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Autore: Rosalie97    20/03/2014    6 recensioni
Cosa avrebbe detto Mike se l'avesse vista? Zoey era sicura che l'avrebbe odiata, guardata per sempre con disprezzo. Ma ora Mike non c'era più, ed a lei non restava che il suo peggior nemico.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Gwen, Heather, Mal, Zoey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Stavano scendendo le scale di corsa quando una macchina della polizia passò in strada, ma per fortuna nessuno dei passeggeri li notò: si erano vestiti di nero apposta per non farsi distinguere, ma Zoey pensava che Mal si fosse vestito così anche perché amava quel colore. Cioè, dai, andiamo, ogni volta che si incontravano era sempre, s-e-m-p-r-e vestito di nero.
<< Ma perché ti vesti sempre di nero? >> Gli sussurrò mentre saltavano giù dalla scala e correvano a rifugiarsi dietro un grande cassonetto sporco.
Lui la guardò, << No, allora.. Dimmi la verità >> poggiò le mani congiunte davanti alle labbra, << stiamo fuggendo dalla polizia e tentiamo di non farci vedere, tu ti sei salvata dal fare una caduta rovinosa e mi chiedi perché mi vesto di nero?! >>
Lei trattenne il respiro, << Hai detto che credevi in me! >>
<< Non potevo mica dire che ti saresti sfracellata al suolo, perché altrimenti ti saresti veramente sfracellata al suolo! A volte le menzogne, anche piccole, servono sul serio, sai? >>
<< Ah che stronzo! >> Gli tirò un pugno sulla spalla e lui scoppiò a ridere di nuovo. Ma in quel momento la macchina della polizia passò di nuovo, e sta volta si fermò.
Mal afferrò Zoey e tenendola vicina a sé si inginocchiò a terra, dietro al grande cassonetto dell’immondizia. Il poliziotto era alto ed in divisa, e puntò la pila esattamente dove si trovavano loro pochi secondi prima. Mal e Zoey erano immobili, mentre lui posava una mano sulla spalla di lei e lei stringeva forte il tessuto della manica della sua felpa nera. Il poliziotto puntò la pila di qua e di là, poi in su, verso la scala antincendio. Chissà come non si accorse della finestra spalancata, forse, da lì non si notava molto. Dopo qualche minuto se ne andò, ma siccome Mal non si fidava, i due stettero lì ancora per un po’.
Quando la macchina della polizia passò di nuovo, loro scattarono in piedi e si diressero verso la fine del vicolo, dove c’era una rete di metallo non molto alta ed arrugginita in qualche punto. Per prima la scavalcò Zoey, arrampicandosi con le sue ottime abilità che più volte aveva utilizzato durante le sfide di Total Drama, e Mal la seguì subito dopo. Quando si trovarono dall’altra parte si osservarono attorno. Il posto in cui si trovavano era ancora più sporco del precedente, ma tanto cosa importava? Ora potevano andarsene, potevano raggiungere la stazione e salire sul treno merci che li avrebbe portati lontani: tutto ciò che Zoey e Mal volevano. Lei non vedeva l’ora di scappare di lì, dalla polizia, ma in un certo senso era felice che fosse Mal ad accompagnarla, e lui principalmente era felice di fuggire con lei, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Non davanti a lei, non era fatto per le smancerie. Non era Mike.
<< Sei sicuro che se attraversiamo la zona industriale abbandonata riusciamo ad arrivare dritti dritti al punto dove dobbiamo salire? >>
<< Si, sono sicuro, ho fatto questa strada molte volte. >>
<< Okay.. Se lo dici tu.. Chi è che di notte non attraversa la zona delle fabbriche abbandonate, cupa e spaventosa, per andare a guardare i treni merce? >> Disse lei incamminandosi. Teneva un coltello che aveva nascosto nello stivale, sotto consiglio di Mal, per difendersi in caso d’evenienza. Dopotutto, non poteva fare tutto Mal, no?
<< Ehi, se io non perdessi sonno per fare quel che faccio, a quest’ora saresti fregata! Perciò, >> la guardò con un sorriso, << ringraziami. >> E la superò, camminando veloce. Zoey doveva ammettere che ultimamente, da quando si “frequentavano”, lui si comportava più da ragazzo normale. Il che era incredibile.
Zoey si guardò intorno e si scoprì a provare inquietudine, non importava che ora, se si trovava al fianco di Mal si sentisse al sicuro (già, strano a dirlo ma vero), quel posto le metteva un grande timore. Si affrettò dietro a Mal, e si accostò a lui, che quando se ne accorse, sorrise.
<< Ehi, tutto ok? >>
Zoey lo fulminò con lo sguardo. << Si. >> Replicò in modo acido.
<< No sai, te lo chiedo perché.. Sei praticamente appiccicata a me.. >> Lei si scostò dal suo braccio, alzò il mento con fare dignitoso e lo superò, camminando tra gli edifici abbandonati ammassati gli uni sugli altri, mentre Mal rideva. Qua e là c’erano montagne di ferro arrugginito ammassate insieme a grandi massi di cemento mezzi sbriciolati in sassolini e polvere di cemento che con le folate di vento volava via.
<< Bleah >> commentò, ma ignorò tutto. Il silenzio che c’era in quel luogo era qualcosa di assai più inquietante.. Era anormale tutto quel silenzio, come se non fossero rimasti che loro due e tutti gli altri fossero scomparsi, dissolti nel nulla. << Questo posto mette i brividi. >> Sussurrò.
<< Bè >> Mal era vicinissimo a lei, e parlò con il viso accostato al suo orecchio, << allora è una fortuna per te avermi qui. >> Sorrise, ed insieme si diressero verso la fine della zona industriale.
 
