Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Char_and_Lara_are_Crazy    20/03/2014    3 recensioni
Heilà bella gente :D
Qua Charmarty e Larasensei vi presentano: Lupin V e co.!!
In poche parole i nipoti della banda amata da tutti noi (almeno spero xD) si conoscono e verranno a conoscenza di un'eredità nascosta...
Beeeh, speriamo che vi piaccia :)
Char & Lara
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 11***
***Motoko***

 Abbiamo ancora tutti l'adrenalina alle stelle per questa notte... Penso si veda lontano un miglio che siamo agitatissimi -ma mai quanto Elisa-, ma nessuno a parte noi potrà sapere il perché, dato che è a causa della nostra irruzione a Notre-Dame. Siamo perfino finiti al telegiornale di Parigi!
 Ora, mentre tento di respirare contando fino a dieci, provo a ripensare a tutto anche se non so quanto possa calmarmi tornare lì con la mente.
 Abbiamo approfittato del fatto che fosse sabato sera e che la mamma di Leon andasse sempre in discoteca -non pensavo fosse il tipo...- e tornasse ad orari assurdamente mattinieri e verso l'una siamo entrati a Notre-Dame.
 Non siamo proprio dei maghi nella scassinatura, anzi, ne sappiamo poco e niente -in questo frangente ci dovremo specializzare, penso...-, quindi ho estratto la Zantetsu-Ken per affettare qualche lucchetto e cardine. Quanto si sente che non è una spada normale, ma la sacra spada del nonno... Mi sono riuscita a malapena a trattenere per non tagliuzzare qualsiasi cosa avessi intorno, persone comprese, quando l'ho impugnata.
 Abbiamo perfino sbagliato strada, trovandoci davanti a un enorme portone di acciaio, che ho anche provato a spezzare con la katana, ma a causa della mia inesperienza ho solamente provocato un frastuono terribile. In quel momento avrei voluto sprofondare negli anfratti più nascosti degli anfratti della Terra o sparire nell'immensità del cosmo (*).
 Poi, e solo poi, Leon tira fuori la chiave che avevamo trovato, contenuta in una piccola scatolina nera, e la infilò e girò nella minuscola serratura. Quest'ultima scattò, facendo aprire un po' la porta, spalancata poi da Dan.
 Davanti a noi si stagliava una scala a chiocciola che pareva infinita, "quasi come quella della casa di Leon" fa Dan, sussurrando per non farsi sentire da qualche possibile custode, anche se mi parve un'accorgenza inutile dopo il frastuono della mia katana contro la porta.
 Superate le scale, ci trovammo davanti una piccola e angusta stanzetta, piena di cianfrusaglie ma con visibile -si vedeva la linea che la divideva dal resto del muro- una piccola porticina. Si notava che era da un bel po' che qualcuno non andava lassù, ma non ci interessò molto, dato che velocemente aprimmo la porticina, bastava una spallata di Dan, visto che sembrava alquanto malmessa.
 Ci ritrovammo sul "terrazzino" dei Gargoyle, il dubbio di essere arrivati lì per nulla, rischiando molto, ci travestì come un treno in corsa. Dopo un momento di smarrimento, iniziammo a guardarci intorno affannati, per smentire il pensiero precedente. Fortunatamente, il "boss" trova in fretta un bauletto, che sembrava essere lì apposta per noi, chiuso ermeticamente da un lucchetto speciale con una password.
 Non ci ha nemmeno lasciato provare, anzi, ha iniziato a provare di tutto: sequenze a caso, come "1234" o "0000", alcune tra le dieci password più usate, come ci spiegava Elisa a bassa voce; poi inizia coi nostri compleanni, cosa abbastanza insensata secondo me, quelle dei nostri genitori e perfino quelle dei quattro ladri. Neanche a dirlo, non ne beccò una. Aveva un'espressione a dir poco assorta, sembrava che da un momento all'altro gli sarebbero iniziate a sanguinare le meningi.
 In uno scatto di rabbia, seguito da un grugnito che doveva essere un urlo mal camuffato, scagliò il bauletto contro il muro. A quel punto intervenne Elisa, che, inforcando i suoi amati occhiali, prese in mano il bauletto e la chiave. Per uno o due minuti li osservò attentamente, "scandagliandoli" accuratamente, finchè non lanciò un gridolino eccitato -non era riuscita a trattenersi-. Nel frattempo anche Leon si era ripreso dallo scatto di rabbia e la fissava senza dire nulla, come me e Dan.
