?-
Bonnie scosse la testa –I paletti di legno possono ucciderli. Il veleno di lupo mannaro può ucciderlo- Elena aggrottò le sopracciglia alla parola lupo mannaro, ma sapeva che quella sarebbe stata una delle tante cose alle quali si sarebbe dovuta adattare –Con l’incantesimo, diventerebbe immune a tutto e credimi, non sarebbe l’unico a volerlo-
- E allora perché a me sembra sia l’unico?-
-Perché nessun altro è a conoscenza di te ! Nessuno sa che l’incantesimo è ancora in vita!- Bonnie iniziò a cercare qualcosa nel libro – Ecco! Katherine è morta, ma l’ha fatto per donare l’immortalità al suo amato quindi ha disperso il dono! Non dovrebbe esistere più, Elena-
-E..quindi, si sbaglia? Non ho davvero questo dono, vero?-
-Non so come sia possibile, Elena, ma tu hai il dono- la guardò sconsolata Bonnie. Doveva essere successo qualcosa durante il processo che aveva reso immortale l’amante di Katherine, ma nessun libro era documentato e tutto il mondo soprannaturale pensava che qualcosa come Elena non potesse esistere.
-Hai detto che Katherine è morta, ciò significa che per avere l’immortalità Damon…-
-…deve ucciderti- concluse Bonnie – L’immortalità è nel tuo cuore e a lui serve quello-
Elena rabbrividì al pensiero. Vedersi strappare il cuore dal petto non sarebbe stato come un intervento di cardiochirurgia. –Fortunatamente non può farlo quando vuole. Gli serve qualche evento raro: una cometa, un’eclissi, una pioggia di meteoriti.. qualcosa del genere-
-La cometa di Ikeya-Seki è prevista per..la prossima settimana- rabbrividì Elena
-Elena, non devi preoccuparti! Non ti succederà niente- la rassicurò Elena –E poi..è stato Damon a morderti no?-
-S-si..ed è un bene?-
-Oh, tu non sai quanto- sorrise maliziosa Bonnie. 

------------ Note dell'autrice: Oggi ho scritto un bel po' e ho quasi altri due capitoli pronti. A me piace postare non appena ho finito, anche se si tratta di inserire due capitoli nello stesso giorno. Comunque, ora le cose prendono vita e forma. Tutto si fa più chiaro, ma cosa serve davvero a Damon per portare a termine il suo piano? Chi è lo sconosciuto che dice ad Elena che si prenderà cura di lei? E soprattutto, da dove nasce la sicurezza di Bonnie? Lo scoprirete presto ! Spero vi piaccia. Apprezzo molto le vostre opinioni, sentitevi libere di scrivermele ! Un bacio ! :)
  
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