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Autore: Neens O Brien    20/03/2014    3 recensioni
Ian aveva sempre sognato di innamorarsi di un ragazzo dolce, gentile, disponibile, ma a chi voleva darla a bere? Lui era un Gallagher, non sarebbe mai stato così facile.
Mickey disse quel "vaffanculo" come per cancellare tutte quelle strane cose che aveva provato, quelle cose che sentiva quando guardava Ian, quelle cose che sarebbero rimaste dentro di lui per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-MICKEY-
Non ci era andato, da Angie.
Strano, solitamente Mickey non era uno che rifiutava una scopata, ma in quel momento il solo pensare alla ragazza gli faceva salire la bile. E il motivo era una di quelle cose che non poteva permettersi di pensare, una di quelle cose che la sua mente reprimeva automaticamente, come se fossero causate da un potente allucinogeno, sempre che esistesse un allucinogeno con i capelli rossi.
Lo irritava terribilmente pensare che lui non voleva scopare con Angie, non voleva scopare con una qualsiasi puttanella, maschio o femmina che fosse. Lui voleva scopare con Ian. Odiava pensare una cosa del genere, gli sembrava di tradire se stesso, la sua natura, ma cosa ci poteva fare se la sua cazzo di faccia gli spuntava sempre nella mente? Non era di certo colpa sua e dio solo sapeva quanto avrebbe voluto poterne farne a meno.
Ma di certo quella testa di cazzo non aiutava. Che cazzo gli era venuto in mente di baciarlo? Senza un motivo apparente, prima Mickey stava decisamente conducendo il gioco e poi, dopo aver fatto quella battuta sulla gelosia, pel di carota si era come trasformato e aveva tirato fuori le palle. Non che non l’avesse già fatto parecchie volte davanti a Mickey, ma in quel senso non era mai successo. E Mickey non se n’era nemmeno accorto all’inizio, perché stupidamente dentro di se era come…felice del fatto che Ian fosse geloso.
Certo, questo fino a quando quel piccolo bastardo non lo aveva baciato. Mickey non se lo aspettava minimamente, chi poteva immaginarsi che Ian avrebbe fatto una cosa del genere? Era forse un modo per farlo innervosire? Per spingerlo a reagire? A ricambiare, magari?
Non ci fu il tempo per fare nessuna di queste cose però, perché il contatto tra le labbra dei due ragazzi durò solamente per pochi secondi. Ovviamente era quello che si ripeteva Mickey dentro di se, perché se avesse voluto ci sarebbe stato tutto il tempo per staccarsi da Gallagher e tirargli un pugno sul naso, ma lui non l’aveva fatto. Non aveva nemmeno ricambiato, certo, ma era come rimasto inerme, impotente davanti al ragazzo che ormai pensava di conoscere. Mickey si diceva inoltre che avrebbe fatto la stessa cosa con chiunque lo avesse baciato così a sorpresa, ma chi voleva prendere in giro? Sicuramente se Angie l’avesse baciato si sarebbe immediatamente ritratto schifato da quel contatto.
Con Ian non era successo, però. Ma che cazzo, come si permetteva di incasinargli la mente in quel modo? C’erano voluti anni, tutta la vita per costruire il Mickey che tutti conoscevano e temevano, ma in quel momento era lo stesso Mickey a non riconoscersi. Quello che sentiva dentro di se era come un concentrato di sensazioni a lui del tutto estranee: ansia, preoccupazione, nervosismo.
Non poteva andare avanti così, doveva riprendere in mano la sua vita, fare qualcosa per tornare quello di prima, quello che era prima di conoscere Ian, o almeno prima di iniziare a scoparci. Era un altro grande problema, quello. Da quando avevano smesso di scopare ogni dannata volta che Mickey si faceva una sega non riusciva a pensare ad altro che a quella testa di cazzo con i capelli rossi. Le soluzioni quindi erano due: smettere completamente di vederlo, ma era impossibile visto che era costretto a lavorare in quello schifo di negozio, oppure tornare a scoparci. L’ultima opzione lo spaventava, e Mickey odiava anche solo l’idea di sentirsi spaventato, figurarsi per un motivo simile.
Non voleva legarsi ulteriormente a Ian, non voleva che la sua situazione peggiorasse , insomma aveva già permesso che conducesse il gioco baciandolo, quanto ancora doveva scendere in basso prima di riprendersi? In ogni caso poteva sempre far finta che non fosse successo nulla, presentarsi semplicemente a lavoro il giorno dopo e salutarlo con un cenno del capo, come faceva da giorni, ma a quel punto non avrebbe risolto nulla e la sua testa sarebbe stata incasinata come prima.
Un esame di coscienza non gli avrebbe fatto male, in effetti, per quanto Mickey odiasse quelle stronzate. Sicuramente, per quanto volesse negarlo, almeno un po’ gli importava di quell’irritante ragazzo che lo aveva baciato. Un’altra cosa che nella sua mente appariva ovvia era che avrebbe voluto che quel bacio fosse durato di più, ma di certo era un segreto che avrebbe portato nella tomba, non era certo una femminuccia.
Gli dava terribilmente fastidio ammetterlo, ma avrebbe dovuto prendere una decisione, e non si sentiva pronto a rinunciare a Ian. Porca puttana, avrebbe preso a pugni quella testa di cazzo per punirlo per come lo aveva incasinato.
Ma dentro di lui Mickey provava un certo senso di soddisfazione per aver preso quella decisione, per essere diventato più forte in un certo senso. Avrebbe parlato a Ian quel giorno, sempre se si fosse presentato a lavoro visto che il giorno prima l’aveva mollato nuovamente a badare a tutto da solo. Non avrebbe tirato fuori sentimenti e cazzate varie, ma almeno avrebbe potuto fare uno sforzo e dire a Ian che gli mancava scopare con lui. Di certo il rosso non poteva aspettarsi di più da lui.
Stava per attraversare la strada, il negozio aveva ancora la serranda abbassata, quindi gli sarebbe toccato di usare il suo mazzo di chiavi, quando vide Ian che sbucava dalla via accanto alla vetrina. Odiava, tra tutte le cose, il sorriso che gli si disegnava a volte sulle labbra quando guardava Ian, ma quella volta non si presentò. Forse perché Mickey temeva che qualcuno lo notasse, forse perché ce l’aveva ancora con il Gallagher, o forse perché Ian non era solo.
Camminava accanto ad un ragazzo piuttosto alto e ben piazzato, con folti capelli neri, e sembrava si divertissero un mondo visto quanto ridevano. Mickey non riusciva a capire cosa si stavano dicendo, ma non potè non capire cosa stava succedendo quando il moro si abbassò e baciò dolcemente Ian.
In quel momento tutti i buoni propositi che si era prefisso andarono in frantumi, quel Gallagher non si meritava un cazzo, in tutti i sensi. Ma con la sua rabbia Mickey voleva attenuare almeno leggermente quella specie di fitta che aveva appena provato. Indossò la sua migliore maschera di indifferenza e attraversò la strada, ritrovandosi accanto a Ian che sollevava la serranda.
-Chi cazzo era quel frocetto? Ti sei fatto un amico?
Mickey sperava davvero che non si notasse la sua delusione, ma in fondo per cos’avrebbe dovuto essere deluso? Sperava forse di essere l’unico che Ian baciava? Che cosa sperava?
-Non è mio amico, stiamo più o meno insieme.
Quelle parole, dette come se gli fossero state buttate in faccia, spezzarono qualcosa dentro Mickey, anche se dall’esterno non sarebbe trapelato nulla, se l’era ripromesso.
Ecco, ora sicuramente non sperava più nulla.
   
 
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