 Non ci risparmiammo uno sguardo sinceramente sorpreso quando Elisa ci fece gentilmente notare quattro cifre scritte -o meglio, incise- nella parte superiore della chiave. 6 4 2 5, il codice che due secondi dopo Elisa digitò sulla tastierina del baule e che fece scattare e socchiudere il coperchio.
 All'interno vi era solo un piccolo fagottino di stoffa grigiastra, che un tempo doveva essere stata bianca, che racchiudeva una videocassetta. Ovviamente, dato che era la cosa più tecnologica che esistesse in quegli anni.
 "Eccolo, il nostro indizio!" fa Leon, evidentemente sollevato "Almeno non abbiamo passato una notte insonne per nulla, giusto?".
 Anche arrivati a casa, dopo tutto il tragitto a piedi, non abbiamo dormito comunque. Eravamo stanchi, si, ma avevamo ancora l'adrenalina nelle vene e questa ci ha fatto passare la notte in bianco.
 Circa alle 5:30 eravamo ancora vestiti che parlavamo sul divano-letto di qualsiasi cosa ci passasse per la mente, per distrarci da ciò che era appena successo.
 A dirla tutta, ora che ci penso eravamo solo io e Leon a parlare, dato che Dan si era buttato sul letto ancora vestito e da allora non aveva spiccicato parola; anche se secondo me non dormiva, non ancora perlomeno. Non russava!
 Elisa, per la prima, trafficava col computer: più tardi ci ha poi spiegato che cercava notizie di ogni genere sulla nostra incursione a Notre-Dame, non trovando nulla. Per questo siamo stati entusiasti per circa dieci secondi, poi Elisa ci ha smontati dicendo che la notizia poteva non essere ancora girata, ma in poco probabilmente lo avrebbe fatto.
 Alle 5:45 è arrivata la mamma di Leon, e abbiamo fatto tutti finta di esserci appena svegliati, compreso Dan, che è stato svegliato dalle nostre chiacchere. Eleonore non ha detto nulla, se non un "Mattinieri..." mezzo sussurrato stropicciandosi gli occhi. Poi si fiondò a letto. Secondo me comunque ha sospettato qualcosa, infatti poco fa ha chiamato da parte Leon per chiedergli chissà che cosa.
 Anche se non abbiamo sentito nulla (si sono chiusi in cucina) poi lui ci ha detto che le ha detto che ci siamo svegliati presto per vedere una cosa al computer di Elisa. Poi gli ho anche spiegato che poteva dire che avevamo chiamato con Skype dei miei amici, dato che col fuso orario ci stava, ma lui ha risposto che andava bene così.
 Respiro di sollievo: se Eleonore lo avesse scoperto saremmo stati nei guai grossi. Siamo perfino riusciti a salvarci in corner quando lo hanno dato al telegiornale, grazie a Leon che si è fiondato sul telecomando mettendo su un canale a caso. Poi ci siamo visti tutto in diretta dal computer di Elisa.
 In pratica ci hanno chiamato "Baby-Gang di vandali", cosa assolutamente infondata dato che l'unico danno è stato a quel portone d'acciaio -maledizione!-, e avevano dedotto che il capo fosse il "misterioso samurai", dato che era armato.
 In quel momento non so bene cosa ho provato: mi sono vergognata per circa due secondi, ma subito dopo un forte sentimento di orgoglio ha preso il sopravvento.
 "Ci è andata bene." conclude Leon, appena finita la diretta, "Le telecamere non ci hanno ripreso in faccia, anche grazie a te Elisa" e fa un sorriso stucchevole, ", e dato che praticamente non abbiamo causato danni penso la polizia non si mobiliterà e nel giro di quattro giorni tutti se ne saranno già scordati.".
 "Un crimine perfetto?" chiede Elisa, visibilmente orgogliosa; "E' ancora tutto da dire." dice come risposta Dan, un po' pessimista come al solito. Io non dico nulla, mi limito a pensare a che succederà se ci beccheranno.
 "Comunque, Leon, ce l'hai un lettore VHS?" fa Elisa, che ha già lasciato da parte l'argomento precedente. "Appunto di questo volevo parlare... Qua vicino c'è un negozio di elettronica e il proprietario è un mio conoscente e mi deve un favore. Mi accompagneresti a prendere il lettore? A piedi non ci si mette più di un quarto d'ora." risponde Leon, facendo un po' il vago.
