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Autore: BlackRose96    20/03/2014    3 recensioni
Siamo noi a scegliere chi amare o è l'amore a scegliere noi?
A tentar di risolvere questo dilemma è proprio Draco Malfoy, da sempre abituato a non provare sentimenti per nessuno, che costretto ad affrontare una maledizione scagliata contro la sua famiglia secoli fa, capisce che la sua unica ancora di salvezza è lei: la lurida mezzosangue.
Dal prologo:
"Guardai la luna, l’unica compagnia che avevo durante la prigionia, oltre ai miei carnefici. Era pallida, circondata dagli astri e dalle costellazioni. I miei occhi ne scorsero una in particolare. La costellazione del drago. Un momento di lucidità. Le sue azioni non potevano restare impunite. Mi sarei vendicata, non m'importava se quando sarebbe successo il mio corpo sarebbe diventato cenere da secoli o da millenni. Me l’avrebbe pagata, in un modo o nell’altro.
Eravamo arrivati sul patibolo, centinaia di persone mi guardavano, ma non m’importava, il mio sguardo era concentrato solo su uno. Draco Malfoy. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Cedric Diggory, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 14

Ok siete autorizzate ad uccidermi >.< 
E lo siete ancora di più, se penso al fatto che avevo un sacco di idee carine per questo capitolo, ma che purtroppo non ho potuto mettere a punto perchè oppressa dalla fretta visto il ritardo clamoroso! Ho dovuto studiare tantissimo e tra due giorni parto, quindi mi sono sbrigata e ho pubblicato quello che ho potuto, ma giuro che al prossimo mi farò perdonare! 
Spero continuerete a seguirmi nonostante tutto, e che lascerete delle recensioni costruttive, anche allo scopo di insultarmi perchè me lo merito :P 
Buona lettura, un bacio.


C’era qualcosa di terribilmente sbagliato in quel bacio. Sbagliato, eppure così dannatamente giusto. Un controsenso, in effetti, eppure Hermione non riusciva a liberare la mente in quel momento così perfetto e a non pensare che qualcosa non quadrava. Si staccò bruscamente dal contatto con la pelle di lui, come se fosse stata scottata. Come se non riuscisse più a sopportare il calore che i loro corpi intrecciati emanavano. Prese a camminare così velocemente da lasciare indietro, troppo indietro, Draco Malfoy che ora la fissava confuso. Il tutto era accaduto così velocemente che il serpeverde non aveva neanche avuto il tempo di formulare un pensiero e chiedersi cosa avesse potuto fare di così grave da far fuggire la Granger in quel modo. Baciava così male?
«Aspetta Granger!» le urlò dietro una volta uscito dal suo stato confusionario, ma la grifondoro non si degnò di voltarsi, né, tantomeno, di rispondergli, e proseguì per il suo cammino come se niente fosse.
«Ti vuoi fermare?!» sbottò col fiato corto afferrandole un polso non appena la raggiunse e costringendola a fermarsi e a guardarlo.
«Che c’è?» Il tono gelido usato dalla mezzosangue fece perdere a Draco un battito, mentre una fitta allo stomaco dovuta a un’emozione sconosciuta lo pervase.
«Si può sapere cos’ ho fatto per farti adirare così?» le sibilò il biondo addirizzando la schiena nel suo solito portamento borioso e alzando il mento con fare arrogante.
Sembrava essere tornato il serpeverde di sempre, quello che evitava i nati babbani come la peste e che faceva qualsiasi cosa, lecita o non lecita, per far perdere punti a grifondoro, o semplicemente umiliare Harry Potter e la sua cerchia, della quale faceva parte anche lei.
«Non hai fatto niente Malfoy.» sibilò di rimando Hermione Granger, incrociando le braccia sotto il seno e guardandolo con sguardo fiero. Per nulla al mondo si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da lui.
«E allora cosa diamine ti prende? Ti hanno lanciato un incantesimo confundus?!» ironizzò il biondo esasperato, perdendo un po’ del suo contegno.
«Hai ragione tu. Non potrà mai funzionare. Io e te siamo sbagliati insieme. Guardiamo in faccia la realtà: ci siamo sempre odiati,no ma che dico, è un’eufemismo! Noi ci siamo MASSACRATI ogni volta che avevamo l’occasione per farlo. Tu sei la mia antitesi, tutto ciò che dici, fai o pensi è quello che ho sempre combattuto da quando sono entrata a far parte del mondo magico. Non è vero che gli opposti si attraggono, non in questo caso. Siamo TROPPO diversi, anche solo per respirare la stessa aria.»
«Ma perché tutto d’un tratto …? Fino a un attimo fa noi…tu…» obiettò Draco corrucciato ,sinceramente confuso.
«Mi sono fatta questa domanda: quando torneremo ad Hogwarts quanto di tutto questo cambierà?» Draco parve prendere sul serio la domanda e riflettere bene prima di rispondere, come a soppesare i pro e i contro.
«Tu cosa vuoi? » chiese dopo istanti di silenzio che parvero infiniti.
«Io voglio che tu ti comporti come ti sei comportato questa sera, alla luce del sole, davanti a tutti i nostri compagni di scuola. Voglio che tu mi tenga la mano per i corridoi, che ti sieda accanto a me in sala grande, voglio essere la prima persona alla quale tu dia il buongiorno, che mi lasci entrare nel tuo cuore. Ma tutto questo non è previsto anche da parte tua, non è vero?»
Le parole di Hermione gli fecero tornare in mente tutti i mesi passati, le frecciatine, gli insulti,le recite e i piani diabolici da lui architettati al solo scopo di usarla e umiliarla. Come poteva tutto questo tramutarsi in amore?
«Non lo so.» ammise il biondo infine, e a Hermione sembrò che in lei si fosse rotto qualcosa. La grifondoro si chiese come avesse fatto ad arrivare a quel punto, innamorata di un tale bastardo che non avrebbe potuto farle altro che del male.
«Per te tutto quello che abbiamo passato insieme non è contato niente? Volevi solo tenermi buona fino a quando non ti sarei stata utile per poi buttarmi via quando non ti sarei servita più?»
«No! Cioè all’inizio si, ma qualcosa è andato storto… io non so cosa sei ora per me, Hermione, non voglio “solo” usarti ma non mi sento neanche pronto per iniziare una relazione… io non sono bravo con i sentimenti. »

