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Autore: MissKeroro16    19/03/2014    2 recensioni
''Ovunque andrai ci sarà sempre speranza per te. non importa quando a fondo senti di star sprofondando o quanto ingiusti ti sembreranno i giochetti che il fato deciderà di sottoporti. Tieni duro e non lasciare che la paura, la morte o una qualsiasi perdita, ti impedisca di dimostrare quanto temeraria tu sia. Mostra al mondo che sei pronta a sopportare qualsiasi cosa e lui si stancherà di metterti alla prova, donandati finalmente delle gioie.'' Queste le parole che Nina non ricorderà mai. Parole che sua madre sussurrava quando lei ormai era al sicuro nel suo mondo di sogni. Parole che andate perdute perchè l'unico ascoltatore rimasto in vita, è un fratello insensibile e ferito che ha deciso di usare sua sorella minore e la sua fragilità come scopo per la sua misera vita. Ma si spingerà troppo oltre, così oltre che a qualcuno di oscuro non andrà più bene.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 1

 

Quella mattina sentivo che qualcosa aveva intenzione di cambiare nella mia vita e non per merito mio. Mi rigiravo nelle lenzuola senza riuscire a trovare la posizione giusta che mi avrebbe garantito il sonno. Ormai erano diverse ore che me ne stavo con il viso sul cuscino a contemplare fuori dalla finestra la pioggia scrosciare incessante in quella parte della Columbia era assai improbabile che piovesse in piena estate, eppure quel giorno, contro ogni pronostico meteorologico stava succedendo. Questo non mi faceva sentire meglio, e nemmeno i passi che da lontano sembravano infuriare sul pavimento alla ricerca di qualcuno sulla quale scaricare tutta la loro tensione. Mi tirai la coperta fin sotto il mento e chiusi gli occhi cercando di fingere, come meglio potevo.

I passi cessarono di avanzare ormai arrivati dietro la mia porta e il mio amabile fratello fece la sua comparsa. Io mi dissi che se fingevo di essere addormentata se ne sarebbe andato purtroppo però conoscevo troppo bene mio fratello per pensare che si fermasse ad un ostacolo stupido come il mio bisogno di riposo dopo aver lavorato per dodici ore consecutive in tutti i lavori che era riuscito a trovarmi.

''Svegliati immediatamente, ogni ora che passi a dormire mi costa una fortuna'' malvolentieri sollevai il capo dal mio giaciglio e mi misi a sedere prima che lui ricorresse alle maniere forti iniziando a percuotermi ripetutamente.

''Sono sveglia Ash. Cosa ti serve?'' dissi guardandolo. Mi accorsi che era vestito di tutto punto con il suo unico costume di marca straniera costato non ricordavo più quanti soldi. Mi sembrava insolito non solo che fosse ancora sveglio bensì vestito di tutto punto, i capelli pettinati, il suo Rolex al polso e gli occhiali, che giudicai inopportuni visto che era ancora buio.

''Preparati'' mi annunciò con un sorriso più malefico del solito stampato sul viso mentre si chinava a raccapezzare tutto quello che era la mia roba. Due magliette, un maglione con i gomiti rappezzati, una felpa, due paia di jeans stravecchi che ormai avevo paura di romperli ogni volta che li indossavo e delle scarpe da ginnastica che non trovavo nemmeno la forza di descrivere. Me la lanciò contro battendo le mani per invitarmi ad alzarmi accontentandolo il prima possibile.

''Avanti buona a nulla vuoi darti una mossa?'' borbottò infilando la porta. Emisi un respiro secco andando a chiudere a chiave l'unica cosa che poteva chiudermi fuori dal mondo e da lui scoprendo che la chiave non c'era. Rassegnata mi voltai dando le spalle alla porta e iniziai a svestirmi. Mi infilai in fretta la maglietta, un paio di jeans e le scarpe con la paura che potesse entrare da un momento all'altro esortandomi a sbrigarmi con il modo più gentile che conosceva, la violenza. Solo sulla schiena portavo numerose prove della sua furia, profondi solchi rossi fatti grazie alla cinta che portava sempre in vita per unicamente per usarla contro di me.

