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Autore: Marti_OBrien    20/03/2014    2 recensioni
Dan, sentendo Phil dire parolacce, teme giustamente per la propria vita. In fondo non l'aveva fatto apposta, era colpa di Phil, aveva iniziato lui con quel suo "Chiamami generale Lester", e quella suo tono di voce con cui diceva "E cosa mi farebbe, Howell?", e quel suo... diamine, non era così che pensava finisse la serata.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Forza, scattare! Qui di fianco a me!”
“Arrivo Phil, arrivo, stai calmo”
“Phil? Sono il generale Lester! A terra, venti flessioni!”
“Generale Lester, vada a farsi fottere”

Un’espressione di finto sdegno comparve sul volto di Phil, che corrugò le sopracciglia e aprì la bocca coprendola poi con una mano. Subito scattò dal suo posto e si sdraiò sul divano cercando di occupare tutto lo spazio possibile.

“Spostati idiota, altrimenti mi siedo sopra di te”
“Osa e ti prendo a calci, lurido-“
“Lurido cosa? Dai, finisci. Sono un lurido…?”
“Lurido… ugh, ti odio”
“Generale Lester, la sua virilità svanisce in una nuvola di fumo se nemmeno riesce ad insultare un umile soldato! Ora si levi che vorrei appoggiare il mio magnifico culo sul divano, nonostante la vista del suo non sia affatto male”

Un ghigno illuminò il volto di Dan quando vide il ragazzo sul divano che, sentite quelle parole, si rigirò a pancia in su, portando le mani ai bordi dei cuscini e tenendosi stretto a quelli, facendo intendere chiaramente di non avere intenzione di spostarsi nemmeno di un millimetro.

“Vuole la guerra, generale Lester? E guerra sia”

Dan si gettò sul divano, portando le ginocchia alla vita di Phil e, sfruttando il fatto che l’altro avesse le braccia aperte, mosse in fretta le dita verso i suoi fianchi e iniziò a fargli il solletico, ottenendo immediatamente la reazione dell’altro che si contorse su se stesso iniziando a ridere e cercando, invano, di fermare quelle mani che ora vagavano sulla sua pancia, veloci come solo quelle di un pianista possono essere.

“Vuole arrendersi, generale?”
“Lester! Generale Lester! E mai!”
“Mi costringe ad usare le maniere forti allora, generale Lester”

Un gesto fluido e Phil si ritrovò con i polsi bloccati dalle mani di Dan, ben salde sul divano, e prima che potesse accorgersene, le labbra del castano erano sulle sue, dando baci veloci, dolci, che, per colpa degli occhi di lui puntati nei suoi quando gli prendeva il labbro inferiore e lo mordeva, mandavano leggeri brividi lungo il corpo del più grande, facendogli venire una disperata voglia di muovere le mani e stringere l’altro a sé.

“Allora, ha ripensato alla mia proposta? Vuole arrendersi?”
“Se mi lasciassi i polsi, Howell, potrei almeno provare a rispondere all’attacco”
“Se prova a ridire il mio cognome con quel tono, Lester, quei polsi glieli lego e-“
“E cosa mi farebbe, Howell?”
“Beh, tante, troppe cose, ad esem-“

Non poté finire la frase che venne distratto. Il movimento verso l’alto del bacino di Phil, le labbra di Phil sul suo collo, le gambe di Phil che sfregavano contro le sue e le mani di Phil, Dio, le sue mani, si era liberato, e quelle dita fredde sotto la sua maglia gli facevano inarcare la schiena, e quelle labbra, ah quelle labbra, non si fermavano un momento, salivano, scendevano, risalivano, sfioravano, mordevano e ribaciavano come a voler rimediare al dolore, e Dan non poteva più accontentarsi, doveva averne di più, sempre di più.

Il più piccolo decise di prendere il comando della situazione portando una mano sulla schiena di Phil e facendogli sollevare il busto, così da poterlo avere stretto a sé, affondare il volto nel suo collo, sentirne il profumo, la pelle, ma i vestiti ne coprivano troppa e con impazienza prese la maglia del ragazzo sotto di lui e fece per sollevarla, quando l’altro bloccò quel movimento, ricevendo da Dan un’occhiata a metà tra il frustrato e l’interrogativo.

“I generali comandano i soldati, o te ne sei dimenticato?”
“Non mi piace più quel gioco”
“Dici sempre così quando stai perdendo?”
“Non sto affatto perdendo, cosa te lo fa pensare?”
“Che sciocco che sei Howell, lo sappiamo entrambi che in queste cose vinco sempre io”
“Ti preferisco con il tuo solito tono dolce e indifeso, sai?”
“Bugiardo”

Phil portò i piedi a terra tenendo Dan stretto a sé e, facendo leva sulle gambe, si sollevò con l’altro che si stringeva con le gambe alla sua vita e le braccia sulle sue spalle. Tempo di un bacio veloce e Phil iniziò a dirigersi verso la camera più vicina, ma camminare con qualcuno più grande di te tra le braccia e che ti bacia lentamente il collo è più difficile di quanto pensasse, e presto si ritrova a doversi fermare contro un muro e rimettere Dan a terra.

“Vuoi farlo in corridoio? Da dove arriva tutta questa inventiva?”
“Tieni il tuo sarcasmo per te una buona volta, e dai, andiamo in camera, lo sai che i baci sul collo solo il mio punto debole”

Phil prese Dan per mano e si mosse in direzione della stanza, ma venne subito spinto indietro.

“Io sono il tuo punto debole” si sentì sussurrare all’orecchio prima di essere preso per le spalle e essere messo al mur-

“Porca miseria, Dan!”
“Phil Phil Phil, oddio, Phil, mi dispiace, scusa, Phil, no, non volevo, stai bene?”
“Questo fottutissimo muro è il mio punto debole!”
“Oddio no, stai dicendo delle parolacce, sono nella merda, oddio, ti fa male allora, oddio, morirò”
“Ti ho già detto che ti odio o devo prepararti un cartellone con delle lucine attorno e lanciartelo addosso?”
“T-Ti vado a prendere del ghiaccio, i-io, oddio, arrivo subito”
“Fermati idiota, non fa tanto male, calmati”
“Sei sicuro? È un modo per ingannarmi e uccidermi poi sul posto?”
“Dirti che non ci ho pensato sarebbe una bugia, ma tranquillo, per adesso non voglio ammazzarti”
“Definisci quel per adesso
“Per adesso voglio sono andare in camera, sdraiarmi sul letto e aspettare che passi il dolore tra una coccola e l’altra”
“Quindi niente più… no, eh?”

Phil scosse la testa e, senza nemmeno rispondere, iniziò ad andare verso la stanza massaggiandosi la testa.

“Phil? Phil rispondimi! Aspettami, Phil! Neanche dopo che ti è passato?”
“Se non ti muovi stanotte dormi da solo, sappilo” rispose Phil dal fondo del corridoio.

Dan corse così in fretta in tutta la sua vita. 



Spazio autrice 
Diamine, ne ho scritta un'altra. Nemmeno l'ho riletta, l'ho scritta e pubblicata oggi, quindi mi scuso per gli eventuali errori! Provvederò domani a sistemare tutto quanto, e se appunto avete errori da segnalarmi o passaggi poco chiari, vi prego, segnalatemi tutto quanto. 
Spero vi piaccia, e se volete mi trovate su Tumblr nel mio blog personale
thenightisburning, oppure sul mio blog dedicato ai miei vari fandom (tra cui, mi pare ovvio, ci siano Dan, Phil e altri youtubers) theamazingdananator.

 
  
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