Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: saraviktoria    20/03/2014    2 recensioni
Dal prologo:
"oddio, chi lo vorrebbe morto?"
"tanto per fare un esempio? Io " certe volte era proprio una bambina. Stava a me riportarla con i piedi per terra. Ma al nostro capo non piaceva molto il mio modo di fare. Era lì, seduto dietro la scrivania, che ci guardava beccarci come due galline. È che proprio non la sopportavo. Ma dico io, con tutta la gente che lavora qui, proprio lei dovevo beccarmi? E, come se non bastasse, adesso anche questo. Avevo ventotto anni, avevo passato due anni a fare l'addestramento a Norfolk, diciotto mesi di servizio attivo a bordo della Enterprise, sei sulla Kitty Hawk, prima di diventare un agente di servizio ordinario della CIA. E ora mi sarebbe toccato fare da baby-sitter a un attore strapagato, viziatissimo e pieno di sé?
Genere: Azione, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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buongiorno a tutte/i!
torno dopo tanto -troppo- tempo. 
devo ringraziare mio  marito, per avermi regalato un nuovo computer a Natale... senza dirmi che avevo Office in prova solo per un mese! così mi sono ritrovata a non poter aprire nessun documento, e ovviamente a non avere tempo per andare in un centro commerciale ad acquistare una nuova licenza.
un grazie speciale a tutti quelli che mi hanno seguito fin qui e a tutti quelli che mi seguiranno :)
siamo arrivati più o meno a metà storia -che è già tutta scritta nel pc- e PROMETTO ancora una volta che, salvo forze di causa maggiore, mi impegnerò ad aggiornare regolarmente.
buona lettura
baci
SaraViktoria


41-come mi guarda, Jamie?

'E se fosse per nostalgia 

Tutta questa malinconia che mi prende 

Tutte le sere 

E se fosse la gelosia 

Che mi fa vedere cose 

Che esistono soltanto nella mia mente 

E se fossero emozioni 

Tutte quelle sensazioni di fastidio e di paura che ho '

"ma guarda te se devo scoprire le cose dai giornali!" esclamò il mio coinquilino, spaventandomi. E per lo spavento -dato che stavo ascoltando la musica con le cuffie a volume un po' troppo alto- caddi dal divano

"James, cosa c'è?" chiesi, contrariata. Mi lanciò un giornale, che presi al volo. Per fortuna: era nei miei piani passare tutta la domenica sul divano e quella caduta era già fuori dai miei piani. Lo sfogliai annoiata. Sussultai non appena capii a cosa si riferiva.

"è per lavoro!" mi lamentai, rilanciandogli la rivista e cercando di rimettermi sul divano.

"come no!" rispose, ridendo "ma hai visto come ti guarda?"

"come mi guarda, Jamie?" chiesi, più che altro perché sapevo gli piaceva dilungarsi sul comportamento delle persone. Sventrava interi servizi fotografici, analizzando ogni posa. Non potevo certo togliergli il piacere di divertirsi!

"avanti, non dirmi che non te ne sei accorta! Guarda queste due foto, c'è una differenza sostanziale: quando guarda te gli si illuminano gli occhi, mentre qui è … spento"

"certo, certo" liquidai. Non mi andava di discutere.

Passai gran parte della giornata sul divano, con la musica nelle orecchie, cercando di seguire i testi, finché il trillo del campanello non mi fece sobbalzare di nuovo.

"James! La porta!"
"sono sotto la doccia!" arrivò la risposta, ovattata dall'acqua. Controvoglia, mi alzai e corsi ad aprire, dato che lo sconosciuto insisteva.

"direttore? Come mai qui?" chiesi, preoccupata. l'ultima volta che avevo ricevuto una visita dal mio capo ero dovuta partire per Jakarta. Lo feci accomodare, scusandomi per il disordine. Ero una perfetta padrona di casa.

"ti avevo accennato a una proposta che dovevo farti quando fossi tornata a casa … " iniziò, titubante "penso sia più corretto parlartene in privato"

"mi dica"

"si è liberato un posto alla sede di Olympia, come direttore dell'Unità di Protezione. È un posto di grande prestigio, se te la senti … "

"Olympia? Nello stato di Washington? Io?" domandai, sconclusionatamente.