Ultimamente i suoi sfoghi erano stati meno incisivi capitando sempre più di rado perché io facevo di tutto per stargli lontana, evitando di rispondergli qualsiasi volta tentava di stuzzicarmi per divertirsi un po' però non erano mai cessati del tutto. Capitava che tornava nell'albergo o nella casa presa in affitto per due o tre mesi ubriaco e iniziava a picchiarmi senza motivo. Quando succedeva avevo imparato a chiudermi nel bagno sbarrando la porta con dei mobili e se questo non bastava scappavo a gambe levate per la strada andandomene in giro in piena notte.

''Entra'' gli urlai mentre mi tiravo su la lampo della felpa. Si fece avanti inorridendo alla mia vista e prese a girarmi intorno esaminandomi come mai aveva fatto.

''Io e te oggi ce ne andremo in giro'' propose corrucciando la fronte sicuramente presa da qualche pensiero maligno che comprendeva la mia immolazione. ''come due fratelli che si voglio bene.'' lo guardai sul chi vive sentendomi in imbarazzo per le sue attenzioni al mio corpo.

''Che hai in mente?'' tagliai corto facendo un mezzo giro su di me per fulminarlo con lo sguardo.

''Ti porto fuori. Hai proprio bisogno di un rinnovo di Look.'' sentenziò disprezzandomi. Non avevo soldi miei che mi permettessero di acquistare vestiti nuovi perché tutti i miei guadagni erano destinati a lui e al suo svago quindi come pretendeva che indossassi abiti migliori? Questo proprio non lo capivo.

Non gli risposi mi limitai a seguirlo nella notte fredda, stringendomi più che potevo nei miei poveri indumenti ringraziando Dio per avermi dato la possibilità di alzarmi per un altro giorno.

Con mia grande sorpresa andammo per davvero in un grande magazzino dove Ash si curò di farmi provare degli abiti che in vita mia non avevo mai visto. Mi infilai qualche vestitino parecchio imbarazzante e Ash per una volta ebbe compassione di me. Mi disse di aspettarlo fuori mentre si occupava di una faccenda nel negozio che pensai dovesse riguardare il suo abbigliamento. Poi mi raggiunse con in mano una strana busta bianca e di lì ci mettemmo alla ricerca di un centro estetico. Per la mia felicità a quell'ora erano tutti chiusi purtroppo niente di tutto ciò poté fermarlo. Si fermò d'avanti ad un cancello trasandato e suonò insistentemente il campanello finché qualcuno si decise ad uscire. Una vecchia signora fece la sua comparsa tutta adirata e contrariata di quell'invasione. Scese le scale imprecando in una maniera che credevo famigliare perché uguale a quella di mio fratello e appena ci notò si soffermò sul volto di Ash un momento dispersa. Quando lo ebbe riconosciuto ci accolse in casa sua offrendo al suo diletto una tazza di caffè e a me si limitò a lanciarmi occhiate torve e cariche di interesse allo stesso tempo mentre Ash le snocciolava in silenzio il suo piano. Io mi sistemai su una sedia stretta nella felpa facendomi passare per la testa l'idea che avrei comunque potuto schiacciare un pisolino. La vecchia donna venne a scuotermi insistentemente costringendomi ad aprire gli occhi e a seguirla.

''Abbiamo un sacco da fare, Nina se vogliamo seguire le istruzioni di tuo fratello alla lettera per farlo felice perché noi non vogliamo farlo arrabbiare?'' sollevai il capo rassegnata e le stetti dietro finché non entrammo in bagno dove cominciò a tirarmi via tutti i vestiti. Mi immerse in una vasca da bagno bollente e iniziò a insaponarmi i capelli, le gambe, il viso e ogni altro centimetro di pelle che io le lasciai sfiorare.

Finito questo mi asciugò con cura i capelli ravvivandoli con un arriccia capelli per poi passare ad una parte terribilmente dolorosa del trattamento di bellezza.