 "Coso, guarda che con me non attacca..." è ciò che descrive al meglio l'espressione di Elisa al momento.
 "Oh, certo che mi piacerebbe accompagnarti... Motoko cara, vieni anche tu?" mi chiede, con un sorriso falsissimo che forse solo Leon non ha compreso. Probabilmente dovrei assecondarla, non la voglio proprio vedere arrabbiata, mi ha fatto leggermente paura da entusiasta, figuriamoci irata! Ma allo stesso punto credo che lei e Leon dovrebbero conoscersi un po' meglio, forse starebbero anche bene insieme; penso anche che ci sia solo Elisa da convincere, dato che Leon sembra già sicuro a conquistarla.
 "Scusami tanto, ma ho da fare... Mi spiace." le rispondo cercando di sembrare dispiaciuta davvero. In realtà fa tutto parte del mio malefico piano, Muahahahahah!
 ... Ok, penso sia ora di farla finita di guardare tutti quei film di supereroi e cattivoni. Anzi no, nessuno potrà mai togliermeli!
 Durante tutto il mio discorso interiore, Elisa ha detto solo: "Ma da fare cosa? Va be'..."; e lei e Leon sono usciti senza dire altro. Quest'ultimo, però, aveva un sorriso smagliante calcato sul viso, e prima di inforcare la porta preceduto da Elisa mi ha fatto l'occhiolino come per ringraziarmi. Io gli ho sorriso di rimando, guadagnandomi uno sguardo strano da parte di Dan. Subito dopo però riabbassa gli occhi per tornare a quello che stava facendo.
 Noto che legge ancora One Piece, e rimango a fissare lui e il fumetto per un po' pensando che lui -ovviamente- li legge in inglese e quindi io, dato che i manga che leggo li ho di "prima mano", potrei spoilerargli un sacco di cose. Già mi immagino il suo sguardo assassino fatto da quei begli occhi blu che si ritrova.
 ... Aspetta, che ho detto?!?
 Il mio flusso di pensieri viene interrotto da uno sguardo interrogativo proprio da Dan, che tiene l'indice come segnalibro e continua a guardarmi. Io, colta in flagrante, arrossisco di botto e cerco qualcosa -qualsiasi cosa- da dire, per interrompere questo momento di imbarazzo totale. Poi improvvisamente, come una lampadina si accende, gli chiedo, senza pensarci: "Leggi One Piece?".
 Lui mi guarda stranito e per un millisecondo ricambio, poi mi rendo conto di quello che ho davvero detto... Presente quelle domande stupide, esattamente come quella che ho fatto? Insomma, subito dopo ti rendo conto della figura non proprio fantastica che hai fatto, e hai tutto il tempo per auto-commiserarti, ed è proprio quello che sto facendo.
 Insomma, cosa glielo chiedo a fare se l'ha in mano?
 "Sì, lo leggo, perchè?" Dan si decide di togliermi dall'imbarazzo più totale e ricominciando a leggere, però con meno attenzione, quasi aspetti che io gli dica qualcosa. Però non spiccico più parola fino al ritorno di Leon ed Elisa, giro la testa e mi metto ad ascoltare musica con le mie bellissime cuffie dal telefono.
 Dopo non più di un'ora, trascorsa nel silenzio più assoluto, arrivano gli altri due e, installato il VHS alla TV, abbiamo fatto partire la videocassetta. Siamo tutti visibilmente tesi, infatti più di tanto non parliamo. Almeno spero che dopo ce la facciamo una bella chiaccherata, tutto questo silenzio non lo reggo più!
 Appena Elisa clicca "play", ci troviamo davanti due grandi occhi neri che mano a mano si allontanano. Si sente un imprecazione in lontananza, da una voce burbera, seguita da un "Maledizione Lupin! Muoviti che se no ci facciamo prendere un colpo assurdo a quei poveri ragazzi!". Lupin risponde: "Perchè, scusa?" e prontamente il barbuto -il nonno di Dan, penso- risponde, come se se la fosse già preparata "Per forza, si vedranno la tua faccia da scimmia in primissimo piano!".
