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Autore: NienorDur    19/03/2014    1 recensioni
-STORIA INTERROTTA (per ora eh)-
Lovino ha sempre dovuto viaggiare per l'italia a causa del lavoro dei suoi genitori, ma questa volta dovrà trasferirsi all'estero, in Spagna.
In una città dove l'italiano non sembra voler vivere, Antonio, un ragazzo spagnolo, cercherà di fargli cambiare idea. Nonostante le difficoltà, Antonio riuscirà a far piacere a Lovino il suo paese? O se tornerò in Italia alla prima occasione?
La loro amicizia si trasformerà in qualcosa di più? O si separeranno senza capire i loro sentimenti ?
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Rieccomi dopo un anno di silenzio con una nuova storia in una nuova sezione,
spero vi piaccia ;w;
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 4
 
"Chiavi"


Antonio chiuse la porta, sorridendo mentre ripensava alla serata trascorsa con Lovino: ne era rimasto piacevolmente sorpreso: quel ragazzo si era fidato di lui, anche se in una minima parte, lo considerava comunque un traguardo.
Canticchiando tra se e se iniziò a sparecchiare e mise a fare del the al limone, quando finì di pulire l’acqua era abbastanza calda per i suoi gusti: quasi sul punto di bollire.
Versò l’acqua già aromatizzata nella sua tazza preferita, blu a pois bianchi con l’interno azzurrino, gli era stata regalata dai sua sorella prima di trasferirsi, aggiunse un cucchiaio di miele e si sedette al bancone mentre lo mescolava lentamente, osservando il liquido che girava, gli tornarono in mente gli occhi di Lovino, intensi e insicuri allo stesso tempo, si chiese come mai gli vennero in mente proprio in quel momento.
Portò alle labbra la tazza, ma in quell’istante bussarono alla porta.
Si alzò un po’ controvoglia e aprì la porta, sperando che non fosse la signora Maria del piano di sotto, ma fortunatamente non era lei.
-Ah! Lovino, da quanto tempo!-
Antonio sorrise, ma quando osservò bene il suo volto si rese conto che aveva gli occhi rossi e si stava mordendo il labbro in preda all’ansia, il sorriso lasciò spazio alla preoccupazione e si abbassò verso di lui.
-Ehi, che es successo?-
Antonio pensò a tutte le disgrazie possibili, sentiva di doverlo proteggere e di dover fare il possibile per provare a renderlo felice, non ne capiva il motivo, forse lo vedeva come un fratello minore o come un cane randagio che nessuno voleva oppure semplicemente gli stava iniziando a piacere, il che era la cosa più probabile. Si morse il labbro.
-Sonorimastochiusofuori.-
Lovino parlò così velocemente che non capì una sola parola di ciò che aveva detto.
-Come?!-
Il ragazzo si agitò.
- Sono rimasto chiuso fuori. -
Lovino scandì le parole una per una con tono irritato e abbassò la testa, sicuramente perché era imbarazzato da quella situazione, infatti lo capiva, gli era successo anche a lui le prime volte.
Antonio poggiò una mano sulla sua spalla.
-Ehi, tranquillo, succede a tutti: este porte sono antipatiche, si chiudono da sole senza chiave, anche a mi è successo, ma Ricardo ha le chiavi, quindi problema risolto, no ?-
Lovino sembrò sollevato dal quella notizia.
-Dai, andiamo da Ricardo, mh?-
-Mh.-
-Vamos.-
Antonio prese le chiavi dallo svuota tasche e prese Lovino sotto braccio fino all’ascensore, che stranamente non protestò per il contatto fisico, Antonio ne fu estremamente felice.
Entrati dentro l’ascensore si sentiva che l’altro era estremamente imbarazzato, Antonio non fece nulla per provare a farlo rilassare per evitare di causare l’esatto opposto e questo sembrò piacere a Lovino.
Le porte si aprirono sull’ingresso illuminato in modo debole dalle luci notturne facendola sembrare molto più grande.
Antonio andò avanti sapendo che Lovino si sarebbe sentito ancora più a disagio.
- Ricardo? Ricardo donde estas? –
Alla portineria non c’era nessuno e non ricevette alcuna risposta, era strano che non ci fosse nessuno, anche perché quando non c’era Ricardo c’era il figlio.
- Ehm ..  non c’è nessuno ..-
Antonio era un po’ spaesato e non osava pensare a quanto lo fosse Lovino, che, come sospettava, stava camminando nervosamente avanti e indietro.
- Quindi?-
-Eh .. Quindi sei chiuso fuori. –
Vide la paura nei suoi occhi e il suo lato da cerbiatto prese il sopravvento su quella la toro scontroso.