''Hai delle bellissime gambe marmocchia. È un peccato lasciarle sempre rinchiuse in quei pantaloni'' mi fece sedere ad una sedia mentre con una freddezza sorprendente iniziò a cospargermele con qualcosa di caldo simile a cera di candele. Quando lo ebbe spalmato per bene tirò fuori da un cassetto delle striscioline bianche che appiccicò tutte contemporaneamente sulla parte interessata e prima che io potessi comprendere davvero quello che stava succedendo la prima era già andata. Mi trattenni dallo strillare e sbraitare solo perché di là c'era qualcuno che avrebbe trovato poco divertente il suono della mia voce. Strinsi i denti per tutto il tempo che la signora, il cui nome non avevo intenzione di conoscere, si occupò del mio corpo rendendolo lisciò come quello di un bambino, no come una bambola di porcellana.

Tolti tutti i peli superflui passò a vestirmi. Mi fece indossare un paio di pantaloni terribili. Per infilarli dovetti quasi fare a botte e trattenere il fiato e saltare ripetutamente tirandoli su sempre di pochi centimetri perché Ash aveva dimenticato di prenderli elastici. La canotta nera fu più facile da mettere anche se il reggiseno che avevo in dosso metteva un po' troppo in evidenza la mia seconda abbondante. La vecchia mi costrinse anche ad indossare un cinturone e un giubbettino dalle maniche a punta. Ci fosse stato qualcosa che fosse realmente della mia misura non lo credevo possibile mi andava tutto troppo stretto.

Alla mia comparsa Ash non solo si sollevò dalla sedia ma addirittura applaudì, mi ci vollero due secondi per comprendere che quella calorosa accoglienza era per la sua cara amica.

''Ha del potenziale'' disse Ash ridendo complice della sua anziana signora ''penso che il tuo vecchio amico l'apprezzerà che ne dici?''

''non saprei'' disse lei con tono interrogativo. '' gradisce le giovani fanciulle. Solo non così giovani''

''il tuo lavoro serve proprio a questo mia cara Nana. Io stesso riconosco la mia sorellina a stento. È più donna del solito'' detto questo mi prese per polso e mi accompagnò fuori.

Mentre camminavamo fianco a fianco io traballante e lui tutto felice iniziò a mettermi a parte del suo piano.

''Ho fatto il più grosso affare della mia vita'' esordì con un sorriso spensierato.

'è capitato per caso, mentre mi facevo i fatti miei parlando di te alla barista. Le stavo appunto descrivendo come eri e la tua indole dolce e i tuoi bellissimi occhi blu che sono l'unica cosa di particolare che tu abbia, visto che per il resto sei anonima con quei capelli marroni e la pelle chiara, quando qualcuno mi si è avvicinato sussurrandomi che c'era un uomo importante che voleva parlare con me. Mi sono voltato e l'ho raggiunto. Era parecchio strano sorella mia. Aveva dei capelli neri che gli arrivavano sulle spalle ed era vestito tutto di nero con un cappello abbassato sugli occhi in modo che non potessi vederlo bene. Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto conoscere la donna della quale parlavo.'' d'un lampo gli si accese il viso animato dalla pura gioia e contentezza di sé ''allora io astutamente gli ho offerto un affare. Gli ho chiesto un sacco di soldi facendo tutto il sostenuto, fingendo di tenere a te.'' rise di gusto sicuramente divertito dal fatto che qualcuno potesse pensare che lui tenesse a me. '' avresti dovuto vederlo Nin era proprio un allocco credeva davvero che io ci tenessi a te. Sta di fatto che ho guadagnato novecento mila dollari con la tua cessione.'' mi bloccai con le mani strette attorno alle braccia allibita.

''mi hai venduta?'' domandai sul rotto di una crisi.

''non solo mi sono assicurato di vivere bene anche senza di te quindi puoi essere felice per me. Augurami di essere felice Nin'' iniziai a respirare a fatica mentre il freddo mi penetrava dentro congelando ogni possibile accenno di affetto che avrei mai potuto provare per un mostro come lui.

   
 
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