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Autore: beat    02/07/2008    12 recensioni
Hinata Hyuuga affronta da sola un viaggio attraverso il deserto di Suna per andare a parlare con Gaara.
Una proposta inaspettata che potrebbe sconvolgere le vite di molti...!
(Ovvero: che cosa è veramente accaduto quando Hinata ha deciso di scappare di casa, nel 16esimo capitolo dei Comandamenti)
Aggiunti nuovi capitoli: il MATRIMONIO
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopi di lucro.

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Premessa: Questa ficiton nasce a partire dai capitoli 15 e 16 dell'altra mia fiction
I dieci comandamenti secondo Naruto
Tuttavia, la sua lettura non è indispinsabile ai fini della comprensione di questa storia.
Ci tenevo solo a precisarlo per amor di chiarezza, e per dare un riferimento a chi già sapesse di che cosa si andrà a parlare.
Nel caso di situazioni o elementi di chiaro riferimento ai Comandamenti, verranno poste delle note in fondo al capitolo.
Buona lettura!


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Raiting: Verde
Genere: Romantico, Comico
Personaggi principali: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Personaggi secondari: Kankuro, Temari, Neji, Hanabi e Hiashi Hyuuga, Tsunade.
Avvertenze: Questa storia è ambientata in un periodo imprecisato di un futuro abbastanza prossimo, in cui:
Gaara è Kazekage, Sasuke non se ne è mai andato da Konoha, l'Akatsuki non si è mai fatta vedere, e tutti vivono felici e contenti..!


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Dedicata a tutti quelli che hanno chiesto di vedere che cosa è successo tra Hinata e Gaara! ^_^
Basta, adesso passo finalmente alla storia... -_-


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L'inaspettata gentilezza che ti cambia la vita.



Era una tranquilla giornata a Suna.
Tutto si stava svolgendo regolarmente e pacificamente, come ormai da qualche tempo succedeva anche nel Villaggio più sabbioso delle cinque grandi Terre Ninja.

Solo che la quiete, presto sarebbe stata interrotta.

E ne aveva un presentimento il nostro amato Kazekage, il grande Sabaku no Gaara, il quale aveva notato che la sua fidata sabbia tendeva verso ovest di sua spontanea volontà.
E questo era un segno inequivocabile di grossi guai in vista.
Fissando con occhi imperscrutabili i sottili granelli attratti magneticamente verso occidente, Gaara mandò a chiamare suo fratello.

“Mi hai fatto chiamare, Gaara?!” chiese Kankuro, entrando nell'ufficio del fratellino, qualche minuto dopo.

“Non saresti qui, altrimenti!”

“Gaara, posso ricordarti che un po' di cortesia non può
che farti bene?!”

Il ragazzo più piccolo liquidò l'argomento con un gesto della mano.

“Ci sono guai in vista, Kankuro” disse, con il solito tono di voce piatto, Gaara.

“Guai?!” ripeté allarmato il più grande “Che guai?! Problemi da Konoha?!”

“Non so ancora che guai, e non so se c'entra Konoha”

Ci fu qualche minuto di profondo silenzio, mentre i due si stavano fissando.
Alla fine, un sopracciglio di Kankuro si piegò leggermente, in segno di viva perplessità.

“Scusa...non sai ancora niente...eppure dici che ci sono guai! Come fai a dirlo?!”

“La sabbia va verso ovest!” rispose con assoluta semplicità Gaara.

Kankuro lo fissò, sempre più perplesso.

“Questa sarebbe una risposta? Se è così, non l'ho capita...!”

“Se la sabbia va verso ovest, significa che ci sono guai in arrivo!”

“Questa decisamente non la sapevo...!”

Di nuovo una pausa.

“Ma ne sei sicuro?!”

Gaara lo raggelò con lo sguardo.

“Va bene, va bene, ne sei sicuro!”

“Ottimo!”

“Che vuoi che faccia?!”