-E … e quindi cosa faccio? Dove dormo? Io … Perché a me?-
Iniziò ad agitarsi come aveva fatto in precedenza, Antonio non lo capiva in quei momenti non sapeva che fare, avrebbe semplicemente voluto  abbracciarlo per tranquillizzarlo, ma sapeva di non potere quindi gli mise semplicemente una mano sulla spalla e lo guardò negli occhi.
-Ehi, calmo, non è successo nada, te aiuto io, ok? Perché ti agiti in questo modo? Sembra che tu abbia paura de todo, non sei da solo, non ti sei perso, ok? Tranquillo … -
Lovino ricambiò il suo sguardo e sembrò calmarsi, Antonio sorrise, si sentì anche più sollevato e lo accompagnò fino all’ascensore.
-E quindi … dove dormirò ..?-
Antonio stava per proporgli il suo divano, entusiasta della cosa, ma era insicuro se farlo o meno, insomma, dormire a casa di una persona che si era conosciuta la stessa mattina era un po’ strano e magari lui non si fidava abbastanza.
-Dormirò da te.-
Si sorprese molto delle sue parole, insomma, prima fa lo scontroso e quello che non si fida e poi propone lui stesso di dormire a casa sua. Rise.
-Cosa c’è da ridere?!-
Lovino mise il broncio.
-Dai dai, scherzavo, il divano es comodo, no?-
Le porte si aprirono sul corridoio buio e si diressero verso l’appartamento di Antonio, aprì la porta ed entrarono.
-Vuoi una tazza de caffè? The?-
Antonio prese la sua tazza di the freddo e ricominciò a bere mentre aspettava una risposta.
-Caffè, grazie.-
Lovino si sedette in attesa.
Antonio sorrise e preparò la caffettiera e la mise sul fornello.
-Allora … intanto ti vado a prendere un cuscino e … preferisci una coperta o un lenzuolo? Non fa freddo ma non so quali sono i tuoi gusti quindi … -
-Lenzuolo.-
-Ok-
Antonio entrò in camera sua, prese un cuscino dal suo letto matrimoniale, non che gli servisse a molto, certo, era comodo, ma non lo divideva con qualcuno da molto tempo: non che non avesse spasimanti da parte di entrambe le parti, semplicemente aveva deciso di trovare la persona giusta.
Aprì l’armadio alla ricerca di un lenzuolo che fosse singolo, fortunatamente c’era.
Quando tornò in salotto vide che Lovino si era già servito il caffè e lo stava aspettando.
-Grazie.-
-De nada.-
Antonio sistemò il lenzuolo e il cuscino cercando di renderlo confortevole.
-Beh … fai come se fossi a casa tua .. prendi pure gli asciugamani o se hai fame non so .. fai tu, ok ?-
Sorrise.
-Grazie-
Lovino mosse la testa e arrossì, probabilmente non era abituato a stare a casa di altri o semplicemente gli sembrava strano che lo stesse aiutando.
Antonio si sentì leggermente in imbarazzo e non sapeva più cosa dire, iniziò a guardarsi intorno un po’ spaesato nonostante si trovasse a casa sua.
-Beh … yo … o vado a cambiarmi se intanto vuoi usare il bagno … ah, nel primero cassetto ci sono degli spazzolini e otra roba … è todo nuovo, usali pure … -
- S …sì grazie, ok. –
-Bueno … -
Antonio entrò in camera sua leggermente imbarazzato, non sapeva perché si sentiva così, non c’era alcun motivo.
Iniziò a spogliarsi rimanendo in boxer e prese la maglia larga grigia che usava per dormire, pensò a cosa fare: non sapeva se aspettare fuori dal bagno, ma poteva sembrare che volesse mettergli fretta, magari poteva rimanere in camera sua e uscire quando fosse uscito Lovino, ma così sembrava che lo stesse spiando.
Decise di uscire e di stare un po’ in cucina, magari a mangiarsi qualche biscotto, sbadigliò mentre si scompigliava i capelli.
Aprì la dispensa sperando ne fossero rimasti ancora: trovò soltanto dei biscotti integrali che non ricordava nemmeno di aver comprato, li assaggiò non erano male.
Dal bagno si sentiva l’acqua scorrere con vari rumori di sottofondo.
Antonio si ritrovò a immaginare cosa stesse facendo nel suo bagno, dapprima se lo immaginò mentre si lavava i denti o magari era uno di quelli che usava le creme per il viso, oppure riempiva di lozioni i capelli per renderli così lucenti, belli, soffici e profumati, che sembrava lo volessero invitare ad accarezzarli, annusarli e scompigliarli, forse è stato dal quel momento che i suoi pensieri iniziarono a vagare, non solo sul suo viso, ma su tutto il suo corpo, così esile in confronto al suo, la pelle liscia, che ai suoi occhi poteva definirsi “pura”.
Sentì un brivido che lo svegliò dalle sue fantasie e cercò di ridarsi del contegno, insomma, era vero che non aveva un partner da un po’, ma in ogni caso Lovino non sembrava quel tipo di ragazzo ... .
