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Autore: FrancyF    19/03/2014    1 recensioni
Lui e Lea ne’ avevano passate così tante assieme, ma assieme avevano anche resistito.
Non avevano dato retta ne' ai paparazzi ne’ alle critiche.
Ma, soprattutto, non avevano mai smesso di credere in loro.
Nel loro Amore.
Cory sorrise tra se’, ripensando a come era iniziato tutto.
Con una semplice frase di una canzone dei Journey: Don’t stop believin.
_Basata sulla mia precedente one-shot: "You're my life".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-E’ tutto a posto signor Monteith, si rilassi- il dottor Sherman gli sorrise rassicurante –Lea ha solamente avuto le contrazioni di Braxton Hichs-

-Che?-

-Sono delle false contrazioni. Spesso sono causate dall’ansia e dallo stress che comporta la gravidanza, comunque nulla di grave. Il bambino e Lea sono in gran forma e ci rivedremo fra tre settimane, allo scadere del termine-.

Il dottore scarabocchiò qualcosa sulla cartella e fece un cenno di saluto a Cory.

La paura iniziò a andare via: stavano bene, questo era l’importante. Se fosse capitato qualcosa a Lea e al bambino, o peggio se suo figlio fosse nato e lui non fosse stato presente, non se lo sarebbe mai perdonato.

 

Cory bussò alla stanza di Lea e entrò.

Lea era ancora a letto, accanto a lei c’erano i suoi genitori.

Marc e Edith lanciarono un rapido sorriso a Cory e poi uscirono, chiudendosi al porta alle spalle, senza dirgli niente.

Un groppone si formò nella gola di Cory e le parole gli morirono in bocca.

Lea non lo guardava neanche.

Tutto questo lo uccideva.

-Non ho scuse- farfugliò, avvicinando a lei.

-Amore ti prego guardami…- cercò di prenderle la mano, ma lei la ritirò.

-Senti- aveva la gola secca, ma fece un secondo tentativo –mi dispiace di averti lasciato sola. So di essere stato un coglione ma…-

-Stasera dormo da Amber- sentenziò Lea, finalmente si girò e lo fissò negli occhi. Aveva uno sguardo duro, Cory non l’aveva mai vista così seria, neanche quando le aveva confessato di essere ricaduto nella droga mesi prima.

-Sei arrabbiata?-

-No sono delusa cazzo Cory! Hai una vaga idea di quanto sia stata in ansia per te? Non mi hai neanche mandato un fottuto messaggio! Sei distante da giorni! Si può sapere che cavolo fai?-

-Niente di importante- il canadese abbassò lo sguardo, timoroso di incrociare i suoi occhi.

-Cazzo Cory non sono scema. Ormai ti conosco da sette anni e so riconoscere quando menti. Cosa è successo? Ti sei fatto l’amante?- la voce di Lea tremò nel pronunciare l’ultima parola.

-Che?- Cory era sbalordito.

-Sono seria Cory. Insomma parliamoci chiaro. Tu non sei più tu da un paio di giorni, stai sempre attaccato a quel fottuto cellulare e non è un segreto che abbiamo smesso di farlo. Sai quanti uomini tradiscono le loro donne quando sono incinte e non glie la danno più?-

Cory si sentì morire: davvero lei pensava questo di lui? Era davvero stato così poco presente? Senti la rabbia montare e serrò i pungi. Chiuse gli occhi per calmarsi e prese il cellulare.

-Guarda!- urlò. Ora era lui a essere arrabbiato: aveva sempre cercato di migliorarsi per lei e, ora, scopriva che per pochi giorni di distanza lei lo accusava di averla abbandonata. Non si era mai sentito così umiliato in vita sua. Certo lui aveva forse sbagliato, ma la storia di suo padre l’aveva fatto uscire di testa e non si era voluto confidare con sua moglie solo per non farla preoccupare, voleva solo proteggerla.

-Joe?- Lea prese in mano il cellulare e lesse i messaggi. Si sentì tremendamente in colpa.

-Mio padre- una lacrima rigò il viso di Cory che si sedette su una poltrona, accanto al letto e mise una mano sul pancione di Lea: sentì il bambino muoversi. Quel minimo contatto gli diede la forza di incrociare lo sguardo della ragazza, che ora aveva uno sguardo comprensivo, mai accusatorio. Era in attesa di ulteriori spiegazioni.

Cory trasse un profondo respiro e iniziò a raccontare: - Mio padre mi chiama da un paio di giorni, forse dieci o dodici. Sapevo che era lui perché ho chiesto alla mamma. Voleva solo incontrarmi-

-Incontrarti? Ma se non ti vede…-

-Da anni lo so. Però sai… sa del bambino e vuole conoscerti. Conoscervi-

Lea lo scrutò attentamente.

-E tu cosa gli ha risposto?-

-Che ci dovevo pensare. Che ne avremmo parlato assieme. Voglio che nostro figlio cresca sereno, non voglio che un giorno mi guardi e scopra che io gli ho impedito di vedere il nonno per vecchi rancori-

-Ok- Lea li strinse la mano –però stasera dormo lo stesso da Amber-.

Aveva apprezzato enormemente il fatto che, finalmente, Cory si fosse aperto con lei e le avesse parlato di suo padre: quello era sempre stato un argomento tabù per loro; però aveva anche, in parte, tradito la sua fiducia. Avrebbe benissimo potuto parlarne prima o almeno avrebbe dovuto dirgli chi doveva incontrare, invece se ne era andato e lei non poteva accertarlo.

