Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: ILoveRainbows    20/03/2014    3 recensioni
Perdersi a Londra se non la conosci può essere spaventoso in un primo momento, ma cosa succederebbe se incontrassi una persona che ammiri, stimi: consideri persino il tuo eroe? Clara potrebbe scoprirlo e chissà...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18

Scuola.
Ovvero, come direbbe Facebook: Società Che Uccide Ogni Libero Alunno. Parole sante. Fortuna che l'anno prossimo ero fuori di lì. Cioè, il luogo era fantastico, pieno di gente folle e stravagante, ma la scuola... Era di un noioso. Tutti i giorni, prima di conoscere Mika, mi chiedevo a cosa servisse alzarsi la mattina: andare a scuola, tornare a casa, fare compiti, crollare morta a letto. Questo era il classico e rimpiangevo ogni giorno di averlo choosato.
Ora almeno avevo una ragione per alzarmi dal letto. Se avesse dovuto lasciarmi non credo sarei sopravvissuta molto.
- Susu! Tutti a scuola! - Disse Mika letteralmente buttandomi giù dal letto sul tappeto.
- Ancora cinque minuti. Non ho dormito niente. - Biascicai per poi ricrollare mezza addormentata.
- Non è colpa mia se non hai dormito niente - disse girandosi un po' indignato dall'altra parte.
Con non so quale forza riuscii ad arrivare al cuscino e a tirarglielo dietro.
- Ouch! -
- Non è colpa tua?! - esclamai divertita.
- Chi ha voluto andare avanti fino alle tre? -
Alzai le mani con aria innocente. - Io no di certo. -
- Nooooo - disse con aria sarcastica. - Su, alzati e vestiti che ti porto io a scuola. Altrimenti ti prendo in braccio e ti porto così come sei. -
Saltai in piedi. - Davvero mi accompagnerai tu?! -
- Sai, qualche giorno fa abbiamo fatto coming-out -
- Giusto! - esclamai. - Andiamo - Mi avviai verso il bagno, ma venni intercettata da due braccia che anche se non sembrava erano muscolose.
Le labbra di Mika si posarono con dolcezza sulle mie labbra dandomi un bacio di cui rimasi insoddisfatta e poi venni mandata in bagno dove misi l'iPod in shuffle e mi feci una doccia cantando, o meglio, sussurrando, Rise dei The Frames.


But sometimes we will fall

From the light

But it shines on us tonight

And together we will rise

Pass this line

That we're crossing here tonight

But together we will rise

And together we will rise


Finita la doccia mi asciugai in fretta, mi vestii con pantaloni blu e maglietta bianca e mi truccai.
Uscendo dal bagno mi colpì il profumo di pancake che proveniva dalla cucina. Mi colpì anche un'altra cosa, la musica. I Kiss che cantavano I Was Made For Lovin' You a tutto volume alle sette di mattina.
Arrivata in cucina trovai Mika che ballava con il mestolo in mano, usandolo come microfono, mentre cercava di cuocere i pancake facendoli volare in aria.
Sculettava a destra e a sinistra cercando di frenare l'impulso di mettersi a ballare in mezzo alla stanza senza controllarsi.
Scoppiai a ridere e solo allora si accorse della mia presenza. Mise l'ultimo pancake nel piatto e venne verso di me continuando a cantare sopra le casse.

I was made for lovin' you baby

You were made for lovin' me

And I can't get enough of you baby

Can you get enough of me


Poi lo sostituii nella strofa successiva prendendogli improvvisamente il microfono dalle mani.


I was made for lovin' you baby

You were made for lovin' me

And I can give it all to you baby

Can you give it all to me


Finimmo abbracciandoci mentre ridevamo, distrutti da quanto avevamo dovuto urlare per riuscire a cantare quella canzone.
- Complimenti. Non pensavo saresti riuscita a cantare una canzone simile. -
- Ehi! - dissi colpendolo - per chi mi hai preso? -
- Per la ragazza migliore del mondo. - Disse dandomi un bacio sulla punta delle labbra. - Dai, facciamo colazione. -