 Harry Potter stava guardando dall’alto della sua scopa i suoi compagni di squadra allenarsi e dispensava a destra e sinistra consigli e tattiche di gioco mentre all’improvviso nel suo campo visivo apparve una schiera di divise verde-argento. Come se fossero dotati di un unico corpo e di un’unica mente i grifondoro smisero all’unisono di allenarsi per guardare in cagnesco i nuovi arrivati e Ginny, al fianco di Harry sbuffò alzando gli occhi al cielo e fece per andare a cantargliene quattro, ma Harry la fermò e planò verso di loro.
«Il campo oggi è nostro, Zabini. » spiegò calmo Harry.
«Notavo, Potter …  mi dispiace, era Draco ad avere gli orari degli allenamenti, pensavo che a quest’ora non ci fosse nessuno. Ora ce ne andiamo. »
«Aspetta!» il grifondoro fermò il serpeverde che si era già voltato verso i suoi compagni per tornare nel loro dormitorio.
«Dimmi, Potter. »
«Malfoy ti ha fatto avere sue notizie?»
«No. E come avrebbe potuto! Ma sa cavarsela, e penso lo stesso anche della Granger. Staranno bene.» rispose il moro serpeverde.
«Non sei preoccupato?» chiese Harry con il sopracciglio alzato evidenziato dalla cicatrice a forma di saetta.
«E’ ovvio che lo sono, ma cosa dovrei fare? Raggiungerlo nel passato!?»
La domanda era retorica, ma Harry Potter rispose con uno sguardo carico di sottintesi che, senza bisogno di alcuna parola, fece capire al serpeverde le sue intenzioni, mentre le due rispettive squadre li osservavano confusi.

.
Sfumature rosee si mescolavano con le varie tonalità di bluastro sull’orizzonte, creando piccole nuvole arancioni e color indaco.
La stella della sera aveva già fatto la  sua comparsa, e aveva già il suo primo spettatore.
 Draco fissava disteso sul prato il gioco di luce che il sole stava creando nel lasciare il posto alla notte.
La discussione con la mezzosangue lo aveva turbato, e aveva fatto abbassare un po’ le sue difese, ma non era riuscita a farle crollare.
Nessuno ci sarebbe mai riuscito.
Cosa provava lui per lei? Bella domanda, pensò. Una domanda che in effetti non si era mai posto, e di cui non si era ancora preoccupato di cercare una risposta.
La conversazione avuta la sera prima con la mezzosangue gli tornò violentemente in mente.

«[… ]Ma tutto questo non è previsto anche da parte tua, non è vero?»
«Non lo so.»


E non lo sapeva davvero…

«Per te tutto quello che abbiamo passato insieme non è contato niente? Volevi solo tenermi buona fino a quando non ti sarei stata utile per poi buttarmi via quando non ti sarei servita più?»

«No! Cioè all’inizio si, ma qualcosa è andato storto… io non so cosa sei ora per me, Hermione, non voglio “solo” usarti ma non mi sento neanche pronto per iniziare una relazione… io non sono bravo con i sentimenti. »



Lui ci aveva provato. Ci aveva provato davvero, a essere sincero, ma l’alternativa non sarebbe stata molto più gradita.
La verità era che aveva voluto urlarle che non gli importava niente di cosa provava, o di quello che avrebbe potuto provare! Che se era in quella situazione probabilmente era perché si era rincretinito a furia di stare troppo a contatto con lei, ed era stato costretto a credere che forse stava nascendo un qualche sentimento. Avrebbe voluto spiegarle che si era infuriato davvero nel vederla tra le braccia di un altro, che era stato un istinto non facile da ignorare quello di baciarla, ma avrebbe voluto anche dirle che era tutta questione di debolezza, e che nel valutare quelle cose in quel momento si sentiva un idiota.
Non pensava che la mezzosangue avesse completamente torto, solo che voleva farle capire che era in una situazione precaria, che quella missione era la sua unica possibilità per salvarsi la vita, e che voleva dare la priorità a questo e non a quelle sciocchezze.
Poi le parole pronunciate dalle sue stesse labbra tornarono a galla.

