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Autore: E M M A    19/03/2014    4 recensioni
Vide Laney abbracciare i suoi genitori e non poté far altro che sorridere, allora anche lei aveva avuto paura...
-Noi ci accorgiamo di amare qualcuno, solo quando lo perdiamo, o quando siamo in difficoltà, ma se il nostro amore è ricambiato realmente, quella persona, non ci abbandonerà mai...-
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corey Riffin, Laney Penn, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente Laney si svegliò stranamente da sola, lei era più solita a farsi ripetere le cose svariate volte da sua madre, prima di alzarsi.
Si sedette sul letto stropicciandosi più volte gli occhi ancora appiccicati dal sonno. Si cambiò indossando la sua t-shirt gialla, sotto la sua canottiera nera e verde, si infilò i pantaloni rossi puliti, e gli stivali neri.
Andò in bagno, si pettinò i capelli rossi tirando indietro il ciuffetto ribelle con la molletta gialla, come ultimo passaggio del suo rito mattutino, si passò l'ombretto nero sulle palpebre. Si fermò di colpo.
Ma non aveva venti persone in casa quella settimana? C'era troppa tranquillità... scese in cucina, ma non c'era nessuno, così come in sala, e nelle varie camere per gli ospiti. Era sola.
In un primo momento si spaventò, spalancò la porta diretta all'esterno, e Corey era lì, con l'indice a pochi centimetri dal campanello, si scontrarono
-Sono spariti!- esclamò la ragazza massaggiandosi la botta sul braccio
-Che cosa?- non capiva, era solo andato a salutarla prima del suo viaggio
-Non ci sono più Corey! Sono scomparsi tutti quanti!- era terrorizzata, agitata e sconsolata allo stesso tempo
-Si sono dimenticati di me! Sono partiti lasciandomi qui!- ripeté con le lacrime agli occhi, mentre il ragazzo non poteva far altro che ascoltarla raccontare quella deprimente storia
-Mi hanno lasciata sola! Sono partiti per le Hawaii, e mi anno abbandonata qui!- lo fissò ferita e delusa, in attesa di una risposta, di un abbraccio, o semplicemente di un gesto di conforto da parte del suo migliore amico.
-Mi dispiace...- disse abbracciandola e lei si lasciò stringere, poi realizzò una cosa...
-Aspetta!- disse allontanandolo, mentre lo afferrava per le braccia
-Sono sola! Senza quei rompi scatole! Passerò un Natale normale da sola! Con... la neve e... un albero di Natale vero!- esclamò, incredibile fu il suo sbalzo d'umore da spaventata ad eccitata. Il blu non continuava a capire... cosa intendeva con "Un Natale normale"?
-Corey, mi volevano far passare in Natale alle Hawaii, con il sole, e il mare... Questo non è Natale! Ma adesso sono da sola e farò quello che mi pare!- spiegò cercando di essere più chiara, capendo di averlo leggermente confuso. Lo abbracciò ancora entusiasta, non credeva di poter mai essere così felice e invece...
Lo lasciò dalla sua presa poi gli chiuse la porta in faccia.
Fu allora che si accorse di aver lasciato fuori il suo amico, spalancò gli occhi e riaprì la porta con la stessa velocità con cui l'aveva chiusa, un po' mortificata
-Eh eh... scusa... vuoi entrare?-
***
-Passa questa a Laney- disse la madre quando furono arrivati alle Hawaii, mentre in aeroporto distribuiva le valige a tutti. I cugini cominciarono a passarsi i bagagli alternando un "Passalo a Laney", ma giunto all'ultimo gemello, non c'era più nessuna faccia familiare, solo alcuni sconosciuti che lo ignorarono, allora il bimbo dai riccioli scuri alzò le spalle menefreghista, facendo passare nuovamente la valigia -Laney non c'è- bisbigliò con la sua vocina, il bagaglio arrivò fino a sua madre, che, tutta presa, scaricò nuovamente la valigia a suo marito ripetendo indaffarata -Laney non c'è..- passarono alcuni secondi prima che i due potessero realizzare
-Cosa?- chiese l'uomo sperando di aver sentito male, si guardarono, sgranando gli occhi
-Oh mio Dio! Laney!-
***
Si accoccolò sul divano con la sua cioccolata calda in mano, non poteva immaginarsi un Natale migliore, tranquillità, nessun gemello fastidioso, nessun litigio tra oche, solo lei, solo Laney. 
Passarono alcune ore, e Laney aveva già finito il suo libro, quello che aveva appena iniziato, e che temeva di non riuscir a completare per via dei suoi cugini. Con il passare del tempo, nell'esatto punto in cui aveva appoggiato il suo libro, si formò una lunga pila di racconti e storie varie. Sorrise, era ancora sola...
Aveva tutto il tempo che voleva per fare tutto ciò che voleva, corse ad accendere la televisione, e inserì una cassetta: L'esorcista
Pur essendo uno dei film horror più famosi... non aveva avuto ancora l'occasione di vederlo, sempre a causa dei suoi genitori che lo avevano etichettato come: "Troppo spaventoso", "Traumatizzante" o "Ma che roba ti guardi? No!"