- Allora ci vediamo all'uscita? - Chiesi per essere sicura che non mi avrebbe abbandonato nelle mani dei professori.
- Signor sì signora! - Disse facendo il saluto militare.
- Hahahaha, scemo. - Feci per andarmene, ma mi afferrò per un braccio.
- Pensi di fuggirtene così? - E pose le sue labbra con le mie mordendomi il labbro inferiore per raggiungere la mia lingua.
- Visto che ci siete spogliatevi qui. - Disse una voce a lato.
Ci staccammo imbarazzati e solo poi mi accorsi che si trattava di Cristiano.
- Vuoi farci morire d'infarto? - Esclamai, ma senza rabbia.
Lui ci scoppiò a ridere in faccia. - Dovevate vedervi. Hahahaha. Eravate terrorizzati. - Provò a imitare le nostre facce e non potemmo fare a meno di ridere anche noi.
- Ci vediamo all'uscita. - Dissi rivolgendomi a Mika e lasciandogli un bacio veloce come quello che mi aveva dato lui quando mi ero svegliata. Era una punizione e si accorse perché mentre mi allontanavo mi urlò - non finisce qui! -
- Vedremo... - gli risposi girandomi verso di lui con sguardo malizioso. Poi continuai, o almeno ci provai. Un paio di secondi dopo venni fermata da un'altra voce.
- E così è per lui che non ti sei fatta più sentire. -
Laura.
- Sì, qualche problema? -
- Un cantante? E per di più un frocio? -
Serrai i pugni e Cristiano se ne accorse. - Gira al largo Laura. - disse.
- Ma perché? Noi siamo amiche. - Disse con voce ruffiana.
- Non più. Vattene. - Aveva assunto un'aria minacciosa.
- Spostati di mezzo. - Sibilai fra i denti.
Poi sentii un corpo caldo a contato con il mio da dietro e due mani si poggiarono sulle mie spalle stringendo leggermente. - C'è qualche problema? -
Chiese Michael con voce dura.
- Oh, ecco che il frocio viene a salvare la donzella e l'amico frocio in pericolo. -
Che mi si assolva, ma non riuscii a trattenermi. Un mano chiusa partì incontrollata verso il suo volto.
Sentii la sua pelle a contatto con il mio pugno teso.
Quando finì il secondo vidi un po' di sangue scenderle dal naso. - Puttana - disse.
Mika e Cristiano avevano più controllo di me e mi trattennero dal saltarle alla gola. - Puttana sarai tu. - sibilai piena di odio.
Si girò e se ne andò. Sospettavo che avrebbe rotto per un po'.
Solo in quel momento mi accorsi che avevo la mano ancora chiusa a pugno e che Michael stava cercando gentilmente di aprirla. Lo lasciai fare e mi esaminò le nocche che mi pulsavano. Dopo aver appurato che non mi fossi fatta niente di grave mi strinse a sé in un abbraccio. - Andrà tutto bene. Ma se dovesse rifare quello che ha fatto oggi se la vedrà con me e i miei muscoli. - bisbigliò nel mio orecchio.
- Grazie per esserci. -
- Always. -
Mi staccai dall'abbraccio. - Devo salire - dissi con sguardo triste.
- Sì vai. - poi si rivolse a Cristiano. - Tienila d'occhio. -
- Sempre fatto. E continuerò a farlo. -
Annuì stanco, ma un po' confortato da quelle parole e si avviò verso la macchina. Mi girai per seguirlo con gli occhi e solo in quel momento io e Cristiano ci accorgemmo che tutti ci guardavano. Fece per dire qualcosa, ma lo fermai prendendolo per la manica della giacca e entrando nell'edificio.