 Nel frattempo Lupin si è già seduto sul divano verde, con sottobraccio una donna particolarmente formosa, e si è girato verso Jigen, che è dietro il divano al centro.
 "Poveri ragazzi, si sono subiti la scena delle tue rughe in primo piano!" continua poi, con fare teatrale. Poi vedo un sorriso comparire sul volto di mio nonno -nel video incredibilmente giovane-, che lancia un'occhiata complice a Jigen e continua il discorso per lui. "Poveri! Se si son presi un infarto e non potranno recuperare l'eredità poi lo trovi tu un modo di lasciarla ad un'altra generazione!"; "Ragazzi, se siete sopravissuti a quella orrenda visione, allora potete considerarvi degni eredi!" conclude poi Jigen sorridente come non mai. Per finire il discorso in bellezza, si girano tutti e due verso Lupin -Goemon era dall'altra parte del divano rispetto a Lupin, il più lontano possibile da Fujiko, seduto a gambe incrociate-, scoprono la parte inferiore dell'occhio (**) e gli fanno la linguaccia, lasciandolo prima di stucco e poi furente. Poi i due fanno pugno contro pugno, come prova della loro alleanza contro il boss. (***)
 Per loro fortuna Lupin nel frattempo si era già girato cercando di sbollire un po' e non ha notato quest'ultimo particolare.
 I due dietro se la ghignano ancora, quando Lupin iniziò a parlare seriamente. Appena incominciò il discorso, anche nonno e Jigen tornarono seri; la bocca del nonno prese quella piega quasi inespressiva che gli ho sempre visto, tranne in rarissimi momenti.
 "Bene ragazzi, scusate questi due stupidi qua dietro, e iniziamo a parlare di cose serie. Se state vedendo questo filmato, vuol dire che tutto sta andando come previsto e siete tutti e tre presenti, nel mio Paese d'origine. Se non è così, chiamate chi manca e anche in fretta, per proseguire dovete esserci tutti.
 Detto questo, passiamo alle cose importanti: come ormai dovrete avere già intuito o saputo da altre fonti, la nostra eredità è nascosta e aspetta solo voi.
 So che il tutto possa parervi molto confuso, ma fidatevi e statemi ad ascoltare, è una cosa seria, e se lo dico io c'è da darmi retta.
 Conoscete le Isole Frisone, in Germania? Sylt fa parte di quell'arcipelago, è un'isoletta di appena venti mila abitanti. All'interno di questa videocassetta c'è una piccola mappa del luogo che dovete raggiungere. Il tesoro non è lì, ma vi abbiamo lasciato un indizio.
 Ci dispiace per tutta la fatica che vi faremo passare, ma è un modo come un'altro per non far rubare l'eredità da qualcuno che non siete voi; l'abbiamo scelto perché era il più sicuro.
 Vi abbiamo lasciato vari indizi, come quello a Sylt, in giro per il pianeta. Abbiamo fatto una gran faticaccia anche noi, ma speriamo che vi divertirete anche.
 In pratica è una gigantesca caccia al tesoro in scala mondiale, non è fantastico? *batte le mani con gli occhi chiusi*
 Ci state? Siete dalla nostra parte? Spero che non lo facciate solo per i soldi, sarebbe una cosa immorale... Comunque se non ve la sentite, trovate il modo di far trovare il tutto a un'altra generazione, non possiamo lasciare incustodita quella fortuna per tanto tempo.
 Ragazzi, ce la potete fare."
 Il filmato si interrompe, come se avessero tagliato il nastro con un colpo d'accetta. Anzi no, per stare nello spirito del momento, con un colpo di katana.
 Per un minuto buono stiamo tutti in silenzio a fissare lo schermo nero, aspettando chissà che cosa.
 Poi, finalmente, realizziamo ciò che abbiamo visto e ci precipitiamo tutti insieme a prendere la videocassetta e la smontiamo senza dire nulla, tanto sono abbastanza sicura che non rivedremo mai più quel nastro.
 Estraiamo la mappa, ancora nel silenzio più assoluto: ci sono dei segni apparentemente insensati, ma che paragonati alla cartina dell'isola che ne rappresentano i luoghi principali.
 "Dai, è un indizio sufficiente, vero?" dico pensierosa, mentre Dan esclama, quasi impaurito, "Io non ho la minima voglia di salire di nuovo su uno di quei trabiccoli, sia chiaro!".
