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Autore: TheGiammox    19/03/2014    1 recensioni
Un giovane uomo in balia degli eventi, una tempesta di malvagità che rischia di abbattere ciò per cui gli elfi hanno tanto duramente lavorato, persone che darebbero la vita per coloro che amano, o semplicemente per qualcuno in pericolo. Questa è la storia di sacrifici, di gioie, dolori ed eroi, di chi ha donato se stesso per la sopravvivenza dell'altro, per chi si batte sempre e non si errende mai.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Avevo aperto un cerchio magico, di ambra. Tante pietre arancioni mi circondavano, mentre recitavo antichi versi; le gemme si elevavano da terra, per poi posarsi di nuovo sul terreno. Nella fitta boscaglia, in quell’antro naturale, le pietre avrebbero dovuto calmarmi, convertendo le mie emozioni negative, in sentimenti positivi, ma non ci riuscivano. Avrei dato tutto quello che avevo pur di provare un attimo di gioia, un momento di effimera serenità o semplicemente la più assoluta apatia… mi sarebbe bastato un attimo di tregua che spezzasse il frenetico vortice di eventi in cui ero precipitato. Prima mio padre, e infine mia sorella. La mia domanda era: Perché? Era bastata una settimana a farmi sprofondare in un baratro sconfinato, dove ormai, tutte le mie certezze erano state distrutte. «Adams…» mi risvegliò dalla mia concentrazione la voce addolorata di Delia. Tutte le pietre caddero nell’erba e io mi voltai verso di lei, con calma.
«Cosa c’è Delia?» le risposi con altra calma, solo apparente.
 «Non puoi fare così!» mi urlò contro,e in un impeto di disperazione si accasciò a terra, con le lacrime che le velavano gli occhi, chiarissimi, di uno splendore trascendente.
«So che stai soffrendo, e non puoi tenerti tutti dentro…» continuò, riacquistando parzialmente la calma perduta.
 Uscii dal cerchio ormai chiuso, e  mi avvicinai a lei: «Sono io che devo consolare te adesso eh? Certo che il mondo è proprio strano a volte…» cercai di consolarla, ma i miei tentativi di mostrare indifferenza non sortirono alcun effetto su di lei, anzi, incremento la sua irritazione. E’ sempre stata così’, fin da bambina, non ha mai lasciato che le sue emozioni rimanessero tanto a lungo imprigionate nel suo corpo aggraziato. Io, invece, grazie alla mia educazione “regale” avevo imparato sin da bambino a non esprimere nulla, se non in modo controllato, come consono alla mia carica di principe… e adesso re. Credo di essere stato uno dei re più giovani del regno di Kostbar, a soli 17 anni, con il fardello di un intera popolazione sulle spalle.
«Ehi» Danio  interruppe il nuovo flusso di pensieri che preoccupava la mia mente. «Disturbo?» «Ovviamente no» lo accogliemmo io e Delia. Da quando ci eravamo conosciuti all’accademia di Diamans, niente aveva più potuto separarci, eravamo una cosa sola. Ci eravamo qualificati al grado di maghi, io Danio e Delia, un anno prima, era da poco finito il periodo di apprendistato, in battaglia e tante altre cose, ed eravamo finalmente arrivati alla fine. Non avevo neanche avuto il tempo di provare una flebile impressione di soddisfazione, prima che un terribile vuoto si facesse spazio nelle mie membra, divorando impietosamente tutto ciò che incontrava.
«Allora? Raggiungiamo il tempio di Nahp? I sacerdoti ci sapettano.» Annuii, e partimmo, avanzando lentamente nella selva umida, colorata da una tenue sfumatura di sole nascente.
  
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