La mattina passò mooooolto lentamente, usando un eufemismo. Dire che a un certo punto pensai di buttarmi giù dalla finestra non è un'esagerazione.
Passai il tempo sprofondata nella sedia pensando a Michael e cercando di prendere degli appunti vagamente decenti.
La profe di latino, dopo aver beccato un mio compagno con il cellulare, ci rifece per l'ennesima volta la ramanzina dicendo che avevamo gli esami; quindi dovevamo stare attenti; che non potevamo farci i cazzi nostri... Beh, avete presente no?
Effettivamente mancava poco, metà aprile, maggio, inizio di giugno... Poi l'Armageddon.
Alla fine della mattinata trovai Cristiano fuori dalla mia porta che mi seguì come un bodyguard.
Appena uscii vidi Mika con un mazzo di fiori tutti diversi fra loro e coloratissimi e il mio viso un secondo prima nero si illuminò di gioia. Feci i dieci scalini che mi separavano da lui due alla volta. Correndo. Incurante degli sguardi altrui.
- Ci sei! - Esclamai saltandogli al collo e dandogli un bacio sulla guancia mentre ci raggiungeva anche Cristiano.
- Te lo avevo promesso. Non prometto mai niente che non posso mantenere. -
- Lo so. - Dissi guardandolo con tutto l'amore del mondo.
- Scusa. Ehm, Mika? -
Ci girammo entrambi, anzi, tutti e tre, anche Cristiano, verso la voce e ci trovammo davanti una primina che sembrava in soggezione.
- Scusa, potresti farmi un autografo? -
Mika le sorrise con gentilezza, diede il mazzo enorme a Cristiano che ne venne sommerso, e prese il foglio che la ragazzina gli porgeva.
- Come ti chiami? -
- Amanda. - disse lei felice di aver avuto l'attenzione del suo idolo senza aver intorno troppa altra gente.
- Bel nome. Non ho mai conosciuto nessuno che si chiama così. - Disse mentre scribacchiava una breve dedica e il suo nome sul foglio. Poi si girò verso Cristiano, prese un tulipano rosso dal mazzo, e lo diede ad Amanda insieme al foglio.
Gli sorrise felice e tornò dalle sue amiche che la aspettavano poco lontano. La osservai per qualche istante in più. Era incredibile come Mika sapesse far felici le persone con niente.
- Allora, che si fa? - Chiesi.
- Tutti a mangiare ai Navigli. -
- Tutti? - intervenne Cristiano.
- Sì, tutti. Anche tu. - rispose Mika allegro.
Si avviò a piedi, ma noi due rimanemmo fermi. Dopo qualche istante si girò per controllare che gli fossimo appresso.
- A piedi? - chiesi scettica.
- Prendiamo un po' di aria. -
- A piedi inalando l'aria pregna di smog di Milano? - Chiese Cristiano.
- Che piattole che siete. Ho parcheggiato la macchina sulla strada per i Navigli. -
Feci una faccia poco convinta, ma lo seguii seguita a ruota da Cristiano.
- Che musi lunghi. Almeno vi muovete un po'. E comunque non posso portarvi in braccio. -
Risi ritrovando il buon umore. - No infatti. -
Ci avviammo in silenzio godendoci i raggi di sole primaverili (che però sembravano estivi).
Dopo un po' cominciammo a chiacchierare di Xfactor. I giudici erano gli stessi dell'anno prima. Mika, Morgan, Elio e la (S)Ventura.
Dopo un po' sentii una macchina fermarsi bruscamente sulla strada accanto al marciapiede dove camminavamo e ne uscì proprio Morgan con aria trafelata. - Finalmente vi ho trovati. È stata un'impresa. -
Ero abbastanza scioccata. Uno: che ci faceva lì mezzo morto dalla fretta. Due: come aveva appunto fatto a trovarci a Milano?! Non era un paesino di campagna... Bah...
Fortuna che si spiegò. - L'incontro, l'hanno anticipato a oggi pomeriggio. Vengono fra due ore e... - controllò l'orologio - ventisei minuti. - Ci guardò sperando dicessimo qualcosa, ma stavamo entrambi pensando. Alla fine fu lui a parlare. - Quello chi è? -
- Cristiano. - Risposi sbrigativa.
- Ah, piacere. - Disse facendo un sorriso veloce.
Io guardai Michael e in un secondo ci capimmo. Mi girai verso Cristiano - mi spiace rovinare così il pranzo. Ma dobbiamo andare a casa di Morgan per tranquillizzarlo un po'. - Davanti al suo sguardo interrogativo continuai. - Se vieni ti spiego tutto in auto, altrimenti ci vediamo domani e scusami ancora. -
- Se per Morgan va bene io vengo. - Disse incuriosito dalla situazione.
Mi girai verso l'interessato che scrutava Cristiano strizzando leggermente gli occhi. - Ci fidiamo? -
- Ci fidiamo - dicemmo io e Mika all'unisono.
Salimmo tutti in auto e partimmo alla volta di casa Castoldi mentre io e gli altri spiegavamo la situazione a Cristiano.
Quando arrivammo era tutto come il giorno prima. Fiori, luce e verdura nel frigo.
Sistemammo le ultime cose, pulimmo gli angoli più remoti, confortammo Morgan e bevemmo frullato di banana e fragola (non voglio sapere come le avevano coltivate in aprile).
Quando l'orologio batté le tre e cinquantacinque sia io che Mika abbracciammo Morgan mentre Cristiano si limitò a un'energica stretta di mano e uscimmo di casa per iniziare ad avviarci ai Navigli, dato che dovevamo ancora pranzare.
L'ultima istante in cui vidi Morgan se ne stava sulla porta stringendo la maniglia agitatamente.

ANGOLO SCRITTRICE: perdonatemi, sono in stra ritardo e non é lungo e non mi piace. Chiedo umilmente perdono.
Solo una piccola nota, i The Frames, che canta Clara sotto la doccia sono un gruppo irlandese molto poco conosciuto e Rise è la canzone loro che mi piace di più, se vi dovesse capitare di ascoltarli.
Ditemi cosa ne pensate come sempre.
ILoveRainbows
  
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