 Leon, con un sorriso strano sul volto, gli fa solo "Eh si, Danuccio, è l'unico modo per arrivare a Sylt. Forza, partiamo!" conclude poi, ignorando qualsiasi lamentela da parte dell'altro ragazzo.
 "Leon Leon, tu la fai facile... Si, non abbiamo scelta se vogliamo recuperare l'eredità, ma vorrei ricordarti che qua tu sei l'unico sei l'unico che non ha ancora mentito ai suoi -a parte Elisa che non ne aveva motivo.
Mia madre pensa che sia in una specie di vacanza studio, mentre sono qui con tre amici a seguire le orme del nonno disconosciuto da mezza famiglia. Capirai che se fossi scoperta non sarei nella migliore delle situazioni, e forse in Giappone è peggio che qua, in queste cose.
Ovviamente con una pista non mi tiro indietro, ma sii consapevole che d'ora in poi saremo tutti nei guai."

***Pov normale***
 Il giorno dopo Eleonore si sveglia, distrutta dalla serata precedente. Aveva dormito quasi tutta la giornata; la settimana era stata sfiancante e la sbornia non aveva migliorato la situazione. Infatti la testa le pulsava ancora un poco, ma per fortuna il post-sbornia peggiore era passato
 Si strascica in cucina, aspettandosi di trovare almeno uno dei ragazzi lì, ma non è così. La tavola è apparecchiata per la colazione, ma la casa sembra vuota dal silenzio surreale che c'è.
 Si avvicina al suo posto nel tavolo circolare, trovandoci una tazza piena di latte ormai freddo e un post-it sul tovagliolo.
 Inutile dire che la donna riconosce la scrittura del figlio, e lo legge mettendosi una mano sulla bocca man mano che va avanti.
  "Mamma, non so come scrivertelo, ma non staremo a casa per un po'. Abbiamo degli indizi fantastici sull'eredità del nonno, e sono sicuro che la troveremo!
Spero capirai, sembra una cosa fantastica -e lo sarà, se sono sicuro- e anche in caso contrario non provare a fermarci, noi non vogliamo e andremo fino in fondo a questa faccenda."
*-*-*-*-*-*-*-*-*-**-*-*-*-*-*-*
 "Ahahahah! Non posso crederci, eccoci in viaggio!" urla Leon, visibilmente esaltato -quasi quanto Elisa, che non la smette di scattare foto a qualsiasi cosa.
 I quattro sono su un treno, diretto in Germania, come prevedibile per la 'paura' di Dan e il costo del biglietto.
 Elisa era seduta di fianco a Dan, mentre Leon e Motoko erano nella fila dietro.
 Leon si salvava dalla noia solamente usando come cerbottana uno scheletro di penna, bersagliando Dan di palline di carta intrise di saliva. Ad ogni 'pallottola' che si impigliava nei riccioli bruni di Dan, il tenebroso mormorava a se stesso frasi come "Accidenti a te, nanetto." o "Avessi portato la mia cerbottana potenziata, ora vedresti le stelle."
 L'ultimo pensiero di Dan prima di addormentarsi contro il finestrino è "Maledizione, mi dovrò comprare un cappello decente per evitare che il nanetto mi lanci ancora le palline nei capelli.".
 Motoko giocava a un videogioco -i Pokemon, pensa Leon, scorgendo piccole immagini, tra il bombardamento a Dan e la ricarica, di mostriciattoli colorati.
 Elisa in pratica intervista tutti i passeggeri a portata di chiacchera, e in breve trova delle compagne di gossip di ogni età, per spettegolare di qualsiasi cosa.
 E il treno viaggiava, macinava chilometri mentre il tempo passava.
 Arrivarono in Germania,  finalmente pensano che all'indizio mancava veramente poco.
 Mancava solo la traversata in traghetto, la parte difficile era convincere Dan a salirci.


(*) estremamente poetico xD
(**) non sapevo come scriverlo...
(***) ok, questa scena è un pochino OC -soprattutto Goemon- ma è stato divertente scriverlo, spero anche per voi leggerlo :D


Scusatemi tantissimooo!! E' tutta colpa mia, la Lara non c'entra nulla, diciamo che la scuola mi uccide e la pigrizia si fa sentire ^^" scusatemiiii! Spero di pubblicare il prossimo capitolo più in fretta ^^"
Alla prossima :)
Char
  
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