- Ehi, non ho capito dove trovo le cose che posso usare!-
Urlò Lovino dal bagno.
-Ah, è a la izquierda!-
- A destra? Ok!-
Destra? No, quello a destra no, il cassetto a destra  non lo doveva aprire.
Antonio corse verso il bagno e aprì la porta facendola sbattere e vide Lovino che fissava il cassetto, aveva la faccia rossa come un pomodoro.
In quel momento Antonio avrebbe voluto morire.
- S… senti puedo spiegarti … -
Lovino lo guardò negli occhi, sconcertato dopo aver visto il contenuto nel cassetto.
- È … è un tanga … un tanga leopardato …SEI SOLO MANIACO!-
- Ehi, ehi, calma, è solo un regalo de un compleanno … uno scherzo .. così … -
Antonio si sentì estremamente in imbarazzo  e non sapeva più cosa dire, insomma, era un’idea divertente per il suo diciottesimo, lo aveva tenuto per ricordo!
- E questi?!-
Lovino guardò di nuovo nel cassetto e tirò fuori dei trucchi e dei giornali.
- T… trucchi? Cosa sei ? un travestito ? Sei un maniaco?! E poi questi giornali con questi uomini nudi! Pervertito! –
Lovino gli lanciò addosso le riviste con cattiveria urlandogli altri insulti.
- Ehi, Ehi, fermo! I trucchi sono de mi sorella! Sorella, ok? Non le rompere …. ! Non miei! E quelle … quelle son riviste di fitness … -
- Ma sono nudi!-
-Hanno i costumi!-
- Sono piccolissimi!-
L’italiano lanciò l’ultimo giornale e il tanga, mentre Antonio si chinava goffamente cercando di raccogliere il tutto.
- Maniaco! Non dormirò nella stessa casa di un maniaco!-
A quel punto Lovino iniziò a tirargli tutto quello che trovava sotto mano, dagli spazzolini agli asciugamani, senza curarsi del fatto che poi Antonio avrebbe dovuto sistemare tutto.
-Ohi, ohi, calmate Chicos!­-
Antonio lo guardò arrabbiato e imbarazzato allo stesso tempo, ma solo in quel momento si accorse che l’altro era senza la camicia, lasciando in bella vista il suo corpo liscio, chiaro, senza muscoli in evidenza, affusolato e femmineo.
La rabbia svanì e rimase solo l’imbarazzo e una strana e familiare sensazione lo stava raggiungendo.
- Emh ... El cassetto a sinistra era quello giusto …-
Portò la mano sul capo, scompigliando i capelli mossi sperando che potessero coprire il suo viso.
- Ma davvero?! Non me ne ero accorto! Maniaco! Io non voglio dormire nello stesso appartamento di un maniaco!-
Lovino continuava ad insultarlo senza sosta, ma Antonio stava pensando ad altro:  quella sensazione stava attanagliando il suo basso ventre, l’imbarazzo aumentò e iniziò a respirare più velocemente, mentre con una mano, cercando di non sembrare sospetto abbassava la maglia per coprire il più possibile i boxer, che stavano iniziando a deformarsi per colpa dell’inquilino ai piani bassi.
L’altro lo stava ancora insultando quando Antonio gli propose un accordo.
- Se vuoi puedes dormir in camera mia, ti chiudi a chiave così non posso molestarte y siamo tutti contenti, ok?-
Parlò velocemente, sperando che lui se ne andasse subito così da poter risolvere il suo problemino e tranquillizzare Lovino prima che gli distruggesse la casa.
Per un po’ si guardarono negli occhi mentre Lovino si decideva sul da farsi e Antonio si sentiva sempre di più in una situazione scomoda  e imbarazzane.
Si sentiva tutto il volto rosso per non parlare del calore che stava pervadendo il suo corpo e del fastidio che il tessuto dei boxer gli stava provocando; si capiva benissimo quello che stava accadendo, ma l’italiano non sembrava accorgersene, oppure era semplicemente sadico.
Antonio optò per la seconda opzione.
-Ok, vado a dormire, buona notte, bastardo maniaco.-
Lovino uscì dal bagno tranquillamente, a testa alta anche se ancora un po’ imbarazzato, sembrava avesse vinto una specie di battaglia e trionfante entrò in camera ondeggiando il fondoschiena.
Antonio non capiva se era una sua fantasia o quel ragazzo aveva appena attentato alla sua vita.













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Scusate, non aggiorno da due settimane, ma questo capitolo è stato un parto tra poca ispirazione e impegni scolastici .... 
Spero che almeno vi sia piaciuto ;w;
Grazie per aver letto anche questo capitolo ♥

#ringrazio di nuovo il mio ragazzo per i vari consigli e la mia amica laura che ha fatto da cavia  ;w;
   
 
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