Gaara ci pensò un po' su. In effetti era difficile prepararsi per un problema che ancora non si conosceva.

“Per ora niente. Solo tieni gli occhi aperti!”

Kankuro fece un mezzo inchino e si congedò.
Appena fuori dalla porta dell'ufficio, non poté fare a meno di sospirare.

“Ma te guarda che razza di assurdità! La sabbia verso ovest! Bah!”


Kankuro decise che era meglio lasciare perdere, e si diresse verso il suo posto di guardia: quel giorno gli toccava il turno di pattuglia attorno ai muri difensivi.
Era appena arrivato alla sua postazione quando, scrutando il deserto in direzione – guarda a caso – di Konoha, non aveva notato una figura solitaria che si stava avvicinando al loro Villaggio.
Mise subito in allerta le altre guardie, che prontamente si disposero per la difesa in caso di un eventuale attacco.

Kankuro rimase fermo al suo posto, in attesa che il soggetto si avvicinasse di più.
Solo quando fu a non più di trecento metri, riconobbe l'esile figura che stava attraversando in solitaria il deserto.

“Che diavolo ci fa qui?!” chiese a se stesso, sempre più perplesso, il ragazzo.


*****************


Mezz'ora dopo Kankuro l'aveva accompagnata nell'ufficio di Gaara, in quale fissava l'inaspettato ospite con sincera curiosità.

“Che cosa ci fate qui, madamigella Hinata?!” chiese alla fine il Kazekage.

La ragazza aveva fatto da sola il lungo viaggio che separava Konoha da Suna.
Era piuttosto provata, anche se non lo voleva dare a vedere, e nei suoi occhi brillava la stessa luce di determinazione che i ninja della Sabbia avevano potuto vederle durante l'esame per la selezione dei chunin, quando aveva combattuto contro il cugino Neji.

“Sono qui” cominciò lei, senza l'ombra di balbettio nella voce “Sono qui per farvi una proposta, Kazekage-sama!”

L'interessato la fissò dritta negli occhi per qualche momento.

“Riguarda Konoha?” chiese, pensando che i guai forse erano davvero arrivati.

“No, Kazekage-sama. Sono qui di mia spontanea volontà, e la proposta riguarda solo voi!”

Gaara la fissò davvero interessato: non si aspettava una cosa del genere.
Ma prima che potesse dire una qualunque cosa, venne preceduto dalla sorella.

“Beh, Hinata-san, se non è una cosa ufficiale e nemmeno urgente, potresti prima ristorati. Immagino che il viaggio sia stato pesante!”

Hinata arrossì un poco e annuì timidamente.
Tornò a fissare l'attenzione su Gaara, sapendo bene che le decisioni ultime spettavano a lui.
Il ragazzo annuì, disponendo che la sorella si occupasse dell'ospite.
Tutti i presenti si accomiatarono, lasciando il Kazekage solo nel suo ufficio, a rodersi dalla curiosità riguardo la proposta che Hinata Hyuuga aveva da fargli.


*******************


Temari condusse l'ospite attraverso i lunghi corridoi del palazzo, portandola nella stanza degli ospiti.
Le fece vedere tutto quello di cui poteva avere bisogno, esortandola a chiamarla per qualunque necessità.
La ragazza la ringraziò sentitamente.

“Scusa” chiese Temari, prima di andare via “Posso sapere come mai hai affrontato questo viaggio da sola? Non potevi farti accompagnare da qualcuno?!”

Hinata arrossì, abbassando lo sguardo.

“No” rispose a bassa voce.

“E perché?!” chiese ancor più stupita la ragazza più grande.

“Beh...perché nessuno sa che sono venuta qui” ammise Hinata alla fine.

Temari la fissò con tanto d'occhi, praticamente incredula.

“Nessuno?! Hinata, ma che sta succedendo?!”

Lei rialzò lo sguardo, fissandolo sulla ragazza.