"perché no? Hai dimostrato di saper comandare"

"senza offesa, signore, ma l'unica volta che mi ha messo al comando di un'operazione, il principale sospettato è stato ucciso" il 'sono un disastro ' mi rimase impigliato in gola.

"non è stata colpa tua! E io credo che tu sia la persona giusta a ricoprire quell'incarico" ne sembrava tanto convinto che per un attimo la bevvi anch'io.

 

42-dal direttore. No, stai ferma lì. Non mi piaceva andare in giro con il cagnolino.

"Rolland!"

"Simmons, sono le sei del mattino. Si può sapere cos'hai da urlare?" mormorai, dalla scrivania. Aspettò di arrivare davanti a me prima di continuare a parlare

"mi trasferiscono a Los Angeles ! E Clyde va a Boston!"

"chi è Clyde? E cos'è questa storia?" chiesi, facendola sedere.

"quello" indicò un uomo poco lontano da noi. Sì, doveva aver collaborato con me per qualche indagine, ma il suo nome mi era passato di mente "perché, a te non hanno detto niente?"

"il direttore mi ha proposto di andare a Olympia, ma non pensavo … " mi fermai a pensare. Assurdo, a ben vedere. "un momento. Vogliono sciogliere il Dipartimento?"

"ci sei arrivata molto prima di me" ammise, smettendo di sorridere "ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente. Secondo te perché?"

"non ne ho idea. Anche perché non credo che possano sciogliere l'Unità di Protezione proprio qui" mi alzai, decisa a capirci qualcosa

"dove vai?"

"dal direttore. No, stai ferma lì" la ammonì. Non mi piaceva andare in giro con il cagnolino. Bussai alla porta. Che aprii subito dopo, senza nemmeno aspettare una risposta. Ero furente. Era il mio Dipartimento. Ci lavoravo da più di due anni. Non mi potevano togliere anche quello.

"direttore, si può sapere perché ci state trasferendo tutti?"

"Chantal, a cosa devo questa visita?"

"la prego, non sono scema"

"su questo non ho dubbi. O non ti avrei offerto un posto a Olympia. Quanto alla tua domanda, vediamo … diciamo che il Dipartimento della Difesa ci ha fatto notare che stareste bene da un'altra parte" rispose, evasivo

"senta, so che avete i vostri segreti, che sono affari di stato e tutto quello che vuole … ma è il mio lavoro, e se devo andare dall'altra parte dello stato, vorrei almeno sapere il perché "

"vuoi la verità? bene" prese fiato "a quanto pare la CIA sul territorio americano è diventata inutile. A quanto pare basta l'FBI a garantire la sicurezza interna. A quanto pare noi serviamo solo per la guerra in Medio Oriente"

"stai zitto, non dire niente" lo anticipai. Ma cavolo, con tutti i bar che c'erano, dovevamo decidere di pranzare nello stesso posto?

"siamo di ottimo umore!" commentò, sarcastico "pranziamo insieme?"

"no" risposi, secca. Ma come al solito, non mi ascoltò, prendendo posto esattamente davanti a me e al mio panino. Non ero in vena di conversare, e sicuramente non con un certo attore inglese. Finii di mangiare in fretta, mi alzai e me ne andai, lasciandolo lì.

"Chantal!" non mi fermai. Come ho già detto, non avevo voglia di parlare. Ero rimasta scossa sentendo quello che il Pentagono pensava di noi, e ancor di più dal vedere come la mia vita poteva essere decisa a tavolino.

Chi erano loro, per decidere della mia vita? Cosa ne sapevano loro, dai loro uffici, che l'Unità di Protezione era inutile? E cosa avrebbe detto l'ispettore -che secondo il direttore avrebbe dovuto fare rapporto sulla reale utilità del mio dipartimento- ?

Io non volevo una persona che mettesse il naso nel mio lavoro. E non volevo che …

"per l'amor del cielo, Barnes, te ne vuoi andare?"

"si può sapere cos'hai?" chiese, prendendomi per un braccio. Mi divincolai

"problemi miei"

"devo chiamare Anne?"

"fai un po' come ti pare" ribattei, riprendendo a camminare. Si mise a correre, parandomisi davanti. Ma me ne accorsi troppo tardi. Per essere precisi, dopo essergli finita addosso. Mi imprigionò tra le sue braccia.

 

   
 
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