-Lee ti prego, lo sai che mi uccidi così. Voglio stare con voi-

-Lo so, ma intanto così potremmo pensare a tutta questa situazione e poi domani devo andare all’ “Ellen DeGeneres Show” , lo sai.-

Cory la guardò dritto negli occhi: forse non aveva tutti i torti, lui stesso capiva che aveva sbagliato e che, dopo tutto a Lea serviva del tempo per pensare. Tuttavia non voleva più lasciarli, neanche per mezza giornata.

 

Cory dormì malissimo quella notte, continuava ad avere incubi: Lea lo lasciava e lui rimaneva solo, o peggio diventato un fallito e si ritrovava nella stessa odiosa situazione di suo padre.

Fortunatamente quel pomeriggio si sedette sul divano, con un panino lattuga e pancetta e Sheila che gli ronzava intorno, per vedere Lea all’ “Ellen DeGenenres Show”.

 

Lea indossava un lungo abito rosso che metteva in risalto la sua pancia ed era radiosa: l’arrabbiatura della scorsa sera e la litigata con Cory erano acqua passata ormai, e dopo aver passato tutta la notte a scherzare con Amber e a guardare repliche di “Friends”, ora la ragazza voleva solo chiacchierare un po’ con Ellen e poi tornare a casa dal suo uomo e fare pace.

-Si perché sai pensavo il mio stomaco diventerà bello grosso per via del bambino-

Ellen sorrise, era una donna fantastica e, a differenza di molti conduttori, teneva veramente ai suoi ospiti e augurava a Lea e a Cory tutto il bene di questo mondo.

-Come ti senti riguardo questa gravidanza?-

-Oh be sai quella sensazione quando sai che succederà presto qualcosa di speciale, come al tuo compleanno? –

Ellen annuì.

-E’ quella la sensazione, più o meno è così- la ragazza sorrise.

-Quando è che hai deciso di dirlo tutti?-

-All’inizio aveva paura di dirlo ad altra gente, ma io e Cory ne abbiamo parlato e alla fine abbiamo deciso, ma si diciamolo a tutti, lascia che sappiano-

-Molte persone sono felice per questa gravidanza,quindi possiamo chiedere a Ryan Murphy di lasciarti cantare “Baby” di Justin Bieber nel prossimo episodio di Glee- scherzò Ellen.

Il pubblico e Lea stessa esplosero in una risata.

-Ma aspetta Cory sa tenere in braccio un bambino giusto?-

Lea non riusciva a smettere di sorridere.

-E’ avanti in quel campo. Stiamo facendo pratica con Elijah. Sarà un bravo papà. Quando lavoravo ancora lui mi aspettava sempre sul set. Finiva le sue scene e stava lì fermo ad aspettarmi. Per essere sicuro che io stessi bene. Dal momento in cui gli ho detto che ero incinta lui è sempre stato molto premuroso e davvero dolce, e non mi perde mai di vista. E’ molto tenero anche se a volte risulta un po’ noioso. Ma lo amo per questo e lui è sempre stato così-

-Aspetta- Ellen la fissò sorpresa –intendi dire che Cory è sempre stato così?-

-Si!- rispose Lea con una sincera risata.

 

Non appena Lea oltrepassò la soglia di casa si ritrovò stretta nell’abbraccio di Cory.

Le era mancato immensamente, le sembrava di tornare a respirare.

-Ti ho vista da Ellen- Cory la strinse ancora di più a se’, abbracciarsi con il pancione in mezzo era alquanto difficoltoso –e sarò breve: ti amo, sei bellissima e ho bisogno di te-.

Lea gli fece la linguaccia

-Copione! Non puoi rubare a Finn tutte le frasi romantiche!-

Cory le tappò la bocca con un bacio.

-Pensavi davvero quelle cose su di me?-

-Ma certo Cor! Con o senza nonno, tu sarai un padre fantastico per nostro figlio. Deve entrarti nella zucca prima o poi-

 

-Wow cioè l’abbiamo fatta finalmente!- Justin si fece l’applauso da solo.

Seth e Josh si diedero il cinque mentre Cory ammirava il loro lavoro: dopo giorni erano finalmente riusciti a montare la culla. Aveva le sbarre bianche e dentro avevano già messo vari strati di coperte, l’orso Bluejeans occupava un posto d’onore all’interno di essa, inoltre avendo le rotelle i ragazzi l’avevano sistemata in camera di Lea e Cory. Per nessuna ragione al mondo avrebbero fatto dormire il loro tanto prezioso bimbo da solo, ameno per la prima notte.

Una volta nato il bambino i ragazzi avrebbero dipinto le pareti della camera del nuovo nato e avrebbero sistemato tutti i mobili.

-Festeggiamo con una birra!- Justin passò le bottiglie a tutti e i quattro amici brindarono al lavoro finito.

Lea era così grata a tutti loro, anche se erano degli amici un po’ fuori di testa. Ed era ancora più grata di aver avuto indietro il suo Cory. Vederlo ridere e scherzare, di nuovo col sorriso sulle labbra, la rendeva immensamente completa.

Cory era tornato, grazie al cielo era tornato per loro.



Nuovo capitolo!
Grazie in anticipo per le recensioni, sono l'amore!
Ci vediamo SAB 22 MAR e MER 26 MAR
FrancyF
   
 
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