«[…] però posso dirti che è l’emozione che ho provato è stata la stessa della prima volta che sono salito su una scopa e mi sono sollevato metri e metri da suolo. »


Hermione fissava incantata il serpe verde sdraiato sul prato intendo a fissare il cielo ormai scuro e pieno di stelle. Era li da un po’ di tempo, e il ragazzo non dava segni di muoversi, così come lei. Era così bello illuminato dalla splendida luce del tramonto, e ora da quella pallida della luna.
Sarebbe rimasta lì per ore, se una civetta candida come la neve non l’avesse distratta piombandole addosso.
«Edwige!» esclamò sorpresa, guardandosi intorno in cerca del proprietario. Ma quello che vide fu solo la foresta buia.
«Che ci fai qui?» chiese allo splendido pennuto, come si aspettasse davvero che questa la rispondesse.
«Malfoy ti ha fatta esasperare così tanto da farti parlare con una civetta?» la canzonò una voce fin troppo familiare alle sue spalle.
«Ron?! Dove sei?» esclamò sbigottita in direzione di un cespuglio.
«Voltati, squinternata. »
La grifondoro seguì il consiglio senza ribattere, e con grande sorpresa si trovò mezza popolazione si Hogwarts, o quasi, di fronte a lei.
I suoi amici Harry e Ron la fissavano divertiti, fiancheggiati dai loro nemici per eccellenza, Pansy Parkinson, Blaise Zabini e Theodor Nott.
«Sorpresa, mezzosangue? Chiudi quella bocca prima che ci entrino le mosche dentro.» le disse acida Pansy Parkinson, la vipera più velenosa vivente ad Hogwarts, mentre si guardava intorno con espressione schifata, all’evidente ricerca del suo caro amico Malfoy.
«Le mosche non si avvicinerebbero mai se intorno c’è una serpe strisciante come te.» ribattè Hermione, sorpresa nel capire che quei battibecchi con i serpeverde le mancavano.
Poi, come ricordatasi che insieme a loro c’erano anche i suoi due migliori amici di sempre, corse ad abbracciarli, mentre sussurrava al loro orecchio quanto gli fossero mancati.
«Scusami tanto, Granger, non voglio interrompere questo idillio, ma posso chiederti dov’è il mio amico Draco? O l’hai già fatto fuori mangiandolo per colazione?» chiese affabile Theodor Nott, forse l’unico del gruppo verde-argento ad essere un tantino sopportabile.
«Lo sai che non sono commestibile.» rispose la voce sarcastica e annoiata di Draco Malfoy dal nulla, mentre la sua figura faceva capolino tra i cespugli.
«Sfregiato.» Draco salutò Harry con un cenno del capo che poteva quasi sembrare cordiale.
«Mi era sembrato di sentire i tuoi toni soavi. Salve anche a te, Weasleuccio, come sta la mamma?» fece, ironico.
«La tua stupidità non merita alcuna risposta, Malfoy, siamo qui per la nostra Hermione e non intendiamo far finta che per noi esisti.» rispose con tono mellifluo Harry Potter, prima di alimentare una rissa tra l’insopportabile serpeverde e il suo migliore amico.
«Oh, lasciali perdere Draco e fatti abbracciare. Quanto mi sei mancato!» cinguettò Pansy Parkinson catapultandosi tra le sue braccia.
«Te la stai passando male con la sangue sporco eh?» continuò la serpeverde imperterrita. «Dai raccontaci!»
«Prima spiegatemi che cavolo ci fate voi qui!» rispose Draco scrollandosela di dosso e andando a salutare con una pacca sulle spalle i suoi due migliori amici.
«E’ una storia lunga.» rispose Theodor lanciando occhiatacce a Harry e Blaise.
«Già.» convennero in coro i due, mettendosi poi a ridere.
“Ci mancava solo questa. Uno dei miei migliori amici diventa amico dello Sfregiato. Questo deve essere un incubo. Per forza.” Pensò Draco esasperato.
«Allora raccontatecela mentre preparo la cena. Avrete fame.»  rispose Hermione sorridendo, e ancora una volta i ragazzi annuirono in coro, questa volta provocando una risata generale.
Una risata generale che non comprendeva Pansy Parkinson, che la guardava dall’alto in basso come probabilmente guardava i suoi elfi domestici.
Draco probabilmente intercettò quel suo sguardo, perché mentre tutti si accinsero a entrare nella tenda, la fermò e le disse:
« Non trattarla così, non deve niente a nessuno, è soltanto gentile.»
«Draco sei forse impazzito?» sibilò Pansy Parkinson, incredula che il suo migliore amico aveva appena difeso la mezzosangue amica di Potter.
«No, Pansy.» rispose paziente il biondo. Sapeva che non avrebbe compreso. In realtà non si comprendeva neanche da solo.
«Tu… provi qualcosa per lei?»
  
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