“Niente di cui preoccuparsi, davvero!”

“Ne sei sicura?!”

“Sì...certo. Mi scuso solo per il disturbo che sto arrecando...!”

Temari scoppiò a ridere.

“Ma figurati! Nessun disturbo! Qui gli ospiti sono così rari, che i pochi che vengono sono sempre molto ben accetti!”

Hinata sorrise timidamente, ringraziandola e scusandosi di nuovo.



*******************


Circa un paio d'ore dopo, Temari era tornata alla camera di Hinata, per avvisarla che il Kazekage ora poteva riceverla.
Bussò alla porta per qualche attimo, e in men che non si dica Hinata ne uscì.
Temari sbatté più volte le palpebre, per assicurarsi che quello che stava vedendo era vero.

La ragazza aveva tolto i vestiti che aveva usato per arrivare e ora indossava un leggero Kimono bianco con ricami azzurri, non molto elaborato, ma decisamente molto elegante, soprattutto per la grazia con cui lei lo portava.

“Hi...Hinata?! Che significa?!”

Hinata non poté fare a meno di arrossire, ma lo sguardo rimaneva deciso.

“Beh... ho pensato che era l'abbigliamento più consono...!”

“Consono...?”

Hinata annuì.
Temari invece era ancora perplessa.

“Non facciamo aspettare il Kazekage!” disse alla fine con un sorriso la ragazza.

Temari finalmente si riscosse e accompagnò nuovamente l'ospite al cospetto del Capo Villaggio.


Se Gaara era rimasto sorpreso nel vederla così agghindata, non lo diede a vedere.


E i fratelli non poterono nemmeno capire il suo stato d'animo dalla voce, perché li aveva invitati a ritirarsi, con il suo solito tono di voce decisamente apatico.
Solo che sia Kankuro che Temari erano più che curiosi di sapere il perché di quella inaspettata visita, per cui sì, si ritirarono, ma non si allontanarono troppo dalla porta dell'ufficio del fratello minore. Con le orecchie incollate al legno, nella speranza di riuscire a sentire quello che si sarebbero detti all'interno.


******************


Gaara aveva invitato l'ospite a sedersi, e Hinata aveva accettato, sedendosi compostamente, le mani unite in grembo, per evitare che andassero a torturare l'orlo della veste.
Era parecchio nervosa, e non riusciva nemmeno tanto bene a mascherarlo.
Fortunatamente Gaara non era persona avvezza ad agitarsi, per cui ignorò il disagio dell'ospite e riprese il discorso che avevano interrotto in precedenza.

“Hinata-san, ora posso sapere il motivo della vostra visita?”

Quel tono serio e distaccato rendeva il compito di Hinata ancor più difficile, ma la ragazza si era ripromessa di portare a termine la “missione” che si era prefissata, per cui ingoiò il groppo che le si era formato in gola e cominciò a parlare.

“Kazekage-sama, sono qui per farvi una proposta che penso porterà vantaggi a Suna come a Konoha, oltre che a me e voi stesso!”

Gaara la fissò, un lampo di interesse negli occhi glaciali.

“Ma prima, madamigella, avete detto che non siete qui in missione ufficiale. E che la proposta riguardava solo me!”

“So quello che ho detto, e mi scuso per la precedente inesattezza. Però confermo che la questione non è ufficiale!”

“E di cosa si tratta?”

Hinata dovette respirare a fondo due, tre volte, prima di sentirsi in grado di formulare la fatidica frase.

“Vorrei proporle...un matrimonio...tra me e voi!”

Hinata lo aveva detto in poco più che un sussurro, ma era sicura che Gaara l'aveva sentita perfettamente.
Infatti la sua maschera di fredda indifferenza aveva per un attimo vacillato.


Alla faccia delle cose inaspettate!


Gaara cercò il suo contegno abituale, prima di rispondere.
E approfittò di questa piccola pausa per andare a cacciare i due fratelli ficcanaso che aveva sentito bisbigliare da dietro la porta.