Adesso aveva finalmente via libera anche su quello! Il video partì, aveva pianificato tante volte questo momento. Dopo poco tempo, capì perché i suoi non volevano che lo vedesse, e più il film si addentrava nel genere disgustoso, più Laney non poteva staccare gli occhi dallo schermo, non riusciva nemmeno a sbattere le palpebre, infondo è questo l'effetto che fanno gli horror. Si nascose dietro un cuscino quando il prete si ritrovò di fronte alla ragazza, e appena successe... quel che... successe... la rossa gettò a terra il cuscino dalla fodera scura e ci di inginocchiò sopra, per ammirare più da vicino la scena.
Il film finì, e fuori calò il buio. Laney avrebbe voluto rivederlo, ma allo stesso tempo voleva mettere un punto agli horror, avrebbe voluto distrarsi da quelle scene orribili, ma ormai queste le si erano impresse nella mente, sorrise ancora di più, riconoscendo di amare quel terrificante genere.
Il buio ormai era dominante, nonostante fuori fossero solo le 19, aveva ottenuto quello che voleva, cioè passare il Natale senza tutta la sua famiglia, allora perché non si sentiva bene con sè stessa? Era sola, e presto il suo animo si trasformò da triste, ad arrabbiata
-SERIAMENTE NESSUNO SI E' ACCORTO DELLA MIA ASSENZA!?- urlò in preda alla rabbia, il suo cellulare non segnalava niente, né un messaggio, né una chiamata persa...
Stava per ditruggere qualcosa, quando qualcuno suonò alla porta, la aprì chiedendosi chi potesse essere a quest'ora
-Pronta per la festa?-
***
-Non potrebbe fare più veloce?- chiese agitata la signora Penn, cercando comunque di mantenere un tono calmo e gentile
-Amore calmati...- sorrise suo marito stringendole la mano e scostandole un ciuffo rossastro dalla pelle candida
-Calmarmi..? Oh ma io sono calma! Io sono sempre calma! Quello che non è calmo sei solo tu!- rispose agitandosi ancora di più, purtroppo il tassista non poteva accelerare, per questioni di sicurezza
-Avanti, lo sai che Laney è una ragazza in gamba! Se la caverà benissimo anche senza di noi...- cercò si rassicurarla il marito, baciandola poi sulla guancia e lasciandole un'espressione quasi sollevata in viso
-Sì... poi è a casa...- disse fissando il vuoto, e sorridendo leggermente pensando a quello che doveva dire dopo -E di certo Laney non il tipo di ragazza che organizza feste, appena noi non ci siamo...- i due scoppiarono a ridere.
***
-Che ci fate qui?- questa le venne spontanea, sarebbe venuta a tutti infondo. Corey, Kin e Kon se ne stavano davanti alla sua porta, mentre quello con il berretto arancione, aveva portato con sè uno stereo, che diavolo avevano in mente sta volta?
-Non ci andava giù l'idea di farti passare il Natale tutta da sola...- spigò lui entrando, seguito dagli altri due -Quindi abbiamo deciso di restare qui con te!- continuò semplicemente, appoggiando lo stereo sul tavolino della sala, lo accese e la musica si espanse per tutta la casa. Senza nemmeno accorgersene, in quel momento sul suo viso, si disegnò un'espressione da vera deficiente
-Allora?- le chiese il ragazzo dagli occhi azzurri, avvicinandosi
-C... cosa?- cercò di essere più distaccata possibile, ma in fondo è difficile... perché loro erano stati così... così dolci... ed era così commovente sapere che qualcuno a lei infondo ci teneva sul serio... non come la sua famiglia... che non si è minimamente interessata a Laney...
***
-COME SAREBBE A DIRE?- urlò la donna dai lunghi capelli rossi, sgranando gli occhi, ormai sull'orlo di una crisi di nervi
-Sono spiacente signora... ma tutti i voli sono stati annullati per i prossimi tre giorni...- si scusò la donna dall'altra parte, si aggiusto gli occhiali e continuò a parlare al telefono. La donna picchiettò con le lunghe unghie sul bancone di marmo bianco
-Mi scusi, io sarei ancora qui!- la rimproverò, cercando di mantenare una calma costante, con poco successo, la donna si abbassò i piccoli occhiali quadrati sul naso, guardandola con uno sguardo da Killer, come per dire: "Ma non vedi che sto parlando..?", poi tornò a parlare al telefono alternando la sua vocina allegra, con qualche pausa in cui ascoltava la sua interlocutrice, la madre di Laney incrociò le braccia, aspettando che riattaccasse per rispondere alle sue domande
-Ascolti... mia figlia...- ma fu subito interrotta da un dito che le sfiorò le labbra, e di nuovo la donna scoppiò a ridere per qualcosa che le avevano detto
-Okay adesso sono stanca...- sussurrò a suo marito, che fino a quel momento, era stato zitto zitto, sapendo che se si fosse intromesso in quella discussione, sarebbe degenerata tutta la situazione. Cercò di trattenere la moglie dal fare mosse azzardate, ma lei sorpassò il bancone, le rubò la cornetta dalle mani, e riattaccò, cominciando a scandire per bene ogni sua parola
-Mi ascolti molto attentamente...- disse calma -Mia figlia si trova a casa, da sola, indifesa e spaventata, senza una madre e un padre che la possano proteggere- il suo tono si irritò leggermente -Quindi lei ora fa partire uno di questi stupidissimi aerei e ci riporta a Peaceville, o lo farò io!-
-Sono spiacente- ribatté la donna, alzandosi, in tono di sfida 
-Ma questo non è un problema mio!- ghignò -Arrivederci...-
La madre stava per saltarle addosso dalla rabbia, ma suo marito la bloccò, trascinandola lontano. Si sedettero.