Dopo molto che camminavano, si ritrovarono davanti ad un’altra rete di metallo, più arrugginita della precedente, e rotta in alcuni punti. Zoey era esausta, ma Mal non pareva dare segni di stanchezza. Sul serio, quel ragazzo non era per niente normale.
<< Come facciamo adesso? >> Disse lei. << Se cerchiamo di scavalcarla ci feriremo.. Ed io non voglio prendermi il tetano. Scusa tanto. >>
<< Tranquilla, ci penso io >> rispose Mal, e fece comparire un coltellino dalla tasca dei pantaloni, con cui si mise a tagliare piano la rete. << Ho già notato che qui c’era un buco nella rete che si può usare per passare.. >> disse mentre sfregava la lama contro il metallo. << Qui è anche più debole, e basta tagliare per poter.. >> Non finì la frase che il pezzo della rete si staccò dal resto.  << Ecco. >> Con la manica della felpa si coprì la mano sinistra, e tenne da un lato il metallo del pezzo della rete, ancora legato alle altre dalla parte opposta a dove Mal aveva tagliato. << Prego >> le fece segno di andare con la mano libera, sorridendo, e lei, dopo aver sbuffato, prese lo zaino e lo fece passare dal buco, per poi attraversarlo lei stessa. Pochi secondi dopo, Mal era al suo fianco.
<< Allora, >> disse sorridente, << pronta a prendere il treno? >>
<< Sarà complicato come il salto dalla finestra? >> Sospirò e lo guardò alzando gli occhi verso di lui.
<< Oh no, molto di più >> replicò lui sorridendo cattivo, come sempre. A volte Zoey si chiedeva se non soffrisse di qualcosa di strano, o, semplicemente, se non fosse lunatico. Ma rinunciava a trovare una risposta, perché di sicuro non si sognava di chiederglielo.
 
Zoey e Mal erano in piedi vicino alle rotaie, mentre aspettavano che un treno merci passasse, ma sembrava che la fortuna li avesse abbandonati.
<< Come mai non passa più nessun treno? >> Chiese Zoey disperata ed acida.
<< Non lo so, okay? Non lo so. Dovrebbero passare, secondo i miei conti! >> Mal lasciò cadere a terra lo zaino, girò su se stesso lentamente, guardandosi intorno, e mettendosi le mani sul capo in modo disperato.
<< Ehi, il mio zaino! >>
<< Ah, chi se ne frega del tuo.. >> Mentre stava parlando, si sentì il fischio di un treno, ed entrambi si voltarono verso destra, da dove pensavano provenisse il suono. In lontananza si intravedeva la sagoma di un treno, tra le foglie appese ai rami che si sporgevano dagli alberi ai lati delle ferrovie. Sotto i loro piedi, i sassolini tremavano piano.
<< Okay.. Okay >> Mal afferrò lo zaino e se lo assicurò in spalla. << Sei pronta? >> La guardò negli occhi, mentre le posava una mano sul viso.
<< No >> rispose lei, mentre lanciava un’occhiata al treno sempre più vicino.
<< Zoey, senti, ce la puoi fare, e non sei da sola. Ci sono io con te, perciò non aver paura. >>
<< Con te vicino non dovrei avere paura? Sarebbe più sicuro salire su un treno in corsa! >> Mal scoppiò a ridere, mentre lei lo guardava. << Mi menti come prima? Credi veramente che ce la possa fare? >>
<< Se ascolti ciò che ti dico che la farai. >>
<< Okay.. Allora >> il treno fischiò ancora, e lei non finì la frase perché lui l’afferrò per la vita con un braccio, mentre guardava intensamente il treno che ormai passava davanti ai loro occhi.
I loro capelli vennero mossi nell’aria fredda della notte dallo spostamento d’aria provocato dal passaggio del treno. Mal cominciò a contare. Uno.. Due.. Tre.. Quando arrivò a dieci guardò Zoey.
<< Quando dico “ora” tu salta. >> Erano vicinissimi alle rotaie, tanto che rischiavano di essere travolti dalla mole del treno.
<< Okay.. >> Zoey era spaventata a morte.
<< Tre… >> Mal guardava il vagone, dalla porta aperta, dal colore rosso. Chissà come ma gli ultimi erano sempre aperti.. Sembravano lo facessero apposta. << Due… >> Allungò il braccio in tempo per afferrare la maniglia che sporgeva. << Salta! >>
I due saltarono, caddero di schianto nel vagone e rimasero fermi lì per molto tempo. Zoey abbracciava strettamente Mal, mentre era scossa da brividi. Si immaginava ancora cadere ed essere travolta dal treno, anche se si rendeva conto di essere in salvo. La paura era troppa.
Mal la scostò piano, e le alzò il viso, così che si potessero guardare negli occhi. Ora il treno stava correndo sulle rotaie sopra il grande canale che divideva la parte est di quella città da tutto il resto del territorio.
<< Zoey? >> Chiamò la voce di Mal, ma lei teneva gli occhi chiusi, in preda al panico. << Zoey, guardami, sono qui. Siamo salvi. >> Piano, aprì gli occhi, e si ritrovò quelli di Mal a pochi centimetri di distanza dai suoi. Le sorrise.
<< Siamo.. Siamo salvi? >> Si guardò intorno, sconcertata, per poi riprendere a guardarlo.
<< Si >> l’abbracciò, << siamo in salvo. Sei stata brava. >>
  
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