“Cosa ha detto? Cosa ha detto?! Non l'ho sentita!”

“Sssh! Non urlare, idiota! Così ci scopre!”

I due erano appoggiati di peso alla porta, e quando questa venne aperta di scatto praticamente ruzzolarono dentro l'ufficio di Gaara.

“Kankuro...Temari...”

“Ga...Gaara! Qual buon vento...?!” tentò con noncuranza Kankuro.

Che per tutta risposta si beccò un'occhiata truce.

“Non è educato spiare!” disse, con voce tagliente.

“Ma noi...stavano solo controllando che tutto fosse a posto!” provò Temari.

Un'altra occhiataccia.

“Siete pregati di non intromettervi nei miei affari!”

I due fratelli congiunsero contemporaneamente le mani davanti al viso, in segno di scuse.

“Perdonaci!” dissero in coro, per poi dileguarsi oltre la soglia della stanza.


Gaara fissò qualche secondo il corridoio. Quando poi non vide più i due fratelli, richiuse la porta e tornò dalla sua ospite.
Hinata aveva assistito alla scena, e se non fosse stata per la tensione che la stava attanagliando, un sorriso le sarebbe scappato.
Solo che era nervosa, e ora che Gaara aveva ripreso il suo posto oltre la scrivania, ricominciando a fissarla, la preoccupazione era salita alle stelle, di pari passo con il rossore che le stava imporporando le guance.

“Hinata-san...posso sapere come mai questa proposta?!”

“Perché...ecco...sinceramente, volevo allontanarmi da Konoha...”

“Scusi la domanda...ma non è una decisione un po' drastica un matrimonio del genere solo per allontanarsi dal proprio Villaggio?!”

“A Konoha ormai non servo più. L'unica cosa utile che posso ancora fare è quella di andare in matrimonio a qualche ricco politico delle Cinque Terre, in modo da favorire la posizione di Konoha...ma soprattutto quella degli Hyuuga...”

“Ma voi non eravate il futuro Capo-Clan designato?!” chiese perplesso.

“Mio padre è divenuto immortale” disse solennemente Hinata. (*)

Gaara inarcò un sopracciglio.

“Immortale?!”

“Immortale” confermò lei “Quindi non ci sono più problemi di successione. Quindi io non servo agli Hyuuga per la successione.”

Gaara annuì. In effetti il ragionamento non faceva una piega.
Anche se trovava strano che Hiashi Hyuuga fosse diventato immortale...

“E perché proprio da me siete venuta per combinare un matrimonio?!” quello era il punto che lo rendeva più perplesso “Ci sono molte famiglie illustri anche a Konoha...e comunque ho sempre saputo che voi eravate innamorata di Naruto Uzumaki...!”

A sentire quel nome Hinata sussultò visibilmente.

Abbassò il viso e lo sguardo, mormorando qualcosa riguardo una relazione che il ragazzo in questione aveva da poco intrapreso. (**)

“Capisco” disse solenne Gaara “Ma anche se non siete corrisposta, mi sembra affrettato andare in giro a fare proposte matrimoniali che...”

“Non è questo il punto” lo interruppe lei “So che probabilmente è affrettato, ma ci ho davvero pensato a lungo e sono giunta alla conclusione che questa è la soluzione giusta per me!”

“Sposandomi...?!” chiese senza capire bene Gaara. “Perché proprio io?!”

Hinata distolse lo sguardo, ma senza abbassare la testa.
Aveva anche un lieve sorriso che le incurvava le dolci labbra.

“Perché Suna è alleata di Konoha ormai da molti anni. Questo porterebbe vantaggi ad entrambi i Villaggi...”

Questa volta fu Gaara ad interrompere lei.

“Quel che voglio sapere...è perché io!”

Hinata arrossì di nuovo, ma si costrinse e fissare lo sguardo su quello di Gaara.