-Prova a chiamarla, dille di andare da uno dei suoi amici, e poi tra tre giorni torniamo subito da lei!- disse dolcemente, coccolandola
-Okay...- rispose componendo il numero della figlia.
***
Il cellulare nero cominciò a vibrare, molto a lungo, ma la troppa musica copriva la debole suoneria, così da rendere il piccolo aggeggio inutile.
La ragazza si arrampicò sul divano -Mi prendi?- chiese quasi urlando al suo amico
-Certo!- rispose lui con lo stesso tono alto di voce, girandosi verso di lei, che si buttò cadendogli addosso, e facendolo precipitare a terra insieme a lei. Scoppiarono a ridere, nessuno dei due si era mai divertito tanto, erano arrivati almeno quattro vicini a lamentarsi per il troppo rumore, ma a loro non interessava, soprattutto a Corey, perché finalmente, dopo tanto tempo la sua amica sorrideva, si poteva dire che sembrava quasi… felice!
-Corey, io ti amo- disse sinceramente smettendo di ridere per un attimo, poi appoggiò la testa sul suo petto, riprendendo fiato, per poi riprendere a ridere, lui rimase a fissarla, a bocca semi aperta, senza riuscir a far uscire le parole
-Scusa se vi disturbo Core…- disse Kin ironico, avvicinandosi ai due, prese Laney da sotto le ascelle e la fece sedere sul divano.
-Ho combinato un casino…- esclamò mortificato
-Cosa?- chiese il blu preoccupato dal tono serio dell’amico
-Ehm…- congiunse le mani timidamente –La coca cola… potrebbe non essere, esattamente coca cola…- cercò di spiegarsi, sempre più imbarazzato
-Cosa c’era lì dentro Kin?- il blu si avvicinò lentamente, arrabbiato, perché Laney ne aveva bevuta tanta di quella roba
-Ho trovato il limoncello dei Penn vuoto, si sarà versato…- cercò di rimanere sul vago, ma Corey si arrabbiò di più esplodendo
-HAI SOMMINISTRATO DEGLI ALCOLICI A LANES?-
-E’ stato un’incidente!!!- avrebbe voluto inseguirlo per tutta la casa ma… sospirò semplicemente… e tutta la sua collera finì lì, infondo lui, fortunatamente per Kin, non amava arrabbiarsi. Almeno adesso sapeva perché Laney era così allegra, e perché gli aveva detto quella cosa… quel “ti amo”, era solo ubriaca… Aspetta ubriaca? Avevano ubriacato Laney? Cavolo, questa volta l’avevano fatta grossa… si avvicinò alla sua amica, che si era accoccolata sul divano, e dormiva profondamente, le mise un braccio sotto la schiena, e l’altra sotto le gambe, alzandola e cercando di trasportarla in camera sua, salendo le due file scale
-Sono troppo pesante?- chiese impacciatamente, svegliandosi sorrise leggermente, contagiandolo
-No… è colpa mia, non sono abituato a trasportare grandi pesi per lunghi percorsi…- ironizzò lui sorridendole
-Molto male dovresti…- ma non finì la frase che chiuse gli occhi, addormentandosi ancora, questa volta in braccio al ragazzo, suscitandogli un altro sorriso.
L’adagiò delicatamente sul suo letto, coprendola fino al mento con una coperta di lana
-Notte Core…- sorrise, non solo a causa dell’alcol
-Notte pulce…- rispose lui baciandola sulla guancia
Fu così che Laney passò il più bel Natale di sempre.
Sì... sarebbe bello... sarebbe questo il modo in cui vorrei finire questa storia, ma purtroppo non è questo il caso… Questo è solo l’inizio…

Angolo Autrice:
Okay… ho fatto ubriacare Laney, mi sento cattiva… non ho molte scuse. Una ce l’ho, è che guardo troppa televisione, soprattutto MTV… Comunque mi serviva solo per far confessare Laney… ciaooo!
  
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