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Autore: LokiLove    19/03/2014    2 recensioni
*“Loki!...” disse Thor accarezzandogli i capelli, sistemandogli una ciocca dietro le orecchie “Loki...ascoltami!” lo chiamò facendogli voltare il viso “Odino è morto, Loki...” disse fissandolo negli occhi “Nessuno te lo porterà via. Nessuno...”*
Quello che l'amore può unire non dovrebbe mai essere diviso.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frigga, Loki, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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LA PAURA CHE HO DI PERDERTI

Erano ore ormai che Thor camminava agitato di fronte alla stanza, nell'immenso corridoio che separava le stanze della famiglia reale dalle camere di guarigione.

Una decina di passi a destra, una decina di passi a sinistra, mai troppo vicino a quella porta per evitare di sentire le urla del moro, mai troppo lontano per essere pronto per qualsiasi evenienza.

Stava calando la notte su Asgard, Thor poteva scorgerla dalle due immense finestre ai lati opposti del lungo corridoio, non se ne era mai andato, il suo bambino stava per nascere e non poteva fare altro che essere agitato, aspettare fuori da quella maledetta porta sperando che andasse tutto per il meglio ed evitare di scatenare un temporale sopra Asagrd cercando di controllare i suoi poteri resi sensibili dai nervi a fior di pelle.

Loki era ormai in travaglio dalla mattina, erano ore che sentiva le sue urla attutite dalle spesse mura del palazzo, ma ancora nessun vagito, nessun pianto.

Era ormai sera tarda quando la porta si aprì.

“Madre!” esclamò Thor avvicinando immediatamente “E' nato?”

“Thor c'è bisogno del tuo aiuto...” disse la madre preoccupata.

“Io? Cosa potrei fare?” chiese allibito.

“Stare vicino a Loki, tranquillizzarlo...”

“Che sta succedendo madre?” chiese spaventato il ragazzo.

Frigga si limitò a posargli una mano sulla spalla invitandolo ad entrare.

All'interno la camera era molto fredda, il moro non riusciva più a controllare i suoi poteri che agivano per facilitare il parto, che Loki stava in ogni modo cercando d'intralciare. Il dio degli inganni giaceva su un fianco, una mano sul gonfio ventre, mentre l'altra a coprirsi gli occhi.

Thor si avvicinò a Loki, sedendosi dietro di lui, accarezzandogli la schiena, sapeva che nei giorni precedenti quel massaggio gli aveva dato sollievo, anche se non sapeva quanto potesse giovarne con i dolori lancinanti che il giovane provava in quel momento. Le curatrici lo lasciarono fare.

“Che succede, Loki?” chiese nel modo più gentile che l'ansia poteva fargli adattare.

“Me...me lo...porteranno via...” pigolò Loki.

Solo in quel momento Thor capì la paura che affliggeva il moro: Loki aveva avuto figli e partorito fin dalla giovane età, ma il padre degli dei non aveva mai permesso che i piccoli di Loki crescessero nella città dorata, Thor, anni prima, aveva promesso al fratellastro che glie li avrebbe riportati, ma di loro non trovò nessuna traccia.

“Me...lo port..porterà....via...” digrignò i denti contrastando l'ennesima contrazione.

“Loki!...” disse Thor accarezzandogli i capelli, sistemandogli una ciocca dietro le orecchie “Loki...ascoltami!” lo chiamò facendogli voltare il viso “Odino è morto, Loki...” disse fissandolo negli occhi “Nessuno te lo porterà via. Nessuno...”

“Thor...” Frigga si abbassò a sussurrargli nell'orecchio “Deve spingere ora, il bambino deve nascere.”

Thor annuì passando un braccio sotto le spalle del moro in modo da crearsi uno spazio dietro la sua schiena e intrufolarvisi appoggiandosi poi Loki al petto.

“Loki, andrà tutto bene...”

Il moro strinse le mani di Thor inarcando la schiena.

“Devi spingere Loki. Forza!” lo incitò il biondo.

Frigga si mise al suo fianco asciugando ogni tanto il volto del dio.

“Ancora così Loki, spingi!” lo incitava la madre.

“Basta...” sibilò ricadendo su Thor esausto, alcune lacrime che gli solcavano le guance.

“Ancora uno sforzo! Sta nascendo, Loki...spingi...”

Il dio degli inganni prese un forte respirò prima di spingere di nuovo.

Finalmente il dolore lo abbandonò e ricadde esausto su Thor che lo abbracciò stretto a se.