“Perché siete la scelta giusta. Di questo ne sono assolutamente convinta. A dispetto di quello che in passato è successo...di quello che la gente pensava di voi...io sono sicura che voi siete una persona splendida. Anche Naruto – che so vi è molto amico – ha sempre avuto un'enorme stima di voi. E anche io sono dello stesso parere. In questi anni ho imparato a conoscervi un pochino meglio...e ritengo di essere sicura di quello che ho detto!”

Gaara l'aveva ascoltata senza perdersi una sillaba di quello che aveva detto.

Erano trascorsi tanti anni da quando era passato dall'essere solo l'”arma” del Villaggio della Sabbia, a semplicemente “Gaara”. Era poi diventato Kazekage, e si era così guadagnato il rispetto.
Ma era ancora molto raro trovare qualcuno che lo lodasse come aveva appena fatto la ragazza che gli sedeva di fronte, spuntata da chissà dove!

Il ragazzo chiuse gli occhi, meditando su quanto aveva appena ascoltato.
Li riaprì dopo un paio di lunghi minuti di silenzio.

“Siete seria?”

Hinata annuì vigorosamente.

“Assolutamente, Gaara-sama!”

“E siete davvero sicura di volermi sposare?!”

“Sì”

“Ma avete detto che nessuno a Konoha sa del vostro viaggio fin qui. Ne deduco quindi che nemmeno vostro padre sappia di questa vostra autonoma decisione!”

“Deducete bene, Kazekage-sama!”

“E ritenete che vostro padre accetterebbe questo matrimonio?!”

“Se serve ad accrescere il prestigio degli Hyuuga e a non avermi più tra i piedi a casa...sì, credo proprio che ne sarà più che felice!”

Gaara rifletté ancora qualche secondo.

“La vostra decisione è irremovibile?” chiese come ultima conferma.

Lei gli sorrise, un magnifico e dolce sorriso.

“Sì, Gaara-sama!”

Un lieve, lievissimo, quasi impercettibile sorriso si distese sul volto di Gaara.

“Allora è deciso! Accetto la vostra proposta!”

Hinata finalmente smise di torturarsi le dita. Cercando di non sembrare impacciata, si alzò, inchinandosi poi con sommo rispetto e ringraziamento di fronte a Gaara.

“Grazie” mormorò, quasi incapace di articolare altro suono.

Gaara sorrise dentro di sé, a quella parola.
Raramente la gente lo ringraziava, ma era grazie a quelle rare occasioni che sentiva che stava facendo la cosa giusta.
Che la sua vita aveva un senso.

E quel semplice “Grazie”, detto da quella dolce ragazza, sembrava che gli aprisse una nuova porta: una nuova vita poteva iniziare per lui.


*********************


Pochi minuti dopo Temari e Kankuro erano stati convocati di nuovo nell'ufficio del Kazekage.
Guardinghi, vi entrarono, temendo ancora una possibile rappresaglia da parte del fratello per il maldestro tentativo si spionaggio di poco prima.
Ma si rilassarono quando videro che Gaara non aveva intenti omicidi dipinti in fronte.

Anzi, sembrava quasi rilassato!

“Ci hai convocati, Gaara?!”

“Kankuro, perché devi fare questa domanda ogni volta?!”

Era divertimento quello che avevano sentito i due fratelli nella voce del più piccolo di loro?!
No, di certo si erano sbagliati.

“Comunque, volevo informarvi della mia decisione nei riguardi della proposta di madamigella Hinata.”

“Gaara...posso ricordarti che non sappiamo che cosa lei.....”

“Ci sposiamo” concluse lui, senza nemmeno far finire il fratello.

Kankuro era sicuro, sicurissimo, certo, certo all'ennesima potenza di aver capito roma per toma.
Per forza.
Ma come gli era potuto succedere di capire “Ci sposiamo?!”.

Dai! Era assurdo!

Ridacchiò, voltandosi verso Temari.
Solo che la vide a dir poco sconvolta.
Che avesse capito male anche lei?

“Scusa...fratellino...puoi ripetere?!” chiese titubante la maggiore.

Gaara sbuffò. Non amava ripetersi.
Solo che questa volta si sentiva accondiscendente, per cui la soddisfò.

“Ho detto che abbiamo deciso di sposarci!”

Kankuro fece letteralmente un salto indietro, andando platealmente a sbattere contro un mobile.

“Stai...scherzando...vero?!”

“No”

“Tu...ti sposi...con lei?!”

“Qualche problema?!” chiese lui, vagamente irritato.

“No no” intervenne Temari “Solo...solo che la cosa è un po'...improvvisa...!”

“La cosa vi disturba?”

Temari lo ignorò e chiese direttamente a Hinata.

“Hinata-san! Ma ne siete sicura?!”

Hinata la guardò con un mezzo sorriso.

“Ma voi non dovreste preoccuparvi della felicità di vostro fratello?!”

Temari la fissò con tanto d'occhi.
Non disse niente, si limitò a sospirare forte e ad andare a raccattare Kankuro, che era ancora a terra dopo lo scontro con il mobiletto.

“Gaara...Hinata-san...ne siete davvero sicuri?!”

“Sì” risposero assieme i due.

Si guardarono un attimo, e Hinata era quasi sicura di avere visto un lampo di gioia negli occhi azzurri di Gaara.
Temari si concesse un sorriso.

“Allora io sono d'accordo!”

Tutti fissarono allora l'attenzione su Kankuro, che non aveva ancora detto nulla.

“Cambierebbe qualcosa, qualunque cosa io dica?!” chiese, mezzo scocciato.

“No!” gli rispose immediatamente Gaara.

Kankuro sbuffò, ma poi si mise a ridere.

“Beh, allora in bocca al lupo, fratellino!”



*********************************



Era una tranquilla giornata a Konoha, precisamente a Villa Hyuuga.
Hiashi Hyuuga stava testé allenando il nipote Neji.
Erano oramai un paio di ore buone che andavano avanti e l'afa cominciava a farsi sentire.
Saggiamente decisero che era meglio concludere lì la sessione di allenamento.

“Molto bene Neji. Stai migliorando a vista d'occhio!”

“Grazie!”

“Bene, direi che ora è proprio l'ora giusta per una bella tazza di tè. Non trovi anche tu?!”

“Sì, certo!”

“Molto bene. Hinata!” chiamò lui a gran voce.

Solo che non ottenne risposta.
Provò di nuovo a chiamare la figlia, ma l'unica risposte che ottenne fu da parte della secondogenita, Hanabi, che era arrivata sentendo le urla del padre.

“Hanabi, hai visto tua sorella?!”

“No, padre. Anzi, ora che ci penso non c'era nemmeno a colazione!”

“Davvero? Non ci ho fatto caso!”

“Non è che è fuori con la sua squadra?!” azzardò Neji.

“No. Kurenai è in missione per tutta la settimana e ha lasciato ai suoi una vacanza!”

“Allora dov'è?!”

Hiashi attivò il Byakugan, per vedere se la figlia era imboscata da qualche parte in casa.

No, non c'era.
Chissà dove diavolo era andata a finire!

“Bah...prima o poi tornerà!” concluse Hiashi, avviandosi verso casa.


*****************


La sera però della piccola Hinata ancora nessuna traccia.
Hiashi cominciò davvero a scocciarsi.
La sua primogenita non poteva certo comportarsi in quella maniera!

Toc toc.

Qualcuno bussò alla porta del suo studio.
Hiashi disse “Avanti” sperando vivamente che fosse finalmente sua figlia.

“Hiashi-sama!”

No. Era Neji.

“Che succede, Neji?!”

“Hanno mandato un messaggio. La Godaime Hokage vi ha convocato nel suo ufficio!”