Passarono alcuni secondi, ma nessun pianto arrivò dal piccolo che era nascosto, dalla vista dei genitori, dalle guaritrici e dalla regina che si affannavano vicino all'esile corpicino su una piccola culla a pochi metri dal letto dove i due ragazzi erano abbracciati, immobili, trattenendo il respiro.

“Madre...” chiamò Thor preoccupato.

Frigga non si voltò, ne rispose.

“Perchè non piange?” pigolò Loki, il volto cereo e spaventato.

Thor si alzò sollevando leggermente Loki.

“Thor...” lo chiamò terrorizzato il moro.

“Sono qui...” disse prendendogli una mano e baciandogliela sul dorso prima di avvicinarsi alla culla.

“Forza piccolo...” fu l'unico sussurrò che senti provenire da una delle curatrici.

Passarono ancora una decina di secondi prima che il piccolo emettesse il primo vagito e iniziasse a piangere, un pianto forte, possente.

“Sta bene.” sorrise Frigga rivolto al figlio.

Solo in quel momento Thor ricominciò a respirare.

La madre si affaccendò attorno al piccolo mentre le curatrici aiutavano Loki scongiurando ogni possibile causa di emorragia.

“Eccolo qui...” disse Frigga quando il bambino fu lavato e avvolto in un candido tessuto bianco.

Thor, impacciato, lo prese fra le braccia e lo ammirò con gli occhi lucidi.

“Hey...ciao ometto...” sorrise al piccolo che in quel momento aprì gli occhietti, ancora appannati e tendenti al grigio, ma sotto a questi poté scorgere una nota azzurrina.

Quando le curatrici ebbero finito lasciarono la stanza, seguite subito dalla madre, Thor si avvicinò a Loki porgendogli delicatamente il piccolo.

Loki in un primo momento sembrò titubante.

“Posso tenerlo?” chiese quasi in un sussurro.

A Thor si spezzò il cuore per quella ingenua richiesta, riuscì solo ad annuire, allungando le braccia e accomodando il bambino su quelle del moro.

Quanto male poteva avergli fatto Odino portandogli via i piccoli che aveva tenuto in grembo? Thor si maledisse per non averlo mai fermato, era già un ragazzo avrebbe potuto ribattere alle regole del padre, ma era troppo arrogante e borioso per interessarsi di quello che al tempo considerava suo fratello. Chiuse gli occhi, sedendosi al suo fianco, abbracciandolo delicatamente passandogli le braccia attorno al collo.

Loki fissò il piccolo che si era accoccolato fra le sue braccia, ogni tanto muoveva le piccole manine afferrando un dito delle mano del padre.

Passò poco prima che Loki scoppiasse in lacrime e si stringesse il figlio al petto.

Thor gli baciò una tempia, accarezzandogli la schiena con una mano.

Loki non smise di piangere, ma un sincero sorriso si dipinse sul suo volto.

“Piccolo mio...” disse passando una mano sulla testolina del piccolo per poi lasciargli un tenero bacio.

“Nessuno te lo porterà via...” disse Thor passando le mani sul suo viso asciugandogli le lacrime.

Loki annuì prendendo un lungo respiro per tranquillizzarsi.

“Come stai?” chiese Thor.

“Ora...bene” rispose Loki non alzando lo sguardo dal piccolo “Ha i capelli neri...” sussurrò.

Thor rise.

“E' perfetto Loki...”

Il piccolo aprì di nuovo gli occhietti lanciando un flebile vagito, il dio degli inganni sorrise posando la mano di fianco al viso del piccolo che si addormento quasi subito.

“Non sei stanco?” chiese Thor che si era perso ad ammirare la scena.

“Sono esausto, ma non riuscirei a dormire...”

“Che nome hai scelto?” chiese il dio del tuono ricordando le nottate passate in bianco a parlarsi e punzecchiarsi a vicenda alla ricerca di un nome.

“Non mi importa. Voglio solo che stia bene...” sussurrò Loki appoggiando il capo alla spalla dei Thor. Ogni problema o situazione che prima sembrava di vitale importanza, come la ricerca del nome, ora non lo erano più di fronte al loro bambino che era al mondo da poco meno di un'ora.

“Fammi spazio...” sorrise il biondo riprendendo il posto di prima, la schiena appoggiata alla testiera del letto e Loki appoggiato al suo petto “Dormi. Sarò qui io...” concluse abbracciando Loki e il bambino in modo che stessero comodi entrarmi.

  
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