“A quest'ora?!”

Ma evitando di porsi inutili quesiti, Hiashi si diresse subito nell'ufficio dell'Hokage, accompagnato da Neji.

“Voleva vedermi?!” chiese, dopo essere stato fatto accomodare.

“Ma certo, Hiashi-san! Volevo complimentarmi per il lieto evento!”

Hiashi guardò Neji, che gli restituì lo sguardo perplesso.

“Scusi, Hokage-sama...che lieto evento?!”

Questa volta era Tsunade ad essere perplessa.

“Come sarebbe a dire che lieto evento?! Ma sto parlando, ovviamente, del matrimonio di tua figlia!”

Dire che Hiashi era stupito era dir poco.
Era letteralmente sconvolto.
Lo stesso dicasi per Neji.

“Mia figlia....COSA?!”

“Non lo sapevi...?!”

“Certo che non lo sapevo! Ma che razza di storia è questa?!?!”

“Calmati, Hiashi!”

“Come faccio a stare calmo?! Mia figlia si sposa e io nemmeno lo sapevo! E con chi diavolo si dovrebbe sposare?!”

Tsunade rise nervosamente, per poi passare al Capo Hyuuga una missiva.

Era un foglio piegato molte volte, probabilmente consegnato da un falco viaggiatore.


“Siamo lieti di informare Konoha
che il 23 del prossimo mese
madamigella Hinata Hyuuga
andrà in moglie
al Kazekage, Sabaku no Gaara.”




L'urlo di Hiashi si sentì per mezzo villaggio.

“Sposa Gaara?! Ma quando mai!!!”

Tsunade passò a Hiashi un secondo messaggio, ancora sigillato.
Era diretto a lui, e in questo vi riconobbe la calligrafia della figlia.


“Padre, probabilmente nemmeno vi siete accorti che manco da casa da almeno quattro giorni.
Vista la scarsa considerazione che avete per me, ho pensato da sola al mio avvenire.
Ho deciso si sposarmi con il Kazekage Gaara.
Questo dovrebbe portare sufficiente prestigio alla casata Hyuuga,
per cui spero che non vogliate imporre ostacoli alla nostra unione.


Sinceramente


Vostra figlia

Hinata”



*********************


Gaara era seduto sul tetto del palazzo.
Come sempre non dormiva, e la notte gli piaceva passarla ad osservare la luna e le stelle che trapuntavano il cielo.

“Dovreste essere a dormire” disse, senza nemmeno voltarsi.

Hinata lo aveva raggiunto sul tetto, sedendosi anche lei, ad una rispettosa distanza.

“Non avevo sonno!”

“Come mai siete venuta proprio qui?”

“Perché ci eravate voi!”

Lui si voltò leggermente per guardarla in volto.
La ragazza sorrideva, una gentilezza disarmante.

“Fa freddo” disse tornando a fissare le stella.

“Il freddo del corpo non è nulla in confronto al freddo dello spirito”

Di nuovo Gaara fu costretto a guardarla.
I suoi occhi bianchi riflettevano il suo stesso dolore.

“Gaara-sama...so bene che la mia sofferenza non è assolutamente paragonabile a quella che ha colpito voi. Ma so che cosa vuol dire essere disprezzati dalla gente, anche dai tuoi parenti più stretti! Conosco come voi la sofferenza della solitudine”

Gaara si era fermata a fissarla, rapito da quella voce gentile e delicata.

“E so quanto possa fare anche solo un gesto...uno sguardo...un sorriso!”

Hinata si era avvicinata a lui.
Lui non si era mosso, incantato e paralizzato.

“Come ninja non sono un valido elemento. Fin da quando era bambina me lo ripetevano tutti che ero troppo gentile, troppo dolce e delicata per questa professione. Crescendo le cose non sono cambiate. In effetti, non fosse per questi Occhi Bianchi, credo che la mia unica abilità sia proprio questa. La gentilezza...”

Hinata aveva fatto una pausa.
Era era seduta di fianco al ragazzo, le mani quasi che si sfioravano.

“Gaara-sama, questa è l'unica cosa che vi posso offrire...ma vi assicuro che in qualunque momento potrete contare su di me. Io starò sempre al vostro fianco e vi sosterrò, anche se nessuno dovesse più credere in voi.”

Gaara deglutì, per riuscire a parlare.

“Perché fate questo...per me..?”

Hinata arrossì leggermente.

“Al contrario di quasi tutti quelli che conosco, voi non mi avete respinta. E di questo ve ne sono infinitamente grata. Voi avete portato una speranza nel mio cuore, e io vi voglio ricambiare il favore!”

Un sorriso, gentile dolce, estremamente sincero.
Per la prima volta da molto, molto tempo, Gaara sentì il cuore leggero.
Senza rendersene conto, anche lui aveva sorriso.

Hinata allungò la mano in direzione di quella di lui.
Un sottile strato di sabbia si frappose tra i due arti.
Infastidito, Gaara guardò male la sabbia che autonomamente aveva preso a galleggiare in aria, sospesa tra di loro.

Alzò poi gli occhi su Hinata, cercando di scusarsi con lo sguardo.
Lei però gli sorrise di nuovo.

Con estrema lentezza, avvicinò di nuovo la sua mano.
La sabbia sembrò muoversi indecisa verso di lei. Ondeggiò da una parte e dall'altra, per poi tornare lentamente nella giara.
Stupito e senza sapere che cosa fare, Gaara rimase immobile.

Hinata poggiò delicatamente la sua pallida mano su quella di Gaara.
Da quanto tempo il ragazzo non sentiva il calore di un altro essere umano sulla sua pelle!
Il cuore prese a battergli più velocemente del solito.

Hinata stinse quella mano tra le sue, avvicinandola al suo viso.
Vi posò le labbra, un bacio dolce, che trasmise a Gaara tutto l'affetto e la dolcezza che la ragazza vi aveva infuso.
La mano tremò un attimo, e lui la ritrasse, inconsciamente.

“Hinata” niente sama, non ce n'era più bisogno “Mi dispiace...io....”

Hinata sorrise di nuovo.
Si spostò un pochino più vicino ancora, poggiando la testa sulla spalla di lui, innocentemente.
Gaara avvertì un brivido partire dal punto dove la sua pelle era a contatto con quella candida di Hinata.
Un brivido piacevole, che gli infuse un dolce tepore nel cuore.

“Non c'è bisogno di scusarsi. Il tempo sana tutte le ferite!”

“E l'affetto è l'unica medicina che può aiutare...” continuò lui, memore di un vecchio consiglio che non aveva mai trovato modo di applicarsi.

Fino a quel momento.

“Gaara...avrai il mio affetto. Non sarai più solo...!”

Gaara, scacciando ogni dubbio, afferrò la mano di Hinata, stringendola quasi possessivamente.
“Non saremo più soli..!”




FINE


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Note:
(*) Il fatto che Hiashi Hyuuga sia divenuto immortale è solamente frutto dalla mia mente distorta.
Non corrisponde a nulla di reale...!

(**) La relazione alla quale Hinata accenna è quella sbocciata tra Naruto e Sasuke, che ha definitivamente mandato in frantumi i suoi sogni d'amore con il bel biondino.
Anche a questo non corrisponde di nulla di reale...purtroppo!


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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti! ^_^
Eccomi di nuovo tra voi, ad allietarvi (si spera) queste vacanze!

Che ne dite di questa piccola Hinata-Gaara?!
Eheh, e dire che l'avevo cominciato per scherzo! ^_^"
Ma andando avanti nello scriverla mi sono accorta che quei due sono davvero una coppia bellissima! *_*
Non lo avrei mai detto!

Beh, mi raccomando, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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